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Autore: EdenGuns    23/12/2011    5 recensioni
Seguito di “Appetite for Destruction”
***
Dov'eravamo arrivati? Ah, mi pare ci fosse un segreto, una storia d'amore e tanto sesso. Giusto?
***
Lies sarà lo spartiacque tra Appetite e gli Illusion; quattro giorni quante sono le tracce, compresa "You're crazy" versione acustica.
Tante novità, qualche conclusione dell'episodio precedente. Ma come già detto, è uno spartiacque, giusto per saziare alcuni appetiti.
P.s. I titoli dei capitoli sono il nome della persona che parla in prima persona. Niente da aggiungere, buona lettura e lasciate il vostro pensiero ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Guns N' Fuckin' Roses'
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1. Axl

 

« I've been walkin' these streets at night
Just tryin' to get it right
It's hard to see with so many around
You know I don't like bein' stuck in a crowd
And the streets don't change but maybe the name
I ain't got time for the game
'Cause I need you
Yeah, yeah well I need you
»
Patience, GN'R

 

21 Luglio 1988
« Dai, Will, mi vergogno...»

« Di cosa ti vergogni? Voglio che tutti sentano la voce della nostra nuova corista. Cosa pensi di fare nel tour davanti a centinaia di persone, eh? Fare scena muta?»

Fece una smorfia.

« Giuro che la prossima volta farò più attenzione quando canto e non mi farò sentire di certo da te.»

Risi.

« Eden, sbrigati che sennò facciamo le ragnatele!» urlarono dal salottino.

Le presi la piccola mano e gliela strinsi, con un gran sorriso d'incoraggiamento.

Era da due anni che lei e Michelle erano entrate nella nostra vita, sconvolgendola completamente. La prima faceva coppia troppo fissa con Duff, l'altra con Hudson.

Dopo l'episodio di Adrianna quella lontana sera di Dicembre, sembrava essersi regolato.

Almeno, da quanto ne so io.

Avevo legato di più con Eden, un po' perché ormai ne ero innamorato segretamente da due anni, un po' perché era una persona splendida. In tutti i sensi.

Certo il suo affetto per me si limitava a quello tra fratello e sorella, l'avevo capito sin dall'inizio. Mi parlava spesso di Duff e la mia insana idea di poter diventare il suo amante era scemata velocemente, come dissolta davanti a quell'amore così grande e puro.

« Se mi prendono in giro sei morto» tentò di minacciarmi, però non riuscì ad evitare di sorridermi dolcemente.

Mi misi al piano e la invitai a sedersi vicino a me.

Gli altri ci guardavano curiosi, mentre io iniziavo ad abbozzare qualche nota solleticando i tasti con le dita.

Finalmente iniziò il pezzo vero e proprio, November Rain. Avevo scritto quella canzone tempo prima, al ricordo di un amore giovanile che andava tirandosi stanco senza che nessuno dei due riuscisse a dare un taglio a quella tortura.

« When I look into your eyes
I can see a love restrained
But, darlin, when I hold you
Don't you know I feel the same.
»

La sua mano era posata sulla mia gamba, e tremava nervosa. Conoscendola avevo imparato anche ad amare la sua timidezza repressa e a rassicurarla al momento giusto.

Continuando a suonare le rivolsi un sorriso che ricambiò, mentre io mi perdevo per l'ennesima nei suoi occhi azzurri.

L'avevo sentita cantare per la prima volta mentre era sotto la doccia; stavo passando dalla camera di Duff per parlargli di una faccenda tecnica, ma l'avevo trovata vuota. In compenso dal bagno proveniva una voce melodiosa, che intonava Breathe dei Pink Floyd. Ne ero rimasto letteralmente incantato e, seduto sul bordo del letto, ascoltavo quel suono così armonioso.
Poi era uscita dalla doccia ancora canticchiando, avvolta in un misero asciugamano bianco che le copriva a malapena il seno e le parti intime. Mentre la mia mente veniva percorsa dalle più sconce fantasie ed io mi appellavo al mio buon senso per evitare di struprarla, lei era arrossita visibilmente, correndo a vestirsi. Mi ero semplicemente dilungato in elogi, durante i quali lei rossa in viso si asciugava i capelli. Si era schermita, ma la ritenevo davvero brava, non erano complimenti riservati all'unico scopo di compiacerla.

Ed io i complimenti praticamente li faccio solo a me stesso.

L'applauso eccitato che scoppiò nel salottino mi fece tornare bruscamente alla realtà.

« Cazzo, Eden. Non pensavo fossi così brava» esclamò Slash, grattandosi la testa.

Lei fece spallucce: « E' tutta colpa di Will.»

Alzai la mano destra in segno di resa e portai la sinistra al petto.

« Mea culpa.»

Risero. Eden mi stampò un bacio sulla guancia e poi volò da Duff, accoccolandosi a lui.

Dio, perché non riesco a farmene una ragione?

Feci finta di grattarmi la pelle resa bollente da quel contatto solo per poter sfiorare il segno lasciato dalle sue labbra morbide.

« Ma a cosa dobbiamo quest'esibizione?»

Guardai Jeff, che come sempre aveva già capito tutto, il cui unico scopo della domanda era quello di distrarmi.

« Beh, quando faremo un tour nostro ci serviranno delle coriste, no? E chi meglio di Eden? Poi potremmo fare delle audizioni, a meno che Michelle non sia una cantante nata...»

Lei scoppiò a ridere.

« Ma per chi mi hai preso, Rose? Le cornacchie sono decisamente più intonate di me.»

Incrociai le braccia al petto, aspettando il verdetto del resto della band.

« Allora...?»

Duff le diede un bacio prima di rispondere: « E' perfetto, così può venire in tour con me.»

Gli altri annuirono a loro volta, entusiasti.

« Bene, allora tornate pure alle vostre attività da segaioli.»

« Segaioli un par di palle, io adesso mi faccio Eden, te stattene da solo a comporre!»

Tutti risero.

E risi anch'io; un suono strozzato, come l'ultima parola di un condannato a morte mentre penzola dal cappio ardente del patibolo.

Avrei venduto l'anima per poter passare anche solo una notte con lei. Per poterla amare liberamente, non come fosse un peccato capitale anche sfiorarla col pensiero.

Mi ritirai nella mia stanza della suite, in cui alloggiavamo durante il tour con gli Aerosmith, mentre gli altri si recavano altrove.

Un sogno che si realizzava, per tutti; avevamo portato anche le due ragazze perché entrambe adoravano la band che avremmo supportato.

Mi stesi sul letto e chiusi gli occhi.

Ogni volta che mi ritrovavo solo, volavo col pensiero indietro nel tempo, quando eravamo ancora cinque scalmanati incontrollabili che gozzovigliavano per tutta la notte. In un certo senso eravamo ancora così, in fondo. Solo improvvisamente pieni di responsabilità e termini da rispettare, contratti, cazzate burocratiche e stampa in fermento.
Eravamo nuovi in quella giungla e di certo non offrivamo di noi una bella immagine. Non che ci tenessimo.
Gli eccessi camminavano a braccetto con noi, lo sapevano bene tutti ormai.

« Posso?»

Jeff era sulla porta, nell'atto di bussare, e sorrideva pacatamente.

Mi misi seduto stropicciandomi gli occhi.

« Certo, entra pure.»

Lui si sedette sul bordo del letto, accendendosi una sigaretta. Mi porse il pacchetto aperto con un cenno del capo ed io vi estrassi una Marlboro, infilandola tra le labbra.

« Allora Eden verrà in tour con noi, eh?»

« Già.»

Rimanemmo in silenzio per un po', fumando tranquillamente.

Sapevo benissimo dove voleva andare a parare.

« Sei sicuro...?»

Mi allungai per prendere il posacenere e annuii guardandolo negli occhi.

« Sei consapevole del fatto che dovrai viverci insieme, praticamente? E che dovrai sopportare tutte le smancerie tra lei e Duff? Non mi sembra una buona idea, Bill.»

Sospirai.

« Non so se è peggio vederla stare con lui o non vederla affatto.»

Spense il mozzicone nel posacenere di cristallo e incrociò le gambe, sbadigliando.

« Penso che la tua scelta tu l'abbia già presa, quindi non ho più nulla da dire.»

Si alzò e uscì dalla stanza, lasciandomi solo a rimuginare.

Riusciva sempre a farmi riflettere sulle mie azioni, ma come aveva detto lui stesso, la mia decisione l'avevo presa.

 

« Interessante, davvero.»

Slash stava ascoltando i consigli di Joe Perry, pendendo letteralmente dalle sue labbra; l'uomo si continuava a riavviare i capelli scuri, storcendo il naso adunco ogni tanto.

Il palco era gigantesco e brulicava di frenetici tecnici e musicisti. Il soundcheck era il momento di massima importanza, dove si correggevano anche le minime imperfezioni.

Tutto doveva essere perfetto.

Io sedevo su un amplificatore, accanto a Eden e a Michelle, aspettando con loro che gli strumenti fossero pronti.

« Cosa pensate di fare per il compleanno di Slash?»

Mi voltai verso le ragazze, un po' stordito.

« Eh?»

« Dopodomani Hudson fa gli anni, cosa avete intenzione di combinare?»

Mi grattai la testa.

« Ehm...»

« Piantala di grugnire e pensa a qualcosa» mi intimò Michelle.

Feci per rispondere ma Eden mi posò una mano sul braccio, per calmarmi.

Con quella ragazza non ero mai andato d'accordo. Forse perché avevamo il carattere troppo simile.

Vedi, anche tu odieresti te stesso.

Forse era il momento di entrare in psicoanalisi.

« Io pensavo qualcosa come una serata al locale. Da stare tutti insieme, magari anche con gli Aerosmith. Slash apprezzerebbe, ne sono sicura. E poi lasciamo il compito a Michelle, per la notte.»

La diretta interessata ghignò soddisfatta.

« Perfetto allora» conclusi, poco interessato.

Tornai a guardare nel vuoto.

« Tutto bene?»

Eden mi sorrideva, ma avevo sentito chiaramente la nota di preoccupazione nella sua voce.

« Tranquilla.»

Le feci un buffetto sulla pelle nuda della gamba e sorrisi.

Lei fece un verso poco convinto e appoggiò la testa sul mio braccio.

« Penso che tu sia l'amico migliore che abbia mai avuto, sai?»

Il mio cuore mancò un colpo.

Le sue parole mi avevano lasciato spiazzato; Eden era una persona che si affezionava in fretta agli altri, l'avevo provato sulla mia pelle, ma non pensavo fino a quel punto.

Le carezzai i capelli dolcemente: « Penso anch'io che tu sia l'amica migliore che abbia mai avuto, piccola.»

Sospirai.

Ma io non ti voglio bene, io ti amo. E penso che infondo tu lo sappia anche. Resterò qui al tuo fianco finché mi vorrai e aspetterò. Magari un giorno ti sveglierai e capirai di provare le stesse cose che provo io. Per ora io sono qui, in veste di amico. Vedremo nel futuro, no?

« Come mai sei così pensieroso?» chiese, stringendosi al mio braccio in modo amichevole.

« Niente, seghe mentali.»

Lei rise.

« Se magari praticassi quel passatempo nel mondo reale saresti più soddisfatto.»

Duff si avvicinò sedendosi ai piedi di Eden.

« Che simpatico, McKagan. Ora vado a farmi una groupie, scusa.»

E mi allontanai fingendomi offeso.

« Che permaloso!»

Sentii le loro risate in lontananza, mentre si scambiavano effusioni.

Forse, nel futuro. Ma ne dubiterei se fossi in te, Axl Rose.

   
 
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