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Autore: tomlinsonsbraces    20/12/2011    11 recensioni
Non c’era nessuno, e vedere quel pianoforte lì, le fece venire subito l’irrefrenabile voglia di mettere le sue dita sopra quei perfetti tasti e muoverle come ha imparato a fare in tutto questo tempo. Si sedette, sfiorandoli, e iniziando a ripetersi le note che ormai sapeva a memoria nella testa.
“easy come, easy go, that’s just how you live, oh, take take take it all, but you never give..” iniziò a cantare lentamente, alcune volte chiudendo gli occhi e assaporando ogni nota di quella canzone.
Un ragazzo stava passando tranquillamente di lì, era il suo secondo anno e stava percorrendo di nuovo quei corridoi dopo un’estate, gli erano mancati dopotutto. I suoi pensieri vennero interrotti quando una melodia leggera e limpida gli arrivò alle orecchie, riconoscendo la canzone all’istante: Grenade di Bruno Mars. Si fermò d’istinto, oltre ad essere una delle sue canzoni preferite quella voce che la stava cantando la rendeva decisamente bellissima.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 -uno.

 You can take everything I have,
You can break everything I am.


 Hayley camminava per i corridoi di quell'accademia con le scarpe che facevano un rumore alquanto fastidioso che sembrava rimbombarle per la testa. Questi erano pieni di ragazzi e ragazze che non stavano un attimo fermi, chi nuovi come lei, chi invece già esperti e decisi. Se c’era una cosa che proprio non sopportava erano i primi giorni, non era una ragazza che si ambienta facilmente. Le ci voleva del tempo per dare fiducia alle persone, soprattutto dopo quello che ha passato durante la sua infansia. Ha subito l’abbandono di praticamente tutte le persone a lei care. A otto anni, suo padre è morto per una malattia al cuore, lasciandole una sfrenata passione per il pianoforte. Da quel giorno passava giornate intere a strimpellare note di cui non sapeva nemmeno il nome, al posto di andare a giocare con le sue amiche al parco. Dopo un anno sua mamma realizzò il suo desiderio di prendere lezioni private, così tre volte a settimana era sempre lì, a casa della sua insegnante, desiderosa di imparare sempre cose nuove. Cresceva e la musica cresceva con lei. Alle medie conobbe delle ragazze, e diventarono praticamente inseparabili. Ma, come tutte le persone dopo tutto, ai tempi del liceo queste sono cambiate radicalmente trascurandola sempre di più. Iniziarono a trovarla.. noiosa, ecco sì, noiosa era il termine giusto. Solo perché non vestiva all’ultima moda e non parlava per tutto il tempo di trucchi e ragazzi, solo perché non aveva degli atteggiamenti da ‘diva’, solo perché un giorno decise di mandarle a ‘fanculo davanti tutta la scuola quando le chiesero di mettersi una minigonna il giorno dopo, se voleva continuare a stare nella loro ‘cricca’. Loro diventarono le solite oche che si credono le regine della scuola, mentre lei rimase sola, nella penombra. Ce ne aveva di amici, sì, ma non potevano di certo sostituire anni ed anni di amicizia con quelle che adesso non facevano altro che snobbarla. Stava male per questo, e nessuno la capiva. Appena uscita da scuola si rifugiava a casa, nella sua musica, non poteva chiedere di meglio, per lei quello era il rimedio a tutte le sue preoccupazioni. Ma comunque sia, non vedeva l’ora di lasciare quel posto, quel posto che abita dalla nascita. Quel posto dove ha dato il suo primo bacio, dove ha conosciuto le sue ormai ex migliori amiche, dove si è innamorata per la prima volta di un ragazzo, dove ha coltivato per anni ed anni la sua passione per il pianoforte. Le faceva male da una parte lasciare quel posto, ma dall’altra era proprio quello che ci voleva: dare un taglio netto a quella vita che le aveva dato anche molte delusioni. È stata presa all’ “Art’s Accademy” di Londra per la sezione musica. Prenderà lezioni di pianoforte e di canto, non poteva chiedere di meglio. All’inizio non sapeva se andarci, perché avrebbe lasciato sua madre sola, ma lei insistette così tanto quasi da costringerla a partire. Così si trasferì nei piccoli appartamenti dell’accademia, e oggi precisamente era il primo giorno che ci metteva piede. Era abbastanza disorientata, e si sentiva in tremendo imbarazzo ogni volta che passava accanto a qualcuno che continuava a fissarla. La prima lezione era con il cosiddetto professor Anderson, di canto. Guardava tutti i numerini sopra le aule in cerca del suo interessato, speranzosa nel trovarlo al più presto. Eccolo, finalmente il numero 114 le si presentò davanti. Era un’aula con la porta trasparente a due ante, era ancora aperta poiché era di qualche minuto in anticipo.
“permesso..” disse timidamente entrando e notando già qualche studente seduto che iniziava a fare conoscenza, erano tutti nuovi quindi dedusse che potrebbe essere stato più facile ambientarsi. Il professore sulla cinquantina alzò gli occhi dai suoi fogli e guardò la ragazza.
“prego, prendi posto signorina” le sorrise come fa un padre con sua figlia. Si sentì subito meglio, almeno il professore non era un pazzo isterico ma a pelle già le stava simpatico. Si mise in una sedia al lato, in seconda fila, alzò il piccolo tavolino e ci appoggiò sopra la sua borsa, iniziando a guardarsi intorno. Dopo qualche minuto arrivò una ragazza correndo, fermandosi di botto davanti alla porta, ancora aperta. Si sistemò i ricci biondi un po’ spettinati ed entrò, rivolgendo un “buongiorno” a tutti. Aveva i capelli biondi, e gli occhi color miele, e un fisico slanciato. Sperò con tutto il cuore che non fosse una delle solite snob, non l’avrebbe sopportata.
“piacere, Claire Belson” le sorrise timidamente, sedendosi davanti a lei e porgendole la mano. Hayley si sentì subito sollevata, non sembrava antipatica.
“piacere mio, Hayley Stewart” sorrise ricambiando la stretta di mano.
“oh, che bel nome, come Hayley Williams, io adoro quella cantante!” le disse con un pizzico di euforia.
“sì, ai miei genitori è piaciuto subito questo nome” le iniziava a stare simpatica anche lei a pelle. “anche il tuo è bello, è francese giusto?” continuò poi.
“sì, mia madre ha origini francese, e mi ha chiamato come mia nonna”
“che cosa bella” già si stava prendendo di confidenza, ed era una cosa strana visto il suo carattere.
“dimmi una cosa, che stanza ti è capitata?”
“la 283, a te?” chiese con un pizzico di speranza che fosse capitata insieme a lei, o almeno vicine.
“dici sul serio? Io pure, saremo compagne di stanza! Menomale, perché qui non conosco proprio nessuno, tu sei la prima!” disse entusiasta e felice, ad Hayley fece piacere che qualcuno fosse così felice di stare con lei.
“davvero? Fantastico! La stessa cosa per me” le sorrise lei di rimando.
La loro conversazione venne interrotta dal professore che richiamò l’attenzione della classe. Andà davanti alla cattedra e ci si appoggiò mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
“allora ragazzi, benvenuti al vostro primo anno all’Art’s Accademy. Io sarò il vostro professore di canto per i prossimi anni, ma non consideratemi solo come tale; voglio che il rapporto tra professore ed alunno sia ben instaurato, potete chiedermi qualunque cosa vogliate, consigli, lezioni extra, io sono qui per voi” detto questo sorrise alla classe, che annuì contenta.
“allora, iniziamo a farci un’idea di tutti” iniziò a chiedere banco per banco il nome, la provenienza e che strumento suonava, per conoscersi meglio.
“bene, mi sembrate tutti molto bravi. Visto che abbiamo due ore e manca ancora mezz’ora, qualcuno vuole cantarci qualcosa?” silenzio. Scoppiarono tutti a ridere.
“bene, allora chiamo io, vediamo vediamo.. tu” per un attimo Hayley credette che il professore stesse indicando lei, ma poi vide il suo sguardo indirizzato verso Claire, e si tranquillizzò, mentre questa si irrigidì.
“vai, fagli vedere chi sei” la spronò Hayley, mettendole una mano sulla spalla. Lei sorrise insicura e si alzò, andando titubante dal professore.
“tu sei?” le chiese quest ultimo.
“Claire Belson” rispose timidamente lei.
“cantaci ciò che vuoi, un pezzo, una strofa, anche solo una frase che ti piace. Solo per rompere il ghiaccio” vidi Claire deglutire silenziosamente, potevo capire cosa stesse provando, avrei fatto anch’io lo stesso. Si schiarì la voce, si girò verso di me che le feci cenno di andare avanti, ed iniziò.
“you can take everything i have, you can break everything I am, like I’m made of glass.. like I’m made of paper” finì quell pezzo di Skyscraper, di Demi Lovato, e si guardò intonrno. Aveva una voce bellissima, Hayley ne rimase affascinata, ed iniziò a battere le mani per prima, per poi essere seguita a ruota da tutti. Claire arrossì, e dopo aver ricevuto i complimenti dal prof dicendo che aveva una bellissima voce, se ne andò a posto.
“hai una voce bellissima, complimenti!” le disse Hayley non appena ebbe raggiunto il suo posto.
“grazie mille” le rispose sfoderando un perfetto sorriso, al quale lei ricambiò.
L’ora finì, e come primo giorno diedero a tutti gli studenti il resto della mattinata per sistemarsi nelle rispettive camere ed ambientarsi.
 
“comunque il professore mi ha fatto una buona impressione, almeno non è uno dei soliti isterici” disse Hayley sistemando le ultime cose dentro i cassetti. Arrivate in camera Hayley e Claire si misero subito a conversare, trovandosi immediatamente in sintonia. Avevano già preso confidenza e parlavano del più e del meno.
“sì, non sai quanto ho pregato il cielo per far si che questo non accadesse”
“beh, allora le tue preghiere sono state esaudite” risero per l’ennesima volta dall’inizio della conversazione.
“io vado a fare un giro, vuoi venire?” le chiese Hayley.
“no grazie, rimango qui a sistemarmi e a riposare” le sorrise Claire.
“va’ bene, a dopo!” la salutò con un cenno della mano ed uscì. Scese le scale e si diresse dall’altra parte dell’edificio, dove c’era la parte scuola. iniziò a girovagare con le mani nelle tasche della felpa della divisa della scuola. con quella gonna stava morendo dal freddo, perché per le ragazze avevano fatto la gonna? In estate è buona sì, ma in inverno si congela!
Assorta nei suoi pensieri passò davanti ad un’aula vuota, di sfuggita riuscì ad intravedere un pianoforte. Subito si fermò e ritornò di qualche passo indietro, guardando dentro e poi intorno a sé. Entrò cercando di fare il meno rumore possibile, e guardò un’altra volta dentro l’aula. Non c’era nessuno, e vedere quel pianoforte lì, le fece venire subito l’irrefrenabile voglia di mettere le sue dita sopra quei perfetti tasti e muoverle come ha imparato a fare in tutto questo tempo. Si sedette, sfiorandoli, e iniziando a ripetersi le note che ormai sapeva a memoria nella testa.
“easy come, easy go, that’s just how you live, oh, take take take it all, but you never give..” iniziò a cantare lentamente, alcune volte chiudendo gli occhi e assaporando ogni nota di quella canzone.
 
Un ragazzo stava passando tranquillamente di lì, era il suo secondo anno e stava percorrendo di nuovo quei corridoi dopo un’estate, gli erano mancati dopotutto. I suoi pensieri vennero interrotti quando una melodia leggera e limpida gli arrivò alle orecchie, riconoscendo la canzone all’istante: Grenade di Bruno Mars. Si fermò d’istinto, oltre ad essere una delle sue canzoni preferite quella voce che la stava cantando la rendeva decisamente bellissima.
“should of known, you was trouble, from the first kiss, had your eyes wide open, why were they open?”
Si fermò davanti alla classe da cui proveniva quella voce, e guardò dentro, notando una ragazza dai capelli corti fino alle spalle, marrone scuro, con le labbra carnose che si muovevano facendo uscire quella fantastica melodia. Cercò di fare il meno rumore possibile accostando la porta, e poterla sentire meglio.
“gave you all i had and you tossed in the trash, you tossed in the trash, you did. To give me all your love is all I ever asked, cause what you don’t understand”
Ormai ne era come ipnotizzato, aveva sempre più voglia di rimanere lì ad ascoltare quella bellissima voce. Purtroppo sentì delle voci farsi sempre più vicine, quindi, a malincuore dovette smettere di ascoltarla, e non farsi trovare lì a ‘spiare’ una ragazza del primo anno. Richiuse lentamente quel poco che aveva aperto, e indietreggiò cercando di non farla accorgere della sua presenza. Mentre faceva ciò andò a sbattere contro qualcosa, la ragazza saltò smettendo di cantare e si guardò intorno per vedere se ci fosse qualcuno, l’ultima cosa che voleva era essere guardata da qualcuno che avrebbe potuto anche prenderla in giro.
“merda che spavento” sussurrò piano alzandosi dallo sgabello.
il ragazzo fece qualche passo indietro quando sentì i passi della ragazza dirigersi verso la porta, così da camuffare la sua presenza lì. appena la ragazza aprì la porta ed uscì, girando nella sua direzione, lui si mise le mani in tasca ed iniziò a camminare come se niente fosse. La guardò bene negli occhi, e solo allora si accorse di quanto fossero belli ed intensi. Prima, quando era girata di profilo, non l’aveva vista per bene in viso, e solo ora si rese conto di quanto fosse bella. Lei si soffermò a guardarlo nei suoi occhi marroni, il mondo parve fermarsi per entrambi. Hayley scosse la testa e ritornò sui suoi passi, quando lo ebbe superato il ragazzo si girò per guardarla ancora, l’avrebbe fatto per l’intera giornata. Poi scosse la testa anche lui, e ritornò per la sua strada.
La ragazza si maledette per aver fissato negli occhi quel ragazzo misterioso, l’aveva come dire.. ipotizzata, non riusciva più a staccarsi da essi. Ma non poteva concedersi distrazioni, doveva pensare solo a lei e alla sua musica.
 
 
MY SPAAACE.
Ed eccomi qui con una nuova ff! avevo l’ispirazione e beeh, è uscita sta merdina.e.e
Comuunque, ho intenzione di continuarla, quuuind, se recensite e mi fate sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo mi fareste un piacere enorme! Ah, se volete sapere chi è il ragazzo misterioso.. lo scoprirete nella prossima puntata!:3 che arriverà mooolto presto se recensirete, se no..non saprei.e.e grazie a tutte quelle che lo faranno, mi fareste un piacere enooooorme*-* al prossimo capitolo:3

  
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