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Autore: KarenStrife    23/12/2011    0 recensioni
L'ho scritta sulle note di My Immortal, è una cosa un po' ispirata al Natale. Riguarda una storia finita in un modo un po' tragico. Ho scelto di ambientarla in un giorno nevoso, ma non chiedetemi perché... Si, lo so, non sono molto brava a presentare storie...
(I pezzi in corsivo non sono parole di una canzone)
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ogni volta che ritorno qui
Mi sorprendo del buio che si è creato
Il tuo ricordo pesa
E le mie spalle non riescono più a sopportarlo
Perché è qui che tutto ha avuto inizio
Ed è questo stesso posto in cui tutto si è spezzato.

Cammino a passo spedito sotto la luce dei lampioni che illuminano a tratti la strada bagnata dalla neve.
Ha nevicato tanto e solo i più coraggiosi si sono cimentati nel girare in macchina, in motorino o in bici, ma io non sono una di quelle.
Io sono abbastanza goffa da scivolare anche camminando semplicemente.
Non mi sono vestita in modo pesante e ogni volta che affondo nella neve rabbrividisco, ma non mi importa.
Mi perdo in strane fantasie, alle volte, e rischio di sbagliare strada, ma mi sembra impossibile, la conosco meglio di me stessa. Forse voglio solo sbagliarla e non vedere più niente.
Ci sono. Il grande portone vittoriano si erge davanti a me.
Ricordi? Dicevi di non averne paura, ma ogni volta mi stringevi il braccio.
Spingo quel grande pezzo di legno e lo schiocco che fa quando riesco a spostarlo mi sembra un suono alieno, lontano, distante.
Entro, un po' inquietata da quell'edificio.
Molti mi chiedono perché io torni sempre qui, la notte. Io non rispondo, sai, anche prima chiedevano tante cose, su di noi. Mi conosci, non mi piace essere al centro dell'attenzione.
Continuo a camminare, e sento i miei passi riecheggiare nel buio. Tutto è vuoto, e sento solo la pietra fredda e morta che frena la caduta.
Non ci sei, ma non speravo di vederti.
Ho smesso di farlo, e non me ne sono neanche resa conto. Come potevo solo sperarlo?
Eppure sono delusa dalla tua assenza...

Il tempo si è come fermato
Questo dolore è diventato reale
Neppure il tempo può cancellare il passato
Perché tu eri lì quando piangevo.
Perché tu eri lì per aiutami a rialzarmi.
E neanche l'inferno è stato capace di sopprimere la tua anima.
Ma non ci sei, ed è questo che fa male veramente.

 

Faccio un giro di controllo, per accettarmi che nessuno sia entrato, ma sul pavimento impolverato vedo solo le mie impronte.
Chi avrebbe il coraggio di entrare in un luogo come questo?
La neve si è posata sul davanzale della finestra della nostra camera.
Mi siedo e guardo fuori, la strada in ombra, senza nessun lampione a deturparla con la sua luce. Acque nere, niente sarebbe in grado di interrompere la loro calma armoniosa se non i fari delle auto stanche di lavoro. Poso una mano sulla collanina che ti regalai per il tuo primo compleanno passato insieme a me.
Una collanina a forma d'ala di angelo, per dimostrarti che tu lo sei sempre stato per me.
Tutto, di te, mi riportava ad un angelo, il più bello dell'intero paradiso.
Dai grandi occhi azzurro mare al tuo sorriso, sempre presente.
Ogni volta che alzavo lo sguardo eri li a sorridere, e non smettevi, neanche quando ti crollava il mondo addosso.
Ho impiegato tanto di quel tempo ad imparare e a conoscere a memoria, perfettamente come una preghiera, ogni sfaccettatura del tuo essere, a capire quando eri triste e a capire quando eri arrabbiato.
Nessuno, ne sono certa, lo sapeva come lo sapevo io.
E tu sorridevi, e il tuo sorriso era sempre così radioso e puro da ingannare anche il più bravo.
I tuoi occhi capaci di farmi perdere il respiro, e ogni volta che esso si univa al tuo temevo che fosse un sogno, ma le tue labbra erano la realtà più bella della mia vita.
Eri lo strappo alla regola, amore mio, tu riuscivi a far sembrare il reale stupendo e la fantasia un incubo terribile.
E io ti ho perso, inesorabile, troppo presto...

Tu sei quello che ha fermato il tempo
Mentre il mondo andava troppo veloce
E io t'ho sempre visto come il mio salvatore
Il tuo viso era così bello
Talmente che mi sembrava di stare sognando
La tua voce sempre così dolce
Ti prego fa che io la possa sentire ancora

Esco da quell'edificio che non porta altro che dolore.
Eppure sarei tornata, la sera dopo, e quella ancora.
Ricomincio a camminare, e la neve ricomincia a cadere come a proteggermi, farmi tornare a casa.
Non mi fermo, continuo a camminare, senza ritornare sui miei passi. Prendo un piccolo pacchettino nella tasca della giacca e lo rigiro fra le mani, per poi rimetterlo in tasca per poi riprendere a camminare. La temperatura è scesa, ma non mi interessa.
Sarei morta assiderata, tanto senza te tutto non aveva più molto senso.
Tutti questi giorni con passano, tutte queste persone non valgono.
Osservo la cancellata che mi si para davanti.
E' un grande sforzo entrare in quel luogo, camminare fra quei pezzi di pietra che riportano la gente. Riprendo il pacchettino e lo stringo nuovamente.
E' uno dei tanti regali che io ti abbia mai fatto e spero che valga quanto gli altri.
Mi chino davanti ad uno di quei pezzi di pietra e tolgo la neve che lo ricopre.
Sorrido e dico:
“Mi sei mancato...”

Sola sono caduta
E sola dovrò rialzarmi
Ma tu sei sei sempre qui con me
Me lo hai promesso, te lo ricordi?

Appoggio il pacchettino a terra.
“Come sempre c'ho messo un po' a sceglierlo” ti dico.
“Sai come sono fatta, faccio sempre tutto all'ultimo minuto. Almeno spero ti piaccia” e sorrido, sedendomi fra la neve e osservando il tuo nome impresso sulla lapide. E' quasi l'alba, ma si vede ancora poco.
Gioco con le lettere, le scompongo, faccio anagrammi, parole impossibili.
Oggi è il tuo compleanno, il 25 Dicembre.
Il più bel regalo di natale che io abbia mai avuto, ma ripetuto negli anni e mai stanca di questo.
Mi sono sempre qual'è quella sottile linea che divide l'avere qualcosa di importante e il perderla. Probabilmente è sottile. Talmente che si è rotta e io non me ne sono nemmeno accorta.
Però mi manchi, ti vorrei qui, la mia stupida convinzione che ritornando in quella casa io possa vederti ancora.
Mi alzò in piedi, tanto ormai è l'alba, e mi avvio verso casa...

   
 
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