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Autore: catchstrenght    23/12/2011    0 recensioni
Ambientato in una cittadina in riva ad un lago, la storia parla di due ragazzi, Sunrise e Jave. Sunrise, ragazza anticonformista, come quasi tutti i giorni era andata nel teatro della scuola a suonare la chitarra, arriva per caso lì Jave, un ragazzo sfrontato. Sunrise pensava da sempre che Jave fosse un ragazzo superficiale, ma sarà quest'incontro a cominciare a farle cambiare idea.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni volta alla fine delle lezioni, ero andata nel teatro della scuola e ne prendevo la chitarra, considerandola anche un pò mia, trasportandomi in un altro mondo. Questo era troppo crudele. Chiudevo gli occhi e seduta sugli scalini incominciavo a muovere le dita sulle corde, lasciandomi abbandonare alla mia voce. In quella grande stanzona, c'eravamo solo io e la musica. 
Sin da piccola avevo avuto con essa un rapporto speciale, come un bambino e il suo orsetto di peluche. Crescendo scoprì tutte le sfumature di colore che fanno battere il cuore, un arcobaleno di suoni. Ogni nota la sentivo mia, ogni lacrima, ogni sorriso era un'emozione che usciva dall'anima.
Uscì dalla porta della palestra velocemente correndo perchè avevo avuto una brutta discussione col mio migliore amico, e per l'ennesima volta a causa della musica, che lui trovava una cosa inutile, invece per me stava diventando sempre più importante. Eravamo sempre in contrasto su questo, a differenza dello sport. 
Mi fermai un momento perchè avevo il fiato in gola davanti la porta del teatro, era socchiusa...sicuramente c'era qualcuno dentro. Entrai piano per non disturbare e vidi una ragazza seduta sugli scalini con i capelli così lunghi che si adagiavano sulla chitarra che da come la teneva, sembrava che l'abbracciasse. La sua voce era magnifica, difficile da descrivere. In quel momento non sentivo più il fiatone per la corsa, ma un strano batticuore...forse per la corsa o non so. Non stavo capendo più niente in quel momento, sapevo solo di aver incominciato ad amare e aver bisogno della sua voce. 
Era rannicchiata a sè stessa come se si volesse nascondere dal mondo ed essere protetta solo dalla musica, mi trasmetteva tanta dolcezza. 
Dopo un pò si accorse di me e alzò lentamente lo sguardo puro come per dire Voglio essere lasciata sola ma ho bisogno di essere salvata. Quella matita azzurra su quegli occhi intensi color cioccolato, la rendevano ancora più celestiale. 
Posò la chitarra e scendendo gli scalini con movimenti aggraziati si diresse verso di me. Mi stavo mordendo il labbro inferiore mangiandola con gli occhi. Una maglietta lunga e degli shorts portati su un bellissimo corpo. 
« Tu qui? Cosa vuoi? » più vicino a lui squadrandolo con un'aria di sfida.
« Che caratterino! » guardandola maliziosamente.
« Volevi che cadessi ai tuoi piedi? » dissi beffarda.
Era il tipo di ragazzo che poteva avere tutto quello che voleva dalla vita: belle ragazze, auto nuove, vestiti alla moda e griffati e la stima di molte persone, fra cui molti amici; non riuscivo a capire cosa volesse da una ragazza come me. 
« No! Assolutamente..volevo solo dirti...che hai una bellissima voce. »
Ero sconvolta. Il suo sguardo era così sincero.
« Se ti do fastidio, me ne vado. Tranquilla. Non volevo disturbarti. » simulando di uscire. 
Il suo sguardo mi aveva addolcito...era così intenso. Era l'opposto della superficialità e della 'costruzione' che sembrava emanare il resto.
« Aspetta....ti ringrazio. Io sono Sunrise. » sorridendo e conquistandolo con lo sguardo. 
« Jave » rispondendo agli sguardi.
« E chi non lo sa qui? » accennando una risata.
Fermai il gioco di sguardi andando a mettere apposto la chitarra, dato che era già l'ora di tornare a casa. 
« Senti amore, facciamo la strada per casa insieme? » ridendo immaginando la risposta a causa dell'appellativo.
« Senti carino, mi devi chiamare Sunrise. » scocciata.
« Okay, okay » continuando a ridere. 
Ci incamminammo verso l'uscita. 
Parlammo e ci scambiammo per tutto il tempo sorrisi. Mi mise il braccio sulle spalle e mi strinse a lui. Non pensavo potesse essere un ragazzo così. Arrivati a casa mi salutò con un dolcissimo bacio sulla guancia.

   
 
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