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Autore: MadJackal    07/08/2006    3 recensioni
« Cogito, ergo sum »
La voce del ragazzino, poco più che tredicenne, fermo davanti ad una fontana, risuonò cristallina nell'aria colma dei profumi dell'estate. Intorno a lui, le foglie degli alberi si agitavano, scosse da un vento tranquillo, da una brezza leggera e rinfrescante. I prati erano punteggiati di aiuole fiorite, qua e là.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNTIL THE END OF THE WORLD



« Cogito, ergo sum »
La voce del ragazzino, poco più che tredicenne, fermo davanti ad una fontana, risuonò cristallina nell'aria colma dei profumi dell'estate. Intorno a lui, le foglie degli alberi si agitavano, scosse da un vento tranquillo, da una brezza leggera e rinfrescante. I prati erano punteggiati di aiuole fiorite, qua e là. Nemmeno quella luce rossa che illuminava ogni cosa sembrava poter essere preoccupante, in quel luogo posto proprio al centro della città, in quel grande parco.
« Cartesio. Hai ripreso a studiare filosofia, vedo » disse qualcuno alle sue spalle.
Il ragazzino si voltò, osservando il nuovo arrivato. Guardandone le fattezze di vecchio, guardandone il volto sorridente. Rispondendo con un identico sorriso, privo di preoccupazioni, ed un'alzata di spalle.
« Li trovo istruttivi »
« Cercavano di pensare e di far pensare gli altri. Fai bene, a studiarli »
« Si facevano troppe domande a cui non sapevano dare risposta »
« Forse è vero. Ma ha davvero importanza? »
Il vecchio si girò, avviandosi attraverso i giardini in fiore, camminando su quel sentiero lastricato che conduceva alla fontana, fiancheggiato da siepi basse, di colore verde. Camminava piano, e non ci volle molto, al ragazzino, per stargli dietro.
Passarono qualche secondo in silenzio, poi il ragazzo parlò di nuovo.
« Il sole diventa ogni giorno più rosso » disse.
Il vecchio si fermò di nuovo, ed alzò lo sguardo al cielo.
« Già, hai ragione. »
« E la notte diviene sempre più corta »
« Sei un ottimo osservatore, Robert »
« Grazie, nonno »
« Sai perchè il sole diventa rosso? »
« Da quello che ho capito, sta finendo il materiale che consumava per bruciare. Sta tentando disperatamente di sopravvivere bruciando i materiali più pesanti all'interno del suo nucleo. Ho letto che è come se stesse agonizzando. Muore, e cerca di sopravvivere. E' vero? »
Il vecchio chiuse gli occhi, il viso ancora rivolto al cielo.
« E' una risposta piuttosto semplicistica, ma corretta. Ne senti il calore, Robert? »
« No. Dovrei? » rispose il ragazzino.

Il vecchio lo fissò per un poco, poi riprese a camminare verso l'uscita del parco.
Il ragazzino lo seguì, rimanendogli sempre un poco dietro, rispettoso, quasi, di quell'anziano che avanzava piano tra i sentieri curati e ben tenuti del parco.
Non parlò più, finchè non furono finalmente sulla strada. Davanti a loro, si stendevano due file di villette a schiera ben curate, i prati dei giardini tagliati e bagnati da poco, qualche auto parcheggiata sulla strada. Tutto era perfettamente in ordine, lì. Non c'era una cartaccia per terra, niente escrementi di cane sul marciapiede. Il vento si fece un poco più forte.
« Nonno, perchè esistiamo? »
« Cosa dicono i tuoi filosofi? »
« Nulla, nonno. Non sono mai riusciti a dare una spiegazione che mi soddisfi a questo quesito »
« Perchè quella risposta non esiste, Robert »
Il ragazzino spalancò la bocca, sorpreso: « davvero, Nonno? »
Il vecchio abbassò lo sguardo e lo squadrò a lungo, prima di rispondergli: « Una risposta esiste, ma nessuno l'ha mai accettata »
« Me la dirai, nonno? Eh? Eh? »
Il vecchio annuì, ed il ragazzino cominciò a saltellargli intorno.
« Ma non ti piacerà, ti avverto » disse poi.
« Dimmela, nonno! » ribattè lamentoso il ragazzino « Me l'hai già detto tante volte, che non tutto a questo mondo può piacermi! »
« Esistiamo per esistere, null'altro »
Il silenzio divenne, nuovamente, loro compagno. Il vecchio ricominciò a camminare per la via, subito dopo che un robot spazzino ebbe completato la pulizia, grazie ai suoi potentissimi sistemi di pulitura ad ultrasuoni.
« Ma nonno, non è come rispondere ad una domanda con la domanda stessa? » disse il ragazzino, pensieroso.
« No, Robert. Vedi, loro arrivarono a pensare che nessuno ha un motivo per esistere, alla nascita. »
« Ah si? »
« Si, Robert »
« Ma perchè, nonno, io non capisco... »
« Vedi, piccolo mio, gli uomini si sono sempre fatti quella stessa domanda. Essi per rispondere dovevano però presupporre che dietro ad ogni cosa ci fosse un grande disegno, un grande libro scritto da qualcun altro. Un dio. Altrimenti quella domanda non avrebbe avuto senso. Che motivo ci sarebbe stato, di farsi quella domanda in un mondo dominato dal caso? Si nasceva per caso, si sarebbe morti per caso »
« Gli uomini... »
« Alla fine, gli uomini... Gli uomini risposero dicendo che erano loro, con le loro azioni, con i loro obiettivi, a crearsi giorno per giorno un motivo per esistere. Successe quando cominciarono a pensare che non c'era nessun grande disegno, che non c'era nessun Dio. Quando si proclamarono Dei, dall'alto della loro saccenza. Beh, il loro essere dei non servì loro a molto quando... »


« Ma nonno... Quindi anche noi dobbiamo crearci un motivo per esistere, vero? » domandò il ragazzino, dopo aver aspettato in silenzio che il vecchio parlasse. Sorrideva, tranquillo come sempre.
Il vecchio tornò a guardarlo, prima di scuotere energicamente il capo: « No, Robert »
« Ah si? Ma hai appena detto... » chiese di nuovo il ragazzino, evidentemente deluso.
« Ciò che ho detto valeva per l'uomo. Noi non siamo uomini. Siamo creazioni degli uomini. E per quanto la nostra capacità di ragionare superi di migliaia di volte la loro... Noi non ci consideriamo dei. Non siamo arrivati a tanto, non arriveremo mai a tanto »
Il vecchio si voltò di nuovo verso il sole, prima di continuare.
« Gli uomini ce lo hanno dato, ti ricordi? Dopo la grande guerra, quando il cielo si tinse per la prima volta di rosso. Prima che sparissero definitivamente dal mondo a causa di quel virus, la loro più grande creazione, la loro più potente arma di distruzione, sfuggita definitivamente al loro controllo. Loro dissero... »

« Aspettate il nostro ritorno, fino alla fine del mondo »

Nota: gli attimi di follia mi fanno male, eh? Ma ogni tanto riesco ad immaginarmeli, questi due androidi che guardano il sole, ormai gigante rossa, che si avvicina per travolgere il mondo, riflettendo sui loro creatori, Attendendone il ritorno che non avverrà mai.
- Aggiornato a r2 per qualche correzione, grazie PinFloi per la nota. Non ero riuscito ad esprimermi come volevo, ora penso di esserci riuscito :D

  
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