Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: AlexysBlack    23/12/2011    3 recensioni
Un albero di natale, verità negate e un ditale. "Non puoi fare uno dei tuoi stupidi abracadabra e attaccare tutte le palline in una volta?" Domandò Damon scocciato mentre evitava a Stefan e Caroline di prendersi a pugni per chi dovesse mettere la Stella in cima. La strega lanciò uno sguardo di supplica ad Elena, che si alzò dal divano dove giaceva pigramente per andare a darle una mano.
"Se voi tre la smetteste di litigare", inziò la ragazza puntando il dito contro i tre vampiri intendi ad azzuffarsi , "e voi tre uomini la smetteste di guardare per l'ennesima volta Miracolo nella Ventiquattresima Strada come tre casalinge in crisi depressiva, forse Bonnie riuscirebbe a concentrarsi!"
Damon tenne per il collo Caroline, mentre Stefan si bloccò dal conficcare una punta della stella dorata nell'addome del fratello, tutti e tre con dei sorrisi inquietanti e un po' beoti stampati sul viso. "Ma per favore, sarebbe più utile Campanellino Trilly di questa sottospecie di strega semicompetente che non sa nemmeno far fluttuare delle palline di Natale!" Un albero di natale, un gioco infantile, e un ditale.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Natale Dei Bimbi Sperduti Il Natale dei Bimbi Sperduti

Elena corse nuovamente, andando a nascondersi dietro il folto pino coperto di neve nel bel mezzo del giardino di casa Salvatore, sperando che almeno questa volta non venisse trovata per prima, mentre Stefan ancora non accennava a raggiungerla.
Le coppie, fatte da quella strega di Caroline Forbes, erano semplicemente terrificanti: lei e Stefan - con cui non aveva ancora avuto modo di chiarirsi dopo il suo miracoloso ritorno, Damon e Bonnie, Jeremy e Katherine - che si era unita al gruppetto sovrannaturale per i festeggiamenti natalizi, e ovviamente Tyler, Care e Matt -che si erano nuovamente impelagati in un folle triangolo amoroso. A fare da giudice al gioco era Alaric, che sedeva infreddolito su una panchina accanto ad una bottiglia di whiskey e controllava che tutti rispettassero la regola del non usare i poteri, nonostante  venisse puntualmente elusa, specialmente da un certo vampiro e da una vera strega che non andavano molto l'accordo né l'uno con l'altro, né con le "fissazioni" di Rick.
Lui, ossessionato dal cronometro, aveva passato quasi tutto il pomeriggio a calcolare quanto tempo avesse impiagato ciascuna coppia -i Tre Moschettieri non avevano mai ancora contato- a trovare gli altri, mentre il 23 dicembre tramontava insieme alla fredda luce invernale che contornava i giochi dei Bambini Sperduti.
"Avanti", disse il professore di storia bevendo una sorsata di liquido dalla tazza blu con tanto di Babbo Natale disegnato sopra. "Tic-tac, tic-tac!Abbiamo ancora pochi minuti di luce! Il tempo scorre e voi siete ancora tutti qui. Dovreste fare come Elena!" La voce dell'uomo giunse fino alle orecchie della ragazza, che si compiacque del complimento considerando che era stata insultata per gran parte del pomeriggio a causa della sua inettitudine nel giocare a nascondino.
Sentì Stefan avvicinarsi, mentre Alaric continuava a ripetere ossessivamente il ticchettio di un orologio, un vero e proprio Capitan Uncino perseguitato dall'orologio nella pancia del coccodrillo.
"Ti pare un buon nascondiglio? Vorrei evitare di contare per l'ennesima volta", disse il vampiro dagli occhi verdi comparendole accanto improvvisamente.
Elena gli sorrise, imbarazzata, ancora leggermente a disagio nel trovarselo intorno, soprattutto perché invece con Damon era diventato tutto più facile.
"Dovete smetterla di trattarmi così, non sono poi così male."
Stefan la prese per mano, trascinandola via da quel nascondiglio pessimo, e portandola lontano, in una zona del giardino che la ragazza non aveva mai esplorato.
Il vento freddo le punse le guance, che divennero ancora più rosse quando lui le posò sulle spalle la sua giacca di pelle, chiaramente inutile ad uno come lui.
Entrambi si accucciarono dietro un cespuglio, quasi al limitare del bosco, in un luogo in cui nessuno si sarebbe mai sognato di andare a cercare una coppia scoppiata come la loro. Un silenzio imbarazzante cadde sulle loro spalle, come sempre quando si trovavano soli.
"Pensi che dovremmo parlarne?" Domandò Stefan guardando quella che era stata la sua ragazza e cercando conferme di un amore ormai appassito, raggelato dall'azzurro dell'inverno che aveva avvolto il loro rapporto, annegato nel sangue degli innocenti che lui stesso aveva ucciso.
"Parlare, Stefan?" Chiese Elena, forse un po' troppo pungente per la tranquillità ostentata dal vampiro.
"E' da quando sono tornato che non affrontiamo l'argomento."
La ragazza si sedette per terra, incrociando le braccia. "Quale dei tanti? Il fatto che sei scomparso con Katherine senza dire niente a nessuno? Oppure il tuo ripresentarti qui dopo un mese di assenza e far finta che vada tutto bene? O vogliamo tornare indietro e parlare della tua fase squartatore? Quale di questi argomenti vuoi affrontare, Stefan?"
Lui si sedette accando a lei, guardandola dritto negli occhi, facendole capire di cosa volesse realmente parlare. "Lo ami, non è vero?"
Ed Elena pensò di non essersi mai sentita così infreddolita come in quel momento.

Quando avevano deciso di organizzare quelle giornate, Elena non era stata particolarmente entusiasta. Il suo Natale era sempre stato perfetto, con un albero addobbato portato a casa da suo padre, il profumo dei biscotti allo zenzero della mamma e la famiglia riunita attorno al fuoco. Ben presto, però, i canti di natale attorno al pianoforte erano annegati dal ponte insieme ai suoi genitori adottivi, seppelliti nella tomba del suo padre biologico, arsi al sole con la pelle della sua genitrice, privati di anima insieme a Jenna.
E adesso, a Natale, la festa che meglio doveva celebrare l'unione familiare, si sentiva perduta come probabilmente tutti i presenti.
Come Stefan e Katherine, che dieci giorni prima delle tanto attese feste erano tornati a casa, entrambi con una strana ombra silenziosa sul volto che aveva lasciato spazio alla normalità solo quando si erano riuniti tutti insieme, ed entrambi avevano avuto l'occasione di non parlare di ciò che era loro accaduto dopo la fuga misteriosa.
Perduta come Caroline, che nonostante stesse benissimo con quelle sue orecchie rosse da renna, era ancora leggermente scossa dalla nuova natura ibrida di Tyler; perduta come gli eterni bambini che la circondavano, che non sarebbero mai cresciuti mentre il mondo andava avanti. Mentre lei andava avanti e niente rimaneva come era stato un tempo: perché Elena, purtroppo, aveva capito che sarebbe dovuta crescere solamente quando aveva desiderato che tutto rimanesse invariato, prima che i suoi castelli di carta le crollassero rovinosamente addosso.
Ognuno di loro aveva motivo di sentirsi sperduto e che la ragione fosse una sorella morta, un'umanità persa troppo presto, o una ragazza ritrovata e poi nuovamente scomparsa, erano tutti attanagliati dallo stesso invisibile senso di perdita. Ma sarebbero andati avanti, in un modo o nell'altro, ed Elena concentrò la propria attenzione su Bonnie: la strega si aggirava intorno al pino enorme sradicato da Damon ghermendo un grimorio con aria minacciosa, cercando il modo di addobbarlo il più velocemente possibile. Era la sera dell'Anti-Vigilia, cavolo, e non erano ancora pronti!
"Non puoi fare uno dei tuoi stupidi abracadabra e attaccare tutte le palline in una volta?" Domandò Damon scocciato mentre evitava a Stefan e Caroline di prendersi a pugni per chi dovesse mettere la Stella in cima. La strega lanciò uno sguardo di supplica ad Elena, che si alzò dal divano dove giaceva pigramente per andare a darle una mano.
"Se voi tre la smetteste di litigare", inziò la ragazza puntando il dito contro i tre vampiri intendi ad azzuffarsi , "e voi tre uomini la smetteste di guardare per l'ennesima volta Miracolo nella Ventiquattresima Strada come tre casalinge in crisi depressiva, forse Bonnie riuscirebbe a concentrarsi!"
Damon tenne per il collo Caroline, mentre Stefan si bloccò dal conficcare una punta della stella dorata nell'addome del fratello, tutti e tre con dei sorrisi inquietanti e un po' beoti stampati sul viso. "Ma per favore, sarebbe più utile Campanellino Trilly di questa sottospecie di strega semicompetente che non sa nemmeno far fluttuare delle palline di Natale!"
Bonnie trafisse con lo sguardo il vampiro, poi chiuse gli occhi blaterando una cantilena in latino e in un attimo tutte le decorazioni per l'albero si librarono in aria. Centinaia di sfere rosse, dorate e blu riempirono l'intero salotto, catturando l'attenzione di tutti i presenti, che trasognanti smisero di litigare, insultarsi, o guardare classici film natalizi. In quel momento Katherine e Matt varcarono la soglia con le buste della spesa, e per poco non fecero cadere tutto per terra, tanta era la meraviglia. Era come se fossero appese al soffito da fili invisibili, magiche palline contro la cui superficie lucida si riflettevano tutti loro, e il pino, e l'atmosfera surrale che era riuscita a creare la ragazza.
"Non ti lamenti più adesso, eh? Criticone di un morto", disse Bonnie mentre la pallina che stava sulla testa di Damon gli cadeva addosso, colpendolo in piena faccia, che il vampiro teneva rivolta verso il cielo.
"Ouch. Se fossi uno stregone, sarei molto più bravo di te, Trilly!"
Ed Elena pensò che fra tutti, Damon dovesse essere Peter Pan, perchè non esisteva bambino più presuntuoso di lui. Ma la presunzione di Peter era una delle sue doti più affascinanti.*

Durante la notte, in tutta la casa risuonava una calma troppo innaturale per il numero di ospiti che conteneva, accampati comodamente nelle numerose stanze della Tenuta Salvatore.
Fra tutti, però, solo due erano ancora coscienti, cercandosi silenziosamente, attratti l'uno dall'ombra dell'altra.
Damon, che non riusciva a prendere sonno così lontano dalla ragazza, spuntò alla sua finestra, tanto velocemente che alla luce della luna Elena pensò che il vampiro avesse volato proprio come l'eterno bambino dalla tutina verde.
Bussò contro il vetro, lasciando che l'astro della notte si riflettesse nella luminosità dei suoi occhi invernali e del suo sorriso da Stregatto. "Toc, toc", mimò con le labbra, mentre la ragazza si toglieva di dosso le coperte pesanti che le coprivano il corpo, cercando di non svegliare Trilly che le dormiva accanto, in una sostituzione dell'ultimo minuto che rese il vampiro estremamente soddisfatto e speranzoso: in fondo, era pur sempre Natale.
"Che ci fai qui?" Domandò la ragazza, il battito accelerato e il respiro lievemente mozzato. Lui le porse una mano. "Pensavo ti avrebbe fatto piacere volare via per un po' ", rispose lui sornione mentre Wendy si affidava alle sue cure celando qualcosa nella tasca del pesante pigiama che le avvolgeva il corpo esile e delicato.
Damon se la strinse al petto, intimandole di chiudere gli occhi, e saltando dal davanzale agilmente, senza far capire alla giovane dove la stesse conducendo.
Nonostante il gelo della notte, Elena era al caldo fra le accoglienti braccia della Morte e -mentre si dirigevano verso la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino- la ragazza si sentì a casa, sensazione che non provava da forse troppi mesi.
"Puoi scendere adesso", la voce di Peter la ridestò dai suoi pensieri: non si era accorta che fossero arrivati a destinazione.
Wendy si staccò a malavoglia dall'eterno bambino che la stringeva, appurando che si trovavano sul tetto di casa Salvatore, coperti dall'infinita coltre di stelle che vegliava su di loro.
La ragazza si infilò una mano in tasca, come a controllare che vi si trovasse ancora l'oggetto che le aveva causato l'insonnia. "Hai freddo?", domandò docile il vampiro quando vide il corpo di lei tremare all'ennesimo alito di vento. Anche lui, come aveva fatto il fratello poche ore prima, le posò la giacca di pelle sulle spalle, e quando il suo odore forte di mentolo le invase le narici e i neuroni, Elena tirò un sospiro di sollievo, tornando nel luogo che le apparteneva.
"Ti ho portato una cosa", disse la ragazza mentre si sedevano sul tetto, suscitando uno strano mugolio nel vampiro.
"Non è ancora Natale, bambina", commentò puntandole gli occhi addosso e infilandole in testa un ridicolo cappello da Babbo Natale che aveva tirato fuori da chissà dove.
Elena rispose al suo sorriso, tirando la mano fuori dalla tasca, nascondendo il tesoro che conteneva.  "Chiudi gli occhi tu, adesso."
Lui rise, deliziato dal suo tono innocente. "Oh, avanti, sono morto da 145 anni! Non vorrai certo fare giochetti da bambini con me, Elena", aggiunse poi con malizia, avvicinandosi al volto di lei, che sgranò gli occhi stringendo il piccolo oggetto metallico che custodiva nella mano tesa verso di lui.
"Non rovinare sempre tutto, sciocco bambino presuntuoso! Chiudi gli occhi, Peter, o niente regalo", rispose lei falsamente piccata, volgendosi dall'altra parte.
Damon alzò le braccia in segno di resa, emettendo un sospiro divertito. "E va bene, come vuoi tu, Wendy-la-Guastafeste", rispose lui chiudendo gli occhi a malincuore e privandosi della vista angelica di Elena alla luce della luna invernale.
"Sai cos'ha regalato Wendy a Peter Pan?" Gli sussurrò all'orecchio con un tono che non sembrava appartenerle, risvegliando l'ombra che albregava dentro di se' e che solo con Damon poteva lasciar fuoriuscire. Non gli diede tempo di rispodere che gli prese una mano e vi posò sul palmo niveo un piccolo ditale di metallo.
"Un bacio", scandì lentamente, la voce carezzevolmente graffiante, mentre Damon apriva gli occhi e si rigirava il piccolo oggetto forellato fra le dita lunghe, sorpreso da quel gesto decisamente inaspettato.
"Grazie, Wendy", sussurrò dopo esserselo infilato al pollice. "Potrei avere un ditale, ora?" *
E si sorrisero come due bambini prima che l'alba della Vigilia di Natale illuminasse il mescolarsi delle loro ombre.
In fondo, era Natale anche per i bimbi sperduti.


Angolo "Autrice":
Ma saaaaaalve popolo di EFP!
Ecco qui la vostra Alexys con un'altra storiella, sperando che vi piaccia (:
Questa Shot partecipa al Monthly Contest Christmas Version (sarà giusto messo qui?! xD), quindi mi auguro davvero che sia uscita bene!
Ho preso spunto, e alcune frasi segnalate da un *, dall'opera di Barrie.
Non so come mi sia uscita ma...Ta-daaaaan! Questo è il frutto dei miei scervellamenti notturni e di pezzi scritti e riscritti durante varie lezioni che non ho cagato xD
Un ringraziamento a tutti quelli che hanno letto le mie storie, le hanno recensite o messe nei preferiti (:
Un abbraccione particolare a Simply, perché "credo che questo sia l'inizio di una splendida amicizia" (Che bello rubare frasi a film cult *_* , Casablanca)!
O almeno lo spero (:
Buon Natale a tutti dalla vostra
-Alexys-

P.S.:Siccome a Natale siamo tutti più buoni...perché non lasciate un commentino?! Graaaazie**

  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: AlexysBlack