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Autore: My Pride    19/12/2011    9 recensioni
~ Raccolta di flash fiction e one-shot incentrate sulle coppie ZoSan e RuNami ♥
» 58. Tequila Sunrise
«Mi stai facendo passare per il cattivo ragazzo, cuoco».
«Ricorda, marimo: non esistono uomini cattivi.... se sono cucinati bene»

[ Quarta classificata al contest «Rapido e indolore» indetto da Ro-chan { 23 } ]
[ Quinta classificata al contest «Flash Fiction Istantanee» indetto da Dark Aeris { 6 } ]
[ Seconda classificata al contest «Il mondo dei Peanuts» indetto da Dark Aeris { 26 } ]
[ Seconda classificata al contest «Due cuori e...» indetto da Frandra e Silyia_Shio { 24 } ]
[ Seconda classificata al contest «Scrivimi una raccolta» indetto da visbs88 { 29/32/33/34 } ]
[ Terza classificata al contest «Say it with Disney!» indetto da Lady Nazzumi e valutato da Dark Aeris { 23 } ]
[ Prima classificata e vincitrice del Premio Christmas Spirit al contest «All I want for Christmas is you» indetto da Frandra { 29 } ]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Do one, melt one, love one'
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Father's heart The One Hundred Prompt Project

Titolo: Father's heart
Autore: My Pride
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1718 parole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Nico Robin, Un po' tutti
Genere: Generale, Vagamente Sentimentale, Vagamente Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Slice of Life, Spoiler!, What if?
Winter Challenge: 27° Luogo Piscine coperte
Binks Challenge:
24° Terrazza44° Calore
Prompt: 13° Argomento: Fasi della vitaCrescita


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Era da una buona trentina di minuti che Sanji non vedeva in giro da nessuna parte quella stupida testa verde d'uno spadaccino.
    Lo sbarco su quell'isola era riuscito a rimettere in sesto le membra stanche di tutti loro, e il fatto che ovunque si guardasse fosse la neve bianca e soffice a farla da padrone, beh, era stato bellamente messo da parte non appena si era parato dinanzi ai loro occhi l'enorme edificio dalle facciate di mattoni in cui stanziavano adesso. Ciò che subito aveva catturato l'attenzione di Rufy, più bambino del suo stesso figlio, era stata l'enorme piscina al coperto che, grazie ad una vetrata gigantesca, permetteva di avere una vista mozzafiato del gelido esterno; oltre a quello, poi, l'essere venuto a conoscenza di potersi abbuffare gratis di ogni prelibatezza della zona gli aveva letteralmente fatto brillare gli occhi, e lui e il sangue del suo sangue si erano fiondati sul cibo come due avvoltoi. Ah, povera la sua Nami-san...
    A quei suoi stessi pensieri, il cuoco scosse meccanicamente la testa prima di alzarsi dalla poltrona sulla quale era rimasto accomodato per tutto il tempo. Gettò giusto una rapida occhiata in direzione della piscina, ridacchiando nel vedere come tutti, nessuno escluso, si stessero godendo quel breve periodo di tranquillità che si erano permessi; persino Chopper si era gettato in acqua, per quanto si fosse portato dietro una ciambella per non rischiare di fare la fine di quello scemo d'un Capitano, prontamente ripescato da Franky.
    Gli ci voleva una sigaretta. Ecco di cosa aveva bisogno. E mentre frugava nella tasca dei pantaloni alla ricerca del pacchetto, si diresse verso la terrazza dell'hotel, senza nemmeno indossare un cappotto. Sapeva per certo che la spessa porta a doppio vetro e il riscaldamento avrebbero tenuto calda quella zona, dunque perché preoccuparsi?
    Aveva appena spalancato la porta che dava sulla terrazza e si stava apprestando ad accendere la sigaretta quando alle orecchie gli giunse un russare inconfondibile, e fu dunque con un sopracciglio sollevato che si voltò in quella direzione, vedendo quello stupido spadaccino con le braccia incrociate dietro la testa e la schiena poggiata alla parete. Ciò che lo fece accigliare, però, fu costatare che non era solo. Con il capo reclinato contro di lui, i capelli neri a nascondergli parzialmente gli occhi chiusi e la bocca semiaperta,
Clark se ne stava bellamente addormentato al suo fianco, con in viso la stessa espressione un po' corrucciata del Vice Capitano.
    A quella vista, Sanji non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire uno sbuffo divertito. Era bizzarro vedere quanto fossero tremendamente simili in quel frangente, anche se per fortuna il bambino somigliava in tutto e per tutto alla sua bellissima madre. Sarebbe stato un gran bel colpo avere in giro un altro ragazzino con i capelli di un colore improponibile, sia per il bene dei suoi occhi - uno solo bastava e avanzava, secondo il suo modestissimo parere -, sia per quel povero bambino. Non che ci fosse poi qualcosa di veramente strano, però... beh, conoscendo il carattere del padre, forse la cosa più saggia da fare era di sicuro quella di non fare commenti e di tenere la bocca chiusa.
    Fu proprio in quel mentre che la palpebra di Zoro tremò, alzandosi debolmente qualche istante dopo per fissare con attenzione il cuoco; non parve però dargli peso più di tanto e, con un sonoro sbadiglio, lo spadaccino fece per rimettersi in piedi, rendendosi finalmente conto del piccolo peso che aveva addosso. Sollevò un sopracciglio e scoccò un'occhiata all'altro, che si limitò semplicemente a scrollare le spalle prima di accendersi quella sua benedetta sigaretta.

    «Non fare quella faccia, marimo», ridacchiò Sanji, traendo una bella boccata a debita distanza. «E' normale che ti stia appiccicato».
    «No che non è normale», borbottò in risposta il Vice Capitano. «Dovrebbe andare da sua madre», soggiunse poi pensoso, abbassando lo sguardo. Di certo cose come calore famigliare non erano mai state all'ordine del giorno, per uno come lui, però quel bambino l'aveva visto crescere davanti ai suoi occhi, accidenti. Era stato svegliato nel cuore della notte dai suoi pianti isterici, imprecando contro il mondo intero quando nessuna delle sue compagne riusciva a calmarlo; aveva provato, un po' come tutti, a dare a sua volta una mano quando si trattava di farlo mangiare o cambiargli il pannolino, seguendolo persino nei suoi primi passi sul tappeto d'erba che ricopriva il ponte della Sunny. La ciurma era diventata la sua famiglia, e gli venne dunque spontaneo alzare con lentezza una mano per scompigliargli i capelli con bizzarro fare paterno, rimediandoci un grugnito di dissenso da parte del ragazzino, cosa che fece ridere di gusto il cuoco.
    «In questo è proprio identico a te, spadaccino», lo prese in giro, inalando la sigaretta. «Anche se mi pare di ricordare che gli avresti insegnato l'arte della spada, non quella del dormire come un sasso».
    Zoro aggrottò la fronte, rifilandogli uno sguardo obliquo. «Hai voglia di litigare, dannato sopracciglio?» sbottò, già pronto a metter mano alle katane appese alla cintola per fargliela pagare cara; il gesto brusco, però, unito al suo vocione per nulla gradevole, fecero mugugnare ancora una volta Clark, che aprì gli occhi e si grattò dietro al capo dopo essersi sollevato.
    «Ma la piantate di fare tutto questo casino?» borbottò con voce impastata dal sonno, sbadigliando e passandosi una mano sotto un occhio.
    Lo spadaccino se ne approfittò subito per alzarsi in piedi a sua volta, sgranchendosi gli arti. «Finalmente il principino si è svegliato», rimbeccò poi in tono sarcastico, guadagnandoci un'occhiata in tralice.
    «Senti un po' chi parla», grugnì Clark, e per l'ennesima volta Sanji non poté evitarsi di ridere.
    «Siete praticamente uguali, accidenti», soffiò divertito, creando qualche piccolo anello di fumo.
    «Non è assolutamente vero!» esclamarono in coro, confermando quanto appena detto dal cuoco.
    Ad interrompere una nuova disputa, per fortuna, fu il suono della porta che ruotava sui cardini, e nel voltarsi in quella direzione poterono vedere la testa mora di Robin fare capolino oltre la soglia
, prima che la donna catturasse con lo sguardo la figura dei tre. «Oh, ecco dov'eri», esordì tranquilla nel vedere anche Clark, che aveva storto di poco il viso alla vista della madre. «Ti stavo cercando dappertutto», soggiunse, volgendo la propria attenzione ai suoi compagni. «Grazie per averlo tenuto d'occhio, ragazzi».
    «Ma di nulla, Robin-chwan ~♥ !» cinguettò euforico il cuoco, e sia lo spadaccino sia il bambino gli lanciarono uno sguardo che la diceva lunga, con la stessa espressione scettica dipinta in viso. L'idiozia di quel damerino era decisamente peggiorata, con il passar del tempo. Non c'era nessun'altra spiegazione.
    «Non ho bisogno della balia», borbottò in risposta Clark, strascicando i piedi nel dirigersi verso la porta e, salutando con un rapido cenno della mano i due uomini, superò senza tanti complimenti la madre e sparì oltre la soglia; Robin sorrise benevola e scosse un po' il capo, accennando a sua volta ad un saluto prima di lasciarli finalmente soli.
    Per un lunghissimo istante, entrambi continuarono a fissare la porta, prima che, spegnendo la sigaretta ormai consumata sotto la suola della scarpa, il cuoco si ritrovasse a ridacchiare per l'ennesima volta. Trovava quella situazione esilarante, e allora?
«Non ti ci vedo proprio a fare il padre di famiglia, marimo. E' una vera fortuna che Clark non sia tuo figlio», ironizzò, rimediandoci un'occhiataccia dal Vice Capitano.
    «Che diavolo intendi dire, cuoco da strapazzo?» bofonchiò, e Sanji non poté fare a meno di abbozzare una sorta di ghigno divertito prima di avvicinarsi a lui e alzare il viso per incrociare il suo sguardo, sorridendo, se possibile, ancora di più.
    Sfiorò poi con due dita la superficie ruvida della lunga cicatrice che gli segnava la palpebra sinistra, seguendola piano verso la guancia e giù per il mento, carezzando così il lieve accenno di barba che gli solleticò i polpastrelli. Da quando erano sbarcati aveva iniziato a trascurare un po' l'attività di tagliarsela, quella testa d'alga, preferendo concentrarsi più sui suoi soliti allenamenti anziché sulla giusta vacanza che si erano presi. Ma in fondo cosa c'era da meravigliarsi? «Che non correrà il rischio di diventare scontroso, rozzo, e tremendamente stupido», rimbeccò infine, tappando la bocca dello spadaccino con la propria prima che potesse anche solo pensare di ribattere come suo solito.
    Lì per lì, il Vice Capitano ne rimase alquanto sorpreso, giacché era raro che quel damerino dal sopracciglio ridicolo prendesse certe iniziative; ma lo smarrimento iniziale passò in un lampo, tanto che si ritrovò ad attirarlo a sé per approfondire quel bacio. Si allontanò solo quando il fiato venne meno ad entrambi, borbottando però chissà cosa fra sé e sé prima di stornare lo sguardo verso la porta finestra, fissando un punto imprecisato in quella vasta coltre di neve bianca.
«Anche tu saresti una pessima madre, ricciolo», volle avere l'ultima parola, rimediandoci un calcio allo stinco e una vigorosa tirata d'orecchie.
    «Con un padre come me», cominciò in un sibilo, calcando specialmente la figura genitoriale con voce vagamente rabbiosa, «un mio possibile figlio diventerebbe un vero gentiluomo».
    Dopo essersi liberato dalla sua presa, Zoro gli scoccò un'altra occhiata, sorridendo serafico. «Un altro damerino con un sopracciglio ridicolo? Nay, grazie», ironizzò, e Sanji fu sul punto di rifilargli un altro calcio quando lo spadaccino continuò. «Ma se ci tieni poi così tanto, cuoco...» Non disse altro, ma l'espressione che si dipinse sul suo viso fu abbastanza eloquente da far correre un brivido dietro alla schiena del biondo. E se si aggiungeva anche il modo in cui si stava chinando verso di lui, beh...
    «A-Aspetta un attimo!» farfugliò Sanji, indietreggiando e fissandolo con tanto d'occhi. «Che diavolo hai intenzione di fare in un posto del genere, pervertito d'un marimo?!»
    «Farti diventare genitore, ricciolo... mi sembra ovvio».
    «Che?! Stai scherzando, spero!» esclamò incredulo. «Io sono un maschio! Un maschio!»
    Zoro scrollò brevemente le spalle. «Dettaglio trascurabile».
    Il cuoco sgranò gli occhi, allibito. Ma
quell'idiota stava facendo sul serio o cosa? Erano anni che facevano sesso e, accidenti, di sicuro non sarebbe uscito incinto solo perché l'aveva deciso lui! «No che non puoi trascurarlo, dannato bastardo! Partorisci tu, se ci tieni tanto!»
    E tra calci e pugni, imprecazioni soffocate nella bocca dell'altro e la neve che cominciava a cadere dal cielo, infreddolendo anche quella zona dell'hotel, Sanji scoprì che non bisognava mai essere troppo sinceri, con quello stupido spadaccino.







_Note inconcludenti dell'autrice
Quante persone hanno creduto che fosse una ZoRobin? v.v
Ditemi che qualcuno l'ha pensato sul serio e fatemi contenta, coraggio x)
Sclero a parte, per una volta ho deciso di ambientare una storia in un ipotetico futuro di One Piece; i protagonisti sono tutti molto più maturi di quanto non siano in realtà - cioè, aye, maturi per modo di dire visti i comportamenti x) -, e basti solo pensare che il figlio di Robin e Franky - aye, Franky, ho un certo debole per le FRobin
e gli indizi nella storia erano anche chiari, su ♥ - ha quasi dodici anni per capire quanto tempo ho fatto passare.
Un grazie va alla nipotola, che ha scelto il nome Clark perché è super! Nel senso che è il vero nome di Superman v.v Più super di così v.v
Oddio, scusate ma sto ancora ridendo come una scema per lo sclero avuto qualche minuto fa per questo nome. E, oh, a me Zoro con un lieve cenno di barba piace. Piace un casino. ò_ò Che poi sarà verde anche quella?
Okay, perdonate l'idiozia; vorrei inoltre ringraziare rapidamente chi ha letto Fuck, you're so gorgeous (and I wanna touch you)
In ultimo, come sempre, commenti e critiche sono ben accetti :3
Alla prossima. ♥


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