Nda: Buon pomeriggio! Lo so la mia, ormai, è una mania, ma la sola cosa che posso dire, a mia discolpa, è che sono posseduta dall'amore per Jasper....Che ci posso fare: lo adoroooo!!!!
É la mia sola scusante!!!
Ed ora spero che a qualcuno piaccia, che la leggiate e mi facciate sapere che ne pensate!!!
Non è la carne
né il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli.
Carlisle
Era
immerso nel proprio dolore.
Ho
visto mia figlia abbracciare il proprio compagno, sussurrargli parole
che nessuno di noi poteva sentire (per quanto, notoriamente, i nostri
sensi siano molto più sviluppati di quelli umani!), parole
d'amore,
parole che volevano farlo sentire meglio, farlo sentire amato, farlo
sentire compreso.
Oggi
ha perso il controllo e ha quasi attaccato Bella.
Sapevo
che odiava se stesso per questo, che non riusciva a perdonarsi o ad
accettare che non era colpa sua; che lui aveva fatto da
catalizzatore per la sete di sangue di chiunque di noi, sfogando poi
la frustrazione di tutti.
Mia
moglie si era avvicinata a me.
Mi
guardava.
Sapevo
che si aspettava una risposta, ma io non riuscivo a parlare.
“Carlisle
– ha ripetuto, guardandomi negli occhi – tesoro, ti
prego
parlami. Parla con me”
Ci
ho provato.
Ho
aperto la bocca, ma non riuscivo ad emettere alcun suono.
“Quello
che è successo stasera è stato solo un incidente.
Sarebbe potuto
succedere a chiunque” ha dichiarato, accarezzandomi
dolcemente.
“Lo
so - ho risposto, finalmente - lo porto a caccia. Devo fare qualcosa
per aiutarlo. Io non sopporto di vederlo così!”
Le
ho dato un bacio, prima di allontanarmi.
Ho
sentito lo sguardo di Carlisle su di me, il dolore che lui irradiava
e ….l'amore?
Sapevo
di aver combinato un enorme guaio.
Ho
attaccato Bella, avrei potuto ucciderla....
L'ho
visto baciare Esme ed allontanarsi da lei per venire verso di
me.
Da
bambino, quando ero ancora umano, e poi da neonato, nei primi anni
della mia vita da vampiro, mi avevano insegnato che non si guarda
negli occhi qualcuno che è più anziano di te, ma
l'ho fatto
comunque.
L'ho
seguito mentre correva fuori, fino al bosco, fino a quando non si
è
fermato in una zona abbastanza isolata perché nessuno
potesse
vederci o sentirci.
“Spero
che abbia voglia di venire a caccia con me” ha dichiarato,
semplicemente.
L'ho
guardato, stupito, e ho risposto immediatamente “Si
signore”
Ho
lasciato che i miei pensieri seguissero il loro illogico corso, senza
soffermarmici e mi sono, invece, concentrato solo sulla caccia.
Mentre
cacciavamo, però, ho notato che Carlisle si voltava spesso a
guardarmi, ad osservare ciò che facevo.
La
cosa mi ha ferito: non aveva davvero più alcuna fiducia in
me?
Non
ho bisogno di leggere la mente, come fa Edward, o di sentire le
emozioni, come Jasper stesso, per capire quando qualcosa infastidisce
uno dei miei figli.
Ho
deciso di stargli lontano per un po' e di lasciare che corresse da
solo, davanti a me e mi sono seduto su una piccola roccia, con la
testa tra le mani, a pensare.
Jasper.
Mi
sono girato in tempo per vedere Carlisle seduto su una roccia, con la
testa fra le mani.
Deve
essere davvero molto arrabbiato con me. Probabilmente sta pensando
quale punizione merito.
Sapevo
che non aveva realmente bisogno di nutrirsi perché era
già stato a
caccia con Esme, ma aveva bisogno di un posto in cui noi due fossimo
soli.
Forse
stava solo cercando un modo per dirmi che non potevo più
vivere con
loro.
L'ho
guardato intensamente e lui ha ricambiato il mio sguardo
e.....sorrideva.
Averlo
vicino a me mi piaceva. Ho sorriso ed ho visto la sorpresa sul suo
giovane viso.
Penso
che non fosse la reazione che si aspettava perché ha fatto
un passo
indietro prima di avvicinarsi di nuovo.
“Siediti”
gli ho detto, battendo la mano accanto a me, sulla roccia.
Lui
ha fatto quanto gli ho detto ed ha aspettato qualche minuto, prima di
cominciare a parlare. «Carlisle....Io
non so davvero che dire.... Perché so che
'mi dispiace'
non
è sufficiente. So che non
il mio è un comportamento inaccettabile. Se non vuoi che
viva più
con voi....bhè sappi che capisco perfettamente”
Jasper
ha preso fiato, prima di continuare il suo discorso, ma ho alzato la
mano, per bloccarlo.
L'ho
guardato.
Ho
guardato mio
figlio.
"Jasper,
io non ti sto chiedendo di andartene. Sì, le tue azioni sono
inaccettabili, ma non imperdonabile. Capisco che stai ancora cercando
di vivere secondo il nostro stile di vita . So che biasimi te
stesso per qualcosa che poi, alla fine, non è nemmeno solo
colpa tua
"
Ho
scosso la testa “Io non chiederei mai a nessuno dei miei
figli di
lasciare la nostra casa, la nostra famiglia. Se posso chiederlo: cosa
ti ha fatto pensare che non ti volessi più con
noi?” gli ho
risposto
“Sono
tornato a casa e ho sentito chiaramente il tuo dolore. E anche
prima, dopo la caccia, ti ho visto riflettere .... sembravi
così
assorto....e preoccupato......
“Non
capisco cosa dici. Perché dovresti volere una cosa
del genere? Carlisle, non capisco davvero." ho detto
Mi
ha guardato con uno sguardo strano .
Un
padre è qualcosa che non avrei mai avuto la
possibilità di essere.
Sapevo
che probabilmente non capiva quello che avevo detto.
Ma
io volevo fargli sapere che era mio figlio e che io lo amavo
più di
quanto lui, probabilmente, avrebbe potuto mai sapere.
"C'è
qualcosa di magico nell'essere padre, biologico o meno. Ami i tuoi
figli più di quanto hai mai pensato fosse possibile amare
qualcuno. Vuoi solo la loro felicità e faresti qualsiasi
cosa per risparmiare
loro ogni dolore. Quando i figli soffrono desideri prendere su di te
il loto dolore per farli stare di nuovo bene.... "
«Carlisle,
io ancora non capisco." ha dichiarato Jasper.
Sentivo
chiaramente che era sincero.
"Jasper,.....
quando hai sentito il mio dolore....Bhè voglio che sappia
che io
stavo male non perché tu hai fatto qualcosa di sbagliato in
casa
mia, ma perché non riuscivo a liberarti da quell'enorme
sofferenza.
Avrei voluto solo farmi carico del tuo dolore!”
Jasper Carlisle
si passò una mano fra i capelli “Jasper non
è perché non mi
fidavo di te, ma perché pensavo che se qualcuno si fosse
avvicinato
ti saresti sentito più a disagio...Mi spiace che abbia
pensato che
non mi fido di te....” rispose.
Mentalmente
maledicevo me stesso per aver dubitato di lui mentre ho detto
“Sono
io che devo scusarmi” Guardandolo
dritto negli occhi ho dichiarato “Per aver pensato che
diffidavi di
me...E, soprattutto....mi spiace da morire per quello che è
successo
stasera.....per tutto il casino che ho combinato”
Carlisle
mi ha accarezzato il ginocchio “Jasper non è colpa
tua. Hai solo
canalizzato la sete di sangue di un gruppo di vampiri... - ha ammesso
tristemente - Non puoi sentirti in colpa per qualcosa che non potevi
controllare e non devi assolutamente scusarti!”
“Non
puoi dire sul serio! Io sono l'unico che fatica ancora con....con...
il sangue animale....” ho borbottato, pieno di vergogna,
evitando i
suoi occhi'
Ho
alzato lo sguardo fino ai suoi occhi .
“Jasper tu hai ottenuto
risultati eccezionali nel minor tempo possibile.
Nessuno avrebbe potuto fare di più...La tua vita
prima....era....Bhè....certo non devo ricordatelo io.... Non
devi
assolutamente denigrare te stesso, anzi, al contrario: devi essere
fiero di ciò che hai fatto fin ora! ”
“Carlisle
...Io....” Ho cercato di dire qualcosa, ma non sapevo proprio
cosa....
“Jasper
io non voglio assolutamente che tu ci lasci, ma se hai bisogno di
stare solo per un po'.....se proprio devi.....prometti che tornerai a
casa” Ho
scosso la testa in segno di diniego “No, non voglio...Se vuoi
ancora qualcuno come me....” ho detto.
Carlisle
Se
il mio cuore fosse stato in grado di battere si sarebbe sicuramente
fermato alle parole di Jasper. “Ma
certo che voglio che torni a casa! Io ti voglio bene. Tu non sei
qualcuno: sei mio figlio!” Ho
visto il veleno uscire dai suoi occhi, come fossero lacrima
“Carlisle....ti ….ti dispiacerebbe se ti chiamassi
papà?” Ho
sentito le lacrime nei miei occhi “Figliolo, sarei
felicissimo se
lo facessi! - ho esclamato, abbracciandolo forte - Ti voglio
bene!”
Ho
visto mio figlio ignorare il conforto dei suoi fratelli e della
sorella: nulla di ciò che dicevano o avrebbero potuto dire
pareva
consolarlo.
"Carlisle” ha detto, la
preoccupazione evidente anche nel modo in cui pronunciava il mio
nome, gli occhi pieni d'amore
Jasper
"Jasper" Carlisle era davanti a me.
Lo
guardai dritto negli occhi, prima di rispondere. “Si
signore” .
"Vieni" mi ha detto facendo cenno di
seguirlo, cosa che, ovviamente, ho fatto
senza alcuna domanda.
Carlisle
Sono
rimasto vicino a mio figlio. Volevo essere certo che non
incontrassimo nessuno. Pensavo che la cosa avrebbe fatto sentire
peggio Jasper, ma dopo un po' ho notato che le mie premure
sembravano turbarlo.
Carlisle
Ho
sentito il profumo di Jasper prima di sapere che era accanto a me.
Lui mi ha guardato con i grandi occhi dorati spalancati
: “ Io....io ho pensato che volessi mandarmi
via....” ha
mormorato.
Jasper.
Mi
sono voltato a guardare l'uomo che considero un padre.
Ho
sentito Carlisle fare un , inutile,respiro profondo prima di parlare,
"Jasper, mi sentivo male perché sapevo che tu stavi male.
Stavo
riflettendo perché.....Io avrei voluto prendere su di me
tutto il
tuo dolore e il male che senti...."
Mi sono voltato a
guardarlo di nuovo.
Un sorriso faceva brillare il suo viso "Jasper, c'è qualcosa
che devi
capire dell'essere padre”
Carlisle
Ho
guardato mio figlio che mi fissava, sorpreso.
Ho sorriso un po '.
“Stai
dicendo che volevi prendere su di te tutto il mio dolore e il
rimorso?” mi ha chiesto ed io ho annuito, dicendo
"Sì".
Ha
sorriso un po' e si è allontanato leggermente “Ma
perché
Carlisle?” mi ha domandato
"Mio caro ragazzo, è perché
ti voglio bene" Ho detto, mettendo la mano sul suo ginocchio
mentre lui si voltava a guardarmi.
Ho
sorriso anch'io “Ok, ma..... perché mi seguivi
quando stavamo
cacciando? Volevi tenermi d'occhio? Non ti fidi di me? ” gli
ho
chiesto.
Lui mi ha guardato, stupito prima di
replicare: "Per cosa?"
"Guardami" mi ha ordinato Carlisle.
Tra le lacrime ha risposto con parole che mi hanno
riscaldato il cuore "Anch'io ti voglio bene
papà».
Non
è la carne né il sangue, ma il cuore che ci rende
padri e figli (J. Schiller)