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Autore: Acid Sylvia    18/12/2011    2 recensioni
Frank è un uomo, cresciuto in fretta, è un uomo che deve guadagnare per vive, un uomo che da il proprio corpo e guadagna, il suo scopo sono i soldi nulla di più.
Nell'attesa del suo prossimo cliente ripensa a ciò che l'ha portato a vendersi, un flashback e poi tutto ritorna alla realtà.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quando si è piccoli e viene posta la fatidica domanda ‘Cosa vuoi fare da grande?’ la mia risposta è sempre stata ‘Il musicista’.

Fin da piccolo avevo sognato di prendere in mano due bacchette e picchiarle con violenza assoluta sulla superficie consumata dei tamburi,tamburi che legati tutti insieme da bulloni spessi e aggeggi in plastica neri formavano la batteria.

E’ sempre stato un sogno, osservavo il nonno, osservavo che nonostante gli anni, gli occhi stanchi, le borse sotto gli occhi non perdeva mai quel debole sorriso soddisfatto nel osservare il suo amore più puro, la sua passione, quel aggeggio che lo trasportava in un universo parallelo.

Però poi ci avevo provato e non sentivo nulla, non sentivo il cuore vibrare, non sentivo la soddisfazione, non sentivo le scariche elettriche.

Papà un pomeriggio piovoso mi aveva portato una chitarra, la chitarra è un oggetto in legno plastificato, lucido, con sei corde, un manico lungo.. apparentemente insignificante, ma soprattutto perché me l’aveva portata?

Papà Thomas non perdeva colpi, aveva letto nei miei occhi l’insoddisfazione, aveva visto che non mi sentivo in un mondo parallelo e pur di farmi provare l’amore per musica avrebbe comprato di tutto.

Provai una nota, un semplice la, il caos.

Le mani tramarono, il cuore accelerò, il mondo si frantumò, scariche elettriche, un altro mondo.

Fanculo alle prese in giro, ai nomignoli stupidi, ai dolori fisici. Fanculo al mondo infame. Lei era il mio tutto. Con lei potevo raggiungere l’immenso.

Prima chitarra, seconda chitarra, terza chitarra, morte.

Nonno non c’era più.

L’eroe se n’era andato. La musica con lui ed anche io con lui.

Tutto era tornato come prima, prese in giro, dolore, pochi soldi, nessuna soddisfazione con l’aggiunta dell’amaro in bocca.

Un tristissimo giorno di novembre mi ritrovo catapultato in un mondo diverso, avevamo bisogno di soldi, la scuola non potevamo pagarla, il cibo scarseggiava.

Dovevo darmi da fare io.

Ed ora eccomi dentro ad un fottuto locale, ballando merda muovendo un po’ il culo o dando il mio corpo ad estranei per guadagnare delle misere mance. Donne fottutamente arrapate che o non hanno attenzioni dal marito o che voglio fare le trasgressive tradendo il proprio fidanzato prima del matrimonio.

Certe donne fanno proprio schifo, troppa saliva, troppi peli, mettono i brividi. A volte spero che venga qualche uomo a farmi avance tanto per provare quel brivido strano. Non ho mai avuto fidanzate, non credo mi piacciano a priori le donne, le vedo tutte in un lato materno non sessuale.

-          Frank!-

Il capo mi chiama, una donna grossa, sporca, rifatta, rozza.

Mi avvicino a lei e mi indica una stanza dove mi aspetta un cliente voglioso.

Sono tutti clienti, nessun escluso, non c’è nessuno cuoricino che batte se non per lo sforzo.

Apro la porta e mi trovo un uomo, capelli neri, vestiti attillati, una cravatta rossa, occhi stanchi, gelidi, seduto sul piccolo letto ad una piazza.

Mi avvicino, non chiedo il nome, non chiedo nulla so solo che è il primo cliente uomo che mi chiama, beh, meglio per me.

Lo bacio mettendomi a cavalcioni su di lui e lui ci sta, ricambia senza esitare portandomi le mani sul viso cercando la mia lingua. E’ il primo.

Tutti provano schifo nel toccare un.. aspettate ma io cosa sono?

Mi stacco, sento dei brividi, sento il cuore accelerato, no non va bene.

Dovrei eccitarlo con balletti e poi fargli qualche servizio fai da te.

Invece no, voglio baciarlo, voglio farlo mio. Un fottuto sconosciuto che con uno sguardo sembrava conoscerlo da una vita. Un imprinting.

Esisteva davvero allora.

Mi tira verso di sé, mi bacia, mi vizia, mi vuole, lo sento, lo sento da come sfrega il suo bacino contro il mio, lo sento da come pretende le mie attenzioni.

Gli mordo il labbro e ansima, mi succhia la lingua, mi toglie la maglia, mi accarezza la schiena. Cazzo.

Mi sto eccitando e non poco.

Gli sfilo la cravatta rossa, gli sbottono la camicia nera, mi scombina i capelli riprendo a baciarmi, perché proprio a me?

Prima tutto era una merda, ero pronto a vedere una donna schifosissima strapparmi i vestiti e gridare il nome del suo amore impossibile, aumentavo le spinte e più loro gridavano. Invece no.

Mi ritrovo con un uomo per giunta niente male, con degli occhioni verdi, occhioni misteriosi, occhioni che attizzano e non poco, che mi spoglia senza troppo fretta, che mi vizia con coccole mai ricevute prima, che si sfrega come un micino indifeso e ferito dal mondo, un misero ragazzo distrutto che cerca affetto.

Forse l’imprinting è nato da questo, dai suoi occhi, nei suoi occhi ho letto di me ed è tutto così naturale.

Mi sbottona i pantaloni, mi morde il collo, mi abbassa i pantaloni e mi sento fottutamente libero e in imbarazzo.

Faccio lo stesso e sospira, sospira di piacere credo o forse non vuole, di solito so sempre leggere nella mente dei clienti, amo psicologia proprio per questo, ma proprio lui no.

Ma lui continua, io devo soddisfare un cliente, a me servono soldi, continuo anche io, baci profondi, mani che vagano ovunque, vestiti  e biancheria che pian piano scivolano via, sospiri, tanti sospiri.

Tremo ma non fa freddo.

Entro dentro di lui con un colpo secco,diretto, senza esitazioni,mi si blocca il respiro, lui si stringe a me ed è come un’altra dimensione, un universo parallelo, pelle calda,umida,labbra gonfie,gola secca,gambe flaccide, erezione dura,tanto dura da far male.

Fa male sentire la voglia, fa male dare le spinte e aumentare la voglia.

Lo stringo a me, lo desidero non so il perché ma lo desidero, do la prima spinta,una seconda, una terza e via dicendo, si contorce dal piacere, sente tutti i problemi alleviarsi, sente nello stomaco delle farfalle, farfalle che volano impazzite e creano dipendenza, dipendenza di voler sempre quelle spinte, di voler sempre quella fottutissima voglia di sentirsi duro.

Ansima, sospira, geme, supplica e più mi eccito, è strano dare il proprio corpo a qualcun altro è concedere il mio essere, è denudarsi agli occhi altrui e se non lo fai con la persona che ti sta al fianco lo fai con estranei che ti guardano come  guardano tutti altri clienti e non ti importa, non ti cambia la vita se è la stessa persona o no, importa solo che il dolore si alleggerisca, che i problemi volino via come rondini libere.

Spingo fino a star male, fino a sentire il vuoto dell’attesa, fino a supplicare me stesso di continuare all’infinito, spingo fino a farmi male.

Strizza gli occhi, fa male, asseconda con forza l’ultima spinta e viene, viene quasi contemporaneamente a me, liberazione.

Liquido caldo scivola via, bagna il letto, il calore della pelle porta vampate, l’universo parallelo crolla nel buio assoluto e la realtà torna a galla.

Mi stacco, ho il viso arrossato, lo guardo ma no non sto aspettando la mancia per il bel lavoro eseguito ma aspetto una conferma dai suoi occhi.

-          Io sono Gerard –

Ecco la sua conferma, il suo nome. So per certo che lui sarà uno dei miei tanti clienti, un cliente speciale, un cliente con un occhio di riguardo, il mio primo cliente con cui ho avuto il mio primo imprinting.

-          Io sono Frank. -

 

Scritta di getto, dunque grazie a chi è riuscito ad arrivare fino alla fine e grazie per chi recensisce. Mi scuso per gli errori e spero di avervi emozionato.

Baci, Silvia :)

   
 
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