E'
Natale ogni volta che sorridi
a un fratello e gli tendi una mano.
E' Natale ogni volta che rimani
in silenzio per ascoltare l'altro.
E' Natale ogni volta che non accetti
quei principi che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E' Natale ogni volta che speri
con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti
e la tua debolezza.
E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo
agli
altri."
Madre
Teresa di
Calcutta
La
neve scendeva fioca, depositandosi sui biondi capelli
delle due figure che lentamente sfilavano lungo la stradina che portava
alla
chiesa di Godric’s Hollow.
Un
uomo e una donna, distinti, osservando i loro abiti,
avanzavano con fare elegante. In molti si giravano a guardarli e molti
altri
storcevano il naso dopo averli visti in viso, ma loro non se ne
curavano
continuavano ad avanzare sempre fieri, sempre eleganti.
L’uomo
una spanna più alto della donna, lasciò per un
attimo il suo braccio e con fare elegante apri il vecchio portone della
chiesa,
dove il coro provava le canzoni per la messa della notte santa che si
sarebbe
svolta a breve.
Dopo
che la donna entrò anche lui, la segui, ma prima si
girò verso quegli uomini che in precedenza
l’avevano guardato storto e gli
sorrise ma non con il ghigno marca di fabbrica del suo antico casato,
ma un sorriso,
il primo che molti di loro videro sulla bocca di Draco Malfoy.
Si
chiuse la spessa porta alle spalle e si guardò
intorno, erano anni che non frequentava un posto così sacro
pensava a ragione
di non essere degno di calpestare quel luogo ma sua madre aveva tanto
insistito
e non aveva la forza di dirle ancora no.
Non quell’anno, si
era ripromesso che non l’avrebbe fatta più
soffrire era bastato già suo padre a
causarle dolore con il suo abbandono e prima ancora con le sue idee.
Anche
Draco l’aveva fatta soffrire; subito dopo il
processo era fuggito in Francia, dove era rimasto per ben sei lunghi
anni, ma
ora sua madre Narcissa aveva bisogno di lui. Aveva bisogno
dell’unico membro
della famiglia che le era rimasto, aveva bisogno di pace e di amore. Le
doveva
molto e non riuscì a sottrarsi quell’anno,
così era rientrato a Londra per
passare con lei le vacanze di Natale.
Gli doveva la vita
e la salvezza, gli doveva molto e ora con quel piccolo gesto sapeva di
farla
felice, un piccolo gesto da niente.
Non
sapeva, però, perché tra tutte le chiese di
Londra
avesse scelto proprio quella e gli si bloccò il respiro
quando vide sua madre
dare gli auguri a un piccolo gruppo che sedeva in prima fila.
Lì si
azzerò la
saliva quando percepì il loro colore di capelli, tutti con i
capelli rossi, tutti
Wesley. Riconobbe Arthur Wesley il capofamiglia, quello che una volta
si era
picchiato con suo padre. Vide al suo fianco la rotonda moglie quella
che aveva
ucciso sua zia bella, vide Billy che lavorava alla Gringott,
c’era pure la
bella moglie francese. Al fianco della donna c’erano anche
Ginevra e lo sfregiato
che era diventato suo marito.
Avanzò
lentamente cercando di mantenere un contegno
mentre dentro stava impazzendo, i ricordi gli si riversarono tutti
sopra, aveva
cercato invano di scacciarli dalla mente di far finta che niente era
successo,
ma aveva mentito a se stesso, alla sua anima e quando il suo sguardo
incrociò
quello di Ron Weasley “Lenticchia” seppe che niente
era cambiato e che l’odio
con lui non si sarebbe mai assopito.
Si
girò di scatto cercando di vedere se anche lei fosse
li, ma lei no.
Lei
non c’era. Un tuffo al cuore costatando che c’erano
tutti, ma non la so tutto.
Sentiva
gli occhi di Weasley sopra di se e dovette
raggiungere sua madre facendo violenza sulla sua anima.
-Buon
Natale- disse con un tono troppo alto per una
chiesa, tanto che il parroco lo riprese dall’altare in cui
stava allestendo una
piccola mangiatoia per riporre poi la sacra famiglia.
-Buon
Natale- risposero uno dopo l’altro offrendogli la
mano in senso distensivo.
Draco
strinse le mani dei Weasley come in trans, il suo
corpo compiva quel gesto mentre la sua mente vagava nei ricordi.
Ricordi
che s’interruppero quando la porta della chiesa
si riaprì e dei passi di un bambino attirarono
l’attenzione di tutti.
Il
volto delle persone che aveva di fronte cambiò
all’improvviso, Ginevra strinse il braccio di Potter che
stava per dire
qualcosa, qualcosa di stupido pensò Draco come lui del
resto. Sua madre divenne
pallida come la signora Weasley e questo lo preoccupò un
poco, ma il
cambiamento che più lo destabilizzò, furono i
pugni stretti di Ron Weasley che
lo trafiggeva con lo sguardo, se non fossero stati dentro una chiesa,
l’avrebbe
affatturato.
-ciao-
disse un bambino dietro le spalle di Draco che
osservò il cambiamento di umore del gruppo che ancora gli
stava di fronte.
-ciao
Daniel-rispose con un dolce sorriso sua madre
Narcissa
-sei
pronto per la recita?-chiese.
Draco
fu sorpreso nell’osservare sua madre, non era mai
stata così dolce in vita sua, almeno non con estranei.
-certo
Signora Cissy- a Draco andò di traverso la saliva
quando senti quel nanerottolo dire una cosa simile a sua madre e si
girò per
curiosità per vedere che aspetto avesse l’esserino
tanto sfrontato.
Si
girò appena rimanendo nella penombra a osservare e
quello che vide divenne per lui uno dei momenti più
sconvolgenti della sua
vita.
-Daniel-
disse una donna dai lunghi capelli ricci ed
espressione severa - quante volte ti ho detto che devi rispetto alle
persone
più grandi-. Draco non respirava più sconvolto
nel vederla davanti a se e sperò
di non essere visto.
Quella
era la donna da cui era scappato.
Per
paura di amare, era scappato dall’amore. Era scappato
dall’amore della donna che per anni aveva deriso e umiliato
per obbligo,
celando al suo cuore che per quella donna lui non provava odio ma
amore. Ma una
notte non aveva resistito e quell’odio tra loro
sfociò in amore e così tante
altre notti si aggiunsero a quella prima fino a che non
riuscì a sopportare di
sporcarla con le sue mani e scappo via da lei.
Scappò
via da Hermione Granger.
-Ma
mamma- disse il bambino con riccioli biondi e pelle
diafana –me l’ha detto lei che la posso chiamare
cosi-
-Si
Hermione, ho detto io a Daniel di chiamarmi Cissy-
La
ragazza guardò il figlio un attimo e si addolcì,
-Va
bene, ma ricorda sempre di dire Signora prima, va
bene Daniel-.
-Si
mamma- disse il bambino abbracciandola di slancio per
poi girarsi ad abbracciare anche Narcissa che si abbassò
stringendo il bambino.
Draco era impallato osservando la scena, tutti lo erano, ma per lui
quello era
un vero e proprio shock sua madre, l’algida Narcissa Malfoy,
abbracciava il
figlio di Hermione la mezzosangue.
La
sua Hermione e per un attimo non gli frego più che il
bambino abbracciasse sua madre ma che Hermione avesse trovato un altro
con cui
fare un figlio e lì si sentì morire.
-ora fila Don
Samuel, ti sta aspettando- continuò la Granger e dopo che il
bambino prese a
correre per raggiungere gli altri bambini si girò anche lei
per salutare il
resto del gruppo e sbiancò.
Ginny
fu la prima che la strinse sussurrando parole
all’orecchio della riccia, poi fu il momento dei signori
Weasley e di Harry
Potter quando Ron Wesley si mosse Draco fu come catapultato nel
presente e non
riuscì a dire nulla quando se la trovò di fronte.
Nulla,
sei anni in cui non aveva fatto altro che sognarla
e ora che era di fronte a lui il vuoto.
-Vieni
Hermione- disse Narcissa andiamo a sederci tra
poco inizia la recita. Le due donne lo superarono e con lui anche gli
altri Draco
li vide sfilare uno a uno mentre lui rimaneva sempre fermo, impallato.
-Malfoy-
disse Harry Potter dietro di lui.
-azzardati
ad vicinarti a lei e quello che non ti ho
fatto sei anni fa lo faccio ora-
Loro
sapevano, tutti sapevano ma perché quelle minacce
lei aveva un compagno perché si preoccupavano di difenderla,
se aveva…
Oddio
guardò l’altare dove i bambini si apprestavano ad
uscire per la recita e i suoi occhi si posarono su quel bambino dai
capelli
biondi come i suoi e ricci come Hermione, assottigliò lo
sguardo e fu un colpo
a cuore nel vedere gli stessi suoi occhi grigi e di suo padre Lucius.
La pelle
era diafana come quella di sua madre, ma la voce, la voce era
autoritaria
sprezzante come quella di Hermione.
Quello
era suo figlio.
Aveva
perso sei anni di vita del suo unico figlio.
Si
girò verso sua madre che parlava fitto fitto con la
donna che amava da sempre e le vide stringersi una all’altra,
vedeva lacrime
sgorgare dagli occhi di Hermione.
Era
lui la causa era sempre lui.
Ascoltò
la recita appoggiandosi ad una colonna della
chiesa, osservava suo figlio recitare, applaudì quando tutto
si concluse e
aspettò sua madre senza avvicinarsi più
né ai Wesley né a lei.
La
guardava quando era girata, aveva paura di chiedere e
di sentirsi rifiutato e non trovò di meglio da fare che
scappare ancora. Si
girò e con passo strascicante, si avviò
all’uscita del sagrato.
-Vai
via- disse una voce dietro di lui quando ormai fuori
aveva raggiuto il piccolo cancelletto di ferro che delimitava la chiesa
dalla
strada.
-Non
voglio farvi del male- disse.
-pensi
che tu ci faresti del male Draco?-
-si-
-pensi
che ci faresti del male a stare con noi più di quello
che hai fatto a lasciarci da soli?-
-io
non sono…-
-cosa,
non sei?-
-Innamorato
di me? Lo so questo. Non sei pronto per fare
il padre? sicuramente è cosi. Nessuno è pronto
per diventare genitore-
-Non
sono degno di essere felice con la donna che amo da
sempre, non lo merito-
Disse
aprendo il cancello ed uscendo così in strada.
Hermione
rimase ferma, guardandolo scomparire.
Sentì
una mano nella spalla e si girò sapeva che era
Narcissa e pianse, pianse tra le braccia di quella donna che pensava
fosse solo
una ricca snob senza cuore ma che in quei duri anni l’aveva
aiutata e accudita
come una figlia.
-Vedrai-
disse Narcissa stringendo a se Hermione, - Verrà
il giorno che capirà finalmente che rinunciando a te sta
facendoti solo male e
non bene, come pensa-.
-No-
cercò di dire Hermione tra i singhiozzi –lui, noi,
Daniel…-
-shhh-
disse l’anziana donna cercando con delle pacche
sulla schiena di calmare la ragazza. -andiamo a casa-.
Narcissa
accompagnò la ragazza e suo figlio, nella
vecchia dimora Londinese dei Malfoy, quella dove la ragazza abitava da
quando
il piccolo Daniel era nato. Quella era sempre stata la casa di Draco,
ma lui
non abitava lì quindi non ci vide niente di male a darla
alla donna che amava.
-Signora
Cissy- disse Daniel tirando un poco il cappotto
della vecchia strega.
-Si
Daniel- rispose paziente la donna.
-credo
ci siano i ladri in casa-disse il bimbo
nascondendosi dietro sua madre e la donna che chiamava Signora Cissy,
ma che
sapeva bene essere sua nonna.
Narcissa
rimase stranita da quelle parole, nessuno poteva
vedere la casa se un Malfoy non rivelava la sua giusta locazione.
Nessuno che
non fosse un Malfoy poteva portare un estraneo in quella casa.
Avanzò
a passo di marcia lungo il piccolo sentiero che
portava alla villetta trascinando ancora Hermione che aveva smesso di
piangere
e ora teneva la mano a Daniel.
La
porta era aperta e un mantello nero era stato lasciato
sulla poltrona del grande andito.
Le
luci dell’abete illuminavano ad intermittenza la sala
da pranzo e dei rumori di passi si percepivano dal piano di sopra.
-che
vi avevo detto ci sono i ladri-cercò di spiegare il
bambino che ora tremava dalla paura.
Hermione
tolse dalla borsa la sua bacchetta e spostando
il piccolo salì le scale Narcissa non disse niente alla
ragazza sulla magia
della casa. Si abbassò dal bambino e sussurrò
-che
dici se noi andiamo a casa mia così la mamma sta un
po’
sola?-
-Ma
il ladro?-chiese il bimbo che guardando il volto
della donna capì
-è
il mio papà, quello che sta sopra?-chiese ancora
Daniel.
Narcissa
scosse il capo acconsentendo, così il bimbo le
diede la mano e con lei si smaterializzò al Manor.
***
Hermione
percorse piano le scale sperando che nessun
rumore la facesse scoprire, percorse nel buio l’andito e
giunse fino alla
stanza dove l’uomo si era rifugiato, un ladro atipico
pensò.
Quando
arrivò nella stanza di Daniel rimase sconcertata
nel vedere non un ladro ma Draco osservare le foto di suo figlio che
giocava su
una scopa, che riceveva il diploma della scuola dell’infanzia
e quella del suo il
suo primo compleanno.
-ti
sei perso tutto questo- disse abbassando la bacchetta
rimettendola così nel cappotto.
Draco
si girò a guardarla, dio come era bella. Dio come
aveva ragione.
-è
felice senza di me come padre-rispose.
-oh
sai non ne sarei tanto convinta-disse Hermione
avanzando lentamente verso di lui affiancandolo e osservando anche lei
le foto.
-se
sapesse chi è suo padre-
-ma
sa chi è suo padre- rispose la riccia.
Draco
impallidì e si girò per guardarla.
-Tutti
hanno un padre e non potevo privare mio figlio
della verità, sa che il suo si chiama Draco Malfoy che sua
madre, sua nonna, e
la signora Narcissa-
-Cissy-la
corresse Draco.
-si
Cissy- ripeté Hermione. –sa che abita
all’estero perché
fa un lavoro importante-
-hai
mentito- la riprese Draco.
-fai
il pozionista per il ministero della magia francese.
è un lavoro importante visto le tue ultime scoperte- rispose
piccata.
-bah-
disse Draco.
-sa
che il suo padrino ti detesta perché una sera ci ha
sentiti litigare a causa tua-
-chi
è il padrino. Wesley?-
-No
Harry e…-
-la
moglie immagino-
-No
Zabini- a Draco venne un colpo.
Quel coglione del
suo migliore amico per sei lunghi anni non gli aveva detto nulla
né di lei, né
che avesse un figlio.
L’avrebbe
ucciso, oh se lo avrebbe ucciso.
-Blaise-
disse scuotendo il capo.
-nessuno
ti ha detto di me perché non volevo tornassi
solo per questo, ma non tornerai nemmeno per lui, immagino-.
Draco
si girò ad osservarla mentre la ragazza si sedeva
sul letto, stanca per tutte le cose che erano successe quella notte.
Ma
forse hai un’altra donna e …-
-non
dire cretinate Hermione sai benissimo che amo solo
te- gli era uscita così quella frase era la prima volta che
le diceva di
amarla e ora
incrociando i suoi occhi e
vedendo lo stupore tutte le sue certezze, le sue paure scivolarono via.
Voleva
ancora rinunciare ad essere felice, voleva ancora
fare del male alla donna che amava e a suo figlio che non conosceva,
voleva
ancora punirsi per il passato.
S’inginocchio ai
piedi della donna, posò il capo sul suo grembo e rimase
lì ad aspettare che lei
con le sue mani sempre gelide gli accarezzasse il capo.
Amava quel gesto,
lo facevano spesso, era il suo modo di chiederle scusa quando
litigavano.
Quanto
gli era mancata. Quanto l’amava, quanto era stato
stupido a scappare da lei. Lei gli si era insinuata dentro e nemmeno la
distanza aveva affievolito il ricordo, nemmeno il tempo.
Quella
era la donna della sua vita, la donna che l’aveva
aspettato.
Aveva
impiegato anni per capirlo anni per rendersi conto
e in quella notte santa, la notte di Natale finalmente il cuore di
Draco Malfoy
aveva trovato la pace perdonando cosi i suoi errori.