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Autore: Norine    17/12/2011    1 recensioni
"C’era solo una cosa che bramava nella notte: Yayo.
Niente sesso, né amore, né soldi.
Yayo."
Alla ricerca dell'appagamento, tra le vie buie di una città desolata. In cerca di Yayo.
Genere: Dark, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Prima di iniziare la lettura dovrei dire che se qualcuno non dovesse sapere che cos’è Yayo, può digitare la parola sul motore di ricerca. Dovrebbe apparire, tra le varie cose su cui si può cliccare, la pagina del dizionario urbano (Urban Dictionary). Lì c’è il significato.
A volte è scritto Yeyo (si pronuncia così).
Ma potete anche andarci a vedere dopo, e vedere se indovinate.
Consiglierei inoltre di ascoltare Yayo di Lana del Rey, durante la lettura (mi sono infatti in parte ispirata a quella canzone per scrivere la storia).
Norine

 
You have to take me right now
                                                                                                          From this dark trailer park
                                                                                        Life now
                                                                                        Yayo, how now
                                                                       Yayo
                                                                                                      (da Yayo- Lana del Rey)
 
 

  
  C’era solo una cosa che bramava nella notte: Yayo.
Niente sesso, né amore, né soldi.
Yayo.
La piccola ragazza era disposta a vendersi l’anima al diavolo per questo, per Yayo.
E Yayo non era un uomo, né un ideale, né un santo, né uno spirito, né una religione, né uno stile di vita. Yayo era semplicemente tutto quello di cui aveva bisogno.
E doveva procurarsene.
Per questo camminava risoluta nella notte, circondata dalla luce abbacinante e puttana di qualche lampione scassato e delle insegne al neon di qualche bar per vecchi ubriaconi poveri e arrapati.
    Qualche anima pia avrebbe potuto chiedersi cosa ci facesse una ragazza per bene in un luogo simile, dove di visetti così puliti ed espressioni così altezzose non se ne vedevano mai. Qualche anima pia, per l’appunto! Perché tutti quelli che vivevano là, dal barbone addormentato all’angolo della strada alla puttana in attesa di un altro cliente, sapevano il motivo per cui lei era lì. Per Yayo.
Anche perché solo per Yayo una ragazza dei quartieri alti metterebbe piede in una bettola maleodorante, come quella in cui stava entrando lei in quel momento. “The Hot Baby Bar” diceva l’insegna luminosa rossa sopra l’ingresso, mandandole bagliori intermittenti sui capelli chiari e ordinati.
   La ragazza entrò nel locale, ignorando gli sguardi degli altri clienti, gonfi di alcol, di voglie sporche e di tristezza. Li ignorava perché a lei non importava un accidente di loro. Erano solo schifosi scarafaggi, che la separavano da Yayo. Erano solo altri occhi famelici che le fissavano le tette e le rivolgevano luridi ammiccamenti e frasi impastate come “Hey, Baby… Ce lo facciamo un giro stanotte?”. Li ignorava perché le facevano schifo, perché puzzavano di alcol e tabacco di scarsa qualità. A loro bastava questo, non erano abbastanza per Yayo. Non potevano apprezzare, né capire. Erano solo inutile plebaglia, ma forse non era neanche questo il vero motivo per cui lei non li calcolava neppure: infondo avrebbe dovuto essere spaventata dai loro modi bruschi e dai loro corpi rovinati da una vita vissuta da cani. Forse se ne fregava semplicemente perché sentiva Yayo che la chiamava e a quel richiamo, lei, non sapeva resistere.
    Yayo… Yayo… Doveva percorrere ancora qualche metro e avrebbe appagato il suo desiderio. Yayo, un passo… Yayo, un altro, fino ad arrivare nel tavolo più isolato di quel locale. Yayo… Yayo… E al tavolo c’era colui che l’avrebbe esaudita… Yayo…
<>, la salutò l’uomo indicandole una sedia per farla sedere vicino a lui. Lei restò in piedi, senza rispondere al saluto, fissandolo. L’uomo sospirò, sapeva che con lei era inutile sprecare qualsiasi parola, non gli avrebbe risposto. Sapeva che il suo unico desiderio era Yayo. Si alzò dalla sedia con lentezza, facendo rumore nello spostare la sedia.
   I due si incamminarono silenziosi per un corridoio male illuminato che portava sul retro del locale e uscirono da una porta di servizio su un vicolo buio e maleodorante di piscio. Lei si lasciò spingere al muro e aspettò che lui facesse quello che voleva. Non le importava. Voleva Yayo. Questo era l’importante, riuscire a procurarsene e non le importava come: con il sesso, con il denaro. Non importava che dovesse sottostare ai luridi ricatti di quell’uomo. Le sue mani pesanti e ruvide sulle sue cosce non erano neanche poi così fastidiose, se concentrava il pensiero su ciò che le premeva veramente di avere. Su ciò che avrebbe ottenuto, una volta che lui avesse appagato il suo, di desiderio. E l’alito pesante di cipolla e birra scura che le trasmettevano in faccia i baci di lui era sopportabile, perché nella testa aveva un solo pensiero: Yayo.
   Quando lui finì di dare sfogo alle sue bassezze con un ansito strozzato lei neanche lo sentì. Era già lontana mille miglia da quel sudicio vicolo. Era già in viaggio per Las Vegas, dove si sarebbe sposata quella notte. In mutande, con Yayo.
E con Yayo avrebbe ricevuto l’ebrezza di un vero amplesso, bevendo champagne da un bicchiere di cristallo finissimo. E Yayo avrebbe potuto baciarle la bocca trasmettendole l’estasi della sua consistenza. L’enfasi del suo potere. Avrebbe potuto renderla viva come fa un Dio con le sue creature, le avrebbe dato coraggio.
       Il coraggio per sopportare le mani di quell’uomo sulla sua pelle, gli sguardi degli ubriaconi del bar, i sorrisi canzonatori delle puttane e le espressioni di compassione dei barboni.
Il coraggio di non ascoltare quello che la gente avrebbe detto di lei e della sua ossessione, perché, infondo, diceva a se stessa, quello che loro avrebbero potuto pensare era tale, perché non avevano mai incontrato Yayo.
  

 
                                                     Hello Heaven
You are a tunnel lined with yellow lights
                                                      On a dark nite
                                                  (Dark night)
                                        Yayo
                                               Yeah you
                                         Yayo
 
                                                                                                                             (Yayo- Lana del Rey)
 

 
 
  
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