Mi ero appena staccato da Carslile.La mia sete di sangue umano era inarrestabile.Dovevo stare solo.In quei 15 anni mi ero nutrito di solo sangue animale.Non ero soddisfatto.Neanche Rosalie e gli altri lo erano ma loro cercavano di trattenersi.Io no.Dovevo capire chi ero.Il sangue delle prostitute non mi bastava,così iniziai a bere quello dei pocodibuono.Credevo di fare del bene uccidendo coloro che avrebbero fatto del male ad altra gente.Era il 25 Dicembre,camminavo per le strade di Londra.Era lontano da casa di molte miglia.Nevicava.Sotto un portico al ''riparo'' c'era un uomo,era un barbone ma non ne aveva l'aspetto,aveva la barba di pochi giorni e dei folti baffi bianchi.Indossava un soprabito nero leggermente sporco e un cappello in feltro.Più che un barbone sembrava un signore.Mi avvicinai a lui.Lui mi guardò con i suoi occhi grigi e non disse una parola.Mi sedetti accanto a lui in terra.
-Come ti chiami,ragazzo?-Mi chiese lui.
-Edward-risposi io.Aveva una voce calda,piacevola,paterna.
-Sai perchè sono seduto qui figliolo?-Chiese.
-No,signore-Dissi io.Non ne avevo idea.
-Penserai che sono un barbone,ma non è così.Ero professore di filosofia all'università di Cambridge.Mia moglie Edith è morta di cancro lo scorso mese e questo sarà il mio primo Natale senza di lei.Così ho pensato:Perchè non trascorrerlo come un qualunque barbone?Loro lo trascorrono soli,eppure anche per loro può essere un Buon Natale.-Quella dichiarazione mi aveva stupito.
-Ma perchè proprio come un barbone,signore?-Chiesi io.
-Perchè loro non hanno nulla eppure vivono lo stesso seppur tristemente.E io sono un filosofo e come tale per mia natura adoro fare nuove esperienze-Rispose lui.
-Ah,è nella natura di voi filosofi la curiosità-Affermai io.
-Conosci Luigi Pirandello figliolo?-
-Solo di fama-Avevo già sentito quel nome,era italiano.
-Anni fa ha scritto un libro ''Uno,nessuno e centomila'' un'opera che in se nasconde un profondo significato ognuno di noi è UNO che in realtà non è NESSUNO e in rapporto con gli altri diventa qualcun altro appunto CENTOMILA.Vedi figliolo io questa sera con te non sono Albert Wild,sono un barbone.-Disse sorridendomi.
Abbozzai un sorriso e dissi-E allora signore,questa sera mi permette di non essere più Edward ma di diventare un barbone?-Scosse la testa e sorrise.
-Come mai un giovane come te passa Natale da solo?-Chiese.
-Ho voluto distaccarmi dalla mia famiglia per un pò.-
-Capisco,sei giovane hai bisogno dei tuoi spazi.-
-Si-
-Non hai un pò freddo figliolo?-Se fossi stato un uomo normale con solo una giacca ne avrei avuto.Feci ''no'' con la testa.
-Tu sei giovane,noi anziani sentiamo di più il freddo.-
Sorrisi.Parlammo tutta la notte,era molto colto e ogni mezz'ora circa tirava fuori l'orologio da taschino dorato.Gli raccontai la mia storia tralasciando il fatto che io fossi un vampiro e lui mi raccontò la sua.Ad un certo punto si alzò in piedi e disse.
-Bene figliolo,il tempo dei barboni è finito.Sono troppo vecchio per sperimentare.è stato un vero piacere parlare con te.-
-Anche per me signor Wild.-Dissi educatamente.
Si voltò sorridendo e andò verso il ponte,sparì nella nebbia e non lo  vidi mai più.Passai con lui tutta la notte di Natale e mi fece capire che tornare dalla mia famiglia era la cosa più giusta da fare,tornare da coloro che mi amavano.
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Piccola one-shot natalizia!Recensite per favore e se vi va leggete anche le mie altre storie.
Adèle.