TUTTO
IL TEMPO CHE RIMANE
Natale
1785.
Il
salone era pervaso dalla musica che Oscar, senza seguire alcuno
spartito o
melodia, e senza nemmeno guardare i tasti, faceva distrattamente
scaturire dal
pianoforte. La sua mente era immersa in altri pensieri mentre fissava
il
riflesso del suo viso sul legno scuro e lucido dello strumento.
La
mezzanotte era trascorsa da circa un’ora e lei, divenuta
trentenne, ragionava
sul fatto di trovarsi già a quella che ormai poteva
verosimilmente considerare
la metà della sua esistenza. Rivolgendosi alla donna del
riflesso, che la
osservava con occhi velatamente tristi e con un sorriso mesto,
sottovoce disse:
“Buon compleanno, Oscar”.
Si
alzò dallo sgabello e si diresse verso il camino, nel quale
non erano rimaste
ad ardere che le braci, e si sedette sulla poltrona. Allungò
la mano verso il
tavolino per raggiungere il calice colmo del miglior Bordeaux delle
cantine. “A
cosa brindi, Oscar?”, pensò tra sé
rimescolando con movimenti lenti il liquido
contenuto nel cristallo, “Alla tua felicità? Sei
felice di come sei giunta a
questo punto della tua vita?... In parte sì, hai ottenuto
privilegi e libertà
che nessun’altra donna potrebbe immaginare…ma
ciò ha anche creato attorno a te
un’invisibile barriera, alla quale tu stessa hai non poco
contribuito, che pare
tenere le persone a una certa distanza, come se avessero paura di
avvicinarsi
troppo a un animale raro dalle reazioni
imprevedibili…”. Inspirò a fondo
l’aroma del vino e lo bevve a piccoli sorsi per assaporarne a
pieno tutte le
varie sfumature.
Inevitabilmente
il flusso dei suoi pensieri si arrestò su
quell’unica persona che, da che lei
avesse memoria, non aveva mai tenuto conto di impedimenti o distanze
per
rimanerle accanto a donarle amicizia e comprensione al di là
di quello che
costituiva il suo semplice dovere di attendente. E il sorriso si
distese
finalmente luminoso sul suo volto.
Da
qualche tempo si era ritrovata a pensare sempre più spesso
ad André, agli anni
trascorsi insieme, a quello che avevano fatto, ai tanti discorsi
condivisi e si
sorprendeva a volgere il suo pensiero a lui ogni volta in cui era
assente
desiderando averlo vicino, rasserenata dalla tranquillità
che la sua presenza
le rimandava. Le era divenuto indispensabile. Ultimamente
però non si parlavano
molto, le pareva che i loro vecchi argomenti fossero esauriti e che, in
un
silenzioso scambio di sguardi, ognuno attendesse l’altro dare
voce a parole
nuove.
Parole
più volte affiorate dalla sua coscienza senza essere
lasciate libere di
manifestarsi appieno, per timore di essere rivelate prima di tutto a se
stessa.
Eppure una forza nascosta nel suo animo continuava a spingerla nel
tentativo di
far capire ad André i suoi sentimenti, voleva portarlo a
conoscenza di quanto
lui fosse diventato importante per la sua vita sperando che lei lo
fosse
altrettanto per la sua, come diverse volte lui le aveva lasciato
intendere. Non
sarebbe stata impresa facile rivelargli apertamente questo lato di
sé
riguardante l’amore, ormai non sapeva definirlo altrimenti,
ma confidava
nell’aiuto che lo stesso André le avrebbe dato per
farsi strada fra le tortuose
vie del suo cuore di donna soldato.
Se
fosse stato lì in quel momento, anche complici
quell’ottimo vino e la
percezione della fuga del tempo, era certa che in qualche modo avrebbe
provato
a svelarargli quelle sensazioni celate, ma quella sera lui era stato
impegnato con
i preparativi per la festa di Natale e non era nemmeno passato per
domandarle
se avesse bisogno di qualcosa. “Di te”,
pensò fugacemente posando il calice vuoto.
Le
braci del camino avevano lasciato il posto alla cenere, percorsa da un
lieve
brivido Oscar afferrò un candelabro per rischiarare il
percorso, si levò e uscì
dal salone proseguendo in direzione della propria stanza. Quando
aprì la porta
le candele, illuminando una piccola parte della camera, resero visibile
un
pezzo di carta che si trovava sul pavimento; lei lo raccolse e vide che
si
trattava di un foglio piegato a metà “infilato
sotto la fessura della porta”,
dedusse. Dispiegò il foglio dirigendosi verso lo scrittoio
al quale si sedette.
Ad una prima occhiata notò che la scrittura riportata era
chiara e leggermente
inclinata; l’ultima volta l’aveva vista durante una
lezione del loro
precettore. Aveva riconosciuto l’autore, e in fondo non ne
era molto stupita,
non restava che leggere ciò che aveva scritto:
Mentre
i giorni
nella
giovinezza
paiono
eterni
scorrono
in verità
simili
ad acqua
fra
le mani.
Il
tempo
ci
porta sulle sue ali
senza
che a noi paia
nemmeno
di
esserne sollevati
per
condurci
su
sconosciuti lidi
della vita
ignari
del
conto delle ore
che
il destino ci riserva.
Come
si dipanerà il filo
di
ciò che il cuore
non
ha intessuto?
Stretti
si
aggroviglieranno i nodi
e
persi saranno la trama e
l’ordito.
Vanamente
seguiteranno
le ere a
venire
se
il tramonto non potrà
dire
all’aurora
che l’ama.
Buon
compleanno, mia
aurora. A.
Giunta
all’ultima riga, Oscar trattenne per qualche istante il
respiro, percependo il
battito accelerato del suo cuore unitamente al calore che le
solleticava le
gote. Si passò una mano fra i capelli, chiuse gli occhi e
riprese a respirare
con calma.
André
la amava. Ora lo sapeva per certo. E anche in quell’occasione
era riuscito a
intercettare i suoi pensieri e a precedere le sue intenzioni
togliendola in tal
modo da un notevole imbarazzo…lei, il valoroso militare,
pronta alla guerra ma
intimorita dall’amore…traspariva dunque
così tanto che era innamorata di lui ma
non sapeva come dichiararglielo?...ridendo un poco di sé
Oscar estrasse un
foglio bianco da un cassetto, pensò alle parole, intinse la
penna nel calamaio
e scrisse quella che ritenne essere la
risposta
migliore per il suo romantico uomo.
Nella
stanza fiocamente illuminata da una candela André non
dormiva, quella notte non
avrebbe preso sonno. Sdraiato sul letto, ancora vestito, osservava il
soffitto
con le mani intrecciate dietro la nuca.
Quella
sera, con una poesia, aveva deciso di cambiare la sua vita; le avrebbe
comunque
dato una svolta, poiché in ogni caso l’indomani il
rapporto fra lui e Oscar non
sarebbe mai più stato lo stesso. Perdere l’amica o
trovare la compagna?
Allontanarla definitivamente o avvicinarla per sempre? Aveva tenuto
conto delle
varie conseguenze alle quali il suo gesto poteva portarlo, ma non
riusciva a
fare a meno di sperare anche solo in un’unica remota
possibilità.
Oscar
le appariva diversa nei suoi confronti, addolcita; le sembrava alla
ricerca tra
di loro di un’intimità che andasse a superare
l’amicizia, tuttavia agiva come
se le mancasse il coraggio di andare oltre. Il suo intuito innato a
indovinare
i sentimenti e le emozioni di lei, assieme
all’impossibilità di mantenere a oltranza
il segreto di una vita, gli suggeriva di tentare il tutto per tutto.
Inizialmente aveva pensato di parlarle, ma non voleva rischiare che per
timidezza lei rifuggisse i suoi argomenti.
“Les
jeux sont faits”, si disse a mezza voce. L’unica
ricchezza che possedesse, il
suo amore per lei, era puntato su quella lettera.
Ancora
preso dai suoi ragionamenti gli parve di udire dei passi lievi
provenienti dal
corridoio; si mise seduto quando il rumore cessò di fronte
alla porta della sua
stanza seguito da un lieve fruscio al di sotto di essa, poi di nuovo
udì
l’incedere di quei passi muoversi a ritroso. André
si diresse in fretta verso
l’uscio, in quella presenza aveva riconosciuto Oscar e
d’impulso stava correndo
fuori a raggiungerla per verificare di persona la reazione a
ciò che le aveva
rivelato, ma il fatto che lei avesse lasciato un foglio piegato sotto
la porta
lo bloccò. Evidentemente preferiva rendergli nota la sua
opinione in quel modo.
Con una certa apprensione lo raccolse, i dubbi riguardo a
ciò che aveva fatto
si rincorrevano nella sua mente e per un attimo lo colse paura di
leggere nero
su bianco un secco rifiuto.
Tornò
a sedersi sul letto stringendo il foglio in mano. Fece un profondo
respiro e si
apprestò a leggere quanto vi era scritto. Due sole righe.
Sulle tempie avvertì
amplificate le pulsazioni del cuore. Fece scorrere lo sguardo
innumerevoli
volte su quelle parole:
Tout
le temps que encore
il y a
mon
amour, je veux le
passer avec toi.*
André
avvertì gli occhi inumidirsi mentre volgeva il viso verso la
finestra,
attraverso la quale intravide una luna scintillante emergere da
un’oscura nube.
Rise di gioia. Decisamente dall’indomani la sua vita sarebbe
stata diversa.
*Tutto il tempo che ancora c’è
amore mio, voglio passarlo
con te.