Un urlo.
Un urlo alto e chiaro squarcia il silenzio delle due del mattino. Sembra quasi che può strappare il nero di quella porzione di cielo non illuminata dai lampioni.
E' così forte che anche Shizuo, lontano parecchi metri, lo sente. Il primo e unico istinto che lo prende è quello di andare a controllare cosa sta succedendo.
Corre attraverso le varie fabbriche abbandonate, davanti a porte socchiuse o spalancate.
Solo una è vagamente illuminata di rosso ed è quella a cui Shizuo punta.
La scena che gli si presenta davanti... beh, non è molto diversa da quella di un film horror.
La fonte di luce è un qualcosa di raggrinzito, dall' odore di carne bruciata. Ancora sta bruciando, ma la cosa non ha più fiato per urlare o altro. Ci mette un po' a capire che quel coso non è altro che un essere umano. Una persona, la cui pelle è del colore del carbone e gli occhi sono spalancati in una muta richiesta di aiuto. Anche la bocca è aperta, ma l' interno è simile a un buco nero.
A quella vista Shizuo si porta una mano davanti alla bocca, nauseato. L' odore non lo aiuta a superare la nausea, anzi, gliela aumenta.
“Non pensavo fossi così sensibile davanti a certe scene.”
Quella voce gli ribalta definitivamente lo stomaco. Si appoggia a un muro, vomitando l' anima.
“Come non detto.”
Shizuo si pulisce la bocca, incrociando lo sguardo con quello di Izaya, che ha in mano una bottiglia di vodka e un' accendino.
Non ha di certo bisogno di fare chissà quali ragionamenti per capire chi c'è dietro a quella morte.
In un attimo gli prende il colletto della giacca, inferocito come un animale ferito.
“Cosa cazzo hai fatto, stronzo?”
La risata di Izaya gli spacca i timpani, dandogli ancora una volta nausea.
“Non fissarmi così! Me l' ha chiesto lui.”
Shizuo non può crederci. Molla la presa, fissandolo sconvolto.
“Cosa hai detto?”
Nessuno potrebbe desiderare di morire così, come misera carne da macello.
“Che me l' ha chiesto lui. E chi sono io per fermare una persona che desidera morire?”
Izaya ride, avvicinandosi piano alla porta.
Shizuo invece rimane fermo, girandosi solo per osservare il cadavere bruciato.
“Non può essere vero...”
“Ti dico di si, invece. Ma forse un mostro come te non può capirlo...”
Quella frase fa scattare qualcosa in Shizuo. Qualcosa di nero e nauseabondo.
“Io non ho ucciso una persona! Tu sei il mostro!”
“Io ho semplicemente accontentato il desiderio una persona. Non sono un mostro o altro. Sono molto altruista!”
Ride, iniziando ad uscire da quella fabbrica.
“Solo i mostri riderebbero nell' aver fatto e visto un gesto simile.”
Si ferma un attimo, Izaya, senza girarsi verso Shizuo.
“Hai ragione. Ma, a differenza tua, io sono un mostro che la società accetta.”
A lunghi passi abbandona quel luogo, coprendosi la bocca con la giacca.
Non ascolta le parole d' odio e dolore che Shizuo sta dicendo, urlando contro il mondo.
Si limita a pensare al prossimo divertimento.
Lasciando da parte quella domanda che gli sorge spontanea.
Chi è il vero mostro, fra loro due?

Note.
Idea che avevo in mente da un po', ma non so se sono riuscita a svilupparla come pensavo... non penso.
E per voi chi è il vero mostro?