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Autore: cloe    19/12/2011    2 recensioni
“Ha qualcosa che potremmo ritenere interessante? Sa, noi compriamo e vendiamo. La Gringott si trova a Diagon Alley” aggiunse mettendo in chiaro che lui e Sinister non erano una banca di benefattori.
“Ho un medaglione” mormorò la donna. Frugò tra gli stracci che aveva addosso e fece passare una catenina attraverso il collo.
“È di Serpeverde” disse appoggiando il medaglione sul bancone davanti a Caractacus. “Di Salazar Serpeverde” specificò con aria speranzosa.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Merope Gaunt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Disclaimer:

Harry Potter e tutti i personaggi della saga appartengono a J. K. Rowling ed a chiunque ne detenga i diritti. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, né intende infrangere alcuna legge sui diritti di pubblicazione e copyright. I personaggi e le situazioni di questa storia sono immaginari e non hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o persone reali è da ritenersi assolutamente casuale.
 



 


Il miglior affare

 

 
Notturn Alley, 23 dicembre 1926


Caractacus Burke spostò una candela viola più alta delle altre in fondo allo scaffale. Arretrò di un passo e osservò le file di candele cercando nella sua composizione possibili sviste. Non trovandone sorrise compiaciuto tra sé e sé, soddisfatto del suo lavoro. Con un gesto della bacchetta, richiuse le ante della vetrina e si diresse verso il retro del negozio lanciando un’ultima occhiata allo scaffale con le candele perfettamente ordinate per grandezza.

Controllò che il campanello fosse sul bancone nel caso entrasse qualche cliente dell'ultima ora e lasciò il negozio piuttosto buio per il retro. Si premurò di chiudere bene le tende dietro di sé e riprese il lavoro non finito il giorno prima. Non aveva fatto molti progressi dal giorno in cui il cliente gli aveva affidato l'oggetto in consegna, ma era certo di avere individuato il meccanismo rotto. Lavorando di buona lena avrebbe potuto consegnarlo al cliente prima di Natale. Il signor Hopkirf né sarebbe stato contento e probabilmente gli avrebbe lasciato una mancia generosa.

Si concentrò sul meccanismo birbante con tutta l’intenzione di aggiustarlo in serata. Aveva finito di controllare se le componenti erano del materiale giusto quando il cmpanello del negozio richiamò la sua attenzione. Di controvoglia lasciò il lavoro a metà e sbirciò nel negozio da dietro la tenda scura.

Una donna dai capelli corvini stava osservando la vetrina delle candele che poco prima aveva finito di arrangiare.

“Buonasera” la salutò scostando la tenda.  “Sono di ottima qualità. Provocano effetti collaterali nel giro di pochi minuti. Per la morte è necessario attendere un po’ più a lungo, ma in compenso non lasciano tracce del… mandatario” disse accarezzando con lo sguardo la vetrina davanti alla quale si era fermata. Gli sembrò di vederla rabbrividire; non avrebbe saputo dire se per il freddo o per le sue parole.

La donna si voltò guardandolo con l’aria stralunata. Mentre si avvicinava lentamente al bancone notò il ventre arrotondato. Una smorfia di disgusto gli deformò il volto nel notare gli stracci che stava indossando. Non si chiese come potesse resistere al freddo indossando soltanto quegli abiti leggeri, ma come facesse ad indossare quegli abiti. Violet, la sua ragazza, non li avrebbe usati nemmeno per asciugare il pavimento.

“C’è qualcosa che possa fare per lei?” le chiese desideroso di vederla uscire dal negozio il prima possibile.

Quella donna lo disgustava. Sebbene la clientela del negozio fosse molto varia, non credeva di aver mai visto qualcuno di così sporco. Sì, forse aveva incontrato qualche essere di origini poco umane veramente sporco, ma per certe creature questa non era una novità.

“Ho bisogno di denaro” parlò per la prima volta da quando era entrata nel negozio. “Ne ho davvero bisogno… “ aggiunse in un sussurro. Le mani bianche si aggrapparono forte al bancone. Burke notò neanche in faccia aveva un colorito sano.

“Ha qualcosa che potremmo ritenere interessante?” si premurò di chiedere con aria piuttosto scettica. “Sa, noi compriamo e vendiamo. La Gringott si trova a Diagon Alley” aggiunse mettendo in chiaro che lui e Sinister non erano una banca di benefattori.

“Sì” rispose la donna guardandosi attorno con aria spaesata, come se si trovasse lì per caso.

Caractacus si lasciò sfuggire uno sbuffo impaziente. Osservandola meglio notò che era molto giovane. Non poteva avere più di vent’anni, anche se con il pancione e gli abiti dismessi né mostrava una decina in più.

“Ho un medaglione” mormorò la donna con aria incerta.

“Bene, vediamo” borbottò il mago poco convinto del fatto che quella ragazza potesse avere qualcosa di abbastanza prezioso da convincerlo all’acquisto.

La giovane frugò tra gli stracci che aveva addosso e fece passare una catenina attraverso il collo.

“È di Serpeverde” disse appoggiando il medaglione sul bancone davanti a Caractacus. “Di Salazar Serpeverde” specificò con aria speranzosa.

“Sì, certo” rispose scettico l’uomo. “Lo scopriremo presto” aggiunse prendendo in mano il manufatto dorato e avvicinandolo al volto. Sbarrò gli occhi alla vista dell’elaborata S che faceva sfoggio di sé sul medaglione. Era, indubbiamente, il simbolo di Salazar Serpeverde.

Si abbassò e prese da sotto il bancone una pesante bilancia argentata. Vi posò sopra il medaglione ed osservò tre file di numeri spostarsi lentamente lungo il quadrante. Che fosse o meno un manufatto veramente appartenuto all’uomo che collaborò alla fondazione di Hogwarts, il medaglione era di oro purissimo.

La ragazza lo stava scrutando preoccupata. Chissà se sapeva quanto valeva un medaglione d’oro così pesante…

“Allora?” chiese la giovane torcendosi le mani “Lo comprate?”

“Qualcosa di certo vale” rispose vago scrutandola da dietro la bilancia.

“Non ho altro” mormorò guardandolo supplichevole “E non ho denaro…”

Per alcuni secondi si scrutarono in silenzio. Fu Caractacus a distogliere lo sguardo per concentrarsi sul medaglione col blasone di Serpeverde. La donna sembrava essere alla disperata ricerca di denaro e quel manufatto era l’unico oggetto prezioso che avesse.

La sua mano s’intrufolò nella veste per prendere la bacchetta. Se quel medaglione era veramente appartenuto a Salazar Serpeverde… Non avrebbe avuto prezzo.

Il mago levò la bacchetta sopra il medaglione e la agitò brevemente. La ragazza continuava a contorcersi nervosamente le mani osservando preoccupata il venditore. Sussultò quando una scia di luce azzurra fuoriuscì dalla punta della bacchetta e cominciò a levarsi in ampie spirali sopra l’oggetto analizzato.

Caractacus osservò la scia di luce per lunghi secondi prima di agitare nuovamente la bacchetta per farla sparire. Praticò ancora un paio di incantesimi mormorando a bassa voce le parole magiche. Quando la luce dell’ultimo incantesimo si dissipò nell’aria, il mago prese in mano il medaglione e fece volare la bilancia al suo posto con un leggero tocco della bacchetta.

Portò il medaglione sotto il suo naso con mano tremante. Inaspettato come la neve a maggio, quell’oggetto di inestimabile valore era giunto nel suo negozio. Lo rigirò tra le mani più per ammirarlo che per cercarvi qualche difetto. Non soltanto il medaglione era di oro purissimo, ma era il medaglione di Salazar Serpeverde: quello tramandato in padre in figlio nel silenzio più assoluto per non attirare l’attenzione dei collezionisti.

Come poteva esserne venuta in possesso quella ragazza ricoperta di stracci che ora lo osservava supplichevole?

Di certo non era una sua discendente: quella dinastia doveva aver vissuto tra montagne di oro per secoli e secoli. Se il sangue di Serpeverde era sopravvissuto fino ai loro giorni, sicuramente scorreva nelle vene di streghe e stregoni altolocati.

Chi, conoscendo le proprie origini, si lascerebbe cadere nella povertà diffamando il nome della propria famiglia?

“Come né è entrata in possesso?” le chiese Caractacus senza la vera speranza di venire a conoscenza della verità. I clienti che entravano in possesso di oggetti preziosi in modo non legale non andavano a raccontarlo al primo stregone che incontravano a Notturn Alley.

“Era di mia madre” rispose la ragazza spostandosi una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio.

Il mago non commentò: si era aspettato una risposta del genere. Chissà se…

“10 galeoni” disse il con tono deciso lanciando uno sguardo penetrante alla donna.

“Sì, va bene” affermò la giovane con aria felice spostando il peso da una gamba all’altra.

Caractacus si affrettò ad afferrare l’oro sotto il bancone e lasciò cadere una decina di monete davanti alla donna. Questa le afferrò febbrilmente e facendole sparire sotto gli stracci.

“Grazie” disse guardando per l’ultima volta il negoziante prima di avviarsi verso l’uscita.

“Grazie a lei, signora” la salutò stringendo lui stringendo forte il medaglione tra le dita. “Arrivederci e… Buon Natale!”

“Buon Natale anche a lei” lo salutò la strega uscendo dal negozio.

Caractacus attese che gli stracci della ragazza fossero spariti lungo la via innevata. Quando l’ultimo lembo di stoffa sparì dietro l’angolo si affrettò a chiudere la porta del negozio; spense le luci e andò nel retrobottega.

Con un colpo di bacchetta illuminò a giorno lo spazio senza finestre dove, prima di essere interrotto, stava lavorando all’ordine del signor Hopkirf. Sgombrò il tavolo da lavoro e si sedette ad ammirare il medaglione di Salazar Serpeverde, acquistato per dieci galeoni.

Quella sera non avrebbe continuato il lavoro lasciato a metà: aveva appena concluso il miglior affare della sua carriera.
 
 

Finite Incantatem

 
 
 
 

Scritta nel mese di dicembre 2011.

  
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