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Autore: Nikki Cvetik    20/12/2011    8 recensioni
-...funny...
-M-mh.
-…sensible…
-Maybe.
-…sensitive…
-…Haha, sure!
Genere: Comico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:                                             

A two-hearted red supernova.


Quante persone speciali cambiano? Quante vite vivono in maniera strana? Dov’eri mentre stavamo decollando?
Lentamente camminando nel corridoio, più veloce di una palla di cannone. Dov’eri mentre stavamo decollando?
Qualche giorno mi troverai incastrato sotto una frana, in una supernova di Champagne nel cielo.


I miei avambracci sono poggiati al corrimano della balconata interna della Symphony Hall di Sacramento.
Sala Grande.
Poco prima della colossale gradinata che conduce al vivo della festa, esattamente un piano sotto di me.


E’ Grace che mi ha prestato il completo.
Lungo tubino di taffetà bordeaux drappeggiato, monospalla, su decolté in tinta.


Mi slanciano, dice lei.


Certo, come se si potesse slanciare altrimenti un metro e sessantacinque scarso di “pistola e distintivo” come me.
Sono uscita fuori dalla sua stanza, avvolta in una spessa coltre di Chanel Numero 5 e vezzeggiamenti vari su come fossi fortunata ad avere
una pelle del genere.
Per questo non ho gioielli.


La mia pelle illumina già abbastanza, dice lei.

Saichissenefrega, dico io.
Tutto ciò per quattro ore utili solo a farmi venire un mare di vesciche ai piedi.
Magari avrei potuto sopportarle.
Le vesciche intendo.
Ma non una regale Kristina Frey, tutta avvolta nel suo Armani stile impero e stola, che si destreggia tra capodipartimenti e ispettori, con la
stessa grazia con cui un coccodrillo si accanisce su un grasso e pesante ippopotamo.

E’ brava, dicono loro.
E’ il simbolo del nostro successo, ancora.

Il mio successo.
Perché in questo giorno, esattamente due mesi fa, l’Agente Speciale Teresa Lisbon ha sparato in pieno petto a Red John.
E questo sarebbe tutto dannatamente, completamente perfetto se quel fottutissimo bastardo non avesse prima liberato dall’ipnosi quella
vipera.
Mando giù un altro sorso di Mumm come fosse tequila, mentre noto che le mie dita sono pericolosamente strette al sottile e trasparente flute
ormai vuoto.
Poso con delicatezza il bicchiere sul corrimano, prontamente ripreso da un cameriere.
Mi metto ad osservare l’ampia sala delle feste.
Tutto questo, tutta questa gente, è qui per me.
Dopo la cerimonia ufficiale, dopo la premiazione di tutta la squadra, ci siamo trasferiti qui per brindare alla morte del più sanguinoso serial
killer californiano degli ultimi vent’anni.

Brindare alla morte di un uomo.
Chiamatemi moralista.
Chiamatemi cattolica.
Dio, chiamatemi pure Santa Teresa, se volete!
Sta di fatto che io proprio non ci riesco a brindare alla morte di un uomo, chiunque esso sia, qualsiasi cosa abbia fatto, né per giustizia né per
vendetta.

Ah! Thò! Ti pareva?
Teresa, alla fine sempre lì ritorni.
A quel tuo amato consulente da quattro soldi.
E’ colpa sua per tutto questo.
Per lui hai sparato.
Solo per lui.

E’ a terra, sta annegando nel suo stesso sangue.
E come se non bastasse John gli sta puntando una pistola alla tempia.
Cominci a pensare che sì, forse hanno ragione a impedire le relazioni tra colleghi.
Non sapresti in che situazione ti potresti trovare, in questo momento, se lui avesse capito. Se lui avesse accettato.
Le mani già ti tremano abbastanza, non sai nemmeno se puoi salvare te stessa.
-Allora, principessa, vuoi tenere quella pistola dritta sì o no?
Un sospiro alla tua destra, un corpo che smette di tremare.
Come se ti fosse scattato qualcosa dentro, capisci
che non c’è più nulla da difendere.
Le mani a un tratto si fermano e fai vomitare l’intero caricatore sul petto di John.
Bang.
Bang.
Bang.
Ti precipiti a destra, a un tratto impreparata a qualsiasi cosa.
Le palpebre sono abbassate, immobili.
Il sangue gli copre quasi tutto il panciotto scuro e la camicia azzurra.
Il suo volto pallido fa a pugni con la sottile linea cremisi che dalle labbra gli scende sempre più giù.
Qualche timido riccio biondo brilla, ormai rosso rubino.
Gli prendi le spalle e lo scuoti.

Urli il suo nome ed è il silenzio più totale, immagine speculare di quello che c’è nel tuo cuore.

Il suo cuore ha smesso di battere per 194 secondi.
I tre minuti più lunghi della mia vita.
Poi è tornato indietro, al sicuro, sulla terra.
Io c’ero quando ha aperto gli occhi. Ed anche Kristina, se è per questo.
E tutto è ritornato come un tempo, come se non fosse cambiato nulla.

Mi sono fatta da parte, sapevo di essere semplicemente di troppo.
Ho fatto una scelta, semplice, quasi banale.
Non posso non amarlo.
Ma sei lui non ama me, posso, almeno, concedergli di amare qualcun altra.
E’ questo il mio atto d’amore verso di lui.
Il rispetto verso la sua scelta, la sopportazione del dolore.
Non posso offrirgli altro se non questo.
Se non una vita felice, semplice, di amore e di amore e basta, con la persona che è ormai padrona del suo cuore.
Che non sia io, non deve riguardarlo.


Santa Teresa, sì forse non hanno tutti i torti.


-Per fortuna che sei tu la festeggiata! Cosa ci fai qui nascosta?
Il sorso di Champagne mi va storto (aspetta, ma non avevo dato via il flute? E questo da dove viene?!?).
Come al solito Patrick Jane fa una delle sue entrate scenografiche, facendomi quasi soffocare.
Si poggia al corrimano esattamente come me mentre osserva, sorridendo, la gente sotto di noi.
Anche io sorrido, di rimando.
Bevo ancora, stavolta con calma, godendomi le bollicine e il calore.
-Penso. Ti consiglio di provarlo qualche volta soprattutto prima di mettermi nei guai.
Più che una frase è un lungo sospiro. Si volta verso di me, lo sguardo ormai libero dalle ombre che lo divoravano.
Come la sua anima.
Sono due mesi che mi chiedo se i suoi occhi fossero così anche prima che uccidessero Angela e Charlotte.
Oppure no, forse non ha mai conosciuto una serenità simile?

-Dovresti chiederle di uscire, sai, come una volta.
-A chi?
-Come a chi?
-Ah...
-Sei un pessimo attore.
-Sì, forse dovrei.
-She’s a very good woman…
-Ya…
-...she’s smart…

-A lot...
-...funny...
-M-mh.
-…sensible…
-Maybe.
-…sensitive…
-…Haha, sure!
-…fascinating…
-…also…
-…Right.
-Sì, forse hai ragione, forse dovrei chiederle di uscire.

Il suo sguardo si punta su Kristina, trapassandola, come fosse fatta di acqua.
Cosa stai osservando così intensamente?Vi verrebbe da chiedergli.
Gli si creano due fossette in mezzo agli occhi e storce un po’ le labbra. Non sarò una mentalista, ma pure io capisco quando una persona sta
letteralmente vivisezionando un’altra.

-Però…se devo dirti la verità. Forse ce l’ha un difetto.
-Se è uno solo si può facilmente rimediare.
-E’ di quelli che non si possono rimediare.
- Allora si può sopportare.
-E’ di quelli che non si possono sopportare.
 
Si gira verso l’interno della balconata, con la schiena poggiata alla ringhiera.
Ha un semplice smoking e camicia bianca con cravatta, che porta con la medesima eleganza del suo classico tre pezzi.
-Aspetta. E’ per il fatto che si consideri sensitiva, vero?
Storce il naso e fa “no” col capo, mandando anche lui giù un sorso di Champagne.
-Nemmeno per quello. Più che un difetto è...una mancanza, ecco. Mettiamola così: tra tutti i suoi pregi, non può vantarne uno che, da solo, la
renderebbe perfetta.
Una acuta e inconfondibile risata riporta il mio sguardo in basso. Quella donna ha portamento, classe, eleganza e, lo ammetto, un’affabilità
che io avrei il diritto neanche di sognare.


Giù altro vino ancora. Sembra diventato il leitmotiv del discorso.


-Veramente, Jane, non riesco a capire a cosa ti riferisci.
-Forse è difficile da notare perché è troppo in evidenza.
-Se è per questo, ti avviso. Non riuscirai a farmi dire: “E’ facile per te, ma non per noi comuni mortali.” Me l’hai fatta troppe volte, non ci
casco!
Mi guarda con dolcezza, come una madre che sorride davanti alle troppo innocenti considerazioni del figlio.
A volte mi chiedo come sia la vita di persone come Patrick.
Che hanno imparato a riconoscere quando la gente mente.
Che possono manipolare gli altri a loro piacimento.
Che hanno visto cosa c’è dietro il mondo e non possono più tornare indietro.
Un medico non può far altro che vedere chiunque come un paziente.
Non so se sarei mai disposta a pagare un prezzo simile.

-Non avevo affatto intenzione di fare tutto questo. Volevo solo che tu capissi senza il mio aiuto.
- Ok, allora facciamo così: non riesco a negare l’evidenza di non trovare l’evidenza in tutto ciò.
-Okam si sta rivoltando nella tomba, lo sai?
Butto gli occhi al cielo e bevo ancora. Ormai dovrei essere piuttosto brilla. O ipnotizzata. Perché i miei freni inibitori si stanno piuttosto
allentando.
-Illuminami.
-E’ semplice. Il solo fatto che lei sia Kristina Frey le impedisce di essere perfetta.
-Non mi pare l’identità di una persona un buono strumento per discernere se questa è perfetta o meno.
-Infatti no, mi correggo. Il solo fatto che lei sia Kristina Frey o altri tre miliardi e mezzo di donne le impedisce di essere perfetta.
-Ho capito! Sei omosessuale!
-Santo cielo, no! Non sono omosessuale!
-Ma se hai appena detto che non ritieni perfetto l’intero blocco dei tre miliardi e mezzo di donne di questa terra.
-Mi correggo ancora: non proprio tutti i tre miliardi e mezzo.
-E poi sono io quella che sta facendo fare un valzer ad Okam!
-Ti ho sentita! Teresa, perché non capisci? Lei potrebbe essere una qualsiasi delle donne di questa stanza, di questo mondo. Potrà avere tutti i
pregi possibili, ma non sarebbe abbastanza.
-Jane, ora smettila! Ho già i piedi che mi bruciano. Non ho proprio voglia dei tuoi giochetti. Vuoi dirmi una volta per tutte perché non
sarebbe perfetta?
-Perché non sarebbe te! Perché Kristina Frey non potrebbe mai essere Teresa Lisbon.

Il flute scivola giù, prima che i miei muscoli si contraggano all’unisono, una volta assimilato il significato di quelle parole.
Perché a un tratto non riesco a muovermi?
Una sua falange mi si posa leggera sotto il mento, costringendomi a incrociare il suo sguardo.
-Quella donna ha mille pregi, ma cosa me ne faccio se non ho te?
Che me ne faccio di intelligenza, sensibilità, fascino, se non ho te a tirarmi dietro tutta la cancelleria del CBI?
Se non ho te che pronunci le esse in maniera così fantastica*?
Se non ho te che mi perdoni sempre?
Se non ho te che metti su quel broncio così adorabile?
Voglio te e solo te, Teresa.
-Ok… tu e…tutto questo che significa?
-Pensa alla cosa più semplice che tutto questo possa significare.
Un secondo dopo le sue labbra si posano per un attimo, leggere, sulla punta del mio naso.
-Ascolta!

La realtà riprende ad avere un’estensione maggiore dei due metri quadri attorno a noi.
Mi accorgo che hanno abbassato le luci e che la musica si è addolcita.
Ora le corde di una chitarra sono dolcemente pizzicate e una calda voce si modula alla melodia.

How many special people change?
How many lives are living strange?
Where were you while we were getting high?

-Balli con me?
Mi guarda, felice come una Pasqua. So che gli piace quella canzone.
Annuisco tendendogli la mano.

Slowly walking down the hall
Faster than a cannonball
Where were you while we were getting high?


Mi ritrovo in un attimo a cercare di mantenere l’equilibrio sui tacchi, mentre lui mi trascina per il polso giù dalle scale.
Ci inoltriamo tra le coppie e mi ritrovo faccia a faccia con lui.
Basterebbero i suoi occhi, in questo momento, ad illuminare tutta la sala.
E anche io mi sento brillare da dentro.
Un piccolo fuoco caldo, sempre più forte, sempre più grande.

Someday you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova
A champagne supernova in the sky.


Apre le braccia e mi fa accomodare su di lui.
Il fuoco dentro di me si espande, richiamato da suo.
Poi si ripiega su se stesso.
Diventa sempre più denso e caldo e vivo.

Wake up the dawn and ask her why
A dreamer dreams, she never dies
Wipe that tear away now from your eye.

Ci muoviamo lentamente come un unico corpo, il suo respiro mi solletica il collo scoperto dall’acconciatura.
Il rimbombo del suo petto fa da controcanto alla batteria col mio.
Lo stesso battito che per 194 secondi ha taciuto.
Ora suona la sua melodia solo per me.

Slowly walking down the hall
Faster than a cannonball
Where were you while we were getting high?

Mi allontana leggermente e rimpiango quel contatto.
Ma mi ferma e alza la mia testa verso di lui.
Lo vedo nei suoi occhi, lo sento nel mio petto.
Stiamo implodendo e raggiungendo i cento miliardi di gradi Kelvin.

Someday you will find me
Caught beneath the landslide
In a champagne supernova
A champagne supernova…

Ci afferriamo le labbra, esplodendo a 15000 km al secondo.
Per un attimo sento solo l’infinita morbidezza di quelle linee sottili e morbide.
Lo sento ridere contro il mio volto. Ha capito.
Mi intrappola stretta e schiude la labbra.
E non ci sono più io.
E non c’è più nemmeno lui.
Il calore ha scisso la struttura più profonda delle nostre anime, permettendoci di confondere le nostre essenze, di modularci a vicenda a un
elemento nuovo.

…Cos people believe that they're
Gonna get away for the summer…

Ci teniamo l’un l’altra per non collassare, per alimentarci a vicenda.
Il ritmo si fa furioso e ormai non sappiamo neppure noi cosa prima assaggiare dell’altro.
Ci stiamo accarezzando nel profondo di noi stessi, scoprendoci piano piano.
Forse, tanto tempo fa, sette minuti fa, pensare allo sguardo assassino che Kristina ci sta rivolgendo, mi avrebbe fatto gioire.
Ora che sto baciando la persona che amo e che so che mi ama, tutto ciò è secondario.
Tutto il mondo, ormai, è diventato qualcosa di secondario.

But you and I, we live and die
The world's still spinning round
We don't know why, why, why, why, why.


Ci separiamo senza timore, ormai.
Nessuno di noi due andrà mai più da nessuna parte.
Abbiamo trovato entrambi un posto perfetto in cui stare, ed è esattamente nelle braccia dell’altro.
Il ritmo si attenua e anche i nostri cuori rallentano, mentre continuiamo a guardarci, da quando siamo tornati ad essere di nuovo due.
-Sai che qualcuno sta per ucciderci, vero?
Parla a un soffio dalle mie labbra, sfiorandole, non so se involontariamente.
È qualcosa che posso tollerare ancora per poco e lui lo sa, Dio se lo sa, o non si tratterrebbe nemmeno lui a baciarmi di nuovo.
-Sono io quella con la pistola, fino a prova contraria.
-Bene.
Non mi faccio nemmeno pregare per annegare di nuovo in lui.

Ho fatto una scelta, semplice, quasi banale.
Non posso non amarlo.
Ma lui ama me,e tutto ciò non mi fa più paura.
E’ questo il mio atto d’amore verso di lui.
Il rispetto verso la sua scelta, il mio completo e più totale impegno ad amarlo per il resto della mia vita.
Non posso offrirgli altro se non questo.
Se non una vita felice, semplice, di amore e di amore e basta.
Il mio.
 
*Non so se sono l’unica ad aver notato il buffo modo che ha Robin Tunney di pronunciare le esse.

The Corner:

Buondì, cari mentalisti. Questa è la mia prima avventura tra i sottili meandri del mondo di TM con questo racconto che doveva essere una
FlashFic ma, putroppo per la Dipuntato, m'è degenerato in una Songfic senza fine (perdono, castellana!!) o.O.
Spero vi piaccia e, a mia discolpa, posso dire di averla scritta prima di Fugue in Red.
Un bacione enorme e il più possibile logorroico va a redKaori per gli scambi di opinione sulle teorie complottistiche e l'enorme
sopportazione
*.*

NikkiC.
 
  
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