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Autore: HPEdogawa    18/12/2011    1 recensioni
Riflessione sulla superficialità di alcune persone.
Riflessione sulla vita, un bene prezioso, che non va sprecato.
La vita va vissuta senza crearsi problemi per nulla; non odiando, ma amando.
Si vive se si sorride.
Senza pretese, spero vi piaccia
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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16 Dicembre 2O11, venerdì

 

Caro Diario,
da quando ieri l'otorinolaringoiatra mi ha detto che non potrò più fare equitazione... o qualsiasi altro tipo di attività fisica... mi sono sentita persa.
Io senza l'equitazione? Io senza Zefiro? Io senza i cavalli? Io senza trotto, galoppo?
Non ce la faccio. Eppure devo, lo so. Sto cercando di non demoralizzarmi troppo e ci sto riuscendo abbastanza bene da quando sono riuscita a metabolizzare la cosa, asciugando le poche lacrime di ieri pomeriggio.
Oggi, ascoltando conversazioni altrui sul pullman o quelle di Sonia riguardo a Roberto... mi sono davvero resa conto di come la gente si crei problemi dal nulla.
Gente che si lamenta della madre che inserisce l'antifurto a mezzanotte, gente che chiama sua sorella non-dico-come perché non vuole accompagnarla in macchina da qualche parte, Sonia che si dispera perché non sa cosa scrivere a Roberto. La gente è davvero diventata così superficiale? I telefonini, le macchine... sono davvero più importanti di un sorriso o una parola di cortesia? 
La mia migliore amica si è ricordata dopo cinque minuti passati a scrivere SMS che io ieri sono andata in ospedale, che ho fatto un esame schifoso, fastidioso, doloroso.

E ciò che hanno visto nella mia laringe i medici (prima due, poi tre, più infermiera) non è niente di buono. Niente.
Basta sport, sforzi... Basta.
Non posso più salire su un cavallo, o almeno per ora.
Non posso seguire il mio sogno, proprio quando ero riuscita finalmente a riconquistarlo, dopo due anni.
Mia madre mi ha detto che potrei provare d'estate, quando questo gelo ormai è lontano e mi lascia un po' di tregua. Potrei provare, ma indossando la mascherina e una sciarpa leggera.
Inizio ad averne abbastanza di mascherine.
Comprendo la situazione. So che è per il mio bene, per la mia salute. So che la vita viene prima di tutto e per questo ho annuito in silenzio, senza dire niente. Ho accettato il fatto di dover smettere con l'equitazione, anche se mi è dispiaciuto. 

Ieri non ho parlato con nessuno. Stavo male, sia fisicamente che moralmente, e non volevo parlare ad anima viva.
Uscita dall'ospedale dovevo mandare un messaggio a Sonia.
Ma non l'ho fatto.
Sono stata zitta in macchina, ho pianto in silenzio. A casa stavo talmente male a causa dell'esame che ho dormito, e non mi capita mai di dormire durante il pomeriggio.
Oggi Sonia mi ha parlato di Roberto appena si è seduta sul pullman e poi per tutto il resto del viaggio, tranne quando poi si è ricordata dell'esame in ospedale.
E mi ha già chiamata due volte per parlare di Roberto.
E oggi proprio non me ne frega niente di Roberto.
Prima, quando mi ha chiamata, si lamentava perché le aveva scritto ancora “Ciao, come stai?”. Diceva che non c'era coerenza.
Le ho detto chiaro e tondo di fregarsene della coerenza e di non dannarsi per queste cose.
E quando lei ha continuato ho alzato un po' la voce. Non molto, perché non è nella mia indole l'infuriarsi come un'ossessa, ma mi sono scaldata.
Spero di non aver esagerato, ma non ne potevo più.
Tutti si lamentano per piccolezze come se rappresentassero la fine della loro vita, del mondo, quando ci sono persone che, come me, hanno dovuto rinunciare a qualcosa che per loro rappresentava effettivamente la loro vita per colpa di una malattia o altro. Abbiamo accettato in silenzio; come si suol dire, senza fare "be".
Abbiamo capito che la vita è un dono e non va sprecata. Abbiamo capito che accadono cose brutte, veramente brutte, contro le quali bisogna combattere. Sappiamo che non bisogna lamentarsi perché le lamentele non portano a nulla, fanno semplicemente accumulare rabbia e frustazione.
Regalare un sorriso è l'unico modo per alleggerire il macigno.
A coloro che non fanno altro che insultare i loro conoscenti o famigliari perché con i tempi che corrono insultare “fa figo”, o a quelli che si lamentano delle pagine di storia da studiare, delle partite che li costringono ad alzarsi presto anche alla domenica mattina, vorrei tanto dire, urlare, ficcarglielo in quelle loro testoline che se si dannano per queste cose, si creeranno problemi per tutta la vita. Problemi inutili, poi.

Giovedì pomeriggio, avrei studiato volentieri storia piuttosto che farmi infilare in gola un tubo flessibile.
Anche io mi alzavo alle sei di mattina quando avevo gare di equitazione. È vero, a volte sbuffavo e borbottavo un po' anche io, ma non appena arrivavo in maneggio avevo il sorriso sulle labbra.
E scommetto che se queste persone perdessero il calcio o la pallavolo per una ragione simile alla mia, non si lamenterebbero più della sveglia presto per andare alle partite perché a quel punto la sveglia suona presto per l'ospedale
Io non posso fare quello per cui sentivo di essere nata.
Devo farmi infilare quel dannato tubo dal naso fino alla laringe di nuovo, per la terza volta, tra due mesi e poi una quarta volta e una quinta, chi lo sa!
Sto male se faccio tre rampe di scale.
Non ho il respiro se faccio una salita.
Dovrei essere arrabbiata, furiosa con il mondo, con i medici, con un ipotetico Dio che mi ha fatto questo.
Ma non è colpa di nessuno. Non serve a nulla serbare rancore. Per questo oggi con la Marty e l'Eli ho sparato le solite battute, ho riso di gusto, anche se dentro piangevo, perché cercare di sdrammatizzare e sorridere è l'unica cura efficace.

E se qualcuno mi scrivesse per due volte in una giornata “Ciao, come stai?”, francamente ne sarei contenta.
Lara.

* * * *

 

Okay... forse è un po' demente, e non penso che tutti apprezzeranno, ma volevo postarla... e quindi eccomi qui, con una mia vera pagina di diario, scritta venerdì sera, dopo aver passato il pomeriggio tra libri di tedesco e inglese e pagine internet riguardanti il mio problema, che tanto speravo di aver sconfitto nove anni fa ma che purtroppo si è ripresentato.
Bando alle cance, è una semplice riflessione su come la vita venga poco apprezzata oggigiorno, su come siamo troppo presi dalle nostre faccende per renderci conto che la vita è un DONO e non va sprecato.
Ditemi se sbaglio, ma oggi da un granello di sabbia si crea una montagna. E l'antifurto inserito a mezzanotte a causa del quale una
madre è stata coperta di insulti ne è la prova.
Bisogna sorridere e godersi la propria esistenza giorno per giorno, amare ogni respiro e ogni attimo.
I nomi reali di persone e animali citati in questa storia sono stati modificati in modo opportuno. 

Spero che vi sia piaciuto questo breve estratto dal mio diario e mi auguro di non avervi annoiato.
A presto,
HPEdogawa.

   
 
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