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Autore: yuki    04/08/2006    6 recensioni
Quando un bambino ti aiuta a ricominciare...
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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…il silenzio a volte è

 

…Se solo avessi le parole
te lo direi
anche se
mi farebbe male
se io sapessi cosa dire
io lo farei
lo farei lo sai…

 

La canzone degli 883 risuona nella stanza. Lei è seduta nella sua scrivania ed è immersa nei suoi pensieri mentre scarabocchia dei piccoli disegni senza senso sul suo diario. Pensa ad un anno fa, a come la sua vita era cambiata…grazie a lui.

Accarezza la sua pancia e ripensa a quello che era successo più di un anno prima.

 

Aveva appena compiuto 17 anni. La sua migliore amica le aveva organizzato una festa a sorpresa con tutti i suoi amici. Era stato il giorno più bello della sua vita. Aveva sentito l’affetto delle persone che le stavano attorno. Non aveva molti amici, ma quelli che aveva erano davvero sinceri. L’amica aveva organizzato tutto così perfettamente che lei non si era accorta di nulla. Non si era accorta di quello che stavano organizzando.

Le due amiche avevano deciso di andare a mangiare una pizza per festeggiare il compleanno della mora. Lei, Luisa, voleva andare a mangiare la pizza da “Peppino”, Era là che facevano la pizza migliore, eppure la sua amica era stata contraria. Aveva lottato con tutte le sue forze per convincere la festeggiata ad andare a mangiare da un’altra parte. Le aveva tentate tutte e alla fine l’aveva persuasa. Sinceramente la mora non capiva il perché del cambiamento, ma alla vista di tutti i suoi amici nell’altra pizzeria, più spaziosa e più adatta per una festa, tutto le sembrò così chiaro.

“Marta…grazie” disse con le lacrime agli occhi. E rivolgendosi agli altri “Grazia anche a voi. Siete stati fantastici, davvero credetemi. Non mi aspettavo niente del genere.”

E certo” disse l’amica “Abbiamo fatto di tutto per non farti capire niente. E tu e la tua testardaggine di andare da Peppino stavate rovinando tutto.”

Tutti insieme risero.

D’un tratto la porta della pizzeria si aprì ed entrò un bel giovane. Alto, moro, occhi verdi. Portava un paio di occhiali da vista che però gli stavano divinamente. Gli occhi scuri della mora incrociarono subito quelli del moro. Fu amore a prima vista.

“Luisa ti presento mio cugino. Gli ho parlato tanto di te ed era ansioso di conoscerti.

Il giovane le sorrise. “Piacere io sono Marco.” Le tese la mano.

“Piacere. Io sono Luisa.” Rispose la mora arrossendo.

La serata fu forse la più bella della sua vita. Tra risate, scherzi, giochi i due giovani cominciarono a conoscersi. La ragazza gli raccontò di essere studentessa al liceo scientifico, di dovere frequentare il 4° anno ;gli raccontò della sua passione per i manga, per i libri e per la scrittura. Il ragazzo invece doveva frequentare l’ultimo anno del liceo classico, come la mora amava leggere e scrivere e amava anche cantare.

Dai fammi sentire la tua voce. Lì c’è il Karaoke. Dai mi canti qualcosa?” La giovane si mise una faccia da piccolo angelo innocente che non era.

“Va bene.”

Quando il moro cominciò a cantare una canzone d’amore degli 883, la ragazza rimase rapita dalla sua voce. Le parole le entravano dentro al cuore, d era come se quella canzone fosse stata scritta apposta per lei.

Al fine della musica gli applausi risuonarono in tutta la stanza.

“Sei stato bravissimo”

Il ragazzo arrossì. “Grazie.”

Purtroppo come tutte le cose belle anche quella sera era finita, ma i due ragazzi si scambiarono i numeri di telefono con la promessa di ritrovarsi.

E così accadde.

L’indomani, all’uscita della scuola la mora trovò il ragazzo ad attenderla.

“Ciao che ci fai qua?”

Il moro le diede un bacio sulla guancia. “Ti aspettavo no?”

“Come sapevi che scuola frequentavo?”

“Veramente me l’ha detto mia cugina.”

La mora la ringraziò mentalmente.

Calò un silenzio imbarazzante interrotto solo dal giovane.

“Ehi Lisa. Ti va di venire a pranzare con me? Poi se ti va potremo fare una passeggiata.

Ok.”

La giornata passò piacevolmente. Il tempo passò tra risate, confronti e sorrisi. Passeggiarono tutto il tempo fino a quando un temporale improvviso interruppe la passeggiata dei ragazzi che furono costretti a ripararsi sotto un portone.

“Mamma mia. A che faceva caldo a che adesso piove.”

“Ehi Lisa. Hai freddo?”

“Un po’”

Il ragazzo le si avvicinò e la abbracciò riscaldandola con le sue forti mani.

La mora arrossì. “Grazie…”

Improvvisamente calò un altro silenzio, ma questa volta non era più imbarazzante come quello precedente, ma era un silenzio romantico. Istintivamente la mora chiuse gli occhi e il giovane abbassò il suo viso per poggiare le sue labbra su quelle della ragazza. Si staccò subito.

Scusami Lisa, non volevo. Non so che mi ha preso…io…”

La giovane gli mise una mano sulla bocca. Fece un sorriso malizioso.

Ma chi ti ha detto di fermarti?”

Il giovane arrossì e si chinò di nuovo sulla ragazza per baciarla. Questa volta il bacio non era insicuro. Era travolgente,romantico, sensuale,stupendo,fantastico. E dopo il bacio ne seguirono altri 1000 e 1000 ancora. Fu una giornata fantastica.

I due ragazzi tornarono insieme mano nella mano. Immersi nei loro pensieri. Erano entrambi felici di avere trovato l’anima gemella. Era stato amore a prima vista.

Marco accompagnò la giovane a casa e si allontanò solo dopo un soffice bacio sulle labbra.

“A domani piccola Lisa.”

La sera stessa il telefonino della mora cominciò a lampeggiare.

Guardò il display. Un sms. Di Marco.

Le mani gli tremarono.  Che avesse cambiato idea così all’improvviso? Che non volesse essere il suo ragazzo?

Lesse il messaggio…

‘E’ stata la giornata più bella della mia vita. Ieri appena ho incrociato i tuoi occhi mi sono innamorato. Ti voglio bene cucciola. Buona notte e a domani.’

I mesi che seguirono furono per entrambi molto belli. Normalmente ci furono anche momenti difficili, ma i due giovani riuscirono a superare il tutto. Dopo tutto si amavano. Anche se ancora non se l’erano detto.

Era il loro sesto mesiversario. Per quella giornata Marco aveva organizzato tutto perfettamente. Avrebbe portato la sua ragazza a cena, le avrebbe regalato dei fiori e poi la serata sarebbe proceduta così come doveva procedere.

Quando vide arrivare la sua ragazza rimase senza parole. I capelli di solito legati in code e trecce erano sciolti. Liberi sulle spalle. Il vestito che aveva addosso le stava a pennello e il colore chiaro risaltava di più la sua pelle scura.

“Ciao.” Lo salutò con un bacio. “scusa se ti ho fatto aspettare”

“Non ti preoccupare.”

“Ehi Marco, dove andiamo?”

“E’ una sorpresa piccola.”

Appena arrivati il giovane le aprì la portiera e le baciò la mano.

“Grazie”

La serata procedette senza problemi, e forse meglio di quanto pensasse il giovane. Ubriachi d’amore si diressero in un piccolo parco poco lontano.

Si distesero sull’erba e lì incominciano a baciarsi. Pian piano le mani del ragazzo si addentrano nel corpo della ragazza. Ma prima di andare più a fondo la guarda negli occhi. Non vuole fare nulla che la ragazza non voglia. La giovane le sorride. Lui decide di continuare. Pian piano dirige la sua mano sotto il vestito del giovane e, dopo essere entrato nelle mutande della giovane, la penetra con le dita continuando a baciarla. Il silenzio di quel parco è rotto solamente dai gemiti dei due giovani.

All’improvviso è il ragazzo a rompere il silenzio

“Lisa. Ti amo.”

Gli occhi della ragazza luccicano dalla gioia. Prima di incontrare Marco aveva avuto solo delle avventure e mai nessuno le aveva detto quelle parole. Aveva sempre sognato di sentire quelle parole e adesso che il momento era arrivato…beh si sentiva al settimo cielo.

“Marco anche io ti amo. Ti amo, ti amo, ti amo.”

Entrambi scoppiarono in una grossa risata e poi il giovane riprese a penetrarla. Questa volta anche la ragazza, più sicura di prima, cominciò ad esplorare il corpo del giovane.

A un certo punto, quando entrambi avevano raggiunto la massima eccitazione, il giovane incrociò gli occhi nella mora, per cercare il consenso a continuare.

Anche questa volta la ragazza sorrise e il giovane riprese.

Pian piano si abbassa i pantaloni e le mutande e dopo avere alzato il vestito della giovane e avere superato il primo impatto imbarazzante la penetra lievemente con il suo membro. Una volta entrato e capita la musica, i due giovani cominciano a danzare allo stesso ritmo sino a quando, nello stesso momento, raggiungono l’orgasmo.

 

Sono distesi uno accanto all’altra, in silenzio, felici. Finalmente ciascuno fa parte dell’altro. Non sentono il bisogno di parole per descrivere le loro emozioni e i loro sentimenti. Ognuno capisce il silenzio dell’altro. Rimangono così, immobili, sino a quando per la mora non è il momento di tornare a casa.

 

Sono passate due settimane da quel giorno. E tutto era andato per il meglio. Ma la giovane adesso è preoccupata. Aveva passato gli ultimi giorni a pensare a quello che era successo quella sera. Era stato bello quello che era accaduto, però…era stato da incoscienti farlo senza precauzioni.

E’ arrivato il momento della verità. In mano tiene un test di gravidanza. Fuori dal bagno della scuola l’attende Marta, l’unica persona alla quale ha raccontato tutto: le sue emozioni, i suoi sentimenti e le sue paure…

Trova finalmente il coraggio di fare il test, ma non vuole guardarlo. Per questo chiede a Marta di guardarlo e di darle la notizia. Non è difficile capire se è incinta o no.

Blu vuol dire incinta.

Rosa no.

“Marta ti prego guarda. Io non ce la faccio”.

La giovane prende in mano il test e lo guarda.

Blu!

Incinta!

La bionda guarda l’amica negli occhi. Vorrebbe dirle che non è successo niente. Che non è incinta. Che era solo un brutto incubo. Ma sarebbe una bugia. Il risultato è chiaro. Luisa aspetta un bambino.

Non c’è bisogno di parole. La mora ha già capito. Si sfiora la pancia. E’ lì, dentro di lei, che sta nascendo una piccola creatura. Il suo piccolo bambino, frutto dell’amore che c’è tra lei e Marco.

“Ehi Lui. Cosa pensi di fare? Nei consultori puoi abortire senza che i tuoi genitori ne sappiano niente…”

“Marta io voglio tenere questo bambino.”

E con Marco? Glielo dirai?”

“Si. Glielo dirò stasera stesso.”

“Lui sei sicura?”

“Si”

 

Sono le 17.30. Tra meno di cinque minuti lui sarà là. E lei dovrà dirgli la verità.

Lo vede in lontananza. Corre e sorride. Arriva davanti a lei e la bacia sulle labbra.

“Ciao piccola Lisa. Come stai?”

“Marco ti devo parlare.”

Il viso del giovane si colora di tristezza. La sua amata è così seria. Nel suo viso si legge nello stesso tempo preoccupazione e tristezza. Non era mai capitato che la sua ragazza stesse così male. Era successo qualcosa. Di molto grave.

Entrambi si siedono su una panchina in un parco. Nello stesso parco dove avevano fatto per la prima volta l’amore.  A quella vista Luisa si sente ancora più triste e il peso della rivelazione incombe su di lei.

Senti marco ti devo dire una cosa.”

Il giovane le prende la mano per rassicurarla.

“Non so come dirlo. Non ha senso girare attorno al problema. Preferisco essere chiara. Sono incinta.”

Il giovane rimane sorpreso. Si sarebbe aspettato di tutto, ma non quello. Non poteva crederci.

La ragazza continua. “Ho intenzione di tenere il bambino. Se tu non lo vuoi riconoscere ti capisco. Non ti odierò, ma non ho intenzione di abortire io…”

Shh non parlare. Non voglio perderti e non voglio abbandonare mio figlio. Lo cresceremo insieme. Finito il liceo in qualche modo faremo. Mi troverò un lavoro e contribuirò alla crescita del bambino. Voglio essere un buon padre.”

Dal viso della ragazza scendono delle lacrime. Lacrime di commozione, di gioia. Sapeva che il suo ragazzo era speciale, ma non si aspettava tanto.

Lo bacia con passione.

“Ti amo.”

Anche io piccola.”

 

I giorni seguenti furono molto difficili per i due giovani. Dovettero affrontare i loro genitori che fortunatamente risultarono più comprensivi di quanto immaginassero. Passarono i giorni, le settimane e i mesi. Il bimbo cresceva e la pancia della giovane si vedeva sempre più. Erano molto felici.

“Marco Amore, so che in questi ultimi mesi sono diventata una rompipalle, ma ho voglia di gelato a cioccolato. Puoi andarlo a comprare?”

Il ragazzo si avvicina a lei.

Si piccola. Scendo subito.”

Le da un bacio soffice.

Comunque si. Sei rompipalle.”

E detto questo esce da casa. Dentro la pancia il piccolo si muove, come se sentisse che qualcosa stava andando storto. Come se quella fosse l’ultima volta che vedeva il padre. Ed era la verità…

 

Bussano alla porta. La ragazza va ad aprire. Sulla soglia stanno sue carabinieri.

“Signorina Luisa Rossi?”

“Si sono io.”

“Ci spiace darle una brutta notizia. Il suo ragazzo è defunto. Nel supermercato qua vicino c’è stata una rapina e il suo ragazzo è rimasto vittima della sparatoria. L’hanno portato in ospedale e durante il cammino ha fatto il suo nome. Ha detto di riferirle che la ama, di non abortire e di continuare la gravidanza. Lui ci sarà sempre dall’alto…”

Le parole che il carabiniere diceva non erano più ascoltate dalla giovane madre. Non aveva più ascoltato da quando il carabiniere le aveva detto che il suo ragazzo era morto. Marco. Morto. Non voleva ancora crederci. Non poteva. E tutto per colpa delle sue maledette voglie. Se solo fosse rimasto a casa sarebbe ancora vivo…

Dopo l’uscita di casa dei carabinieri Luisa si dirige nel balcone. Vuole farla finita. Che senso ha continuare a vivere senza l’amore della sua vita? Che senso aveva continuare a vivere se per colpa sua era morto il suo ragazzo? Non aveva senso.

Sale sul bordo del balcone. Saranno tre o quattro metri. Abbastanza per farla finita. Giù non c’è nessuno, nessuno che la può fermare. Sta per buttarsi quando sente il bambino che scalcia.

Una volta.

Due volte.

Tre volte.

Scende giù dal bordo del balcone. Accarezza la pancia. Il bambino scalcia ancora. Le sta dicendo qualcosa. Le sta dicendo che lui vuole ancora vivere.  La ragazza piange e finalmente butta fuori tutto il dolore che ha dentro.

 

Il funerale del giovane è stato tristissimo. Tutti gli amici erano presenti. Erano per dimostrare il loro affetto per il giovane. La mora non parla. Non ha rivolto la parola a nessuno. Accarezza solo la sua pancia.

Si avvicina alla tomba e sussurra delle parole. Parole dolci, d’amore.

“Ehi piccolo” accarezza la bara “Purtroppo dobbiamo dirci addio. Siamo costretti anche se ci amiamo. Sono sicura che hai visto. Che sai che volevo farla finita. Non stavo rispettando le tue richieste. Ma il nostro piccolo me l’ha fatto capire. Mi ha fatto capire quanto è importante la vita. Sono sicura che il nostro bambino è un maschio e se è così lo chiamerò come te. Gli farò conoscere tutto di te. Gli parlerò sempre di suo padre. Della persona speciale che era. Ti amo e ti amerò per sempre.”

 

…Una canzone d'amore per farmi ricordare
una canzone d'amore per farti addormentare
che faccia uscire calore
che non mi so spiegare
una canzone d'amore solo per te
solo per te…

 

Sono passati mesi da quanto la ragazza ha dato il suo addio. La sua pancia è cresciuta. Il bimbo sta per nascere. Manca poco. Ormai i nove mesi sono passati. E’ maschio. Se lo sente. Anche se in realtà non lo sa con certezza. Ma si sa. Le mamme hanno una specie di sesto senso.

Si accarezza nuovamente la pancia. Sorride.

Non era sola.

Aveva il suo bambino.

Ed era per quello che doveva ricominciare.

Per se stessa e soprattutto per il suo bambino…

 

 

 

 

  
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