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Autore: Laleith    22/12/2011    5 recensioni
A volte è difficile accorgersi del tempo che passa, altre è difficile comprendere cosa si è passato. E allora, la purezza della neve, aiuta.
Prima classificata al "Tear Contest" indetto da PotionFang.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Nome autore: Laleith
Titolo Storia: White Gloom
Personaggio: Neville Paciock
Prompt: Neve
Genere: Triste, Malinconico
Avvertimenti: Flash-Fic, Missing Moment, Slice of Life
Introduzione: A volte è difficile accorgersi del tempo che passa, altre è difficile comprendere cosa si è passato. E allora, la purezza della neve, aiuta.
Nda: Per quanto riguarda la parte del “Tear” non credo di aver centrato l’obiettivo. Mi sono emozionata nello scriverla e ci ho messo il cuore, ma potrei non essere riuscita a farlo comprendere. È comunque una storia senza pretesa, scritta in un periodo come quello di Natale, che, nonostante la sua magia, riesce sempre a scatenare la malinconia più pura che ci possa infettare: quella per l’infanzia. Enjoy it! Anzi, no… Cry it!

White Gloom.

 

 

 

Fa freddo.
È ovvio, che lo faccia. È dicembre.
Eppure non te ne sei accorto.
Le tue caviglie sono circondate dalla neve, così come ogni cespuglio e albero.
Sul serio non te ne sei reso conto?
Davvero non hai avvertito lo scorrere del tempo, con il suo incessante correre senza mai arrestarsi?
Osservi con cura quella coltre bianca che purifica l’ambiente, meravigliandoti del cambio di stagione: sembra un sogno, o un ricordo molto lontano. Delle immagini sfocate si rincorrono tra di loro, fino a diventare sempre più nitide ai tuoi occhi – occhi stanchi, occhi rossi, occhi tristi -.
Un bambino, di poco più di anno, avvolto nei vestiti più caldi che si possano immaginare, con tanto di sciarpa, cappello e guanti, sgambetta titubante in un giardino.
Le sue risate riempiono il vuoto tra un fiocco e l’altro, mentre una donna allegra lo rincorre a braccia aperte, fingendo di volerlo acciuffare.
E lui scappa, grida e ride. Perché, sebbene un uomo, accucciato per terra, lo inciti a darsi alla fuga con un sorriso, lui sa che non subirà alcun danno.
Come, non si sa. O forse sì.
Quei volti sono buoni, quelle voci dolci, quelle braccia invitanti.
Un bambino sa.
E vorresti tornare bambino, solo per quell’attimo, solo per quella purezza, la stessa di quella neve in cui la famiglia sta giocando.
Ma una voce ti costringe a smetterla di sognare, di restare adulto, perché dopo quello che hai passato, il bianco non ti si addice più.
- Neville andiamo?-
Scuoti la testa, spostando lo sguardo su tua moglie.
I capelli castani, nascosti da un cappello di lana, sono leggermente bagnati alle estremità, lì, dove i fiocchi si sono impigliati.
Le passi un braccio attorno alle spalle, attirandola a te, in un improvviso bisogno di calore umano, e gettando un ultimo sguardo a quel bambino e ai suoi genitori.
Rimani deluso.
Non ci sono più.
Giri la testa, tentando di scorgerli, ma niente.
Sembrano essersi dissolti nella neve, quasi trasformatisi in quella distesa bianca che continua ad accumularsi attorno a te.
E sorridi. Un’amara increspatura delle tue labbra che esprime tutto. Come quegli occhi lucidi, per cui incolpi il freddo.
Un bambino sa. Tu sai.

 

 

Fin.

   
 
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