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Autore: Moruahd    17/12/2011    1 recensioni
Cosa succede quando la Bellezza viene oltremodo osannata? Cosa accade quando il culto del Bello prevalica, cancellando tutto il resto?
Una storia che vede Draco Malfoy nei panni del tipico dandy londinese, un mix perfetto tra personaggi potteriani e l'inimitabile maestria di Oscar Wilde
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Theodore Nott
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Draco sedeva mollemente su una rifinita e sontuosa poltroncina. Il capo riverso all’indietro, con i biondi crini che riflettevano la pallida luce del sole, mostrava la candida pelle sulla gola. Gli occhi chiusi, il profilo nobile e le labbra semiaperte gli conferivano un’apparenza divina. Il fisico asciutto era semicelato da una camicia di seta nera volutamente lasciata sbottonata, la mano fintamente abbandonata sfiorava il tappeto persiano. Dietro di lui in una veranda faceva bella mostra di sé una pianta di rose voltata ad arco; maestosi pavoni albini completavano l’opera. Edera e rampicanti si dipanavano  dal giardino fino all’interno della casa, instaurando una perfetta armonia e convivenza con il gusto vittoriano del Manor. Theodore Nott immortalava fedelmente l’amico in una tela rendendolo, se possibile, ancora più desiderabile di quanto non lo fosse inconsapevolmente e per natura. Il pittore stava ritoccando gli ultimi dettagli del quadro quando Lord Blaise zabini fece il suo ingresso nel salotto tenendo in mano un bicchiere di whiskey e tirando con aria annoiata da una sigaretta. Alla vista del bellissimo quadro rimase interdetto per un istante, poi aprì la bocca per palesare all’amico il tempo speso dietro all’opera d’arte. Nello stesso momento Draco si eresse in tutta la sua grazia e maestosità urlando : ‘Basta Theo, sono stanco di posare!’. Al suono di quella voce vellutata Blaise non poté altro se non rimanere, di nuovo, senza parole. Quando era entrato nella stanza non si era accorto della presenza del giovane che giaceva sulla poltrona nascosto dall’imponente tela; ora che questi aveva apertamente manifestato la sua presenza, Blaise desiderò essere arrivato prima. C’era qualcosa in Draco che affascinava terribilmente il Lord. Mentre era ancora assorto nelle sue riflessioni, Theo andò a sciacquare i pennelli dopo aver annunciato con gioia di aver terminato il ritratto. Si, finalmente Adone aveva trovato un degno successore in bellezza, che lo aveva costretto ad abdicare dal solio. Era ancora un incognita a chi  Draco  avrebbe strappato lo scettro per diventare sovrano assoluto dell’erotismo.
 
Dal diario di Theodore Nott
 
Non ho mai visto di buon occhio quell’affiatamento tra Draco e Blaise. Il Lord è decisamente troppo cinico e votato ai piaceri della vita, il giovane Draco è così puro e incontaminato che ricrea una sensazione di pace e completezza in chiunque lo guardi. Adesso, in certo momenti, lo riconosco a stento; le sue parole trasudano corruzione. Si, credo che sia dovuto alla vicinanza con Blaise. Lentamente lo sta sviando, insinua in lui strane e velenose idee sulla Bellezza. Io stesso una volta ho sentito Dorian dichiararsi pronto a vedere l’anima pur di conservare quella grazia generosamente donatagli dalla natura.
 
Dal diario di Blaise Zabini
 
Ho sempre creduto alla metà delle cose che Theo mi disse riguardo Draco Malfoy; parlava di lui vaneggiando come una ragazzetta innamorata, ma ora so che è tutto vero. Draco non è consapevole del potere del suo fascino, quando entra in una sala tutti rimangono a bocca aperta. Non dimenticherò mai quando lo portai con me ad un noiosissimo pranzo. Arrivati, lo presentai a Lady Gwendolen, la padrona di casa. Elle rimase così stupita dalla figura del giovane che il ventaglio, preziosissimo cimelio di famiglia, le cadde dalle mani. Draco è come un foglio bianco e immacolato pieno di ideali percorsi e intrecci da disegnare. Inutile negare il sottile e perverso piacere che mi invade quando si abbandona senza controllo alle mie dottrine.
 
Dal diario di Draco Malfoy
 
Lord Blaise è una persona di singolare interesse, dovrei rimproverare Theo di non avermelo fatto conoscere prima. Grazie alla sua vita mondana è in contatto con moltissime persone. La sua casa è piena di gingilli e soprammobili perché , secondo lui, viviamo in un’epoca in cui le cose superflue sono le sole necessarie. Oh, Blaise è un ottimo amico, ma ha il difetto di non conoscere l’amore. Forse se lo portassi a vedere la mia Hermione cambierebbe idea. L’altro giorno camminavo svogliatamente per Piccadilly quando mi ritrovai davanti ad uno squallido teatro. La luna lattea era alta nel cielo e ricopriva tutto di un’aurea mistica. Un ebreo dagli abiti sudici e con le mani ingioiellate abominevolmente mi convinse a comprare un biglietto per un palco. Anche il teatro era di pessimo gusto e aveva un aspetto volgarmente pacchiano. La scenografia e i costumi degli attori erano cosette da due soldi, ma quando la vidi nulla di tutto questo ebbe più importanza. Quella sera interpretava Giulietta. Dopo un periodo di assidua frequentazione del teatro, scoprì che si chiamava Hermione. Una sera è Rosalinda, l’altra Imogene, L’ho vista morire nel buio di una tomba italiana suggendo il veleno dalle labbra dell’amante. È stata innocente, e le mani nere di gelosia hanno spezzato il suo collo come un giunco. È diventata pazza e si è presentata  un re colpevole e gli ha dato un cilicio da indossare ed erbe amare da assaggiare. L’ho vista in ogni luogo ed età.
Si, credo che questa sera andrò a vederla in compagnia di Theo e Blaise.
 
 
Stranamente, quando i tre amici arrivarono, il teatro era gremito di gente e l’aria era carica di dolci aspettative. Il lurido sipario si aprì tra gli applausi della gente. Hermione, nuovamente vestita da Giulietta, recitò pateticamente e volgarmente. Le sue parole sembravano lagne, gli occhi spenti ed inespressivi. Un fiasco totale. La sua bella dote recitativa era stata messa in disparte per qualche congettura solo a lei nota. Alla prima uscita di scena, lascio un pubblico intatto e Draco a pezzi. Il giovane si disperava dal suo palchetto; a nulla valsero le parole di conforto di Theo e i tentativi di trascinarlo fuori di Lor Blaise. Con gli occhi pieni di lacrime che non si sarebbe concesso di versare, guardava la spicciola e atona interpretazione della sua amata. Quasi facendo violenza su se stesso rimase fino alla fine, per poi dirigersi nei camerini a cercare la sua non più amata Hermione Granger. Questa, d’altro canto, aveva un’aria troppo felice, fluttuando sul pavimento grazie alla forza dell’amore. Draco, consumato dal dolore, la ripudiò sbrigativamente, accusandola di aver ucciso a mani nude la sua arte. La gioia che la giovane emanava si spezzò di colpo, lasciandola tramortita. L’attrice si era finalmente resa conto grazie a Draco Malfoy di quanto fosse squallido recitare ogni singolo istante della vita. Per la prima volta si era resa conto di quanto orrendo fosse Romeo, di quanto squallido fosse quel teatro. Al vedere la faccia inorridita del giovane mentre confessava ciò, iniziò a piangere istericamente, mentre sul volto di Draco si dipingeva pian piano un leggero ghigno. C’ è sempre qualcosa di ridicolo nell’emozioni di chi si è cessato di amare. Con questo pensiero e senza nemmeno guardarla, il biondo si diresse a casa.
 
Il mattino seguente qualcosa si spaventoso impregnava l’aria. Draco, l’eterno giovane, si accasciò un una poltrona del salottino di lettura anche se tuttavia la tensione non accennava a scivolare via. Si alzò per chiudere la porta a chiave; una volta rimasto solo e sicuro che nessuno l’avrebbe interrotto, iniziò ad esaminare l’ambiente circostante. Il dramma fu quando si diresse con passo incerto verso il paravento che celava il ritratto donatogli da Theodore: lo scrutò con intensità, poi scoppiò a ridere, dandosi mentalmente del malato mentale. Dopo essersi versato una consistente dose di liquore ambrato si riavvicinò nuovamente al quadro. Di nuovo, si maledisse mentalmente. Impossibile. Eppure il ritratto era modificato. Le labbra carnose, un tempo dipinte in un appena accennato sorriso, ritraevano ora un ghigno; la pallida eco di quello che aveva rivolto la sera prima a Hermione Granger. Oh, l’avrebbe trovata e le avrebbe chiesto scusa per l’ignobile comportamento, l’avrebbe innalzata su un piedistallo, pronto ad amarla e onorarla. Uscì dal salotto deciso a scrivere una lettera all’amata ignorando la posta che il maggiordomo teneva su un vassoio d’argento fin quando fu bloccato dalla voce preoccupata e portatrice di dolore di Theodore.
 
Hermione Granger si era suicidata la sera prima
 
 
Dal diario di Theodore Nott
 
Il povero Draco no sa quello che fa. Era così sconvolto alla notizia della morte della giovane attrice; pochi minuti dopo il suo volto era impassibile, come se la cosa non lo sfiorasse nemmeno. Cosa gli sta accadendo? Perché sembra così estraneo ai sentimenti umani, se fino a poco fa era consumato da un’ardente passione? L’amicizia con Lord Blaise lo ha definitivamente corrotto. Come si poteva rimanere così indifferenti davanti a una simile tragedia? Maledetto Blaise e le sue velenose, nocive e affascinati teorie.
 
Dal diario di Draco Malfoy
 
Dopo la notizia di Theodore la prima cosa che feci fu, ovviamente, ricontrollare il ritratto. Non vi trovai altri cambiamenti; l’aveva saputo prima di me. Poco dopo mi incontrai con Lord Blaise che riuscì a farmi dimenticare e accantonare l’accaduto. Piangerò per Ofelia, mi cospergerò il capo di ceneri perché Cordelia è stata strangolata, maledirò il cielo perché la figliola di Barbanzio è morta. Non sprecherò le mie lacrime per Hermione Granger. Era meno reale di loro.
 
La tela di Theo porterà il peso delle mie vergogne, sarà solcata dalle mie passioni. Con studiato e crescente piacere vedrò la pelle dipinta riempirsi di rughe piegata alla cattiveria dell’età. Mi burlerò del corpo sformato e delle membra deboli .Laverà qualsiasi onta dal mio corpo, preservandomi la Bellezza eterna.
 
 
A distanza di mesi Lord Blaise fece recapitare a Draco un libro nel quale si dipana la vicenda di un giovane francese, e il giovane ne rimase talmente affascinato da ordinarla con la copertina in vari colori. I libri che il mondo definisce immorali sono i libri che mostrano al mondo la sua vergogna. Draco era diventato molto solitario e aveva passato anni della vita a dedicarsi al lusso più sfrenato; nella sua casa si ammucchiavano tele e arazzi orientali, ricami provenienti dall’Europa del Nord. Conosceva a menadito la storia e tutti i peccatori che avevano occupato la loro esistenza all’adorazione dei sensi, lasciando il paese in rovina. Custodiva gelosamente in una cassapanca di legno abiti ecclesiastici e altri oggetti da messa, possedeva strumenti musicali pervenuti direttamente dall’Africa, flauti di ossa umane, sonanti diaspri verdi da Cuzco emettenti note di dolcezza singolare. Inoltre spadroneggiavano libri in ogni luogo dell’abitazione. Ogni tanto, quando si stancava, andava a Teatro o al Club con Lord Blaise ma per il resto conduceva una vita all’insegna del lusso e al degrado del costume.
 
Una sera d’estate Theodore Nott si presentò a casa di Draco; il pittore stava partendo per la Francia, ma voleva discutere e cercare di far rinsavire quell’amico che un tempo era stato fonte di incommensurabile ispirazione. Cose orribili si dicevano sul conto del giovane, le persone uscivano dai locali al suo ingresso, donne che aveva fatto sospirare con la sua sola presenza scappavano inorridite alla sua vista. Se gran parte della gente diffidava da Draco Malfoy c’erano altri che non credevano ad una sola cattiveria: la sua onnipresente aria da ragazzino e la sua costante bellezza erano sufficienti a far perdere d’importanza tutte le dicerie. Ma quelli che lo conoscevano, o credevano di averlo conosciuto, non si lasciavano incantare dalle apparenze fascinose del ragazzo. Theodore Nott era uno di questi, ma lui, più che non lasciarsi deviare dall’immagine di Draco, non voleva credere che tutto il buono in lui era stato malamente scacciato per lasciare posto al deterioramento più assoluto. Assillato dalle chiacchiere, per lui noiose, dell’amico, Draco invitò il pittore ad andare in soffitta, che era diventata la dimora sigillata ed impenetrabile del quadro.
‘Vieni Theo, ti farò vedere la mia anima’
‘Draco, non bestemmiare, solo Dio può vederla’
 
Una volta giunti a destinazione, il ragazzo fece entrare Theo mettendolo di fronte ad un grosso e pesante oggetto coperto da un sontuoso drappo scarlatto impolverato. Con un gesto fluido ed elegante della mano, scoprì il dipinto celato dal tessuto. Un grido di orrore uscì dalla labbra di Theo mentre guardava il bel ritratto sfigurato internamente dalle labbra del peccato, rifiutandosi di credere all’evidenza dei fatti. Assalito dal panico, iniziò a tremare a pregare, cercando di coinvolgere Draco che lo guardava con un misto di schifo e repulsione. Più Draco guardava il quadro, più sentiva un crescente odio nei confronti dell’artista, artefice del misfatto. Con un’espressione animalesca sul volto, animato dalla più pura follia, afferrò un coltello che riluceva sul mobile a cassettoni, piantandolo ripetutamente nella vena dietro l’orecchio, calmandosi solo quando l’unico suono fu il gocciolare copioso del sangue sul bel tappeto.
Impiegò poco a disfarsi del corpo, affidò il compito ad un certo Rosier che, senza pietà, lo buttò nell’acido, godendo alla vista della carne che si corrodeva.
 
 
 
C’erano stati giorni in cui Draco sentiva un sottile piacere nel vedere la gente fermarsi per strada per indicarlo succubi della Bellezza che sembrava non  abbandonarlo mai. C’erano stati giorni in cui i nobili facevano gara ad accaparrarsi la presenza del giovane per un pranzo. C’erano stati giorni in cui Draco Malfoy era stato l’ispirazione del genio artistico di Theodore Nott. C’erano stati giorni in cui il ragazzo era il perfetto discepolo delle teorie corrotte di Lord Blaise Zabini. C’erano stati giorni in cui egli si dedicava alla conoscenza, e quanto più conosceva tanto più voleva conoscere. C’erano stati giorni in cui Draco Malfoy era stato animato dalla passione e dall’amore per una giovane attrice, Hermione Granger. C’erano stati giorni che aveva passato davanti al suo ritratto, esaminandone le piaghe, confrontando le sue mani bianche e candide con quelle smorte e rugose del quadro.
 
 
C’erano stati giorni in cui la gente si fermava ad indicarlo per strada, ma per la bruttezza della sua anima. C’erano stati giorni in cui i nobili si erano defilati da una stanza al suo ingresso. C’erano stati giorni in cui Draco rimpiangeva non aver mai ascoltato il caro Theodore e i suoi consigli sulla retta via.  C’ erano stati giorni in cui avrebbe dovuto maledire Lord Blaise e le sue teorie viscide. C’erano stati giorni in cui si era dedicato alla conoscenza per sentire meno lo schifo che ogni tanto lo assaliva; i peccati dei Borgia gli sollevavano il morale, la vergogna di Giovanna di Napoli dissipava la sua. C’erano stati giorni in cui, incredibilmente, si era pentito per il destino di Hermione Granger, e aveva sparo lacrime amare su un qualche cuscino rivestito di tela pregiata. C’erano stati giorni e c’erano stati notti passate di fronte al quadro, non riuscendo a capacitarsi della bruttezza della sua anima, del peso delle sue scelleratezze, la corruzione della sua mente.
 
 
La sua bellezza era stata solo una maschera, la sua giovinezza una beffa. Perché si era mascherato da giovane? La giovinezza lo aveva guastato. Una nuova vita sarebbe stata la soluzione a tutti i problemi. Con il cuore meno leggero, convinto che la sua iniziale conversione mentale aveva già cambiato, seppur di poco, le fattezze del ritratto, si diresse in soffitta, impaziente di vedere tutto l’orrore svanire a poco a poco dal suo corpo.
Quello con cui dovette fare i conti, fu tutt’altro. Il quadro era rimasto impassibile, alcuni peccati non si lavano in terra né in cielo. Nuovamente accecato dalla furia, scorse il coltello lucente con il quale aveva pugnalato Theo. L’arma non portava segni del delitto, in quanto era stata ripetutamente e accuratamente lavata; ma il ritratto era imbrattato dal sangue dell’amico. Deciso a porre fine a tutte le sue sofferenze, afferrò saldamente il pugnale e colpì la tela. Un solo grido uscì dalla sua bocca prima ch’egli toccasse a terra.
 
Poche ore dopo i domestici, preoccupati dall’assenza del padrone, forzarono la porta della soffitta, trovando un quadro che ritraeva Draco Malfoy come l’ultima volta che l’avevano visto e un ripugnante vecchio riverso a terra con un coltello nel cuore. Solo dopo aver esaminato i suoi anelli riconobbero chi era.
  
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