Nome
autore: Laleith
Titolo Storia: White Gloom
Personaggio: Neville Paciock
Prompt: Neve
Genere: Triste, Malinconico
Avvertimenti: Flash-Fic, Missing Moment, Slice of Life
Introduzione: A volte è difficile accorgersi del tempo che
passa, altre è
difficile comprendere cosa si è passato. E allora, la
purezza della neve,
aiuta.
Nda: Per quanto riguarda la parte del “Tear” non
credo di aver centrato
l’obiettivo. Mi sono emozionata nello scriverla e ci ho messo
il cuore, ma
potrei non essere riuscita a farlo comprendere. È comunque
una storia senza
pretesa, scritta in un periodo come quello di Natale, che, nonostante
la sua
magia, riesce sempre a scatenare la malinconia più pura che
ci possa infettare:
quella per l’infanzia. Enjoy it! Anzi, no… Cry it!
White
Gloom.
Fa freddo.
È ovvio, che lo faccia. È
dicembre.
Eppure non te ne sei
accorto.
Le tue caviglie sono
circondate dalla neve, così come ogni cespuglio e albero.
Sul serio non te ne sei
reso conto?
Davvero non hai avvertito
lo scorrere del tempo, con il suo incessante correre senza mai
arrestarsi?
Osservi con cura quella
coltre bianca che purifica l’ambiente, meravigliandoti del
cambio di stagione:
sembra un sogno, o un ricordo molto lontano.
Delle immagini sfocate si rincorrono tra di loro, fino a diventare
sempre più
nitide ai tuoi occhi – occhi
stanchi,
occhi rossi, occhi tristi -.
Un bambino, di poco più di
anno, avvolto nei vestiti più caldi che si possano
immaginare, con tanto di
sciarpa, cappello e guanti, sgambetta titubante in un giardino.
Le sue risate riempiono il
vuoto tra un fiocco e l’altro, mentre una donna allegra lo
rincorre a braccia
aperte, fingendo di volerlo acciuffare.
E lui scappa, grida e ride.
Perché, sebbene un uomo,
accucciato per terra, lo inciti a darsi alla fuga con un sorriso, lui
sa che
non subirà alcun danno.
Come, non si sa. O forse
sì.
Quei volti sono buoni,
quelle voci dolci, quelle braccia invitanti.
Un bambino sa.
E vorresti tornare
bambino, solo per quell’attimo, solo per quella purezza, la
stessa di quella neve
in cui la famiglia sta giocando.
Ma una voce ti costringe a
smetterla di sognare, di restare adulto, perché dopo quello
che hai passato, il
bianco non ti si addice più.
- Neville andiamo?-
Scuoti la testa, spostando
lo sguardo su tua moglie.
I capelli castani,
nascosti da un cappello di lana, sono leggermente bagnati alle
estremità, lì,
dove i fiocchi si sono impigliati.
Le passi un braccio
attorno alle spalle, attirandola a te, in un improvviso bisogno di
calore
umano, e gettando un ultimo sguardo a quel bambino e ai suoi genitori.
Rimani deluso.
Non ci sono più.
Giri la testa, tentando di
scorgerli, ma niente.
Sembrano essersi dissolti
nella neve, quasi trasformatisi in quella distesa bianca che continua
ad
accumularsi attorno a te.
E sorridi. Un’amara
increspatura delle tue labbra che esprime tutto. Come quegli occhi
lucidi, per
cui incolpi il freddo.
Un bambino sa. Tu sai.
Fin.