19/12/2011
2 recensioniLa voce era calda, rassicurante, piena di affetto. Diceva proprio le cose giuste, ma era tutto quello che gli era attorno a non essere giusto.
La vigilia di Natale dovrebbe essere un momento di intimità e di gioia da passare con le persone che ami, non una nottata passata in piedi, con un vento gelido che ti taglia i panni di dosso e l’odore della paura che si spande intorno come un veleno. Non era una notte fatta per andare a caccia di Innocence in un villaggio sperduto della Polonia, dal nome talmente pieno di X e W e Z da essere praticamente impronunciabile.
Nella chiesa si era radunata la gente per la messa di Natale. Era l’unico punto da cui veniva un po’ di luce e, a tratti, quando il vento soffiava dalla loro parte, anche qualche nota di un coro sorprendentemente intonato, considerato che era formato dalla totalità degli abitanti del villaggio.
Intorno a loro le lapidi coperte di neve lasciavano strane ombre azzurre sotto la luna piena che rischiarava il cielo. Era in quel cimitero, quasi di sicuro, ma come avrebbero fatto a recuperarla? Allen già si immaginava che alla loro prima mossa sarebbero saltati fuori akuma da ogni tomba scoperchiata. Si era tolto il mantello per coprire le spalle di Lenalee che gli sembrava tremare e lei l’aveva rassicurato con quella sua voce sempre gentile. Dall’altra parte del breve viale, dietro un cipresso secolare, sentiva scricchiolare piano la ghiaia sotto i passi, che immaginava sempre più impazienti, di Kanda.
- Io vado – mormorò Allen guardando la ragazza negli occhi, e nella sua voce c’era tutta la rassegnazione di chi si è già arreso al destino.
Lenalee si limitò ad annuire. Dio non poteva essere così crudele da permettere che gli succedesse qualcosa di male proprio la vigilia di Natale. O forse lo era? Forse i suoi piani imperscrutabili, così lontani e distanti da tutto quello che gli uomini sapevano con la loro poca esperienza, potevano prevedere anche una cosa del genere?
Non fece in tempo a dire niente però. Allen era già avanzato al centro del viale dirigendosi deciso verso la piccola cappella di pietra grigia che vegliava silenziosa sul cimitero.
Riuscì a fare tre passi prima che si scatenasse l’inferno.
*****
Si vedeva già una striscia appena più chiara all’orizzonte mentre una carrozza coperta, l’unico mezzo di trasporto decente che avevano trovato, li stava lentamente riportando verso quella che ormai avevano imparato a chiamare “casa”. Lenalee dormiva appoggiata un po’ al sedile scomodo e un po’ alla spalla di Allen. Un Kanda particolarmente immusonito se ne stava seduto dall’altra parte senza fare nessun tipo di commento.
Allen sentiva il peso di Lenalee e il suo respiro sul collo. Nonostante stesse piuttosto scomodo si guardò bene dal muoversi. Fosse stato per lui sarebbe rimasto così per sempre.
Erano stanchi, e molto ammaccati, ma non era morto nessuno e avevano recuperato l’Innocence. I primi raggi del sole cominciavano a spandersi sulla campagna innevata come un “gloria” cantato a piene voci.
Allen pensò che, in fondo, non era poi male come Natale.