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Autore: Marillion    07/08/2006    6 recensioni
James ha fatto le ore piccole e quindi si sveglia tardi. Piccolo particolare: è il giorno del suo matrimonio!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera di qualche mese fa…

Quella sera di qualche mese fa…

 

Fino a quel momento James era convinto che la cosa più stancante che avesse mai fatto fosse la partita di Quidditch durata 9 ore al suo quarto anno a Hogwarts. Ma quella mattina si dovette ricredere: la cosa più stancante, anzi devastante, è una festa d’addio al celibato organizzata dal suo miglior amico Sirius.

Il caro Felpato aveva portato i Malandrini in ogni singolo pub di Londra. James era distrutto grazie a tutti i bicchieri, non certo di semplice succo di zucca, che gli aveva fatto bere Sirius. La testa gli doleva in modo assurdo: era come se qualcuno avesse liberato un bolide impazzito al suo interno.

BumBumBum

James infilò la testa sotto il cuscino, cercando inutilmente di far smettere quel terribile e assordante martellare.

BumBumBum

Il rumore non cessava, ormai era riuscito a svegliare del tutto James che, dopo varie perplessità, capì che la fonte di quel rumore non era il suo mal di testa post-sbornia ma qualcuno che, impaziente, bussava alla porta.

“JAMES! VUOI APRIRE SI O NO? “ urlò la persona che si trovava fuori della casa.

James non si curò nemmeno di rispondergli e si mise a sedere sul letto. Stette seduto per qualche secondo per i continui giramenti di testa e, quando fu in grado di reggersi in piedi, andò ad aprire la porta.

Sulla soglia c’era Sirius vestito con un elegante smoking nero. Felpato guardò incredulamente prima la faccia ancora assonnata di James, con i capelli ancora più arruffati del normale, poi il suo pigiama.

James ma sei pazzo. Perché non sei ancora pronto?” disse Sirius, quasi urlando.

A James ci volle qualche secondo per capire cosa ci facesse Sirius lì, perché fosse vestito in quel modo e soprattutto perché gli stesse mettendo tutta quella fretta. Poi, James fu invaso dall’agghiacciante consapevolezza: era il giorno del suo matrimonio e lui era ancora in pigiama!

“Per la miseria, Sirius, perché non sei venuto prima a svegliarmi?” riuscì ad articolare James dopo un attimo di panico.

Ma scusa James, questo è il giorno del TUO matrimonio… se non te ne ricordi tu…” rispose Sirius con un’alzata di spalle.

Intanto James si era infilato nel bagno e, davanti allo specchio, guardava con orrore i suoi capelli ribelli.

“E’ unicamente colpa tua, Felpato. Non potevi organizzare un addio al celibato un po’ più tranquillo?” chiese mentre cercava di lisciarsi i capelli, usando tutti gli incantesimi che conosceva.

“L’addio al celibato si festeggia una sola volta nella vita, Ramoso. Se non ne fai uno con i fiocchi, allora è meglio non farlo, no?” disse Sirius, che ormai si era accomodato su una poltrona.

James, ormai, non lo ascoltava nemmeno perché si era infilato sotto la doccia. Ne uscì due minuti dopo, scapicollandosi, e si asciugò con un incantesimo. Si infilò il vestito in fretta e furia mentre Sirius, divertito, guardava il suo miglior amico in preda al panico nel giorno più importante della sua vita. Durante quello spettacolo, Sirius ripensò a quando James era corso a casa sua per raccontargli di ciò che aveva fatto: il racconto di quella sera di qualche mese fa era ancora vivido nella memoria di Sirius

 

 

Al contrario di quello di James, l’addio al nubilato di Lily era stato piuttosto tranquillo. La sera prima, infatti, era andata semplicemente a cena con le sue migliori amiche. E, al contrario di James, lei era già sveglia dalle sei del mattino. Quando era nervosa non riusciva mai a dormire… e quel giorno lo era molto. Era strano pensare che stesse per sposarsi, ma soprattutto era impossibile pensare che lo stesse facendo con James Potter, il ragazzo che aveva odiato per anni.

Lily sorrise a quel pensiero buffo, mentre sua madre le acconciava i capelli.

“Allora, piccola mia, come ti senti ?” chiese sua mamma.

“Sono nervosa, mamma, è normale…” rispose Lily.

Sua madre sorrise, dicendo:

“Anche io quando ho sposato tuo padre ero molto nervosa… anzi ero decisamente isterica!”

Madre e figlia scoppiarono in una risata, piena di quella complicità che la madre aveva sempre avuto con Lily, ma che non riusciva proprio ad instaurare con la sua primogenita. Il sorriso di Lily, però, era smorzato da un’ombra che la perseguitava già da qualche giorno: la paura. Era spaventata perché l’intero mondo magico era in guerra e, ormai, la minaccia di Voldemort incombeva su tutti, ma soprattutto su di loro che facevano parte dell’Ordine della Fenice. Lily sapeva che, nel giorno del suo matrimonio, avrebbe dovuto mettere da parte quei lugubri pensieri ma il timore di un futuro che correva sul filo dell’incertezza la opprimeva.

“E’ tutto a posto, Lily?” chiese sua madre con una nota d’apprensione nella voce.

“Si, mamma. Non preoccuparti ” rispose Lily.

Quindi la donna, rassicurata dalle parole della figlia, tornò a dedicarsi ai capelli rosso fuoco della sposa.

Lily, sebbene avesse tranquillizzato sua madre, non riusciva a tranquillizzare se stessa. Perciò, per allontanare quei pensieri inadatti ad un giorno felice, ripensò a quella sera di qualche mese fa…

 

James… si può sapere dove mi stai portando? E poi perché devo tenere questa benda sugli occhi?” chiese Lily che, con gli occhi fasciati, era guidata da James in un luogo a lei ignoto.

“Lily, rilassati. Non aver paura… tra qualche minuto capirai tutto. devi solo avere un po’ di pazienza” rispose James con un sorriso.

Lily non era per niente tranquilla ma continuò a seguire James che la tirava delicatamente per un braccio.

Dopo un altro quarto d’ora di cammino, Lily chiese esasperata: “Santo cielo, James…ci vuole ancora molto?”

“Per niente, cara. Siamo arrivati.” Rispose James togliendole la benda dagli occhi.

Lo sguardo smeraldo di Lily si aprì su una spiaggia, non una qualsiasi, osservò Lily, ma quella del loro primo appuntamento… cioè del loro primo vero appuntamento fuori da Hogwarts.

Che significa James? Era da molto che non venivamo qua. Come mai mi ci riporti proprio adesso? E con tutta questa segretezza poi…” chiese Lily sorpresa, ma intimamente compiaciuta.

“Non c’è un motivo particolare… non venivamo qui da tanto. Mi mancava questo posto! Ma adesso vieni, andiamo a fare una passeggiata. rispose James, prendendola per la mano e dirigendosi verso la riva.

Continuarono a camminare abbracciati ancora per un po’, quando James decise di rompere quel silenzio:

“Beh… Lily… a  dire la verità c’è un motivo per il quale ti ho portato qui.”.

“Dimmi James. Stai tranquillo… sembri così nervoso. osservò Lily.

“La verità, Lily, è che io ho capito di essermi innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista, anche quando mi trattavi male e mi insultavi.” esordì James.

Lily sorrise, ricordando gli anni in cui nell’intenso sguardo color nocciola di James vedeva solo uno stupido ragazzo immaturo e non l’unico uomo che potesse amare.

“Voglio solo farti capire,” continuò James, “che non sono più lo stupido pieno di sé che hai conosciuto… sono cambiato. Tu  mi hai cambiato, Lily. Voglio svegliarmi ogni mattina e vedere il tuo volto, voglio addormentarmi tenendoti fra le braccia… voglio passare il resto della mia vita con te.

Lily era rimasta a bocca aperta sentendo quelle parole, ma soprattutto perché adesso scorgeva in James una maturità che non aveva mai visto in lui. Ma, prima che potesse dire qualcosa, James prese dalla tasca una scatolina e, aprendola, disse:

“ Lily Evans, vuoi sposarmi?”

Lily lì per lì rimase senza parole a fissare l’anello di brillanti che aveva davanti ma poi disse con fermezza:

“Si, James…voglio sposarti!”

James sorrise, con gli occhi che gli brillavano di gioia. Il suo sguardo si perse in quello di Lily come faceva il sole, alle loro spalle, tramontando all’orizzonte. I loro volti si avvicinarono e le loro labbra si unirono come suggello di quella promessa.

 

James, dopo la sua frenetica preparazione, finalmente era pronto. Era in smoking e ad era riuscito a lisciarsi i capelli, per quanto era possibile. Insieme a Sirius stava andando in chiesa con un semplice taxi poiché, stranamente, Felpato gli aveva bocciato l’idea di raggiungere la chiesa in sella ad una scopa. James era agitatissimo… doveva assolutamente arrivare in chiesa prima di Lily. Non si è mai visto da nessuna parte che la sposa debba aspettare lo sposo!

 

Invece Lily, più tranquilla dopo aver rievocato il pensiero di quella notte sulla spiaggia, si dirigeva verso la chiesa a bordo dell’auto di suo padre.

 

James, per volere del destino, oppure per quello della bacchetta di Sirius arrivò in chiesa prima della sposa. Entrò in fretta e furia, davanti allo sguardo un po’ divertito e un po’ sconcertato degli invitati.

 

Dopo qualche minuto, dal portone della chiesa entrò Lily al braccio del padre. Il suo volto, sotto il velo, era radioso di gioia. I suoi occhi, raggianti di felicità. James, invece, era teso come una corda di violino ma anche lui riusciva a stento a trattenere la sua gioia.

Il signor Evans, visibilmente commosso, condusse la figlia all’altare dove l’aspettava il suo futuro sposo.

Fu una cerimonia bellissima: i signori Evans e i signori Potter, commossi, guardavano i rispettivi figli coronare il loro sogno d’amore, Remus era compiaciuto di vedere il suo amico James mettere finalmente la testa a posto, Sirius, il testimone dello sposo, era felice come se quello fosse il giorno del suo matrimonio e infine Peter, apparentemente felice per gli sposi ma intimamente dilaniato dal rimorso e dal senso di colpa.

 

I festeggiamenti durarono quasi tutta la notte e per Lily fu facile dimenticare i pensieri che l’avevano tanto turbata quella mattina ma, quando la festa fu finita e gli invitati furono tutti tornati a casa, lei tornò a riflettere su quei pensieri.

-Quanto durerà questa felicità?- si chiedeva Lily in preda alla malinconia. Ma, quando James la prese fra le braccia per attraversare la soglia della loro nuova casa a Gocric’s Hollow quei pensieri svanirono completamente: non le importava cosa sarebbe successo o se sarebbero morti per mano di Voldemort. Erano felici, felici come lo erano mai stati… e questa era l’unica cosa che le importava davvero.

 

  
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