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Autore: Ria-chan    20/12/2011    11 recensioni
Questa idea nasce grazie al contest: "La morte in cento parole" indetta da Oyzis.
Le mie non sono 100 ma 330 parole, ossia una triple-drabble in cui ho espresso la mia visione della morte.
Ho voluto immaginarla così, divisa tra “serena” e “violenta”, tra una “lei” ed un “lui”, tra la “pace” e il “tormento”. 
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick EFP: Ria-chan
Nick forum: Ria-chan
Titolo storia: La morte veste di carta e d’inchiostro
Fandom: Original
Genere: Poesia, Sovrannaturale
Avvertimenti: Triple Drabble
Rating: Giallo
Introduzione: Non è una storia, né tanto meno un’idea è solo una visione; la mia, della morte. Ho voluto immaginarla così, divisa tra “serena” e “violenta”, tra una “lei” ed un “lui”, tra la “pace” e il “tormento”. Non credo, né trovo piacevole, dover spiegare verso per verso cosa intendevo e i riferimenti che volevo emergessero dalle mie parole. Mi auguro solo che possano raggiungere chi legge e mostrarsi a lui.
Note: Sono 3 drabble di esattamente 110 parole ciascuna. 
(*Halál: morte in lingua ungherese. *Thanatos: morte in lingua greca)


La morte veste di carta e d’inchiostro
 
Halál veste di luce.
Al suo leggiadro passaggio gli uomini s’inchinano, si prostrano a terra e non osano rialzarsi più.
Halál ha un volto di bambina.
A volte è dispettosa, a volte paziente ed in mano, d’oro zecchino, stringe un orologio.

Non che lo guardi! Questo è chiaro.
Halál non conosce tempo, lei non ha inizio né fine; eppure ha imparato a rispettarlo perché, per noi, lei lo regola.
E noi, schiavi delle sue decisioni, la conosciamo bene: qualcuno ne ha sentito la voce, qualche altro l’ha addirittura sfiorata e in molti l’hanno vista.
Ne hanno visto lo splendido volto ed hanno sospirato ammaliati. Ma nessuno, fin’ora, ha potuto raccontarlo.

°°°

Thanatos veste di tenebra.
Il suo passo è cadenzato, lento, come una condanna.

Thanatos non ha volto.
Tutto ciò che di lui resta sono ossa vuote e, nel buio delle sue orbite cave, gli uomini si perdono, per sempre.
Porta con sé una fida compagna, stretta tra le dita ossute e, grazie a quella, può mietere il tempo che per lui non esiste.
Thanatos è un angelo, un dio, un incubo. Un fantasma presente nella vita degli uomini, un’ombra nera che si allunga alle nostre spalle e che, inaspettata, ci avvolge nel suo abbraccio.
Ci rapisce veloce, senza lasciarci scampo e, nell’impeto del suo passaggio, spezzato si ferma il respiro.

°°°

Thanatos e Halál sono due facce della stessa medaglia.
L’uno veste d’inchiostro e l’altra di carta.
L’uno sparge scure pozze ai suoi piedi, lasciando dietro di sé volti spaventati e corpi mutilati.
L’altra è una bianca pagina, l’ultima del racconto; quella che, vuota, completa il libro che abbiamo scritto e vissuto.
Thanatos e Halál sono un’unica, spaventosa, dolce ed eterna, entità.
Vengono chiamati con infiniti nomi e vestiti dei più strani aspetti ma, l’uno o l’altro, qualunque che sia il loro volto o forma, si mostrerà infine a noi.
Tutto sta nella nostra fortuna, Thanatos e Halál, violenta o serena, quale delle due, pardon, quale Morte ci ruberà il respiro?




4° Classificata 

In realtà, Thanatos me lo sono sempre immaginata come una donna, una creatura che veste di tenebra, ma che richiude in sé eleganza e crudeltà alla stessa misura. 
È la drabble di Halál che mi è particolarmente piaciuta; forse perché è una morte a qui non siamo (o meglio, non sono) abituati dato che è la violenza che ci induce a pensare sempre alla morte. 
L'ultima frase purtroppo non mi convince: “quale delle due, pardon, quale Morte ci ruberà il respiro?” quel pardon stona un pochino. Per il resto, bravissima! 

Grammatica e lessico: 9,75/10 
Originalità: 9/10 
Sviluppo trama: 10/10 
Gradimento personale: 4/5 
Totale: 32,75/ 35 

   
 
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