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Autore: Mysia_Malfoy    17/12/2011    4 recensioni
Salve a tutti! Questa è la mia prima fic, parla di un'ipotetica Alice, nel mondo di Harry Potter, con eventuali similitudini con il Paese Delle Meraviglie. Recensite in tanti! :D
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Lunghi capelli biondi, occhi azzurri e un viso molto triste.
Ecco cosa vedo nello specchio. Oggi si terrà la presentazione del libro di mia madre e io devo esserci per forza. Chiunque sarebbe felice al mio posto, fotografi e giornalisti ovunque, essere sulla bocca di tutti a scuola. Beh, io non ci trovo nulla di divertente. Lancio uno sguardo al mio vestito, almeno quello è stupendo, mi sento una bambola! E' diviso in più parti: una fascia bianca avvolge il seno, appena sotto c'è un fiocco nero che collega la parte bianca con il resto del bustino azzurro. Le spalline sono a palloncino come la gonna che arriva al ginocchio. 
"Alice sei pronta? Sbrigati tesoro!"
Ecco, mia mamma mi reclama, aiuto!
"Arrivo mamma!"
Trascinando i piedi scendo i gradini dell'imponente scala a chiocciola per poi ritrovarmi nella grande sala d'ingresso già gremita di gente. Sorrido il più educatamente possibile e raggiungo mia madre già vestita di tutto punto. 
"Alice! Non puoi presentarti così conciata!" e urlandomi questo mi trascina per un braccio da una truccatrice. Non dà nemmeno il tempo di ribattere che mi ritrovo seduta su una poltroncina di pelle bianca. 
"Come ti trucco dolcezza?" mi chiede sbattendo le lunghe ciglia finte, esibendo un sorriso falsissimo.
"Fai un po' come ti pare, non m'interessa, basta che non mi conci come una puttana" dicendo questo lancio uno sguardo eloquente al pesante strato di fondotinta che fa' bella mostra di sè sul suo viso.
Evidentemente non gradisce perchè assottiglia gli occhi e mi guarda con aria di sfida prima di trafficare con numerosi pennelli, ombretti e roba varia.
Inizio a canticchiare mentalmente per ingannare il tempo, non può impiegarci tanto sù.
Non vedo l'ora che finisca questa tortura, è passata quasi mezz'ora, ho canticchiato un intero disco e sono ancora tra le "abili" mani di questa truccatrice matta.
Improvvisamente si allontana dal mio viso, con un ghigno maligno stampato in faccia.
Mi guardo allo specchio e urlo con tutto il fiato che ho in corpo "MA CHE CAZZO!" mi si può definire con una sola parola: panda.
Lei si allontana ridacchiando e io mi precipito al bagno del secondo piano a togliermi questi due pesanti cerchi neri attorno agli occhi da far invidia a Taylor Momsen. Mentre mi strucco volano parole poco eleganti per tutta la stanza e alla fine riesco nell'impresa di riportare il mio viso alla normalità. "Sta stronza" detto questo mi giro ed esco di corsa dal bagno, immaginando soltanto il mio ritardo, ma qualcosa và storto perchè mi ritrovo a volare sopra gli scalini.
So cosa state pensando e la risposta è no, non ho i poteri magici, sono solo inciampata. L'impatto è piuttosto brusco e credo di aver battuto la testa. Cerco di alzarmi ma un forte capogiro mi colpisce, quindi molto probabilmente ho usato la mia testa come air-bag. Tutto gira vorticosamente attorno a me, mi porto una mano alla testa e mi sdraio a fissare il soffitto, l'unica alternativa possibile. Ehi frena un momento! Pensavo di essere nel salotto di casa mia, non all'aperto! Volto la testa per osservare il suolo e noto con disappunto che è il pavimento di casa mia, ma allora com'è possibile che al posto della cupola di vetri colorati ci sia il cielo?
Oh mio dio, quella botta dev'essere stata parecchio forte. Decreto di essere stata in quella posizione per troppo tempo e mi alzo a fatica per dirigermi da mia madre.
Mentre mi dirigo verso il portone che mi separa da mia madre, qualcosa d'insolito attira la mia attenzione. Un curioso essere con un maglione marrone, dei pantaloncini e dei calzini spaiati corre come un matto e continua a urlare "Dobby è in ritardo! Dobby è tremendamente in ritardo!" solo ora mi accorgo che ha una teiera in testa e lui è piuttosto bruttino se devo essere sincera. Il corpicino è molto magro, con mani e piedi lunghi, due enormi occhi verdi occupano gran parte del viso, ha un naso a matita e grandi orecchie a pipistrello. Scuoto la testa per scacciare via la visione ma quando apro gli occhi lui è ancora lì e non sembra intenzionato ad andarsene. Cioè forse si, perchè continua a correre come un forsennato. Ad un tratto mi viene l'illuminazione! Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? Afferro una lampada e urlo "SVEGLIAAAA! NON C'E' NESSUNO QUIIIIII" prima di sbattermi quest'ultima ripetutamente sulla testa. Il coso (non so bene cosa sia) sembra accorgersene, mi guarda, sorride e fa' un inchino così profondo che il naso tocca terra. "Signorina, Dobby non si era accorto della sua presenza!". Lo guardo sconcertata "E chi è Dobby?" il coso pare più stupito di me e mi dice con voce tremante "Io è Dobby signorina. Dobby è un elfo domestico". Un elfo domestico?! Oh ma figuriamoci, la mia immaginazione mi gioca davvero brutti scherzi! Tuttavia il cos..ops, l'elfo, m'ispira fiducia e tenerezza quindi decido di assecondarlo. "Dove sei diretto Dobby?" l'elfo mi rivolge un sorriso raggiante, si batte un paio di pugni sul petto e con voce piena d'orgoglio mi dice "Dobby và a lavorare Signorina. Dobby lavora dal professor Silente ad Hogwarts!". Secondo me gli manca qualche rotella. Ma che cosa sto dicendo, sono io che vedo elfi domestici correre per casa, chiaramente non è lui a non essere a posto con la zucca! "Cos'è Hogwarts, Dobby?" l'elfo sgrana gli occhi e diventano più grandi di quanto non fossero mai stati, magari è sorpreso. "La Signorina non conosce Hogwarts?" scuoto la testa con fare innocente e lui prosegue "Hogwarts è la più grande scuola di magia che Dobby conosce, Signorina! Deve assolutamente vedere Hogwarts e Dobby è molto in ritardo Signorina, quindi lei viene con Dobby!" Mi guardo intorno mordendomi il labbro inferiore, torno a guardare l'elfo e gli sorrido. "Andiamo, Dobby" Non riesco a capire chi sia messo peggio, lui che parla di scuole di magia o io che nonostante tutto decido di seguirlo. Il piccolo elfo mi porge una mano, che dolce vuole che andiamo mano nella mano! L'afferro e sento uno strappo all'altezza dell'ombelico, ma che sta facendo questo pazzo? Chiudo gli occhi istintivamente e li riapro solo quando sento di nuovo il suolo sotto di me. Mi trovo in una specie di...cucina? Centinaia di elfi come Dobby corrono come matti con piatti stracolmi di cibo, per poi depositarli lungo quattro tavoli enormi. Una cosa salta subito all'occhio, solo Dobby sembra vestito. Gli altri elfi hanno addosso soltanto una federa sudicia e sembrano così contenti di lavorare! "Dobby dove siamo?" Dobby mi prende per mano, per un folle istante penso che voglia ripetere il viaggio di prima e ritraggo la mano. Dobby pare mortificato da quel gesto e mormora "Dobby non si vuole smaterializzare Signorina!" "Smateriali-che?" chiedo giustamente perplessa. "Ci siamo smaterializzati per venire qui Signorina" mi risponde con un sorriso molto dolce. "Questa è la cucina, Signorina, Dobby lavora qui" "Chiamami Alice, Dobby" Dobby sorride e mi risponde educatamente "Signorina Alice, Dobby non può dare del tu ad una persona. Dobby riceve ordini ed esegue" ad un certo punto apre una porta e mi guida all'esterno delle cucine. "Ora Dobby presenta il professor Silente alla Signorina!".
Dobby mi trascina in un corridoio dove si trova un gargoyle al quale dice una parola d'ordine, quello per magia si sposta e ci mostra una scala a chiocciola, spero soltanto di non cadere stavolta.
Vengo guidata attraverso una porta enorme e ci troviamo dentro un ufficio pieno zeppo di oggetti particolari, dietro ad una scrivania siede un uomo dall'aria molto saggia con lunghi capelli bianchi e una barba altrettanto lunga e altrettanto bianca. "Ma chi è? Babbo Natale?" sussurro a Dobby e lui mi guarda come se avessi detto la peggior parolaccia del mondo. Il vecchietto mi scruta attraverso i suoi occhiali a mezzaluna che mi ricordano terribilmente quelli di zio Paperone, con la differenza che quelli erano tondi. Soffoco a stento un risolino e lui mi rivolge un sorriso benevolo prima di parlare. "Sono lieto di fare la sua conoscenza, Signorina Blackmore" Come fà a sapere il mio nome? Oddio. Questa volta il sorriso è divertito e prosegue "Io sono il professor Silente, preside di Hogwarts. So cosa ti stai chiedendo e sì, leggo nel pensiero. Quest'arte nel nostro mondo si chiama Legilimanzia" Mi ha zittito. Come si permette di leggere i miei pensieri? Vecchio rimbambito. Un momento, lui può leggere nella mente. Ops.
  
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