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Autore: valwaiting    20/12/2011    9 recensioni
Harry odiava quando Louis andava via.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passata una settimana.
Era passata una settimana e lui era ancora lì, seduto su quel divano.
In quei sette giorni si era alzato solo per andare in bagno, per andare a letto (e non aveva neanche dormito molto) e ogni tanto per sgranocchiare qualcosa, visto che gli era passata anche la fame.
Vivevano insieme, sì, ma poi lui doveva fare anche la parte, giusto?
Era per il bene della band, per il bene delle fans e soprattutto per il bene della coppia.
Però Harry non era più tanto sicuro di voler continuare in quel modo.
Ogni volta che Louis si allontanava per una settimana, a volte anche per due, per andare a trovare la sua bionda e plastificata fidanzata Hannah, lui soffriva come un cane. E perdeva una o due settimane della sua vita seduto su un divano a guardare il soffitto e a pensare che in quel momento il suo ragazzo era in compagnia di quella lì. E magari si stavano anche baciando.
Nessuno sospettava niente, ovviamente, né tantomeno Louis: ad Harry non era mai passato neanche per l’anticamera del cervello di dirgli come passava quelle settimane, altrimenti lui non si sarebbe più allontanato per andare dalla sua fidanzata e tutti i loro piani sarebbero falliti.
A volte però, come in quel momento, si ritrovava a pensare che forse sarebbe stato meglio così. Meno sofferenza per lui, meno sofferenza per Louis e più sofferenza per Hannah. Cosa c’era di meglio?
Sì, la detestava, non poteva farci niente. E non gli interessava se lei conosceva Louis da più tempo di lui o se stavano insieme già da prima che lo conoscesse, era solo una gallina che non si rendeva conto di essere usata per scopi personali. Forse solo Harry, in realtà, notava la differenza di sguardi che Louis riservava per lui e per lei. O forse era solo una montatura e in realtà lui amava lei.
Ecco, in  momenti del genere si faceva anche venire le paranoie: Louis gli aveva detto un sacco di volte di amarlo, gli aveva promesso che alla prima occasione, quando se la fosse sentita, avrebbe mollato Hannah per dedicarsi solamente a lui. Perché amava Harry e i suoi capelli ricci. Glielo aveva detto un milione di volte.

La verità era che lui odiava quando Louis andava via, qualsiasi fosse il motivo.

Odiava se andava via per Hannah, odiava se andava via per la sua famiglia, odiava se andava via per i suoi amici.
Avevano fatto tanto per stare insieme, ma a quanto pare non bastava per tenerlo con sé.
Una lacrima scese dal suo viso ed Harry la asciugò quasi con rabbia: non doveva piangere, sapeva di essere paranoico. Ma proprio perché lo era continuava a pensare che in realtà era meglio così, Louis aveva bisogno di alcuni periodi di pausa da lui e dal suo ossessivo amore. Perché lui era ossessivo a volte, e lo sapeva. Era consapevole di stressare Louis con le sue attenzioni, anche se quest’ultimo era molto bravo a nascondere il suo fastidio, forse perché era troppo buono e non voleva farlo star male.
Quindi si prendeva delle settimane di pausa, era anche giusto. Non poteva dargli torto, no?
Cominciava a pensare che Louis avesse acconsentito a vivere con lui solo per pietà, anche perché ultimamente le sue visite a Doncaster erano aumentate: alcune duravano tre giorni, altre due, adesso una settimana. Ma erano sempre più frequenti.
Stavolta Harry non riuscì a fermare le lacrime: era così, aveva capito. Louis stava cercando di tenersi il più lontano possibile da lui, anche perché non lo portava mai con sé. E lui, ovviamente, non glielo chiedeva. Perché farsi odiare ancora di più?
Pianse per almeno mezz’ora, finchè non si addormentò stanco sul divano, con il barattolo di yogurt ormai vuoto tra le mani.

La mattina dopo si svegliò grazie a un buonissimo odore di pancakes proveniente dalla cucina. Si alzò di scatto e corse nella stanza vedendo Louis intento a preparare la colazione. Fece per correre verso di lui ma si fermò, ricordando ciò su cui aveva riflettuto la sera prima.
Così si limitò a salutarlo da lontano – Sei tornato – disse, sorridendo.
Lui per poco non fece volare la padella. Si girò di scatto, con una mano sul petto – Mi hai fatto spaventare! Non volevo svegliarti.
- Tranquillo – rispose Harry, sedendosi su una sedia.
- Beh? Non mi dai un bacio?
Il riccio arrossì leggermente e si alzò stampando un bacio sulle labbra al ragazzo.
- Com’è andata? – chiese poi.
- Mh, bene. Niente di particolare – rispose Louis, alzando le spalle.
La risposta era sempre quella, ovviamente. Louis non gli diceva mai niente di più di questo: non gli diceva se si era annoiato, non gli diceva se si era divertito, soprattutto non gli diceva mai il motivo dei suoi viaggi.
E Harry non glielo chiedeva.
Così non glielo chiese neanche questa volta: si limitò ad annuire e a mangiare i pancakes che il suo ragazzo gli aveva appena presentato davanti. In fondo, se a lui andava bene così, l’avrebbe accettato.

Ma, appena due giorni dopo, Harry capì di non poter andare avanti in quel modo.
Erano circa le sette di sera, e i due ragazzi erano coricati sul divano insieme, a guardare la tv. Louis accarezzava pigramente i capelli di Harry commentando a volte il film.
- Piccolo – lo chiamò, sussurrando.
- Dimmi – disse quello, girando il viso verso di lui.
- Domani devo andare a Doncaster.
Harry serrò la mascella: era consapevole che la frequenza dei viaggi fosse aumentata, ma non così tanto. Era tornato da soli due giorni, cazzo!
Si mise a sedere sul divano, seguito poco dopo da Louis.
- Tutto bene? – gli chiese quello.
Si girò verso di lui, con sguardo arrabbiato – No Louis, non va tutto bene.
- Che cosa…
- Che cosa?! – urlò, alzandosi dal divano. – Vai sempre a Doncaster, ormai passi praticamente più tempo con Hannah che con me!
- Non è vero, io…
- Non ti giustificare, non voglio sentire niente.
- Io devo andare, Harry.
- Perché? – sbuffò, quasi sull’orlo delle lacrime. – Ho sempre pensato di sapere il perché, ma credo di essermi sempre sbagliato.  Non te l’ho mai chiesto, ma adesso voglio saperlo. Dimmi perché vai a Doncaster.
- Ho… delle cose da sbrigare. Lo sai, lo faccio per noi.
Harry si morse forte il labbro, per evitare che le lacrime prendessero il sopravvento – Lo fai per noi, questa è la scusa ufficiale. E il vero motivo qual è?
- Te l’ho detto, ho delle cose da fare.
Il riccio si passò la mano sul viso e poi sui capelli, dopodichè alzò lo sguardo umido verso l’altro – Vai. Vai, rimani quanto vuoi. E anzi, non farti nemmeno sentire mentre sei là.
- Ma…
- Niente ma! – urlò – Non voglio sapere niente finchè non mi avrai detto il vero motivo!
- E’ questo il motivo!
- Basta – disse quello sfinito.
Salì nella camera degli ospiti e si chiuse lì per tutta la notte, rimanendoci anche fino alla mattina tardi, per non vedere Louis: sapeva che partiva sempre presto.

E così passò un giorno, due giorni, tre giorni senza Louis.
Ma non fu come le altre volte: se lui andava via per divertirsi con i suoi amici e con la sua ragazza, perché non poteva farlo anche lui?
Il primo giorno era uscito con Niall, erano andati a mangiare fuori e si era anche divertito.
Il secondo giorno era andato a fare shopping con Zayn, in fondo tutti avevano sempre detto che lo shopping era un buon anti depressivo.
Il terzo giorno aveva invitato Liam a casa e avevano guardato un film mangiando e ridendo.
Quando era con i suoi amici era tutto più facile, e solo adesso si rendeva conto di come fosse stato stupido rinchiudersi in casa per tutto quel tempo, quando Louis era via; ma la cosa che gli faceva più rabbia, era che non se lo meritava nemmeno. E soprattutto, lui stesso non si meritava di soffrire in quel modo dopo tutto l’amore e l’impegno che aveva messo in quella relazione.
Per quanto ci tenesse a Louis, voleva un rapporto basato sulla sincerità, e se lui non l’avesse accontentato… beh, probabilmente sarebbe finito tutto là. E sì, gli veniva da piangere solo al pensiero, ma non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno.

Il quarto giorno dalla partenza di Louis, Harry era seduto sul divano con l’ipod nelle orecchie, che canticchiava piano. Il volume era abbastanza alto, così che avesse potuto estraniarsi dal mondo proprio come piaceva a lui. Proprio per questo non si accorse della porta che si apriva e di Louis che si avvicinava piano alle sue spalle, sfilandogli un auricolare e sussurrando al suo orecchio – Adoro come canti.
Harry sobbalzò e si girò verso Louis con sguardo omicida – Mi hai fatto spaventare, idiota.
Quello rise – Ce l’hai ancora con me?
- Certo! –sbuffò il riccio, alzandosi dal divano. Stava quasi per salire le scale, quando si accorse che la porta di casa era ancora aperta – Perché non chiudi la porta?
- Non posso, devo scaricare delle cose dalla macchina.
- Che cosa? Hannah? – disse Harry, con un sopracciglio alzato.
Louis rise – No, Hannah è lì dov’è sempre stata.
- E allora che cosa?
Quello non rispose e uscì fuori dalla porta. Harry lo seguì, affacciandosi e vedendolo scaricare diversi scatoli chiusi con lo scotch dalla macchina.
- E quelli cosa sono?
- Scatoli.
- Ah-ah – rise falsamente – Cosa c’è dentro?
- Vedrai. Aiutami a portarli di sopra.
Una volta portati tutti gli scatoli nella loro camera, Louis si sedette a terra, facendo cenno a Harry di fare lo stesso, e avvicinò uno degli scatoli al ragazzo. – Aprilo – gli disse.
Quello acconsentì e staccò lo scotch, scoprendo diversi oggetti all’interno che sembravano appartenere a Louis.
- Ora capisci perché sono andato così tante volte a Doncaster.
-  Per qualche libro e un paio di foto? – disse Harry, rigirando un libro dalla copertina color prugna tra le mani.
- No Harry – sussurrò Louis. Gli sfilò il libro dalle mani e si avvicinò di più a lui – Doncaster era la mia casa. Lì c’era tutto quello a cui tenevo, tutte le mie cose e i miei ricordi. Sono stato lì per catalogarli e portare qui i più importanti, per iniziare una nuova vita con te.
Harry spalancò leggermente la bocca – Una nuova vita… con me?
- Sì. Io ti amo, Harry Edward Styles. Non potrei mai stare senza di te.
- Io… io pensavo – balbettò quello, cominciando a piangere – Io pensavo che tu non volessi più stare con me.
- Come hai potuto pensare una cosa del genere?
- Perché… te ne andavi via sempre! – disse, dandogli pugni leggeri sul petto – E senza spiegazioni.
- Ora sai tutto – ridacchiò quello, prendendolo per i polsi. – Volevo farti una sorpresa.
Harry annuì – Quindi non andrai più via?
- No.
- E non andrai più da Hannah?
- No.
- E i tuoi genitori?
- Non andrò più via da solo, Harry. Tu sarai sempre al mio fianco.
Harry sorrise e si unì a Louis in un bacio così profondo da esprimere ogni sentimento: le sue paure, le sue paranoie, la sua tristezza erano andate via, per lasciar posto a tutto quello che Louis era capace di dargli, fedeltà, protezione e soprattutto amore.

  
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