Caro Babbo Natale

Roma, 1 Dicembre 2011

Caro Babbo Natale sono Vittorio, un bambino di 7 anni. Vivo da sempre in un orfanotrofio, dove è morta mia madre quando sono nato io. La suora dice sempre che non è colpa mia, mia madre sarebbe morta comunque. Di lei ho solo una foto che conservo gelosamente, la guardo ogni sera prima di addormentarmi e immagino che lei mi dia il bacio della buona notte. Mia madre si chiamava Vittoria. Era bionda con i capelli ondulati e gli occhi verdi. Le labbra erano carnose e le guancia rosa. Nella foto che ho di lei ha un cerchietto rosso nei capelli, come il vestito che indossa. Molte volte sogno di abbracciarla.

Caro Babbo Natale io ti chiedo di poterla abbracciare per la prima volta.

Quante volte vorrei anche io avere una mamma e un papà che mi coccolassero quando mi sento solo, che mi asciugassero le lacrime quando sono triste e che mi tranquillizzassero quando di notte vengono i mostri sotto al mio letto.

Io sono solo un bambino caro Babbo Natale. La suora dice sempre che tu sei l'angelo del mese di Dicembre, l'ultimo mese dell'anno. Dice che scrivi su una grandissima pergamena tutto ciò che fanno gli uomini e il 25 Dicembre premi i buoni e punisci i cattivi. Io cerco di essere buono, anche se a volte litigo con i miei compagni. Ma quando sbaglio chiedo sempre scusa.

La suora che ha corretto questa lettera mi detto che sono migliorato, anche se mi confondo ancora con le doppie. Ma questa lettera deve essere perfetta perché devo inviarla a te. E anche se abiti al Polo Nord la suora ci ha detto che gli angeli conoscono tutte le lingue.

Oggi è il 1 Dicembre e ti chiedo con tutto il mio cuore di poter avere anche io una famiglia entro Natale. Sarebbe la prima festa che trascorrerei in una casa con dei genitori. Sarebbe la prima volta che riceverei dei regali con il mio nome sul pacco e non come ogni anno che il Signore Simone (di cui non ricordo il cognome) porta i giocattoli e le caramelle che devo dividere con altri bambini che stanno qui come me.

Caro Babbo Natale ora io vado a letto, bacerò la foto della mia mamma e spero di sognarla. Spero anche che tu realizzerai i miei sogni.

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Caro Babbo Natale

Roma, 3 Gennaio 2012

Caro Babbo Natale oggi è il 3 Gennaio, so che non è più il tuo mese ma ti scrivo per ringraziarti per avermi fatto trovare il mio papà.

Era il 15 Dicembre il signor Simone vedendo la foto della mia mamma che cadde dalla tasca del mio pantalone parlò con la suora e volle farmi una cosa che non so cosa significa, si chiama “test del DNA”. Dopo mi portò a casa sua e mi disse di essere il mio papà. Mi parlò della mia mamma. Disse che la amava tanto e lui non sapeva di essere il mio papà perché la mamma aveva paura di dirglielo. Paura di costringerlo a diventare papà. Non è vero, lui mi vuole bene ma la mamma non lo sapeva. Anche papà mi ha detto che non è colpa mia se mamma è morta. Io le somiglio tanto, anche io ho i capelli biondi e gli occhi verdi.

Ogni tanto vado nell'orfanotrofio a trovare i miei amici e le suore che mi vogliono tanto bene. Papà gli dà anche dei soldi alla suora, dei giochi, dei vestiti e delle caramelle ai miei compagni.

Caro Babbo Natale tu hai esaudito anche il mio desiderio di abbracciare la mia mamma. Accadde dopo aver cantato in Chiesa la sera di Natale. Una donna mi abbracciò forte e poi sparì. Quella era la mia mamma. Grazie Babbo Natale.

P.s. Questa one-shot l'ho scritta di getto. Ho colto l'ispirazione del momento pensando a chi è meno fortunato di noi. Spero vi piacerà!