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Autore: Bea_MissSnape    08/08/2006    6 recensioni
Sei sempre stata tu la mia follia.
Kaos3003, cara mia, cosa dirti? Sei fantastica!
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei sempre stata tu la mia follia.

Dall’ultimo anno a scuola, quando, attraverso tuo figlio, sono arrivato a te.

Ed è iniziata la nostra torbida relazione.

Tu, Mangiamorte pronto all’attacco, e io, che avevo il compito di sconfiggerti assieme a quel pazzo di Voldemort.

 

Ero riuscito solo a sussurrarlo a Ron; quello che stavo facendo.

Avevamo urlato, ci eravamo odiati, poi lui aveva detto che mi poteva capire.

Che non lo avrebbe detto a nessuno.

Che però dovevo stare attento.

Che tu eri pericoloso, che eri tutto ciò contro cui combattevamo.

Che era meglio se cercavo di dimenticarti.

 

E poi sei stato catturato.

E Voldemort sconfitto.

Sono stato io ad ucciderlo.

Sono stato io a catturarti.

Sono stato io a sbatterti in quella sudicia cella.

Mentre tu non mi rivolgevi occhiate supplicanti o in cerca di consolazione, per non farmi scoprire; anzi, mi lanciavi rapidi sguardi duri, per farmi cambiare quell’espressione piena di rimorso che il mio volto aveva assunto da quando ti avevo ammanettato.

Con manette troppo larghe, per non farti male.

Non hai cercato di scappare.

Ti sei comportato come se tra noi non ci fosse mai stato niente.

Come se non ci fossimo amati per quattro anni fino alla follia.

Tu, la mia follia.

 

E ora ti osservo dormire.

Senza sogni, senza pensieri.

Senza tutto quello che sconvolgerebbe i tuoi lineamenti, se dormissi di un sonno tuo.

L’incantesimo che ti ho lanciato per farti addormentare non te lo permette.

L’ho fatto per vigliaccheria, per debolezza.

Perché so che se  fossi sveglio continueresti quel discorso, troncato da me sul nascere, che hai iniziato con gli occhi quando mi sono intrufolato di nascosto nella tua cella.

 

Quante volte sono entrato nella tua cella.

Di notte, di nascosto.

Coperto da Ron, che mi guardava con sguardo rimproverante, mentre trovava una scusa per liberare dagli auror quella parte di massima sicurezza della prigione.

Quante volte abbiamo fatto l’amore, di fretta, come ladri, al freddo, al buio, sul pavimento sporco della tua cella.

Quante volte mi hai cacciato, ferendomi con parole dure solo per proteggermi.

 

Ti ho odiato molte volte.

Solo per arrivare ad amarti ancora di più, sempre di più.

 

E ora siamo qui.

Tu stai dormendo, loro ti stanno cercando.

Nessuno t’immaginerebbe addormentato, in una situazione del genere.

Forse immaginerebbero me, mai te.

Ti troveranno.

Ti troveranno, perché mi troveranno.

Perché Ron sa dove trovarmi.

Lui li guiderà da me, e quindi da te.

Li senti amore mio?

Stanno arrivando, tendendo le loro mani bramose per catturarti.

Vogliono prenderti, ammanettarti tagliandoti i polsi, legarti, picchiarti, umiliarti, gettarti in una sudicia cella e stuprarti.

Perché ti odiano, perché hai fatto loro del male…perché hanno paura di te.

Sento i loro passi.

O forse è solo un’illusione.

Tu, la mia follia, probabilmente mi hai reso veramente folle.

 

So come finirà.

Ron arriverà.

Ti prenderanno, mentre lui cercherà di convincerli che ero con te per catturarti.

E loro gli crederanno.

Perché sono il Golden Boy, il Bambino Sopravvissuto, Colui Che Ha Salvato Il Mondo Magico.

E ti rinchiuderanno nuovamente in quella cella, allontanandoci ancora.

E questa volta non per poche ore, amore mio.

Perché Ron non mi permetterà di vederti ancora.

Perché Ron ci dividerà per sempre.

 

E io questo non lo posso permettere.

Per questo sono in piedi, accanto a te, con la bacchetta in mano.

Il mio braccio trema.

Sento qualcosa di caldo che m’inumidisce le guance.

Non permetterò che ci separino.

 

Me le immagino già le loro facce, quando ci troveranno così insieme.

E i titoli sui giornali domani.

“Il Ragazzo D’Oro e il Mangiamorte”

Ma non m’interessa, perché saremo già insieme amore mio.

Per sempre.

 

Mi concentro su quello che devo fare, mentre ti giro, e ti metto sdraiato per bene, a faccia in su, composto.

Ah, i tuoi discorsi sull’orgoglio della tua famiglia.

Li ho sempre considerati un mucchio di cavolate, ma so quanto ci tieni.

In verità è semplice quello che devo fare.
Basta non pensare, e alzare la bacchetta.

Non è difficile, e lo farò.

 

Invece i dubbi mi assalgono.

E’ da codardi quello che sto facendo, diresti tu.

E avresti ragione.

Sto scappando.

Come feci quando capii quali erano i miei sentimenti per te e non li accettai.

 

No, non devo pensare.

Tra pochi istanti ci ritroveremo e staremo per sempre insieme.

 

E’ questa speranza che mi guida a togliere gli incantesimi di sicurezza, a sdraiarmi accanto a te, cercando di distaccarmi da tutto quello che sto facendo.

E’ folle, lo so.

Ma non conosco altro modo.

 

In un attimo di forza alzo la bacchetta su di te e pronuncio quelle due parole.

Il lampo verde esce rapido e inarrestabile dalla mia bacchetta, colpendoti al petto, rubandoti per sempre il respiro.

Mi sdraio accanto a te.

Ora è tutto più semplice.

La voglia di stare con te guida la mia mano.

Mi punto la bacchetta contro e ripeto ancora quelle due parole.

E in quest’ultimo atto di follia, mentre sento dei passi, questa volta veri avvicinarsi, il tuo sguardo disperato mi passa in mente.

L’unico momento di debolezza che hai avuto quando ti ho rinchiuso.

Quando ho rinchiuso la follia del mio cuore in quella gelida prigione, per liberare quella della mia mente.

 

Ora questa follia è finita.

La mia follia.

 

 

 

 

 

 

  
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