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Autore: Daenerys_Snow    20/12/2011    7 recensioni
Gli voglio bene, perché sono certo che lei ora ci sta guardando da lassù. Da quel cielo che oggi si presenta nuvoloso, come il nostro umore. Lei non credeva nel paradiso, né tanto meno all’inferno, ma ha sempre creduto che l’anima di un corpo sarebbe rimasta qui, in mezzo a noi… perciò, se l’anima dell’amore della mia vita è qui vicino a noi, voglio dire una cosa… Ti amo, Erika… mi dispiace non aver capito prima le tue sofferenze ed il tuo dolore… mi dispiace averti presa in giro… mi dispiace di non essere stato come un vero principe azzurro…
Ok: sono le ultime parole di questa lunga One-shot.
Quindi bisogna leggere tutta la prima parte.
Buona fortuna!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Santa Claus’ Death

È il 24 Dicembre. È mezzanotte. Ora in cui tutti i bambini del mondo incominciano a scartare i tanto attesi regali, che magari hanno già sbirciato…
Siamo a New York.
In un appartamento di un altissimo grattacielo, un ragazzo di 14 anni sta scartando i regali assieme alla sua adorata famiglia.
-          È il turno di Lucas! – urla la cuginetta. Lily ha i capelli biondi, e occhi azzurri, proprio come il cugino. È piccola… ha solo 6 anni.
-          Ok!! Non vedevo l’ora! – risponde lui felice.
Si avvicina a quella montagna di pacchetti colorati. Brillano ai suoi occhi.
Comincia ad aprirli uno ad uno. Riceve una felpa, un paio di scarpe, 3 t-shirt…
-          Wow! Che bella roba! – gli urlano tutti i parenti.
-          Già… sono bellissimi… - risponde lui felice.
-          Ehi, cuginetto, ma qui c’è una busta verde e rossa! – gli dice Lily, che indica un regalo sotto l’albero.
-          Hai ragione… - risponde lui.
Si avvicina all’albero tutto illuminato. Si abbassa e prende questa bustarella colorata. Fuori c’è un biglietto…
“Natale 2011
Tanti auguri di buon Natale a te e a famiglia!!!
Per Lucas
Ti voglio tanto bene… Da Erika
-          È di Erika! – dice Lucas, quasi urlando per paura che gli altri non l’avrebbero capito.
-          Chi Erika? Quella di cui parli sempre? – chiede la madre Sally.
-          Sì, sì… è proprio lei! Me n’ero completamente dimenticato del suo regalo…
Lucas è in mezzo a tutti i suoi parenti: zii, nonni, cugini, genitori, fratello… ci sono tutti, e lui è felice per questo.
Lo apre. Sa bene cosa c’è dentro, perché quel giorno erano usciti insieme, proprio per farsi i regali di Natale a vicenda. Tutti guardano incuriositi.
Il ragazzo mette una mano nella busta ed estrae un peluche. Un coccodrillo, per essere precisi.
-          Ma perché un coccodrillo? I coccodrilli sono brutti e cattivi! – dice Lily.
-          Vuoi sapere il perché?! – chiede lui alla cuginetta che risponde annuendo. – Perché lei sa benissimo che adoro il verde, e quindi ha deciso di farmi contento!
-          Allora perché non una tartaruga? O una lucertola? O un camaleonte? O… - la bambina continua fare domande cercando di ricordare tutti gli animali sulla Terra di colore verde.
Ora però anche il ragazzo si fa questa domanda. Quel giorno lei gli aveva chiesto qual era il suo colore preferito, e lui gli aveva risposto dicendogli che era il verde. Ma non le aveva mai chiesto il perché avesse scelto un animale tanto insolito…
-          Non lo so!
Si accorge che all’interno della busta c’è qualcosa…
-          È una lettera… di Erika – dice lui a bassa voce. Forse nessuno lo ha sentito, visto che tutti sono presi da Lily che cerca di ricordare tutti quegli animali.
Si siede sul divano dietro sé. Apre la busta verdina. E incomincia a leggere.

18 Dicembre 2011

Caro Lucas,
sono io, Erika, che ti scrive e che ti rompe anche il giorno di Natale…
voglio parlarti… lo volevo fare a parole, ma non ne ho avuto il coraggio, purtroppo…
sai: ci conosciamo da un anno eppure tu sai poco di me… e perciò non sai neanche ciò che sto per dirti.
Scommetto che ora sei a casa tua, con la tua famiglia al completo, come hai sempre desiderato vederla, vero? E credo che tu ti stia divertendo da morire con la piccola Lily…
E immagino che tu ti stia abbuffando di dolci preparati da quell’ottima cuoca di tua madre, giusto?
Sarebbe bellissimo se tutto ciò che ho detto fosse vero…
Allora: non puoi capire quanto desidero sapere cosa hai ricevuto…! Scommetto tutto abbigliamento, conoscendoti…
Bhè… il mio regalo è un po’ diverso, perché è solo un insignificante peluche… vero?
Ti scrivo e mi escono le lacrime dagli occhi, sai? Perché? Perché sto pensando alle nostre giornate passate insieme, alle nostre uscite al centro commerciale, ai regali che ci siamo fatti a vicenda…
E ripenso anche agli ultimi momenti passati insieme… quando io mi infuriavo perché a te piace una che mi sta antipatica al 100%. Bhè… ormai io non posso più giudicare… ormai sei libero, e io non ti condizionerò più, te lo giuro…
Ed ecco altre lacrime… cavolo!
Ehm… hai ragione: io non piango mai! E sicuramente ora ti starai chiedendo “Perché Erika piange scrivendo una semplice lettera?”.
Vuoi sapere il perché, amico mio? Bhè… perché quando tu starai leggendo queste righe, io…
Io… sarò attorniata dai miei parenti, a casa mia… e non per festeggiare… magari…
Sicuramente in quel momento mi troverò sul mio adorato letto, nella mia stanza che odio tanto, con intorno a me i miei cugini, i miei zii, i miei nonni, mio fratello e i miei genitori, quelli a cui stai tanto simpatico… già… sei l’unico ragazzo che gli va a genio…
Forse perché hanno capito che ti voglio bene, anzi… che ti ho voluto bene…
Perché uso il passato?! Bhè… perché quando leggerai queste inutili frasi io non ci sarò più…
Già… ho un tumore al cuore… e mi rimane davvero poco… ci sono riuscita: te l’ho detto tutto d’un fiato!
Credo che tu legga questa lettera il giorno della Vigilia, bhè… allora sappi che io il giorno prima me ne sono andata… sì, proprio lì… lassù in mezzo a quegli angeli a cui non ho mai creduto.
“io non piango mai e non inizierò proprio adesso”… ti ricordi? Queste semplicissime parole sono il mio motto ormai… eppure… non riesco a mantenere questo giuramento… sì… sto piangendo…
Ma spero che tu non faccia come me… perché tu sei Lucas Greed… non sei una persona qualunque… sei il mio migliore amico… giusto? Te lo ripeto sempre…
Non ti ho detto niente perché sapevo che ti saresti preoccupato o, peggio ancora, non mi avresti creduta… sono stata brava a nasconderti la verità, vero? Mi dispiace, ma quando l’ho saputo, tu eri troppo impegnato a recitare nel teatro della nostra scuola. Sì: era un mercoledì di un mesetto fa…
Per questo motivo ti ho sempre detto di lasciare il teatro… e lo so benissimo che ho sbagliato…
Sia a non dirti nulla, che ha convincerti a mollare tutto per una ragazzina.
Ora mi trovo a casa mia… sì… anche se me ne sono andata, ho chiesto ai miei di non fare il giorno dopo il funerale, ma di aspettare fino a lunedì… almeno posso ancora assaporare la scena di qualcuno che finalmente si è reso conto che mi vuole bene e che in questo momento sta piangendo perché ha capito di avermi perso… in tutti i sensi…
Oh, cavolo! Un’altra lacrima sta rigando il mio piccolo viso…
Hai presente tutti quei momenti in cui ti ho detto di non correre per pendere l’autobus? O ti ho detto di non mangiare tutti quei dolciumi? O che iniziavo un discorso e non lo finivo?...
Sì… era perché sapevo che comunque le cose si sarebbero aggravate…
Ora ti voglio spiegare una cosa che sicuramente ti ha portato a farti varie domande.
Hai presente quel peluche? Sì, quel coccodrillo verde? Ok… il verde lo sai perché l’ho scelto…
Ma perché proprio un coccodrillo? Semplice. Volevo che ti rimanesse qualcosa che mi piace da morire… e tu sai benissimo quanto amo questo bizzarro animale…
Già… io ho amato, finché ho potuto, i coccodrilli… e ho sempre odiato il verde…
Ehi: ci hai mai fatto caso ad una cosa? Il mio colore preferito è l’azzurro cielo… il tuo è il verde prato… che coincidenza vero?!
Insomma: il mio è l’azzurro, il colore dei tuoi magnifici occhi, e il tuo è il verde, il colore dei miei…
Siamo unici…
E pensa che da questi occhi verdi smeraldo stanno cadendo tantissime goccioline… sì… e mi stanno bagnando sia il volto che il foglio…
Sappi che se trovi bagnato, è colpa mia!
Ok… ti dovrei dire mille cose, di cui non ti ho mai parlato perché ho avuto sempre paura di svelarti la verità sul mio conto, ma ora non posso fare questa lunga lista. Non ce ne sarebbe il tempo, e poi non ti voglio scocciare proprio alla Vigilia… non mi pare giusto nei confronti della tua famiglia.
Sei importante. Sei unico. Sei il migliore. Sei magico. Sei adorabile. Sei bellissimo. Sei perfetto…
Te l’ho sempre detto, magari non tutti insieme se no mi avresti presa per scema, ma te l’ho detto, ed è questo quello che importa ora, in questo preciso istante…
Non mi dire che stai piangendo, è?! Non puoi abbassarti a certe cose, vero amore mio?
Siamo a New York, insomma: una delle città più belle in tutto il mondo… e nessuno può permettersi di piangere qui… perché è da bambini… ma sappi che, allora, mi devi considerare tale, perché sono una fontana in questo momento.
Chissà ora che penserai di me… ti ho rovinato il Natale… mi dovresti odiare, come minimo!
Già… il Natale… la festa che amavo di più… ma quest’anno non è stata bella come gli anni passati.
Ti devo dire solo una cosa, ora… ti voglio un mondo di bene… ti avrei donato la luna, se solo me lo avessi chiesto… ti amo per quello che sei… e scusa se non ho mai avuto il coraggio di dirti nulla…
“Un’amore non potrà mai sbocciare, se uno dei due ragazzi non c’è più…”.
E purtroppo la nostra storia è questa… e doveva andare così… mi dispiace da morire…
Che battutaccia, però…! Anche in momenti così mi metto a scherzare… sono una povera stupida.
Ero uno povera stupida, più che altro…
Senti… ora io devo andare… domani abbiamo scuola, e non ho ancora studiato…
Allora… buon Natale, tesoro mio… sappi che eri l’unico motivo per cui andare avanti… ti amo…
Erika

Una lacrima, poi due, e tante altre incominciano a rigare il viso del quattordicenne…
Perché? Perché doveva andare a finire così? Domande su domande assalgono la sua mente.
-          Ehi, Lucas, che hai? Perché piangi? – gli chiede la madre.
-          È? Ah, mamma: sei tu… - risponde lui triste. Ancora non si asciuga le lacrime calde sulla faccia. – Ehm… io… non mi sento troppo bene… vado a farmi un giro… ci vediamo più tardi! – dicendo questo, si alza dal divano e si dirige verso la porta. Prende il cappotto e le chiavi del motorino.
-          Lucas! Aspetta: ma dove vuoi andare il giorno della Vigilia di Natale a quest’ora?
-          Devo andare… devo andare a salutare una persona. - Dice queste frasi con gli occhi più bagnati di prima, ma non si scoraggia e riesce a tenere la voce ferma.
-          Ok… ho capito… - dice la madre con un minuscolo sorriso. – Vai pure da Erika…
A sentire quel nome, Lucas incomincia a singhiozzare. La madre gli si avvicina e lo abbraccia – Mi dispiace, tesoro… Vedrai che passerà…
-          Mamma! Ma perché non ho capito subito che qualcosa non andava? Perché? Perché lei non mi ha detto nulla? Potevamo trascorrere momenti migliori, e invece io l’ho trattata anche male in questi ultimi tempi… perché? – disperato?... di più…
-          Perché le cose dovevano andare così… punto e basta, Lucas. Adesso vai da lei!
Si staccano e Sally guarda gli occhi lucidi del figlio…
-          Vedrai che le farà piacere averti lì con lei in un momento così…
Il ragazzo si gira, e si asciuga velocemente il viso. Abbassa il chiavistello e apre la porta.
-          La riporterò viva, lo giuro mamma…
Dicendo questo, esce finalmente di casa. Prende l’ascensore e si fa 15 piani.
Esce dal condominio e arriva al suo adorato scooter. Nero… nero come la morte.
Si mette il casco. Sopra c’è una scritta “Noi due… insieme per sempre…”. Una dedica da parte di Erika di qualche mese prima… Per sempre… come se fosse possibile…
Accende il motore e parte. Sa benissimo dove abita la sua migliore amica. Non è mai stato a casa sua, ma si era fatto un’idea di dove vivesse…
Corre… lungo le strade di New York. Migliaia di gente è lì, che lo guarda come per dire “Ma chi è quel pazzoide che corre con lo scooter a mezzanotte della Vigilia di Natale?!”. Sì, sicuramente si sono fatti quella domanda.
Lui però non pensa a chi lo sta guardando. No. Lui pensa solamente a lei. Alla loro amicizia nel tempo. Al suo cuore. A quel poco che n’è rimasto, ormai…
Corre… sempre più veloce. Le lacrime però vanno più veloci del suo motorino. Già. Come i suoi pensieri, d’altro canto.
Si chiede il motivo per cui non gli abbia detto niente della sua malattia, del suo dolore… delle sue sofferenze… il perché non gli abbia mai detto che per lei lui non era solo un semplice migliore amico, ma un qualcosa di più… forse… l’amore della sua vita…
O forse era lui che si stava sbagliando… perché non si era mai accorto che lei non era un’amica qualunque… ma… qualcosa di estremamente importante…
“Ti amo… sì… l’ho detto Erika!”. Si dice fra sé e sé.
“E non smetterò proprio ora che l’ho scoperto!”
Ripensa a tutto ciò che hanno vissuto insieme: le passeggiate per i grandi centri commerciali, i votacci dei compiti in classe, gli amori, gli amici… loro erano un tutt’uno, e non avrebbero smesso di esserlo in quel momento solo perché un piccolo ma grande cuore stava per smettere di battere.
“Sto arrivando, amore mio… aspettami…”
Si ferma. È arrivato. Si trova davanti ad un enorme grattacielo, molto simile al suo, in fondo. Entra e si catapulta al 5° piano. Gira a destra. E si ferma davanti alla seconda porta. Sa benissimo dove abita Erika: lei gliene parlava sempre… gli aveva descritto tutto alla perfezione.
Rimane immobile. Guarda la porta che però non sa rispondere alle domande che lui si è posto pochi minuti prima sullo scooter in giro per New York. Niente. Non gli vuole proprio rispondere.
Suona il campanello. Aspetta qualche secondo, finché qualcuno non gli apre.
-          Lucas! – urla Courtney, la madre di Erika – Che ci fai qui?
-          Devo vederla prima che sia troppo tardi!
Rimangono immobili per minuti interminabili, o forse anche solo per pochissimi secondi. Delle lacrime cominciano a rigare il volto del quattordicenne. E così, per vergogna, abbassa lo sguardo e cerca di asciugarsi con la manica del cappotto gli occhi, ma due braccia lo avvolgono in un abbraccio.
-          Lei non ti vorrebbe vedere così, lo sai perfettamente… - dice la signora tenendo stretto quel ragazzo che può essere tranquillamente suo figlio.
-          Ma io… come ho fatto a non capirlo prima? Sono sempre stato con lei… come ho potuto non accorgermi che l’amore della mia vita stava male?! – lacrime continuano a rigargli il volto. Ormai anche Courtney ha gli occhi lucidi, ma si fa forza, come sempre.
-          Vedi, Lucas, è che lei… lei ti ama… e non vuole che tu soffra per lei… tutto qui…
-          Ma… perché sta usando il presente?
-          Vieni con me! – un piccolissimo sorriso si allarga sul volto della donna – Devi essere tu a salutarla per primo e per ultimo… sei il suo ragazzo, no? – la signora fa l’occhiolino al ragazzo, che però non riesce a capire cosa vuole dire. Gli prende una mano e lo porta lungo un corridoio infinito.
-          Ma ci stiamo dirigendo verso la sua camera? – chiede lui.
-          Sì…
-          Ma non mi sembra il caso che io vada a trovarla… insomma: io non sono nulla in confronto alla sua famiglia!
-          No. Non capisci, vero? – chiede lei, sempre sorridendo. Come fa quella donna a sorridere se sua figlia se n’è andata il giorno prima? Lucas non sa rispondersi.
Sono arrivati. Una porta li divide da Erika. Lui sente la sua presenza dietro quell’ostacolo.
-          Vuoi vederla? – ora la donna è seria, e guarda negli occhi azzurri l’altro che annuisce impaurito da una parte e felice da un’altra.
La porta si comincia da aprire. Davanti a loro ci sono diverse persone. Quest’ultime si girano verso il ragazzo che li guarda terrorizzato. La gente lo continua a fissare, ma è bastato un cenno di Courtney per far allargare quella folla per farli passare.
-          Fate spazio! Lui è Lucas… - dice la donna.
Mormorii. Tanti. Per tutta la camera della ragazza. Camminano in mezzo a tutta quella gente che lo guarda strano. Si stanno avvicinando a qualcuno però. Lei è lì.
-          Erika… - le sussurra la madre da qualche metro di distanza.
Lucas fissa quella donna dalle mille sorprese come per dire “Ma che sta facendo?”.
-          È arrivato…  - continua.
Niente. Lucas non vede ancora, però, la ragazza. Sono a qualche metro da lei e hanno diverse persone davanti. Alla fine anche quest’ultime si spostano ai lati della camera.
Eccola. Lì sul suo letto da una piazza e mezza. In mezzo a tutta quella gente. Lui la guarda. È strano vederla così. Una lacrima gli riga il viso. Lei è sdraiata e indossa un vestito rosso fino alle ginocchia. E ha degli stivaletti neri con un tacco basso. Ha i capelli sciolti che coprono maggior parte del grande cuscino. Ha gli occhi chiusi.
-          Davvero, mamma?
Non è possibile.
-          Ma come…? – chiede lui guardando la donna, poi risposta velocemente lo sguardo alla quattordicenne che ha riaperto gli occhi verdi smeraldo. Quei magnifici occhi, secondo lui.
-          Sì, tesoro mio… - continua la madre.
-          Ma Erika… tu non sei…? – chiede il ragazzo più confuso che mai.
-          Ciao Lucas! Bhè… mi avevano detto che me ne sarei dovuta andare ieri pomeriggio, ma fortunatamente il mio cuoricino batte ancora… - dice la ragazza che lo fissa. Sorride. Un sorriso leggero ma che fa sorridere anche tutti coloro che si trovano nella stanza.
-          Ed il mio batte ancora per te… - risponde lui abbassando lo sguardo. Si vergogna a dirlo davanti alla sua famiglia, padre compreso, ma ormai è giunta l’ora di dirsi le cose in faccia.
-          Mamma – chiama Erika.
-          Sì, tesoro… subito… - e fa cenno a tutti gli altri di andarsene. Però, tutti quanti, prima di uscire da quella camera, danno un bacio alla ragazza. Diverse lacrime incominciano a scendere dal viso del fratello, Mark, dei cugini, Fran, Mattew, Eliza, Tom, degli zii, Violet, Edward, Veronika, Simon, Alexia, dei nonni, Francisco, Elsa, Enrica e Paul, del padre Jake e di Courtney. Poi escono tutti. Lasciando soli i due ragazzi che ora si trovano in imbarazzo.
-          Vieni… mica ti mangio! – dice lei sorridente.
Lui le si avvicina piano. Si siede accanto a lei, che gli fa spazio. Ora lui è seduto e lei sdraiata su quel letto.
-          Perché sei vestita così? – chiede lui ancora con le lacrime agli occhi. Si sforza di sorriderle, ma non c’è proprio niente da fare.
-          Bhè… vedi: a cinque anni i miei zii mi hanno regalato un vestito rosso con die brillantini sul corpetto… io adoravo quel vestito, ma con il tempo sono cresciuta ed il vestito non mi è più entrato. Così, da quell’anno, ad ogni Natale, ho chiesto che mi regalassero un vestito rosso. E diciamo che quest’anno mi hanno accontentata… - risponde lei. Una lacrima. - … mi dispiace… volevo dirtelo, ma ho avuto paura che tu…
-          Non mi importa… - dice lui non facendole finire la frase.
-          Ma…
-          Lascia stare! – ora però abbassa lo sguardo – Ti voglio chiedere una cosa, però…
-          Dimmi tutto…
-          Quanto… quanto ti rimane?... – chiede lui speranzoso: sperava che gli dicesse che il peggio era passato.
-          Bhè… - la voce trema – molto probabilmente stasera io… ecco… - singhiozzi…
Lucas, d’impulso, abbraccia l’amica.
-          Scusa, amore mio… non volevo farti soffrire ancora di più… - il ragazzo è sincero e stringe la presa.
-          Come mi hai chiamata, scusa?
-          Amore mio… non va bene il fatto che chiami in questo modo l’amore della mia vita?! – chiede lui che ora la guarda negli occhi.
-          Io… non pensavo che…
-          Neanch’io a dir la verità… - risponde lui allontanandosi e abbassando lo sguardo per paura di incontrare quello di lei.
-          Quindi ora puoi rispondere alla mia domanda… - pensa lei ad alta voce…
-          Quale?
-          Cosa sono io per te? – chiede lei arrossendo.
-          Domanda di riserva? – chiede lui imbarazzato.
-          Certo… come no… - dice lui girando la testa dall’altra parte. Si è illusa che il suo migliore amico abbia capito che lei era davvero importante… e invece…
-          Dai, su… scherzavo… mi dispiace…
-          E allora rispondimi!! – dice lei ora arrabbiata. Si gira verso il ragazzo con gli occhi pieni di lacrime – ogni volta che ti ho posto questa domanda, tu mi hai risposto allo stesso modo… ma ora io mi sono davvero stufata e se tu non vuoi  dirmi la verità, bhè… sappi che è tardi ormai per rimediare perché io ho aspettato tanto per dirti che ti amavo, ma per te quella lettera non significa nulla, vero?! – furiosa. Delusa. Amareggiata.
-          Non ho detto questo, Erika! È solo che io… mi vergogno da morire a dire certe cose… - dice lui con gli occhi incatenati a quelli di lei.
-          Ma ora siamo solo noi, cavolo, Lucas! – dolore. Non solo morale. Anche fisico. Qualcosa non va.
-          Ok… vuoi che te lo dica? Perfetto. – lo sta per dire – Ti amo, Erika Sky, sì… ti amo con tutto me stesso, e purtroppo l’ho scoperto solo ora perché ero troppo impegnato a guardare le altre, e non mi sono reso conto che l’amore della mia vita è sempre stato davanti ai miei
 occhi… - lo dice tutto d’un fiato. Rosso peperone.
-          Davvero? – sollievo. Ma il dolore non vuole andare via.
-          Certo… per me sei importante…
-          Anche per me… e lo sai perfettamente… - dice lei che abbassa lo sguardo per la vergogna.
Quando rialza lo sguardo, trova davanti sé quel ragazzo con gli occhi color cielo a pochi centimetri da lei.
-          Lucas… io… ti devo dire una cosa però, prima che accada qualsiasi cosa…
-          Ti voglio baciare ora…
-          Aspetta. Non sto bene… mi fa male il petto… ho paura, amore mio. – dice lei con la paura negli occhi.
-          Davvero? – dice lui allontanandosi. – Se vuoi chiamo i tuoi genitori…
-          No! – urla lei e lo prende per il colletto della camicia bianca – Loro sanno già che da un momento all’altro io me ne posso andare, ed è per questo che mi hanno salutato tutti prima. – Lacrime scendono lungo il suo candido viso – Io ora voglio solo te, e nessun altro… fa in modo che possa vivere il momento più bello della mia vita ora, prima che me ne vada per sempre da questo mondo infernale… baciami!
Lui la guarda sorpreso. Ma per lui, ogni suo desiderio è un ordine. Si avvicina delicatamente a quel visino. Non è truccata per niente, e sta anche piuttosto bene. Lei chiude gli occhi; vuole assaporare bene ogni particolare di quel momento. Lui si avvina sempre più e chiude anche lui gli occhi. La distanza è annullata.
Era il primo bacio, per lui. Non l’aveva mai detto a nessuno, ma è la pura verità. Per lei è tutto diverso. Il loro bacio è a fior di labbra. Lei sdraiata sotto lui seduto e piegato verso di lei.
-          Ti amo… due semplici parole… non sono mai servite a niente tutte le altre… - sussurra piano lei sulle labbra di lui.
-          Lo so… ti amo anch’io, piccoletta. – e continua a baciarla appassionatamente. Il loro è un bacio pieno di emozioni: dolore, gioia, paura, amore, tristezza… una lacrima corre giù per il viso di lei. Ed un’altra lungo quello di lui. Quella di lui cade sul viso della ragazza e si congiunge alla gemella… all’anima gemella… solo in quel momento capirono il significato di quell’espressione.
Lucas sente benissimo il calore del corpo della sua ragazza… ma sta finendo, ed infatti il loro bacio si spegne man mano che i minuti passano. Lui non sembra farci caso e continua a baciarla, finché lentamente non si stacca da lei…
-          Erika!! – perché ha gli occhi chiusi? Perché è bianchissima? – Ti prego: svegliati!!
La porta della stanza si apre immediatamente.
-          Cos’ha? – chiede Mattew seguito da Fran, i cugini di Erika.
-          Non lo so… ci siamo baciati e poi…
-          Cosa? Tu hai baciato mia cugina? – le lacrime sul viso di Fran si fanno vedere.
-          Bhè…
-          Fran! Non è il momento. – Mattew è lì, vicino alla cugina, che sembra non volersi svegliare. – Ehi, cuginetta! Ti scongiuro: svegliati!!
-          È inutile… - dice l’altro cugino… si avvicina lentamente a quel corpicino – Addio cuginetta… ti voglio bene… lo giuro… - e le dà un bacio sulla guancia.
-          Mi mancherai… - dice Mattew che la guarda con occhi pieni di lacrime. – Bisogna avvertire gli altri… - dice poi riprendendosi.
-          Già… Lucas, rimani tu con lei, vero?
-          Certo… - risponde lui che ormai non aveva più il controllo dei suoi occhi azzurri.
I due si allontanano ed escono. Lucas li sente dire qualcosa agli altri, e poi sente singhiozzi, lamenti, urla… fa davvero male…
-          Addio, amore mio… giuro che ti vorrò bene per sempre… - dice lui dandogli un ultimo bacio a stampo.
La gente comincia ad entrare nella stanza e si avvicina alla ragazza. Al suo corpo. E piangono tutti quanti. Lucas si allontana ed esce dalla stanza, ma una mano lo ferma.
-          Lucas… ti devo dire una cosa… - dice il fratello di Erika, Mark.
-          Dimmi tutto…
-          Lei… ti ha lasciato una cosa… - delle lacrime si fanno spazio anche sul viso del bambino che ha solo 10 anni. Porge al ragazzo una busta. – E’ per te…
-          Grazie… - detto questo lo abbraccia e lo lascia sfogare.
Si allontanano e il bambino trona vicino ad Erika. Apre la busta. È ovviamente una lettera.

Ciao Lucas,
vedo che sei giunto fino a casa mia. Se no mio fratello non ti avrebbe dato questa lettera.
Ti volevo solo dire un’ultima cosa.
Ti amo. E non mi vergogno a dirlo. Lo urlerei a tutto il mondo se potessi.
Sei importante. Sei il mio cielo.
Siamo cielo in terra… come i nostri occhi… azzurro cielo e verde erba…
Sempre insieme… nel bene e nel male… dovunque e per sempre…
Erika”

Singhiozzi, ormai. Le mani arrivano agli occhi per asciugarsi quelle stupide goccioline…
-          Ti amo Erika… e non smetterò mai di farlo… te lo giuro, angelo mio… - dice fra sé e sé.
Lunedì 26 Dicembre: Giorno del funerale di Erika
Una giornata iniziata male. E che finirà peggio.
Il funerale è iniziato. E sta per finire. Tutti salutano la piccola bara davanti a loro, ma c’è qualcuno che prende in questo preciso istante la parola. È Lucas.
-          Buongiorno a tutti… - inizia – voglio solo dirvi due parole. Io non sono un parente di Erika – a quel nome, la voce comincia a tremare – ma gli ho voluto bene, anzi. Gli voglio bene, perché sono certo che lei ora ci sta guardando da lassù. Da quel cielo che oggi si presenta nuvoloso, come il nostro umore. Lei non credeva nel paradiso, né tanto meno all’inferno, ma ha sempre creduto che l’anima di un corpo sarebbe rimasta qui, in mezzo a noi… perciò, se l’anima dell’amore della mia vita è qui vicino a noi, voglio dire una cosa… Ti amo, Erika… mi dispiace non aver capito prima le tue sofferenze ed il tuo dolore… mi dispiace averti presa in giro… mi dispiace di non essere stato come un vero principe azzurro… perciò ti voglio dedicare una canzone… - si avvicina al pianoforte e si siede. – questa canzone s’intitola Critical…
Incomincia a cantare… suona benissimo… tutti lo guardano meravigliati.
Ora tutti hanno capito che l’amore di quei due non finirà mai…

 

MySpace
Ma quant’è lunga questa ff? undici pagine di Word, ragazze… 3 gironi per scriverla… allora: com’è???  Un po’ malinconica, è? Lo so, ma non c’è gusto se no… vabbè mi aspetto minimo 6 recensioni… chiedo troppo? Buon Natale a tutte… ciau u.u Karenita xD

  
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