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Autore: mikilily    18/12/2011    5 recensioni
Una one-shot su Draco e Hermione.
Draco ritorna a londra dopo alcuni anni per far piacere a sua madre e lo fa proprio per le vacanze di Natale, ma a Londra e nel luogo dove sua madre lo porterà per lui ci sarà una sorpresa....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E' Natale ogni volta che sorridi
a un fratello e gli tendi una mano.

E' Natale ogni volta che rimani
in silenzio per ascoltare l'altro.

E' Natale ogni volta che non accetti
quei principi che relegano gli oppressi
ai margini della società.

E' Natale ogni volta che speri
con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.

E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.

E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri."

Madre Teresa di Calcutta

 

La neve scendeva fioca, depositandosi sui biondi capelli delle due figure che lentamente sfilavano lungo la stradina che portava alla chiesa di Godric’s Hollow.

Un uomo e una donna, distinti, osservando i loro abiti, avanzavano con fare elegante. In molti si giravano a guardarli e molti altri storcevano il naso dopo averli visti in viso, ma loro non se ne curavano continuavano ad avanzare sempre fieri, sempre eleganti.

L’uomo una spanna più alto della donna, lasciò per un attimo il suo braccio e con fare elegante apri il vecchio portone della chiesa, dove il coro provava le canzoni per la messa della notte santa che si sarebbe svolta a breve.

Dopo che la donna entrò anche lui, la segui, ma prima si girò verso quegli uomini che in precedenza l’avevano guardato storto e gli sorrise ma non con il ghigno marca di fabbrica del suo antico casato, ma un sorriso, il primo che molti di loro videro sulla bocca di Draco Malfoy.

Si chiuse la spessa porta alle spalle e si guardò intorno, erano anni che non frequentava un posto così sacro pensava a ragione di non essere degno di calpestare quel luogo ma sua madre aveva tanto insistito e non aveva la forza di dirle ancora no.

 Non quell’anno, si era ripromesso che non l’avrebbe fatta più soffrire era bastato già suo padre a causarle dolore con il suo abbandono e prima ancora con le sue idee.

Anche Draco l’aveva fatta soffrire; subito dopo il processo era fuggito in Francia, dove era rimasto per ben sei lunghi anni, ma ora sua madre Narcissa aveva bisogno di lui. Aveva bisogno dell’unico membro della famiglia che le era rimasto, aveva bisogno di pace e di amore. Le doveva molto e non riuscì a sottrarsi quell’anno, così era rientrato a Londra per passare con lei le vacanze di Natale.

 Gli doveva la vita e la salvezza, gli doveva molto e ora con quel piccolo gesto sapeva di farla felice, un piccolo gesto da niente.

Non sapeva, però, perché tra tutte le chiese di Londra avesse scelto proprio quella e gli si bloccò il respiro quando vide sua madre dare gli auguri a un piccolo gruppo che sedeva in prima fila.

 Lì si azzerò la saliva quando percepì il loro colore di capelli, tutti con i capelli rossi, tutti Wesley. Riconobbe Arthur Wesley il capofamiglia, quello che una volta si era picchiato con suo padre. Vide al suo fianco la rotonda moglie quella che aveva ucciso sua zia bella, vide Billy che lavorava alla Gringott, c’era pure la bella moglie francese. Al fianco della donna c’erano anche Ginevra e lo sfregiato che era diventato suo marito.

Avanzò lentamente cercando di mantenere un contegno mentre dentro stava impazzendo, i ricordi gli si riversarono tutti sopra, aveva cercato invano di scacciarli dalla mente di far finta che niente era successo, ma aveva mentito a se stesso, alla sua anima e quando il suo sguardo incrociò quello di Ron Weasley “Lenticchia” seppe che niente era cambiato e che l’odio con lui non si sarebbe mai assopito.

Si girò di scatto cercando di vedere se anche lei fosse li, ma lei no.

Lei non c’era. Un tuffo al cuore costatando che c’erano tutti, ma non la so tutto.

Sentiva gli occhi di Weasley sopra di se e dovette raggiungere sua madre facendo violenza sulla sua anima.

-Buon Natale- disse con un tono troppo alto per una chiesa, tanto che il parroco lo riprese dall’altare in cui stava allestendo una piccola mangiatoia per riporre poi la sacra famiglia.

-Buon Natale- risposero uno dopo l’altro offrendogli la mano in senso distensivo.

Draco strinse le mani dei Weasley come in trans, il suo corpo compiva quel gesto mentre la sua mente vagava nei ricordi.

Ricordi che s’interruppero quando la porta della chiesa si riaprì e dei passi di un bambino attirarono l’attenzione di tutti.

Il volto delle persone che aveva di fronte cambiò all’improvviso, Ginevra strinse il braccio di Potter che stava per dire qualcosa, qualcosa di stupido pensò Draco come lui del resto. Sua madre divenne pallida come la signora Weasley e questo lo preoccupò un poco, ma il cambiamento che più lo destabilizzò, furono i pugni stretti di Ron Weasley che lo trafiggeva con lo sguardo, se non fossero stati dentro una chiesa, l’avrebbe affatturato.

-ciao- disse un bambino dietro le spalle di Draco che osservò il cambiamento di umore del gruppo che ancora gli stava di fronte.

-ciao Daniel-rispose con un dolce sorriso sua madre Narcissa

-sei pronto per la recita?-chiese.

Draco fu sorpreso nell’osservare sua madre, non era mai stata così dolce in vita sua, almeno non con estranei.

-certo Signora Cissy- a Draco andò di traverso la saliva quando senti quel nanerottolo dire una cosa simile a sua madre e si girò per curiosità per vedere che aspetto avesse l’esserino tanto sfrontato.

Si girò appena rimanendo nella penombra a osservare e quello che vide divenne per lui uno dei momenti più sconvolgenti della sua vita.

-Daniel- disse una donna dai lunghi capelli ricci ed espressione severa - quante volte ti ho detto che devi rispetto alle persone più grandi-. Draco non respirava più sconvolto nel vederla davanti a se e sperò di non essere visto.

Quella era la donna da cui era scappato.

Per paura di amare, era scappato dall’amore. Era scappato dall’amore della donna che per anni aveva deriso e umiliato per obbligo, celando al suo cuore che per quella donna lui non provava odio ma amore. Ma una notte non aveva resistito e quell’odio tra loro sfociò in amore e così tante altre notti si aggiunsero a quella prima fino a che non riuscì a sopportare di sporcarla con le sue mani e scappo via da lei.

Scappò via da Hermione Granger.

-Ma mamma- disse il bambino con riccioli biondi e pelle diafana –me l’ha detto lei che la posso chiamare cosi-

-Si Hermione, ho detto io a Daniel di chiamarmi Cissy-

La ragazza guardò il figlio un attimo e si addolcì,

-Va bene, ma ricorda sempre di dire Signora prima, va bene Daniel-.

-Si mamma- disse il bambino abbracciandola di slancio per poi girarsi ad abbracciare anche Narcissa che si abbassò stringendo il bambino. Draco era impallato osservando la scena, tutti lo erano, ma per lui quello era un vero e proprio shock sua madre, l’algida Narcissa Malfoy, abbracciava il figlio di Hermione la mezzosangue.

La sua Hermione e per un attimo non gli frego più che il bambino abbracciasse sua madre ma che Hermione avesse trovato un altro con cui fare un figlio e lì si sentì morire.

 -ora fila Don Samuel, ti sta aspettando- continuò la Granger e dopo che il bambino prese a correre per raggiungere gli altri bambini si girò anche lei per salutare il resto del gruppo e sbiancò.

Ginny fu la prima che la strinse sussurrando parole all’orecchio della riccia, poi fu il momento dei signori Weasley e di Harry Potter quando Ron Wesley si mosse Draco fu come catapultato nel presente e non riuscì a dire nulla quando se la trovò di fronte.

Nulla, sei anni in cui non aveva fatto altro che sognarla e ora che era di fronte a lui il vuoto.

-Vieni Hermione- disse Narcissa andiamo a sederci tra poco inizia la recita. Le due donne lo superarono e con lui anche gli altri Draco li vide sfilare uno a uno mentre lui rimaneva sempre fermo, impallato.

-Malfoy- disse Harry Potter dietro di lui.

-azzardati ad vicinarti a lei e quello che non ti ho fatto sei anni fa lo faccio ora-

Loro sapevano, tutti sapevano ma perché quelle minacce lei aveva un compagno perché si preoccupavano di difenderla, se aveva…

Oddio guardò l’altare dove i bambini si apprestavano ad uscire per la recita e i suoi occhi si posarono su quel bambino dai capelli biondi come i suoi e ricci come Hermione, assottigliò lo sguardo e fu un colpo a cuore nel vedere gli stessi suoi occhi grigi e di suo padre Lucius. La pelle era diafana come quella di sua madre, ma la voce, la voce era autoritaria sprezzante come quella di Hermione.

Quello era suo figlio.

Aveva perso sei anni di vita del suo unico figlio.

Si girò verso sua madre che parlava fitto fitto con la donna che amava da sempre e le vide stringersi una all’altra, vedeva lacrime sgorgare dagli occhi di Hermione.

Era lui la causa era sempre lui.

Ascoltò la recita appoggiandosi ad una colonna della chiesa, osservava suo figlio recitare, applaudì quando tutto si concluse e aspettò sua madre senza avvicinarsi più né ai Wesley né a lei.

La guardava quando era girata, aveva paura di chiedere e di sentirsi rifiutato e non trovò di meglio da fare che scappare ancora. Si girò e con passo strascicante, si avviò all’uscita del sagrato.

-Vai via- disse una voce dietro di lui quando ormai fuori aveva raggiuto il piccolo cancelletto di ferro che delimitava la chiesa dalla strada.

-Non voglio farvi del male- disse.

-pensi che tu ci faresti del male Draco?-

-si-

-pensi che ci faresti del male a stare con noi più di quello che hai fatto a lasciarci da soli?-

-io non sono…-

-cosa, non sei?-

-Innamorato di me? Lo so questo. Non sei pronto per fare il padre? sicuramente è cosi. Nessuno è pronto per diventare genitore-

-Non sono degno di essere felice con la donna che amo da sempre, non lo merito-

Disse aprendo il cancello ed uscendo così in strada.

Hermione rimase ferma, guardandolo scomparire.

Sentì una mano nella spalla e si girò sapeva che era Narcissa e pianse, pianse tra le braccia di quella donna che pensava fosse solo una ricca snob senza cuore ma che in quei duri anni l’aveva aiutata e accudita come una figlia.

-Vedrai- disse Narcissa stringendo a se Hermione, - Verrà il giorno che capirà finalmente che rinunciando a te sta facendoti solo male e non bene, come pensa-.

-No- cercò di dire Hermione tra i singhiozzi –lui, noi, Daniel…-

-shhh- disse l’anziana donna cercando con delle pacche sulla schiena di calmare la ragazza. -andiamo a casa-.

Narcissa accompagnò la ragazza e suo figlio, nella vecchia dimora Londinese dei Malfoy, quella dove la ragazza abitava da quando il piccolo Daniel era nato. Quella era sempre stata la casa di Draco, ma lui non abitava lì quindi non ci vide niente di male a darla alla donna che amava.

-Signora Cissy- disse Daniel tirando un poco il cappotto della vecchia strega.

-Si Daniel- rispose paziente la donna.

-credo ci siano i ladri in casa-disse il bimbo nascondendosi dietro sua madre e la donna che chiamava Signora Cissy, ma che sapeva bene essere sua nonna.

Narcissa rimase stranita da quelle parole, nessuno poteva vedere la casa se un Malfoy non rivelava la sua giusta locazione. Nessuno che non fosse un Malfoy poteva portare un estraneo in quella casa.

Avanzò a passo di marcia lungo il piccolo sentiero che portava alla villetta trascinando ancora Hermione che aveva smesso di piangere e ora teneva la mano a Daniel.

La porta era aperta e un mantello nero era stato lasciato sulla poltrona del grande andito.

Le luci dell’abete illuminavano ad intermittenza la sala da pranzo e dei rumori di passi si percepivano dal piano di sopra.

-che vi avevo detto ci sono i ladri-cercò di spiegare il bambino che ora tremava dalla paura.

Hermione tolse dalla borsa la sua bacchetta e spostando il piccolo salì le scale Narcissa non disse niente alla ragazza sulla magia della casa. Si abbassò dal bambino e sussurrò

-che dici se noi andiamo a casa mia così la mamma sta un po’ sola?-

-Ma il ladro?-chiese il bimbo che guardando il volto della donna capì

-è il mio papà, quello che sta sopra?-chiese ancora Daniel.

Narcissa scosse il capo acconsentendo, così il bimbo le diede la mano e con lei si smaterializzò al Manor.

***

Hermione percorse piano le scale sperando che nessun rumore la facesse scoprire, percorse nel buio l’andito e giunse fino alla stanza dove l’uomo si era rifugiato, un ladro atipico pensò.

Quando arrivò nella stanza di Daniel rimase sconcertata nel vedere non un ladro ma Draco osservare le foto di suo figlio che giocava su una scopa, che riceveva il diploma della scuola dell’infanzia e quella del suo  il suo primo compleanno.

-ti sei perso tutto questo- disse abbassando la bacchetta rimettendola così nel cappotto.

Draco si girò a guardarla, dio come era bella. Dio come aveva ragione.

-è felice senza di me come padre-rispose.

-oh sai non ne sarei tanto convinta-disse Hermione avanzando lentamente verso di lui affiancandolo e osservando anche lei le foto.

-se sapesse chi è suo padre-

-ma sa chi è suo padre- rispose la riccia.

Draco impallidì e si girò per guardarla.

-Tutti hanno un padre e non potevo privare mio figlio della verità, sa che il suo si chiama Draco Malfoy che sua madre, sua nonna, e la signora Narcissa-

-Cissy-la corresse Draco.

-si Cissy- ripeté Hermione. –sa che abita all’estero perché fa un lavoro importante-

-hai mentito- la riprese Draco.

-fai il pozionista per il ministero della magia francese. è un lavoro importante visto le tue ultime scoperte- rispose piccata.

-bah- disse Draco.

-sa che il suo padrino ti detesta perché una sera ci ha sentiti litigare a causa tua-

-chi è il padrino. Wesley?-

-No Harry e…-

-la moglie immagino-

-No Zabini- a Draco venne un colpo.

 Quel coglione del suo migliore amico per sei lunghi anni non gli aveva detto nulla né di lei, né che avesse un figlio.

L’avrebbe ucciso, oh se lo avrebbe ucciso.

-Blaise- disse scuotendo il capo.

-nessuno ti ha detto di me perché non volevo tornassi solo per questo, ma non tornerai nemmeno per lui, immagino-.

Draco si girò ad osservarla mentre la ragazza si sedeva sul letto, stanca per tutte le cose che erano successe quella notte.

Ma forse hai un’altra donna e …-

-non dire cretinate Hermione sai benissimo che amo solo te- gli era uscita così quella frase era la prima volta che le diceva di amarla  e ora incrociando i suoi occhi e vedendo lo stupore tutte le sue certezze, le sue paure scivolarono via.

Voleva ancora rinunciare ad essere felice, voleva ancora fare del male alla donna che amava e a suo figlio che non conosceva, voleva ancora punirsi per il passato.

 S’inginocchio ai piedi della donna, posò il capo sul suo grembo e rimase lì ad aspettare che lei con le sue mani sempre gelide gli accarezzasse il capo.

 Amava quel gesto, lo facevano spesso, era il suo modo di chiederle scusa quando litigavano.

Quanto gli era mancata. Quanto l’amava, quanto era stato stupido a scappare da lei. Lei gli si era insinuata dentro e nemmeno la distanza aveva affievolito il ricordo, nemmeno il tempo.

Quella era la donna della sua vita, la donna che l’aveva aspettato.

 

Aveva impiegato anni per capirlo anni per rendersi conto e in quella notte santa, la notte di Natale finalmente il cuore di Draco Malfoy aveva trovato la pace perdonando cosi i suoi errori.

   
 
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