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Autore: Looking at the Rainbow    21/12/2011    3 recensioni
Aveva quindici anni Andromeda, era una Serpeverde e aveva due sorelle, Bellatrix e Narcissa.
Faceva parte dell'antichissima casata dei Black la cui ricchezza era invidiata in tutto il Mondo Magico.
Eppure ad Andromeda non piaceva la sua vita.
Una storia sulle sorelle Black, in un periodo in cui erano ancora unite, anche se qualcosa stava per cambiare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Ancora quattro mesi



Aveva quindici anni Andromeda, era una Serpeverde e aveva due sorelle, Bellatrix e Narcissa.

Faceva parte dell'antichissima e nobilissima casata dei Black, famosi Purosangue la cui ricchezza era invidiata da tutto il Mondo Magico.


Eppure ad Andromeda non piaceva la sua vita.


No, signore; odiava quelle stupide feste alle quali doveva partecipare vestita in modo assurdo e doveva comportarsi bene con tutti.

Odiava il non poter essere come gli altri, non potersi sposare per amore o far amicizia con chi voleva.

Odiava la falsità di quella gente così apparentemente perfetta che popolava da sempre il suo mondo.

Odiava la maggior parte dei suoi compagni di Casa che sembravano vivere di quelle sciocchezze.


Questo però, da buona Black, lo nascondeva. Come nascondeva le lacrime nei momenti più difficili o una risata fragorosa nei rari momenti allegri.


Perchè era ciò che voleva la regola dei Black: il controllo, sempre.

Come se fossero delle statue e non degli esseri umani.


Questo era quello che pensava Andromeda il 10 febbraio del 1968.


Se ne stava seduta in un'aula vuota a vedere la gente che passava, invidiando quei gruppi di ragazzi che ridevano allegri, spensierati e soprattutto incuranti dei suoi problemi.

Si era rifugiata lì quel giorno, decisa a studiare per i G.U.F.O che l'attendevano alla fine dell'anno, ma come sempre la sua testa l'aveva portata altrove.

Stava cercando di riconcentrarsi sul libro di Trasfigurazione abbandonato sul banco, quando qualcuno fece irruzione nell'aula.


"Andromeda!"


La voce di sua sorella Bellatrix la chiamò portandola lontana dai suoi pensieri e dalla Trasfigurazione; in poche parole alla realtà.

Perchè Andromeda si sentiva sempre un po' in soggezione quando si trattava di lei; era affascinante Bellatrix, con quei capelli lunghi, ricci e neri quanto il suo cognome che le arrivavano alla schiena e quel portamento elegante, ma allo stesso tempo sciolto che indicava quanto fosse sicura di se stessa e quanto si sentisse a suo agio.

Non era sola però; dietro di lei come una pallida ombra se ne stava un'esile ragazzina di tredici anni con i capelli biondi raccolti in una coda e lo sguardo ammirato rivolto alla sorella.

Andromeda pensò che Narcissa vedesse Bellatrix come un mito, un esempio difficile da imitare.

Concentrò la sua attenzione sulla sorella maggiore che la guardava con un'espressione soddisfatta sul viso.


"Dimmi, Bella"

"Ha detto che potrò farne parte"


Andromeda ci mise un attimo a capire di cosa stesse parlando.

Erano tre mesi che Bellatrix pregava di essere accettata tra i Mangiamorte, i seguaci dell'Oscuro Signore. Quel mago che per inseguire i suoi ideali di purezza di sangue era disposto ad uccidere chiunque trovasse sul suo cammino.

I Black lo adoravano e sua sorella non faceva eccezione, Andromeda però non la pensava come lei, anzi come loro e cercava di rimandare il giorno in cui le sarebbe stato chiesto di seguire le orme della sua famiglia.

Ancora non sapeva cosa avrebbe fatto.


"Quando?" si limitò a chiederle.

"A giugno, dopo i M.A.G.O."


Bene, quindi aveva quattro mesi per far finta che non sarebbe successo niente, per altri quattro mesi sarebbero state solo Meda, Cissy e Bella; tre sorelle, legate nonostante tutto.

Poi il futuro era soltanto una nebbia indistinta; Bellatrix aveva scelto la sua strada, lei e Narcissa ancora no, ma forse dopo non sarebbero state più tutte insieme, a lottare fianco a fianco.


"Vedo che sei sempre sicura" disse Andromeda.

"Certo, sorellina" le rispose Bella con un sorriso arrogante.


Ricordava come erano fino a qualche anno prima quando quelle lotte e quegli ideali erano cose insignificanti e il problema più grande era Cissy che non le lasciava studiare o la noia dell'ultima festa a cui erano state. In quei tempi Bellatrix Black era soltanto Bella, la ragazzina spigliata e un po' altezzosa a cui voleva un gran bene.

Allora lei ed Andromeda erano legatissime e Cissy era la loro piccola rompiscatole.

Poi però verso il terzo anno ad Hogwarts le amicizie di Bella erano cambiate rispetto a quelle di Andromeda e piano piano tra loro si era creato un muro che le aveva rese un po' più fredde e distaccate.

E quando era stato il turno di Narcissa ad entrare ad Hogwarts, Bellatrix l'aveva presa sotto la sua ala protettrice e la ragazzina da allora era la sua ombra.

Ma non era cattiva Cissy, solo debole.

Fu questo che spinse Andromeda a fermarla, quel giorno, mentre lasciava l'aula al seguito della sorella.


"Aspetta Cissy! Devo dirti una cosa" esclamò.

Quella si fermò titubante e tornò sui suoi passi fino a fermarsi davanti a lei.

"Non devi seguire per forza Bellatrix in questo" le disse.

Narcissa la guardò, poi abbassò gli occhi e sussurrò: "Lo so, però non è facile Meda. Non negarlo"

"Già"

"Cosa pensi di fare quando dovrai scegliere? Abbandonerai la tua famiglia? Abbandonerai noi?" le chiese Narcissa.

"Non ne ho idea, però tu sei buona Cissy e sei gentile, premurosa e pronta ad amare"

Lei la guardò con gli occhi lucidi. Andromeda continuò: "Ti ricordi quella frase che abbiamo letto insieme qualche anno fa? Basta una stilla di male per gettare un'ombra infamante su qualunque virtù"


Narcissa annuì.


"Fa' che non sia così per te. Hai tante virtù che non meritano di essere nascoste"

"Vedremo, Andromeda, vedremo" rispose Narcissa.


La guardava indecisa, alla fine però girò sui tacchi e lasciò l'aula.

Andromeda, rimasta sola, pensò che in fondo aveva fatto il possibile, ora ognuno doveva prendere la sua decisione.

Decidere per il proprio futuro.

Non sapeva se in quel futuro sarebbero state ancora Bella, Cissy e Meda, ma non ci voleva nemmeno pensare. Mancavano ancora quattro mesi, quattro mesi per sperare che tutto si sarebbe risolto per il meglio.

 

Mug's Corner: Beh, eccola. La mia prima storia sulle sorelle Black, scritta parecchio tempo fa e rimasta a marcire nel mio computer. Alla fine mi sono decisa a pubblicarla. Vi ringrazio per essere arrivati a leggere fin qui e spero che vi sia piaciuta almeno un po'.

  
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