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Autore: Star91    17/12/2011    3 recensioni
arriva mia madre con un insolito regalo del parrucchiere sotto casa nostra...non posso fare a meno di fare una riflessione su quel che mi trovai tra le mani.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era stata una giornata piacevole: dopo molti giorni di pioggia avevo potuto assaporare di nuovo i raggi solari e un limpido cielo azzurro.
Piacevole, sì, ma ad essere sincera con me stessa mi sentivo anche molto stanca.
Natale era alle porte ormai, le strade del centro e le vetrine dei negozi pullulavano di lucette,fiocchi e decorazioni.
Mia madre arrivò nella mia stanza proprio mentre mi apprestavo a ripassare sociologia: era appena stata dal parrucchiere, e me lo confermò il bel nero vivo dei suoi capelli.
“ Tieni, me l’ha regalata il proprietario”
Mi porse una bustina scura e sottile, in velluto: scoprii al suo interno una penna. Notai immediatamente l’eleganza delle sue forme, la lucentezza argentea che brillava contro i miei occhi alla luce del gran lampadario. Si rigirava su se stessa con una facilità estrema, come una ballerina esperta tra le braccia del suo partner.
La fermai nel momento in cui lessi, in lettere maiuscole e candide: “ Roberto Menegalli, il parrucchiere”. Subito in basso erano stati incisi accuratamente la via e il numero di telefono del salone.
“Roberto Menegalli...” ripetei senza smettere di fissare quel curioso dono per clienti.
“Che megalomane!” commentò allibita mia madre “Esco di nuovo, ricordati di lavare i piatti quando fai una pausa!” e se ne andò.  
Era il caso per me di mettersi seriamente a ripassare: sia lunedì che martedì avrei avuto esami all’università, non potevo permettermi di perdere tempo.
Ma quella penna aveva scatenato in me una forte provocazione, mi aveva catturata nel profondo, nell’intimo delle mie viscere, e fu così che decisi di assecondare il mio pensiero.
La impugnai bene per apprestarmi a scrivere qualcosa: a contatto con la pelle era fredda, fredda e scivolosa come un’anguilla di fiume. Una sensazione ben diversa da quella che provavo solitamente con le mie banalissime Bic, il tepore e la sicurezza che la loro stretta sapeva infondermi, simile all’ abbraccio di un amico.
Ecco che iniziai a paragonarmi ad un fumatore accanito, uno di quelli che compra da anni la stessa marca di sigarette e si accorge immediatamente se gli rifilano qualcosa di diverso.
A quel pensiero risi di me stessa. Non avevo mai fumato in vita mia, eppure in quell’istante avvertii i pensieri di quel fumatore insoddisfatto coincidere coi miei.
Avevo tra le mani l’attrice più desiderata di Hollywood, tuttavia rimpiangevo la semplicità e la concretezza di una compagnia teatrale di quartiere.
Decisi di proseguire nella mia indagine, per collezionare maggiori elementi. Provai, come ero solita, a disegnare due o tre stelline sul fondo di un foglio a righe. Riuscii a disegnarle, ma le punte erano irregolari, insolite ed imprecise.
Tentai nuovamente, ma non ci fu nulla da fare: la bellezza di quella penna faceva sì che mi sfuggisse dalle mani, come  una diva consapevole del suo valore.
Fu allora che mi domandai...a che serve un oggetto se non sa adempiere alla sua funzione?
A che serve una penna, se non è in grado di scrivere?
Per quale motivo era stata pensata, voluta e costruita? Non sarebbe stato più semplice costruire un qualsiasi altro oggetto, se lo scopo era di pubblicizzare il salone? Questo era ciò che avevo per la testa.
Un megalomane, già. Credo che mia madre avesse detto bene. Preoccuparsi troppo del dolce, perdendo di vista il piatto principale. Preoccuparsi di incidere tutti i propri dati, rendere quella penna la nuova miss Italia, ma crearla tremendamente ignorante: incapace di scrivere.
 
  
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