Era
passata una settimana.
Era passata una settimana e lui era ancora lì, seduto su
quel divano.
In quei sette giorni si era alzato solo per andare in bagno, per andare
a letto
(e non aveva neanche dormito molto) e ogni tanto per sgranocchiare
qualcosa, visto
che gli era passata anche la fame.
Vivevano insieme, sì, ma poi lui doveva fare anche la parte,
giusto?
Era per il bene della band, per il bene delle fans e soprattutto per il
bene
della coppia.
Però Harry non era più tanto sicuro di voler
continuare in quel modo.
Ogni volta che Louis si allontanava per una settimana, a volte anche
per due,
per andare a trovare la sua bionda e plastificata fidanzata Hannah, lui
soffriva come un cane. E perdeva una o due settimane della sua vita
seduto su
un divano a guardare il soffitto e a pensare che in quel momento il suo
ragazzo
era in compagnia di quella lì. E magari si stavano anche
baciando.
Nessuno sospettava niente, ovviamente, né tantomeno Louis:
ad Harry non era mai
passato neanche per l’anticamera del cervello di dirgli come
passava quelle
settimane, altrimenti lui non si sarebbe più allontanato per
andare dalla sua
fidanzata e tutti i loro piani sarebbero falliti.
A volte però, come in quel momento, si ritrovava a pensare
che forse sarebbe
stato meglio così. Meno sofferenza per lui, meno sofferenza
per Louis e più
sofferenza per Hannah. Cosa c’era di meglio?
Sì, la detestava, non poteva farci niente. E non gli
interessava se lei conosceva
Louis da più tempo di lui o se stavano insieme
già da prima che lo conoscesse,
era solo una gallina che non si rendeva conto di essere usata per scopi
personali. Forse solo Harry, in realtà, notava la differenza
di sguardi che
Louis riservava per lui e per lei. O forse era solo una montatura e in
realtà
lui amava lei.
Ecco, in momenti
del genere si faceva
anche venire le paranoie: Louis gli aveva detto un sacco di volte di
amarlo,
gli aveva promesso che alla prima occasione, quando se la fosse
sentita,
avrebbe mollato Hannah per dedicarsi solamente a lui. Perché
amava Harry e i
suoi capelli ricci. Glielo aveva detto un milione di volte.
La
verità era che lui odiava quando Louis andava via,
qualsiasi fosse il motivo.
Odiava
se andava via per Hannah, odiava se andava via per la
sua famiglia, odiava se andava via per i suoi amici.
Avevano fatto tanto per stare insieme, ma a quanto pare non bastava per
tenerlo
con sé.
Una lacrima scese dal suo viso ed Harry la asciugò quasi con
rabbia: non doveva
piangere, sapeva di essere paranoico. Ma proprio perché lo
era continuava a
pensare che in realtà era meglio così, Louis
aveva bisogno di alcuni periodi di
pausa da lui e dal suo ossessivo amore. Perché lui era
ossessivo a volte, e lo
sapeva. Era consapevole di stressare Louis con le sue attenzioni, anche
se
quest’ultimo era molto bravo a nascondere il suo fastidio,
forse perché era
troppo buono e non voleva farlo star male.
Quindi si prendeva delle settimane di pausa, era anche giusto. Non
poteva
dargli torto, no?
Cominciava a pensare che Louis avesse acconsentito a vivere con lui
solo per
pietà, anche perché ultimamente le sue visite a
Doncaster erano aumentate:
alcune duravano tre giorni, altre due, adesso una settimana. Ma erano
sempre
più frequenti.
Stavolta Harry non riuscì a fermare le lacrime: era
così, aveva capito. Louis
stava cercando di tenersi il più lontano possibile da lui,
anche perché non lo
portava mai con sé. E lui, ovviamente, non glielo chiedeva.
Perché farsi odiare
ancora di più?
Pianse per almeno mezz’ora, finchè non si
addormentò stanco sul divano, con il
barattolo di yogurt ormai vuoto tra le mani.
La
mattina dopo si svegliò grazie a un buonissimo odore di
pancakes proveniente dalla cucina. Si alzò di scatto e corse
nella stanza
vedendo Louis intento a preparare la colazione. Fece per correre verso
di lui
ma si fermò, ricordando ciò su cui aveva
riflettuto la sera prima.
Così si limitò a salutarlo da lontano –
Sei tornato – disse, sorridendo.
Lui per poco non fece volare la padella. Si girò di scatto,
con una mano sul
petto – Mi hai fatto spaventare! Non volevo svegliarti.
- Tranquillo – rispose Harry, sedendosi su una sedia.
- Beh? Non mi dai un bacio?
Il riccio arrossì leggermente e si alzò stampando
un bacio sulle labbra al
ragazzo.
- Com’è andata? – chiese poi.
- Mh, bene. Niente di particolare – rispose Louis, alzando le
spalle.
La risposta era sempre quella, ovviamente. Louis non gli diceva mai
niente di
più di questo: non gli diceva se si era annoiato, non gli
diceva se si era
divertito, soprattutto non gli diceva mai il motivo dei suoi viaggi.
E Harry non glielo chiedeva.
Così non glielo chiese neanche questa volta: si
limitò ad annuire e a mangiare
i pancakes che il suo ragazzo gli aveva appena presentato davanti. In
fondo, se
a lui andava bene così, l’avrebbe accettato.
Ma,
appena due giorni dopo, Harry capì di non poter andare
avanti in quel modo.
Erano circa le sette di sera, e i due ragazzi erano coricati sul divano
insieme, a guardare la tv. Louis accarezzava pigramente i capelli di
Harry
commentando a volte il film.
- Piccolo – lo chiamò, sussurrando.
- Dimmi – disse quello, girando il viso verso di lui.
- Domani devo andare a Doncaster.
Harry serrò la mascella: era consapevole che la frequenza
dei viaggi fosse
aumentata, ma non così tanto. Era tornato da soli due
giorni, cazzo!
Si mise a sedere sul divano, seguito poco dopo da Louis.
- Tutto bene? – gli chiese quello.
Si girò verso di lui, con sguardo arrabbiato – No
Louis, non va tutto bene.
- Che cosa…
- Che cosa?! – urlò, alzandosi dal divano.
– Vai sempre a Doncaster, ormai
passi praticamente più tempo con Hannah che con me!
- Non è vero, io…
- Non ti giustificare, non voglio sentire niente.
- Io devo andare, Harry.
- Perché? – sbuffò, quasi
sull’orlo delle lacrime. – Ho sempre pensato di
sapere il perché, ma credo di essermi sempre sbagliato. Non te l’ho mai
chiesto, ma adesso voglio
saperlo. Dimmi perché vai a Doncaster.
- Ho… delle cose da sbrigare. Lo sai, lo faccio per noi.
Harry si morse forte il labbro, per evitare che le lacrime prendessero
il
sopravvento – Lo fai per noi, questa è la scusa
ufficiale. E il vero motivo
qual è?
- Te l’ho detto, ho delle cose da fare.
Il riccio si passò la mano sul viso e poi sui capelli,
dopodichè alzò lo
sguardo umido verso l’altro – Vai. Vai, rimani
quanto vuoi. E anzi, non farti
nemmeno sentire mentre sei là.
- Ma…
- Niente ma! – urlò – Non voglio sapere
niente finchè non mi avrai detto il
vero motivo!
- E’ questo il motivo!
- Basta – disse quello sfinito.
Salì nella camera degli ospiti e si chiuse lì per
tutta la notte, rimanendoci
anche fino alla mattina tardi, per non vedere Louis: sapeva che partiva
sempre
presto.
E così passò un giorno, due giorni, tre giorni
senza Louis.
Ma non fu come le altre volte: se lui andava via per divertirsi con i
suoi
amici e con la sua ragazza, perché non poteva farlo anche
lui?
Il primo giorno era uscito con Niall, erano andati a mangiare fuori e
si era
anche divertito.
Il secondo giorno era andato a fare shopping con Zayn, in fondo tutti
avevano
sempre detto che lo shopping era un buon anti depressivo.
Il terzo giorno aveva invitato Liam a casa e avevano guardato un film
mangiando
e ridendo.
Quando era con i suoi amici era tutto più facile, e solo
adesso si rendeva
conto di come fosse stato stupido rinchiudersi in casa per tutto quel
tempo,
quando Louis era via; ma la cosa che gli faceva più rabbia,
era che non se lo
meritava nemmeno. E soprattutto, lui stesso non si meritava di soffrire
in quel
modo dopo tutto l’amore e l’impegno che aveva messo
in quella relazione.
Per quanto ci tenesse a Louis, voleva un rapporto basato sulla
sincerità, e se
lui non l’avesse accontentato… beh, probabilmente
sarebbe finito tutto là. E
sì, gli veniva da piangere solo al pensiero, ma non si
sarebbe fatto mettere i
piedi in testa da nessuno.
Il
quarto giorno dalla partenza di Louis, Harry era seduto
sul divano con l’ipod nelle orecchie, che canticchiava piano.
Il volume era
abbastanza alto, così che avesse potuto estraniarsi dal
mondo proprio come
piaceva a lui. Proprio per questo non si accorse della porta che si
apriva e di
Louis che si avvicinava piano alle sue spalle, sfilandogli un
auricolare e
sussurrando al suo orecchio – Adoro come canti.
Harry sobbalzò e si girò verso Louis con sguardo
omicida – Mi hai fatto
spaventare, idiota.
Quello rise – Ce l’hai ancora con me?
- Certo! –sbuffò il riccio, alzandosi dal divano.
Stava quasi per salire le
scale, quando si accorse che la porta di casa era ancora aperta
– Perché non
chiudi la porta?
- Non posso, devo scaricare delle cose dalla macchina.
- Che cosa? Hannah? – disse Harry, con un sopracciglio alzato.
Louis rise – No, Hannah è lì
dov’è sempre stata.
- E allora che cosa?
Quello non rispose e uscì fuori dalla porta. Harry lo
seguì, affacciandosi e
vedendolo scaricare diversi scatoli chiusi con lo scotch dalla macchina.
- E quelli cosa sono?
- Scatoli.
- Ah-ah – rise falsamente – Cosa
c’è dentro?
- Vedrai. Aiutami a portarli di sopra.
Una volta portati tutti gli scatoli nella loro camera, Louis si sedette
a
terra, facendo cenno a Harry di fare lo stesso, e avvicinò
uno degli scatoli al
ragazzo. – Aprilo – gli disse.
Quello acconsentì e staccò lo scotch, scoprendo
diversi oggetti all’interno che
sembravano appartenere a Louis.
- Ora capisci perché sono andato così tante volte
a Doncaster.
- Per qualche libro
e un paio di foto? –
disse Harry, rigirando un libro dalla copertina color prugna tra le
mani.
- No Harry – sussurrò Louis. Gli sfilò
il libro dalle mani e si avvicinò di più
a lui – Doncaster era la mia casa. Lì
c’era tutto quello a cui tenevo, tutte le
mie cose e i miei ricordi. Sono stato lì per catalogarli e
portare qui i più
importanti, per iniziare una nuova vita con te.
Harry spalancò leggermente la bocca – Una nuova
vita… con me?
- Sì. Io ti amo, Harry Edward Styles. Non potrei mai stare
senza di te.
- Io… io pensavo – balbettò quello,
cominciando a piangere – Io pensavo che tu
non volessi più stare con me.
- Come hai potuto pensare una cosa del genere?
- Perché… te ne andavi via sempre! –
disse, dandogli pugni leggeri sul petto –
E senza spiegazioni.
- Ora sai tutto – ridacchiò quello, prendendolo
per i polsi. – Volevo farti una
sorpresa.
Harry annuì – Quindi non andrai più via?
- No.
- E non andrai più da Hannah?
- No.
- E i tuoi genitori?
- Non andrò più via da solo, Harry. Tu sarai
sempre al mio fianco.
Harry sorrise e si unì a Louis in un bacio così
profondo da esprimere ogni
sentimento: le sue paure, le sue paranoie, la sua tristezza erano
andate via,
per lasciar posto a tutto quello che Louis era capace di dargli,
fedeltà,
protezione e soprattutto amore.