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Autore: Distress_And_Coma    20/12/2011    5 recensioni
Sara. Una bambina. Di otto anni.
Una grande famiglia. Hizaki, una madre. Kamijo, un padre.
Yuki, Masashi. Teru, Jasmine You. Zii della bimba.
Un incubo. Un amore che dura sempre.
Sulle note di Sympathia dei Versailles, il racconto di un giorno infinito.
Genere: Fluff, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sara si sveglio'nel panico più totale. Era una bambina di otto anni, molto carina e dolce, ed era estremamente protettiva con i suoi familiari.
Aveva quattro zii e due genitori splendidi.
Quando si accorse che era nel suo letto e che era una serena mattina di dicembre, si calmò.
Suo zio Teru entrò nella stanza: "Che c'è, piccola? Sembri turbata."
"No, no, non è niente, zietto."
Quando scese per fare colazione, trovò il piccolo tavolo della sala da pranzo già apparecchiato: "Buongiorno, figlioletta" la salutarono Kamijo e Hizaki, suoi fieri genitori.
Erano orgogliosi di quella bimba che era loro figlia da otto lunghissimi e bellissimi anni ormai.
La bambina mangiò con gusto i biscotti sciolti nel latte che la sua mamma aveva preparato per lei, erano molto buoni.
 Hizaki lasciò la stanza, Sara chiese: " Ma papà, dove va la mamma?? C'è per caso qualcosa che non va?"
"No, amore, non c'è assolutamente nulla che non vada, solo che...avevamo pensato di farti un regalo, è su in camera tua ad attenderti."
"Un regalo?? Che bello, grazie mamma e papà!!"
"Ok, ok, abbiamo capito...Ora però finisci di mangiare, il tuo regalo non ha le gambe. Non può scappare via così..." disse il padre Kamijo, per calmarla.
La piccola si calmò, e termino' il suo pasto, leccandosi i baffi (è proprio il caso di dirlo).
Finito il suo pasto, salì di corsa le scale, e passò accanto allo zio Masashi, il quale evidentemente, voleva dare qualcosa a Kamijo.
"Euforica la nostra Sara, neh??" disse, divertito.
"Già. Tutto questo solo per un regalo..."
"Eddai, le piacciono!! Ah, a proposito di regali, tieni: è il regalo che le abbiamo fatto noi zii. Da parte di tutti."
"Grazie, Masashi. Ora puoi tornare da Jasmine, a controllare che dorma bene."
"Vado subito."

Quando Sara entrò nella sua cameretta, trovò la madre Hizaki ad attenderla: "Buongiorno, piccola."
"Buongiorno, Mamma."
"Il tuo regalo è sulla scrivania, è una cosa piccola e semplice. Speriamo che ti piaccia. Lo abbiamo scelto io e Kamijo insieme."
In quel momento, Kamijo entrò.
"Ciao, amore mio." Kamijo salutò il suo compagno, poi lo baciò dolcemente.
"Ciao, amore." rispose Hizaki.
 "Oh, che bello!! E' un bellissimo regalo...E disegnare mi piace molto. Grazie Mamma e Papà!! Siete i migliori genitori del mondo!! Vi voglio bene." disse la piccola Sara con le lacrime agli occhi. Era fatta così, lei. Piangeva facilmente.
Ed era proprio in momenti come quello, che Hizaki e Kamijo erano fieri e orgogliosi al massimo della loro creatura. Adoravano quella bimba, che adorava loro. E sentirsi amati per le piccole cose era loro molto importante.
"Mamma, ma dov'è lo zio Masashi?? Prima, sulle scale, mi è passato accanto, ma ora non so dove sia. Sta bene?"
"Certo, amore, che sta bene. E' dallo zio Jasmine, che controlla come dorme. Lo sta sorvegliando, perchè tutti siano al sicuro. Teru invece è con lo zio Yuki."
"Bene, ne sono contenta. Stamattina è entrato lui a vedere che fossi sveglia."
"Amore Sara?"
"Si, papi??"
"A proposito di regali, questo è da parte dei tuoi zii. Lo hanno pagato insieme." e porse alla sua bimba un pacchetto rettangolare un po' grosso.
Sara curiosissima lo aprì.
"Un diario segreto con gli orsetti e i fiori...!!! Grazie mille!! Siete gli zii più buoni che io possa avere!!"
"Non devi dirlo a noi, ma a loro." dissero in coro Kamijo e Hizaki.
"Allora vado subito!" disse, quasi come se volesse darsi un ordine.
"Ti accompagnamo." disse Kamijo.
"Va bene." rispose Sara.

Sara bussò alla porta dello zio Jasmine, che le aprì subito dopo.
"Zio Jasmine, puoi chiamare qui zio Yuki e zio Teru?? Ho qualcosa da dirvi."
"Certo, piccola nipotina. Ora li chiamo." e compose il numero di Teru, che rispose al terzo squillo.
"Arriviamo." giunse ovattata la voce dal telefono.
Dopo poco erano tutti li, e la piccola bimba parlò: "Io volevo ringraziarvi voi tutti, per...Per avermi regalato questo piccolo diario. Per me è molto importante."
Fece un po' di pausa, poi continuò, quasi a ricordarsi qualcosa: "Mamma e papà...Grazie tante anche a voi."
"Ma di nulla piccola." era un coro generale di risposte, che lei capiva. Era così dolce con tutti.
Poi, di colpo, perse alcune lacrime. Stava piangendo, e i suoi parenti si erano allarmati.
"Ma perchè piange?? Ha forse qualcosa che non va?? Si è fatta male Kamijo??" chiese Hizaki, evidentemente spaventato.
"Non so..." disse il ragazzo, sorpreso.
"N-No, mamma, sto...Sto bene...E' solo che..." poi le venne un groppo in gola.
E pianse ancora.
"Tesoro mio, che c'è...?" chiese ormai addolorato Hizaki, volendola stringere tra le sue braccia.
"Mamma e voi, zietti, e tu papi...Ascolatate, vi prego. Stamattina, quando lo zio Teru è venuto a salutarmi appena sveglia, mi ha trovato un po' spaventata."
Teru parlo': "Non mi sembravi molto turbata, e poi avevi detto che non era nulla, così ho lasciato correre."
"Lo so, ma era per non fare preoccupare nessuno. Comunque, era perchè...Ho avuto un brutto sogno, un incubo..."
"Un incubo?" disse Yuki.
"Beh, raccontaci tutto, magari ti aiuta." suggerì Masashi.
"Si, raccontaci tutto, dai!" incitò Kamijo.
"Beh, ero in un bosco...E...Stavo camminando. Tenevo per mano mamma e papà, voi zietti eravate tutti intorno a me, e cantavate. Ed eravate felici. E io vi facevo delle domande e voi rispondevate. Ed io ero serena."
Si fermò, per respirare un po', evidentemente ora veniva la parte difficile.
" Continua, fino qui sembra un bel sogno." Yuki.
"Infatti il bel sogno finisce qui. Ora viene la parte più brutta...Mamma, ho paura."
"Raccontacelo, piccola, vedrai che ti aiuterà. Siamo qui, va tutto bene..."
"E poi di colpo è diventato tutto scuro, era tutto nero. Vi ho visto davanti a me, eravate lontanissimi, mi guardavate come se io fossi inutile alle vostre vite. E io vi chiamavo, vi chiamavo tutti e sei. Spe-Speravo che papi mi volesse ancora bene, ma...Ma...Lui mi ha dato un calcio, e poi...Poi si sono allontanati tutti ed io ero sola...E poi...Mammaaaaa!!!..." e pianse, pianse ancora la piccola Sara.
Hizaki se la strinse subito al petto, e la consolò.
Lo zio Yuki disse: "Ma piccola, nessuno vuole lasciarti, qui, nè tantomeno farti del male! Ti vogliamo tutti molto bene."


このまま見させて あの夢の続きを                                 消せない傷跡を 記憶をかき消して                                          
kono mama misasete ano yume no tsuzuki wo          kesenai kizuato wo kioku wo kaki keshite
Guardato in questo modo il seguito di quel sogno     non cancella la cicatrice pur cancellando il ricordo


   
  
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