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Autore: Bitchcraft    21/12/2011    4 recensioni
"Non lasciarmi Frank" ho paura . Penso rivedendo nella mia mente la parata persuasiva e invitante. "Non lasciarmi andare"
Genere: Drammatico, Erotico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FF nata mentre andavo a scuola una settimana fa,in passante.Abito a Milano e alle 6 e mezza (ora di cui esco da casina >->) fa un freddo bega e c'è la nebbia,sssso...mi è venuta in mente la fine :3 LOL si,ho scritto prima la conclusione e poi il resto,ma vabè :'D nulla è un po' sclerata,non dovevano neanche fare yeye ma..bho è venuto così *mmh* la dedico a Mama we're all full of lies , anche se probabilmente non la leggerà mai perchè quanto può fregargliene delle mie storie? LOL eniuei va a lei,perchè spero ancora di far scomparire i pallini dalle porte xD
ok,buona lettura,i pomodori alla fine gentilmente :3
Disclaimer: Non sono miei,Gee non è un pazzo visionario,non fanno yeye (certocerto..) e non ci cavo un soldo bucato :D





Appena tornati dal concerto ci rintaniamo tutti nelle nostre cuccette,sfiniti.

Bacio appena di sfuggita Frank,a fior di labbra,come buonanotte dopo esserci levati i costumi della black parade ed aver ripulito i volti dal misto appiccicaticcio di sudore e cerone.
Vorrei passare la notte con lui,ma sono stanco,talmente stanco...
Sdraiato sul mio piccolo materasso avverto le palpebre calare inesorabili, indifferenti al mio desiderio;sospiro trovando finalmente un po' di riposo per i miei occhi e i miei arti indolenziti.
Talmente stanco...

Un faro chiaro mi abbaglia,privandomi della vista per qualche fastidioso istante.
Mi guardo intorno,sbattendo freneticamente le palpebre per far si che le macchie luminose spariscano dalla mia visuale.
Un cimitero.
No,non ci sono lapidi...è solo un luogo ,è familiare,ma non tento neanche di trovargli una collocazione geografica o temporale,qualcosa mi dice che non potrei in ogni caso.
Il cielo è cupo,ma non scuro,composto da uno spesso strato di nuvole grigie.
Non comprendo se è mattina o pomeriggio;decido di non affidarmi alle ombre degli alberi spogli,non ne analizzo l'angolatura,mi danno l'idea che sia così che debbano essere,come se non dipendessero da un qualche sole,ma fossero semplicemente incastonate lì da un eternità.
Fa freddo.
Un freddo secco e tagliente che penetra nei miei abiti.
In effetti,non avevo fatto caso a quello che indosso,non ho mai visto questi vestiti,non mi appartengono.
Oh si aspetta...i costumi.È il mio costume per i concerti,il travestimento per la black parade,ma più curato,di un tessuto migliore.
Alzo di scatto la testa a un rumore di passi sempre più affrettati,non faccio tempo a chiedermi da dove provengano che due mani gelide mi cingono una gamba facendomi scattare automaticamente di lato,impaurito.Col fiato corto guardo cosa ha tentato di strattonarmi e,più o meno alla altezza del mio ginocchio,vedo un omino piccolo e ossuto,con due profonde occhiaie violacee a incorniciargli gli occhietti acquosi.
Anche lui è vestito come me,ma porta un alto cappello rigido con un piccolo pennacchio sfoltito.
"La stavamo aspettando" sibila allungando la mano scheletrica sul suo petto,per piegarsi in un piccolo inchino composto. "Adesso mi segua"
Lo guardo scettico allungare un braccio verso di me
"Chi sei?" domando stupendomi di quanto la mia voce risulti ferma "chi mi sta aspettando?" 
"Ma la parata,chi altri?"
Spalanco leggermente gli occhi,stupito.
"Forza,mi segua" lascia ricadere l'arto,sconfitto,e mi fa segno di stargli dietro.Seppur titubante lo affianco,l'eccessiva curiosità è sempre stata una mia pecca.
Risaliamo una collina e più volte rischio di scivolare sulla terra umida 
"Su" mi incita "Non vorrà farli attendere oltre"
Annuisco e con uno sbuffo lo raggiungo sulla cima piana
"Eccoci.vada forza,vada al suo posto,siamo in ritardo!" esclama e sembra emozionato dalla cosa
"Non puó essere.." esalo fissando il panorama di fronte a me.
Ai piedi del colle c'è una banda,un lungo carro circondato da marcianti scuri,di altezze e fattezze differenti,ma con la stessa divisa nera.In prima fila i tamburi,immobili ed impettiti,poi i fiati ed infine tre ordinate file delle più svariate creature,tutte con indosso un abbigliamento vagamente militare.Una parata silente,pronta alla marcia.
"Voi...siete frutto della mia immaginazione,vi ho inventati io,non potete esistere.." sussurró esterrefatto
"Ma che sta dicendo??Forza si sbrighi!Salga sul carro,veloce!" 
L'omuncolo trotterella giu dalla discesa e dopo essermi riscosso mi affretto a seguirlo.
Come può essere? Che non sia stato puro frutto della mia mente malata?Che il concept derivi da qualcosa che ho gia visto e dimenticato?
Arrivato ai piedi del carro due alti scheletri perlacei mi si avvicinano e giungono quelle che un tempo dovevano essere
due mani  così da permettermi di salire.
I miei piedi non hanno ancora toccato la base in legno quando un volto familiare attrae la mia attenzione
"Frank!" esclamo sollevato nel
vedere i suoi lineamenti dolci così familiari.Immediatamente faccio per raggiungerlo ma tranquillamente mi indica il microfono,in punta al carro;vacillo qualche secondo,sorpreso,ma lo nota e mi sorride flebile,facendomi nuovamente segno di prendere posizione.Ancora un po' scosso annuisco e faccio appena caso al resto della mia band disposta sulla piattaforma mentre mi volto a fronteggiare il lungo viale battuto che ci si staglia davanti.
Faccio un respiro profondo e meccanicamente porto le mani all'asta nera del microfono, lunga e lucida;al mio minimo sfioramento si sente un tonfo potente che ci circonda e mi fa sobbalzare.
Freneticamente mi guardo attorno,il marciante in capo batte tre colpi profondi sul tamburo,lenti e ritmati;in risposta il resto della banda fa tre passi pesanti sul posto,all'unisolo.
Un altro colpo solitario e la parata prende vita.
Il carro inizia a muoversi in contemporanea con la folla intorno a me.
Partono le prime note di 'welcome to the black parade' e sorrido,questa la conosco.
"When I was,a young boy,my father,took me in to the city,to see a marching band..."
Le note del piano sono nitide,non riesco a dargli una provenienza,sembrano sparse nell'aria.Mi lascio trasportare dalla musica,mentre va in crescendo,calandomi completamente nella parte,come ogni sera ai concerti.
"And when you're gone we want you all to know...We'll carry on!" la nota mi sembra facile,naturale quasi,non devo sforzarmi,non ho paura di stonare,semplicemente so di essere in grado di produrla.Sul carro volano rose nere,un pubblico,un mugolo di individui anch'essi vestiti di nero stanno lungo entrambi i lati della strada,ci incitano,chiamano il mio nome,mi adorano.
Esaltato continuo a cantare, aggredendo il microfono,gesticolo completamente rapito dalla situazione,finchè non vedo,all'inizio della marcia,un bambino,e la voce mi muore in gola.
"We'll carry-" la parata  si arresta nell'attimo esatto un cui smetto di respirare,in perfetto sincrono col tonfo che sento chiaro nel petto.
Quel bambino,è vivo.
In questa massa pallida e ossuta di cadaveri,c'è quel ragazzino innocente;avrà 9 anni al massimo,le guance hanno perso parte della loro naturale colorazione rosea,e le occhiaie profonde lo fanno apparire un po' emaciato,ma è vivo,posso sentire il suo cuore battere fino a qui,come se fosse amplificato.
In testa ha una bandana,e al braccio ha una flebo,si vede che fa fatica a camminare.
"HEY!" esclamo indicandolo "È vivo!Cosa ci fa qua??È vivo!!" ripeto stupito.
Sento come un rumore di campanelli,una risata leggera;una ragazza con lunghi capelli così biondi da sembrare bianchi mi passa di fianco,leggiadra.L'unica persona,fra quelle che posso vedere,vestita interamente di bianco.La pelle chiarissima sembra risplendere mentre danza fino a raggiungere il bambino.Fra le mani porta un nastro rosso che trascina con se facendolo 
volteggiare in delle spirali per aria.
Quando è in fronte al piccoli gli sorride tranquilla carezzandogli una guancia prima di estrarre,dalla lunga gonna delle forbici argentee e finalmente capisco
"NO!!" avvicina lentamente le forbici al filo e cerco automaticamente un modo per scendere,senza successo
"È SBAGLIATO!" urlo ormai disperato "Sbagliato..."
 L'uomo del mio concept,non è reale,non ho ucciso nessuno,e comunque,è adulto,quello è...un bambino.Perchè spezzare la sua vita così presto?Come puó l'innocenza di un bimbo essere punita con una fine tanto ingiusta?
"Frank!" gli corro incontro,senza più sapere cosa fare. "Frank dobbiamo fare qualcosa,Frank!" ma non reagisce.Mi guarda, impassibile,anche quando lo prendo per il bavero e lo scuoto,disperato "Frank cristo,aiuto!" Mi specchio nei suoi occhi spenti,vitrei,non li riconosco.Poggio una mano sulla sua guancia,gelida.
Improvvisamente mi ritraggo,come se la sua pelle scottasse.
"Tu non sei Frank."
Con una smorfia disgustata guardo una crepa partire dal collo della giacca,su per tutta la mascella,estendendosi per il volto,inespressivo.Lo osservo sgretolarsi,lentamente;la pelle sparisce come polvere nell'aria,finchè non torna ad essere uno scheletro,come tanti altri ne ho gia visti in questa parata.
Tutta la band,impostori,nessuno era reale. 
"Lontani,HO DETTO STATE LONTANI!"
Spaventato arretro quando gli scheletri iniziano lentamente a venirmi incontro,un'asse deve essere leggermente sollevata;inciampo,cado sulle mie stesse gambe e vedendomi accerchiato abbasso il capo,sconfitto.
"GERARD!"
Rialzo la testa,confuso,chi sa il mio nome?
"GERARD!!" ma è Frank...si questa è la voce di Frank!Abbasso le palpebre,ora mi salverà,so che ora verà a salvarmi.
Salvami Frank,salvami...

"GERARD PER L'AMOR DI DIO APRI GLI OCCHI CAZZO!"
riapro le palpebre di scatto,con un respiro profondo;mi sembra di non prendere aria da mesi.
"Gee!Cazzo mi hai fatto prendere un colpo!" automaticamente arretro andando a sbattere la testa contro la parete della cuccetta alle mie spalle.
"Hey!Stai buono per favore,sei gia abbastanza rincoglionito così,non hai bisogno di altre botte alla testa"
"Sei..tu,no?" sussurro titubante avvicinando una mano al  volto del moro accucciato di fronte a me "Sei..quello vero.."
"Quello vero?" ripete stranito "Gerard ma che cazzo stai dicendo?Non è che hai ricominciato a bere?!"
Si,questo è decisamente Frank.
Immediatamente mi lancio ad abbracciarlo,stringendolo stretto e obbligandolo a ricadere sul letto
"Frankie.." sussurro sollevato accarezzandogli i capelli "Volevano portarmi via Frank,mi avevano preso,mi ero lasciato fregare" mugugno al suo orecchio
"Cominci a farmi paura Gee.."
"Era la parata Frank,era stupenda,ma stavano prendendo un bambino,un bambino capisci?!Era  così piccolo Frank-"
"Gerard se è un fottuto scherzo non è divertente!" sbotta spingendomi via
"Ma.." balbetto stupito con ancora un braccio allungato "Frank io..no Frank te lo giuro è tutto vero!Frank devi credermi io l'ho vista!" esclamo singhiozzando "Non ti sto mentendo devi credermi!"
"Sssh,ssh,buono,stai calmo Gerard,calmo" mormora tornando al mio fianco.
Stringermi al suo petto piccolo,affondarvi la testa, è una sensazione strana,non mi sono mai sentito così fragile,e Frank non mi è mai parso così forte
"Era solo un bruto sogno Gee,urlavi come un pazzo,è stato solo un incubo" continua carezzandomi dolcemente il capo "È passato,ok?" mi sussurra alzandomi il mento finchè i suoi occhi incontrano i miei 
"Sono pazzo?" esalo debolmente
"Tutti hanno gli incubi Gerard.E comunque si,sei pazzo,ma lo penso dalla prima volta che ti ho visto,perchè pensi che io ti ami?" 
Mi scappa una risatina prima che le sue labbra si posino delicate sulle mie.Le nostre lingue entrano in contatto ed immediatamente percepisco tutta l'ansia che avevo accumulato abbandonare il mio corpo,strisciare via permettendo al mio petto di incanalare aria più facilmente.
Una sua mano si insinua sotto la mia maglia leggera accarezzandomi il petto
"Mmh gli altri dormono Frank..." protesto flebilmente
"Veramente le tue urla avranno svegliato chiunque nel raggio di 50 km Gerard" ridacchia sfilandomi la maglia "E poi,basta non urlare,no?"
Sorride rincollando le nostre labbra e spalmandosi contro di me nello spazio angusto.Faccio scorrere le mani sui suoi fianchi magri sollevando i lembi della maglia dei Green day troppo larga che porta per dormire 
"Ti sfido a non farlo" mi sussurra posandomi un bacio sulla tempia.
Scosta le mie mani per scivolare verso il basso e lentamente mettersi cavalcioni su di me,con la schiena leggermente piegata per non sbattere la testa .
Si piega sul mio petto,senza smettere di guardarmi,e lambisce la mia pelle chiara scendendo verso la mia eccitazione ormai evidente nei boxer.
Immediatamente risultano solo un impiccio e me ne libera dedicandosi al mio piacere;affannato mi aggrappo alle lenzuola chiare,sto impazzendo.
Questo ragazzo, questa sottospecie di demonio che ogni volta mi fa perdere la ragione...
Ben presto peró infiló una mano fra i suoi capelli e lo riporto di prepotenza alla mia altezza andando rapidamente a prepararlo.
Ho bisogno di lui.
Ho bisogno di avere la mente piena dei suoi ansiti,di ritrovare la familiarità di questo corpo minuto e perfetto sotto il mio.
Entro in lui piano,dolcemente,prendendomi tutto il tempo di questo mondo per analizzare ogni suo sospiro,ogni mia sensazione, imprimerli a fuoco nella memoria e portarli con me per sempre.
Lo sento fremere sotto di me,percepisco l'impazienza nei suoi occhi e nei piccoli rantoli repressi,ma evidentemente deve comprendere il mio bisogno di fare con calma,di sentirmi a casa,perchè si limita a tirarmi verso di lui,facendo coincidere i nostri petti affannati,carezzandomi piano i capelli con una mano,sospirando caldo sul mio orecchio.
Chiudo gli oggi.
Chiudo gli occhi per abbandonandomi alla sensazione di Frank intorno a me,le sue mani piccole e calde sulla schiena,il mio nome sussurrato.
Chiudo gli occhi e in un attimo la voce familiare del mio ragazzo si disperde come vapore nell'aria gelida di un inverno tetro che ormai mi è familiare,lasciando spazio alle risate cristalline,quasi finte,di due ragazze dai corti capelli neri,che sibilline mi prendono per mano,incitandomi a seguirle.Muovo qualche passo confuso osservandole,avranno la mia età,forse sono più giovani,la pelle è come di porcellana,innaturalmente perfetta,e sono vestite di tutto punto,con delle calze a righe,delle gonne scure e due giacche militari dagli antichi bottoni lucidi,identiche,come i membri di una banda.
Scuoto immediatamente la testa tornando flebilmente alla realtà,sguscio via dalle braccia delle musiciste nel mio sogno malato ormai indisto,come lo osservassi attraverso dell'acqua torbida.
Spalanco gli occhi davanti al volto sereno di Frank,che non ha mai smesso di stringermi,dopo aver visto un'ultima volta quei due sorrisi indistinguibili.
Spingo più deciso,inasprito da quella visione.Mi aggrappo al mio unico amore,per non abbandonarmi alla tenebre,affondo in lui mentre lo sento invocare il mio nome come una preghiera,arpionandomi al mondo reale,quello giusto,in cui voglio stare;quello in cui sotto le dita posso sentire la pelle liscia di Frank,carezzarla,saggiare le sue labbra sotto le mie,trattenendole fino a farmi mancare il respiro.
Veniamo praticamente insieme smarrendo lo sguardo l'uno nel piacere dell'altro
"Ti amo" sussurró stringendomelo al petto quando ritorno ad avere un qualche controllo di me stesso
"Anch'io ti amo" risponde piano strusciando la guancia come un gatto
"Non lasciarmi Frank" ho paura. Penso rivedendo nella mia mente la parata persuasiva e invitante "Non lasciarmi andare"
"Gerard" dice sicuro alzando lo sguardo "Tu sei mio,va bene?E di qualunque cosa tu stia parlando sappi che non lasceró mai che ti portino via da me,per nessuna ragione,a meno che sia tu a volerlo.Ti amo più di me stesso,e non sarà un incubo a far si che io ti perda" 
Annuisco piano baciandogli un ultima volta le labbra calde prima di chiudere le palpebre e riscivolare nell'oblio.

Dei tamburi rullanti in lontananza,passi ritmati e pesanti che vanno via via affievolendosi nella nebbia di una notte sempre più tetra.Un ultimo tocco,un tonfo secco ferisce l'aria generato dalle pelli degli strumenti percosse all'unisolo,la marcia cessa lasciando calare un silenzio solenne.
La parata nera è morta.
  
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