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Autore: katarina    23/12/2011    0 recensioni
Ti amerò per sempre in ogni momento della mia vita.
Ma non ci sarà mai un posto per noi due.
Con eterno amore. Louis.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia più che una vera e propria storia l’ho scritta per descrivere la vita precedente di un personaggio che avevo creato per un GDR.
Adesso però volevo pubblicarla per sapere che cosa ne pensate. Fatemi sapere....si parla di Luigi XIV ma nonostante questo non vengono rispettati i luoghi.
l'ho scritta molti anni fa ed ignoravo ancora che la corte del re non fosse già a Versailles ma al Louvre. perdonate quindi questi errori e buona lettura.

Era stato un errore tornare a guardare dentro le mie vecchie cose, quando apri il baule che tenevo in soffitta in quella casa “rubata” alla periferia della città. Era una casa grande, una casa che non aveva bisogno di nessuna presentazione. Era mia. E non di quella Katherine, ma di Charlotte. Della povera piccola Charlotte. Sospirai rumorosamente per quanto per me fosse possibile e aprì la porta. Tutto era terribilmente polveroso. La stanza era buia se non per una finestra che lasciava entrare i pochi raggi del sole del tramonto. Le tendine bianche leggermente ingiallite dal tempo. Mi sedetti sullo scrittoio in stile francese che era stato nelle mie camere di Versailles. Quando presi un fascio di lettere mi resi subito conto che la prima non l’avrei voluta leggere. Eppure fu qual che altra cosa a spingermi, non la mia volontà bensì il mio cuore. Volevo rileggerla, volevo farmi del male. La busta mostrava un giallo ocra che tradiva la bianchezza di un secolo ormai passato. Il sigillo laccato era già rotto. Era rosso, mostrava chiaramente il sigillo della casata dei Borbone e quando estrassi la lettera scritta su un foglio di carta leggera ed elegante la aprì. La scrittura era la sua. Me la ricordavo ancora chiaramente. Era elegante e perfetta, scritta linea dopo linea senza una sbavatura, senza che una parola fosse più in basso o più in alto dell’altra. Era perfetta. Erano appena tre righi. Centrati nel foglio. L’inchiostro nero era sbavato solo da quelle che ricordavo chiaramente essere state le mie lacrime. Era breve e concisa.
Ti amerò per sempre in ogni momento della mia vita.
Ma non ci sarà mai un posto per noi due.
Con eterno amore. Louis.

Odiavo rileggerla eppure ogni volta mi facevo male e la rileggevo. Non potevo più piangere fortunatamente, perché quell’uomo mi aveva segnato tanto? Adesso avevo anche trovato suo nipote, un nipote che avrebbe potuto essere nostro. Chiusi la lettera e la gettai a terra, con violenza, cercando di non pensare a quanto odiassi tutto quello. Odiavo tutto, tutto quello che mi aveva fatto e che ancora, dopo secoli dalla sua morte mi faceva. Mi passai una mano sul viso per poi ritornare in me e presi un'altra lettera, quelle erano mie lettere, le avevo scritte ad una mia vecchia cameriera quando ero ancora una ragazzina. Prima della tragedia. Prima di tutto. Valerie mi aveva sempre dato giusti consigli e alla fine avevo recuperato tutte le lettere. La prima era datata 22 Aprile 1762. avevo appena tredici anni e due mesi dopo avrei fatto i miei quattordici anni. In quel tempo era una data così importante che ero già così tremendamente contenta di questo. La aprì con un po’ di nostalgia e non fu difficile capire che quella lettera era amichevole e giocosa.

Cara Valerie,
ti sei informata su che data sia oggi? È il 22 Aprile. Non sto scherzando. Tra breve compirò il mio quattordicesimo compleanno, ma te lo immagini Valerie? La regina dice che ho raggiunto l’età in cui dovrei stare attenta agli uomini che mi guardano, dice che per essere una brava donna dovrei abbassare lo sguardo e sembrare timida ma che in quel caso non sarei la sua preferita. Louisa non sembra troppo contenta di questo, però Elisabetta ed Enrichetta credono che presto saremo sorelle. Te lo immagini io regina di Francia? Louis è così bello però. Quegli occhi azzurri così profondi. Però non sono innamorata. Non lo sono non è vero Valerie? No, non lo sono. Mi piace quando mi prende per mano durante le nostre passeggiate, mi piace quando mi fa vincere durante i nostri giochi e mi piace quando mi invita a guardare l’alba con lui davanti i laghetti. È così romantico. Lui è il principe che sognavamo da bambine, io lo so. Credi che sbagli a dargli troppa confidenza. Abbiamo spesso udienze private, prendiamo il the ogni pomeriggio da soli e qualcuno vocifera già. Ma io non so se voglio sposarmi. Filippo dice che mi affascina solo per il suo comportamento. Dice che se non fosse così sostenuto con le altre io non mi accorgerei nemmeno di lui. Anche Filippo è tanto gentile con me. Credi che questo voglia dire qualche cosa? La regina vuole che vada nei suoi appartamenti questo pomeriggio per prendere un te insieme a Louisa, Enrichetta ed Elisabetta. Mi ha suggerito anche di scegliere una cameriera persona che possa servirmi qui a Versailles. Qui è tutto così grande Valerie, dovresti vederlo. La mamma e il papà hanno promesso che verranno presto a trovarmi e dicono che sono molto lieti della mia amicizia con il delfino. Le loro parole esatte sono state questo …ci auguriamo che la tua dolcezza, nostra amata Charlotte, possa durare ancora a lungo per conquistare il cuore del nostro amato e adorato erede al trono il delfino Louis August, tu ne sarai capace piccola nostra, ti abbiamo cresciuto per questo, hai l’educazione adatta per una regina, mettila a frutta e conquisterai il cuore del popolo francese. Io non ho alcun interesse ad adescare nessuno. Non lo amo, giuro di non amarlo. Non voglio diventare regina di Francia, voglio solo avere l’opportunità di amare qualcuno davvero e tutti dicono che non si può amare un re, si può solo convivere con lui. Forse adoro la sua compagnia adesso perché non è Re. La regina mi chiama credo sia l’ora del the. Ti avvertirò molto presto se ci saranno novità. Ti abbraccio calorosamente e ti mando i più affettuosi saluti.
Charlotte Elena Sofia

rimisi la lettera nella busta e la richiusi. prima di alzarmi dalla sedia e di scendere dalla soffitta. avevo messo via le lettere dentro un cassettino segreto all'interno dello scrittoio. ricacciai via Charlotte e Katherine, la ragazza spietata e cattiva ritornò in superficie senza troppi complimenti. sospirai prima di uscire di casa e sorrisi debolmente di un sorriso nostalgico e cattivo.

*flashback*
Chiudete gli occhi. Adesso immaginate un bel posto. Un giardino di quelli che si vedono nei ritratti. Charlotte era lì, bella quanto quella rosa bianca che stringeva debolmente tra le mani. Chiuse gli occhi avvicinandosela piano al viso per annusarla. Era buona. Era straordinariamente perfetto. Tutto era perfetto. Sentì quel dolce tepore sulla pelle. Le spalle leggermente scoperte, i capelli raccolti sotto il cappello di paglia. Sorrise debolmente sentendo il canto dei grilli e il cinguettio degli uccelli. Il debole scrosciare dell’acqua delle fontane, lo zampillare di quello che era il più grande lago artificiale di Parigi. Lasciò andare la rosa ed una spina le rimase nel dito. La guardo con sguardo leggermente triste, usciva una goccia di sangue e si portò il dito alla bocca sperando che non ci fosse nessuno a vederla. Riprese lentamente a camminare per i giardini tirando su il vestito per evitare di inciampare. Prese un respiro profondo e sorrise. Amava Versailles. Amava la compagnia della regina e delle sue figlie, soprattutto di Sofia. E soprattutto…sentì una mano sulla schiena e non si voltò nemmeno, semplicemente abbassò lo sguardo e sorrise debolmente. Poi vide davanti al viso un fiore. Una rosa bianca con una spina leggermente sporca di sangue. Sorrise di nuovo. Era incredibile come lui le facesse sempre sbocciare un sorriso sulle labbra.
-Non mi ha fatto particolarmente piacere ciò che ti ha fatto, però è un po’ come te. -
Si voltò verso Louis senza un sorriso questa volta che cosa voleva dire con quella frase? Che cosa intendeva? Louis sorrise debolmente e le passò una mano sul collo. Fu un gesto che quasi nessuno riuscì a percepire. Non sarebbe stato permesso al delfino di Francia di accarezzarla in quel modo.
-Anche tu sei bella come questa rosa, ma ogni volta che provo a sfiorarti mi ferisci. -
Lo sguardo di Charlotte fu piuttosto conciso, non sapeva cosa intendesse Louis. Come poteva lei fargli del male?era lui che la colpiva, ripetutamente con forza, anche adesso lo stava facendo. Si girò tristemente pronta ad andare via ma lui le sfiorò le vesti delicatamente come solo lui sapeva fare. Si fermò di nuovo. Il cuore le martellava nel petto, non l’aveva mai sentito così doloroso e così presente come in quel momento. Si voltò verso di lui e sorrise appena.
-Non era mia intenzione ferirvi vostra maestà e se l’ho fatto me ne rammarico fortemente.-
Questa volta fu lui ad ammutolire, abbassò lo sguardo davanti a lei.
Davanti ad una semplice ragazzina come lei e poi lo rialzò, un sorriso triste sulle labbra che non scomparve.
-lo stai rifacendo Charlotte-
Lo disse con una simile tristezza che lei non badò a nulla, semplicemente gli prese la mano. Fu il gesto più audace che avesse mai fatto, gli aveva preso la mano così, nei giardini, con la possibilità di essere visti da tutti. Ma lui non la cacciò via, ricambiò la stretta e nascondendo la sua mano tra le pieghe dell’abito della ragazza riprese a passeggiare, fianco a fianco. Lei stringeva la rosa bianca tra le mani, il dito insanguinato era tra le mani di Louis che stringeva la sua mano come un cieco farebbe con la mano della sua guida. Come la sua ancora in un mare in tempesta. Ma chi poteva non accorgersi di una simile attrazione tra i due? Chi poteva negare un simile tipo di coinvolgimento. Nessuno si era azzardato a far visita alla corte francese per cercare di combinare un matrimonio. Tutti si aspettavano già il loro matrimonio, Louis e Charlotte si amavano, avrebbero potuto vivere bene insieme. Lui le teneva in segreto la mano, la guidava e le insegnava a crescere. Lei gli raccontava le storie, si lasciava guidare e gli insegnava ad essere bambino. Il popolo l’amava, qualcuno l’acclamava già come futura regina di Francia. Le dame di corte le portavano il rispetto dovuto alla regina e tutte cercavano di accattivarsi la sua amicizia. Nemmeno la regina le faceva mancare nulla. Tutto ciò che Charlotte possedeva le era stato regalato dalla regina, tutto tranne il può semplice degli ornamenti. Quella storia non valeva però la pena di ricordarla. Per lo meno Katherine non volava ricordarla ma non Charlotte. Per Charlotte quello fu il giorno più bello della sua vita. Successe tutto una mattina, una di quelle rarissime mattina in cui la regina permetteva alle sua figlie, scortate da un numero consistente di guardie di corte di recarsi da qualche sarto a Parigi per poi fare una passeggiata nei grandi viali alberati o nei lussureggianti giardini. Charlotte e Sofia stavano sedute su un divanetto sprofondate tra i pizzi e i merletti. Louisa provava vestiti su vestiti, scarpe e scarpe ripetutamente. E le gemelle Enrichetta ed Elisabetta gioivano del buffet loro offerto. Fu allora che arrivò un pacco. Tutti credevano che fosse per Louisa, allora promessa sposa di Filippo I di Borbone, ma il valletto semplicemente si scusò e disse chiaramente che nel pacco, di cui era sconosciuto il mittente c’era solo il nome della granduchessa Charlotte Elena Sofia d’Angoulême. La ragazza prese il pacchetto tra le mani e quando lo aprì si rese subito conto di chi potesse essere. Sorrise appena quando estrasse un nastro azzurro. Le ragazze erano tutte voltate verso di lei in attesa che dicesse qualche cosa ma lei, secondo l’educazione ricevuta mise da parte il pacco e riprese amabilmente la sua conversazione. Quel giorno lo portava quel fiocco. Lo aveva fatto sistemare tra i suoi capelli biondissimi e ne andava ben fiera, avrebbe potuto volentieri togliersi il capello per mostrarlo a tutti ma non servì. Fu un colpo di vento a levarle il capello di paglia e a farlo finire dentro una delle tante fontane. Louis la guardò, stava per proporre di recuperarlo quando vide il fiocco. Quel regalo improvviso che non si era potuto trattenere dal farle. Aveva bisogno che lei sapesse che lui l’amava, che incomprensibilmente l’amava e non poteva smettere di pensare a lei, giorno e notte. Sorrideva ancora, orgoglioso ed in un certo senso intimidito dalla reazione della ragazza. Cosa avrebbero detto se avessero saputo che aveva camminato a capo scoperto per i giardini della reggia in compagnia del Delfino? Probabilmente nulla di più di ciò che già si diceva di loro ma a Charlotte non importava, la sua pudicizia la fece scappare via, lasciò la mano di Louis e si diresse verso i suoi appartamenti. Sofia la vide solo correre via ma non osò fermarla. Si rinchiuse in camera sua dove si lasciò sopraffare dal sentimento e pianse. Aveva solo quindici anni allora ed il delfino ne avrebbe compiuto a breve venti. Due settimane dopo si sarebbe celebrato il suo compleanno e quel giorno aveva promesso di dichiarare al mondo la sua decisione. Avrebbe annunciato il nome della sua promessa sposa.
*flashback*
Quella che Katherine aveva sul viso era un espressione neutra da giocatore di poker. Si stava ostinando a rivangare i ricordi, si stava ostinando a voler soffrire, quando era stata così felice perché adesso rimpiangeva tutto? Mi alzai in piedi. Non mi ero nemmeno resa conto di essermi accucciata a terra proprio come avevo fatto quel giorno di tanti, troppi anni prima. Mi sistemai il vestito che portavo e presi un lungo respiro prima di scendere le scale verso la porta di casa. Avevo bisogno di sangue. Sangue fresco e l’avrei trovato presto. Potevano starne certi. Quel giorno la mia vittima fu una povera bambina di si e no 16 anni. Quando io avevo sedici anni ero già promessa sposa ed entro l’anno avrei ricevuto il vincolo definitivo. Avrei avuto un marito, mi sarei creata una famiglia. Come tutte le altre gran dame di corte, solo che io avrei sposato un membro della famiglia reale. Il membro sbagliato però.

Cara Valerie,
domani sarà il ventesimo compleanno di Louis. Ha detto che avrà una notizia da darmi, da dare al mondo. So che notizia sarà. Dovrà annunciare il nome della sua promessa sposa. Non posso non pensarci Valerie. Credo di poter morire quando e se dovesse pronunciare il mio nome. Sofia è convinta che non debbo preoccuparmi, che è normale che sarò io la prescelta. Ma non so perché sono agitata, ho uno strano nodo alla gola, lo stesso che avevo quando i miei genitori mi hanno comunicato che avrei vissuto a Versailles. Non è una bella sensazione Valerie. Ho paura.

La regina mi ha mandata a chiamare, mi ha chiesto quale fosse il mio colore preferito e di che tonalità avrei desiderato le federe ed il corredo nuziale. Ha detto che stasera ci sarà un doppio annuncio. Che cosa vorrà dire Valerie? Chi sarà ad annunciare il suo matrimonio. Ho ancora quella strana sensazione. Una sensazione sbagliata. Si, è una sensazione sbagliata Valerie. Voglio che tu mi raggiunga a Versailles il più presto possibile. Voglio la tua compagnia. Voglio che tu sia qui già questa sera, ho bisogno che tu mi tenga la mano e che mi sorregga. Ho la sensazione che succederà qualche cosa di terribile stanotte. o mio dio! Non so perché l’ho scritto. Giuro che proprio non lo so. Dovrei essere la persona più contenta del mondo. Stasera Louis probabilmente chiederà la mia mano e io potrò averlo per me. Sarà una cosa meravigliosa. Adesso però è tardi, devo proprio salutarti.
Ti abbraccio affettuosamente e ti porgo i miei più calorosi saluti.
Charlotte Elena Sofia

*flashback*
Quando entrò nel salone degli specchi Charlotte aveva un candido vestito di un bianco perla con un solo nastrino azzurro tra i capelli e dei lapislazzuli tra i riccioli biondi. Quei gioielli avevano lo stesso colore dei suoi occhi e mettevano in risalto tutta la sua bellezza. Era stata Sofia ad aiutarla a vestirsi, insieme a Enrichetta ed Elisabetta. Quando aveva opposto resistenza per tutto quel bianco, come se fosse lei la sposa Sofia aveva riso e per accontentarla le aveva messo dell’azzurro tra i capelli. Non avevano detto una parola quando entrarono nel salone, tutte le gran dame si voltarono verso di lei con esitazione e la guardarono con il rispetto dovuto ai sovrani. Abbassò lo sguardo secondo le regole di pudicizia che le erano state insegnate e sorrise adorabilmente. Tutti mormoravano. Nella sala erano presenti anche Filippo V di Spagna con la moglie e la figlia. Era anche lei una gran bellezza, Maria Teresa di spagna era famosa in tutta Europa per la sua bravura nel suonare il clavicembalo. Anni prima Louis era stato promesso alla sorella Marianna Vittoria, al tempo però Louis aveva preso in mano la situazione e si era fermamente imposto sulla madre e sul padre. Questa volta c’erano questioni più gravi da risolvere. Il problema vero e proprio adesso era una presunta dichiarazione di guerra che si sarebbe rivolta contro la Francia nel caso il Delfino non avesse sposato una componente della famiglia reale. Maria Teresa aveva diciotto anni. Era amabile e ben educata ma per Louis non era comunque Charlotte. Quando all’incirca verso la mezzanotte Louis e suo fratello Filippo salirono su un palchetto il ronzio delle chiacchiere cessò. Tutti sapevano che era il momento della notizia. Il re salì insieme a loro e prese la parola.
signori, signore, è un immenso onore per me ricevervi tutti qui in questo giorno di gaudio a Versailles, stanotte si celebreranno tre eventi importanti. Oltre al ventesimo compleanno di mio figlio Louis August, stanotte entrambi i miei eredi maschi annunceranno il nome della loro futura e meravigliosa sposa.
in quel momento Charlotte capì le parole della regina quel pomeriggio. Ecco chi sarebbe stato il secondo membro ad annunciare il suo fidanzamento.
entrambi sono diventati uomini così velocemente, sono maturati e sono ora capaci di seguire le orme del padre, entrambi sono da poco venuti da me con una notizia gioiosa, la notizia che ogni padre aspetta e mi hanno detto: -papà, sono innamorato- .
il petto di Charlotte si riempì di una delizia effervescente. Era davvero molto presto, quasi improvviso. Dopo tanti mesi di incontri segreti, l’idea di Louis che confessava il suo amore per lei al padre era colossale e molto rinfrancante. Sofia pensava che fosse inevitabile ma che i suoi desideri si realizzassero in modo tanto pubblico rendeva tutto notevole. Non che le dispiacesse, era proprio quel genere di spontanea fiducia che amava tanto in Louis. Si concesse un sorriso ampio e orgoglioso e si strinse al braccio di Sofia che ricambiò la stretta altrettanto entusiasta. Ha detto –papà voglio che tu sia il primo a sapere che ho chiesto la mano dell’Infanta spagnola Maria Teresa Raffaella- la folla emise un mormorio di approvazione ma lo sguardo di Charlotte si fece vacuo. Rimase senza fiato, incapace di dire una sola parola. Sofia aveva un espressione di sconcerto e Louis non sembrava di certo avere il viso di un uomo che aveva appena vissuto il momento più bello della sua vita. guardava Charlotte, la sua reazione, ma nel volto della ragazza non lesse nulla. Solo Filippo sembrava entusiasta.
pochi giorni più tardi lo stesso Filippo venne da me con una notizia altrettanto bella, questa richiesta però non è ancora stata porta quindi a lui la parola.
Filippo, raggiante come un sole scese dal patio e si avvicinò lentamente alle sorelle e a Charlotte, si inginocchio davanti a lei e le porse un anello con incastonato un lapislazzuli, come quello che portava tra i capelli. Prese fiato e poi sorridente chiese:
Charlotte Elena Sofia d'Angoulême, volete farmi l’onore di concedermi la vostra mano in cambio di una promessa di amore eterno?
Charlotte divenne ancora più pallida. Come poteva promettere amore eterno ad un uomo che non amava nemmeno. Filippo era sempre stato il suo migliore amico, non sarebbe mai stato il suo unico amore. Anche perché in quel momento il suo vero amore stava avvicinandosi ad un'altra dama. Charlotte sorrise appena, un sorriso che poteva apparire timido e porse la mano a Filippo.
*flashback*

Cara Valerie,
sono fidanzata. Da ieri sera sono ufficialmente fidanzata con un membro della famiglia reale.
Credo che le notizie corrano molto più veloci delle lettere, ti prego di raggiungermi a Versailles il prima possibile, ho bisogno di un amica fidata cui rivolgermi.


*flashback*
mancavano solo pochi giorni alle nozze, ormai charlotte aveva perso ogni speranza del rivedere la sua amica. Maria Teresa aveva occupato le stanze della delfina e Louis passava la maggior parte del suo tempo nell’intento di evitarla. Si dava allo studio dei chiavistelli, alla caccia, anche alla diplomazia pur di star lontano dalla sua quasi moglie. Maria non era poi troppo dispiaciuta di questo, cominciò a sperperare una tale quantità di ricchezza che erano sufficienti a sfamare tutto il popolo francese. Sembrava l’unico a non essere contento di quel fidanzamento. Charlotte si era sempre dimostrata una donna di grande tatto, pronta a mettere le questioni del popolo innanzi alle sue.
Era troppo buona, il re non poteva permettersi tanta bontà sul trono, il regno sarebbe stato bene allora.
Erano queste all’incirca le parole che si sentivano nelle piazze di tutta Parigi solo due giorni prima del matrimonio. Il malcontento cresceva e si faceva sempre più pressante. La corono doveva mettere un freno a queste chiacchiere. Vennero ghigliottinati in 200 nella piazza pubblica a Parigi e altrettanti in Spagna. Un matrimonio che cominciava nel sangue. Il matrimonio iniziò male, poiché il Delfino non volle consumarlo, mettendo Maria Teresa in una situazione imbarazzante che ne minava la posizione a corte. Anche se riceveva alcune descrizioni adulatorie, che la dipingevano come bella ed altera, ma altri invece facevano osservazioni negative sui suoi capelli rosso acceso. Molto timida e poco avvezza alla vita in società, non interessata ai giochi in voga a Versailles, Maria preferiva rimanere la maggior parte del tempo nei suoi appartamenti. Ma la tragedia doveva ancora avvenire e si sarebbe consumata il mese dopo. Mancavano pochi giorni al matrimonio di Charlotte quando una carrozza degli Angoulême arrivò a Versailles. Era Valerie arrivata come dama di corte incaricata alla preparazione della dama per il matrimonio. Rimasero sole a parlare per molto tempo e alla fine si addormentarono così, in attesa del giorno tanto atteso.
Era bellissima nel suo abito bianco e azzurro, l’abito che la regina aveva utilizzato per il suo matrimonio. Questo prestito era un segno di alta considerazione che fece apparire la ragazza più importante della delfina stessa. Lei era la prediletta della regina e del Re ed era ugualmente imparentata con la casa reale. La spagna non poteva negare l’influenza di quella ragazza a corte. Ma non ebbero molto tempo per preoccuparsene. Una lite forse, il così detto delitto d’onore. Per una donna, per Charlotte. Morirono entrambi, due fratelli ucciso dalla spada del fratello. Sangue versato su sangue. Un matrimonio che si apriva con il sangue veniva chiuso con esso. Maria sarebbe morta di li a poco partorendo la figlia di Louis, Maria Teresa.
Charlotte aveva perso tutto, non le rimaneva nulla a Versailles e sebbene sapesse che era un gesto folle decise di lasciare il palazzo, per sempre. *flashback*

Quando Katherine risalì in soffitta quel giorno come era avvezza a fare da un po’ di tempo a quella parte. Trovò delle lettere, le ultime, scritte a Versailles prima dell’epilogo.
Quando era stata in compagnia di Jean non aveva mai scritto delle lettere, ne aveva tenuto un diario e aveva perso ogni ricordo di quello. Ripensando a quel giorno, ripensando a Draco, si rese conto quando Jean si fosse trattenuto per evitare di ucciderla. Avrebbe fatto meglio a lasciare che il destino facesse il suo corso piuttosto. La sua vita da vampira la ricordava fin troppo bene, ricordava anche quel drammatico inizio, quando Jean non c’era più. Le aveva promesso un eternità insieme, non fu capace di mantenere la promessa data, era rimasta di nuovo da sola. La sua vita da vampire era stata priva di ogni interesse, per lei almeno. Non era riuscita a far nulla che valesse la pena di essere ricordato. Aveva solo amato ed aveva perso, ogni volta.
Era stanca di perdere tutto ciò che amava, quindi era molto meglio che lui andasse via adesso, prima che quella piccola, misera parte di Charlotte che rimaneva tornasse alla luce. Katherine non aveva bisogno dell’amore, era una cosa stupida che a lei non importava affatto. E comunque tutto ciò che amava moriva, appassiva come un fiore dopo poco tempo. Era per quello che aveva trasformato Draco? Ma neanche quella loro natura poteva fermare il destino. Due oceani di distanza tra loro era la cosa migliore. Per tutti.

Erano un paio di giorni che continuavo cercare qualche cosa da fare, non ero stata con Adrian, perché ero…perché ero scappata? Non era da me, per lo meno non da Katherine. Ero stanca di sentirmi così combattuta. Ero umana l’ultima volta che mi ero sentita così. mi sedetti allo scrittoio ed estrassi un foglio bianco dal cassetto ed una penna, uno delle poche penne antiche che conservavo ancora insieme a quei foglietti. Avevano ancora marchiata il simbolo di una casata ormai scomparsa. Erano state stampate per me, per la principessa del sangue che dovevo essere. Sospirai un secondo prima di cominciare a scrivere.

Chère Valérie,
sono venuta a trovare la tua tomba un po’ di tempo fa. È stata una sorpresa vedervi impresso sopra il mio nome. Ce qu'ils ont fait contre vous Valérie? Que diriez-vous si vous étiez encore en vie? Qu'ai-je fait de souffrir d'abus à cause de mon vol, Val?
mi è stato raccontato ciò che è successo, un po’ forse anche dai libri di storia. Sono così tremendamente dispiaciuta per te, non ho più sentito questa emozione Valerie perché avevo deciso di non farlo. Ma l’umanità è una brutta bestia, ti prende alle spalle quando meno te lo aspetti. La mia è ritornata, sta bussando di nuovo e sta chiedendo che gli venga dato ascolto, mais nous savons ce que cela signifie d'avoir des sentiments, ne vous Valérie? Non mi sono rimaste lettere della mia vita dopo la mia fuga di Versailles e adesso sembra tutto così simile che volevo ricordare. Je crois que j'ai une famille, vous savez Val? è una strana sensazione sapere di averne una che è tua, la figlia di mio nipote, o forse di un pronipote. Ho addirittura incontrato il nipote di Louis, hai capito bene, non più il mio Louis, lui non mi appartiene, non mi è mai appartenuto.
Ho fatto tante cose sbagliate nella mia non-vita, tutto ciò che di buono avevo fatto si riassumeva in un nome, Francesco. Forse adesso posso dire di aver fatto la cosa più sbagliata in assoluto. Ho privato un ragazzo della sua umanità, per capriccio forse o per solitudine, ho preteso che rimanesse con me, che mi amasse, ho preteso tante cose Valerie, ma come sempre è successo nella mia vita mi è sfuggito via dalle mani. È andato via, forse per sempre. Sicuramente non tornerà da me. E’ una brutta sensazione provare di nuovo emozioni. Me ne sento vittima. Quando ho visto la mia, la tua tomba, ho capito di aver vissuto forse troppo. Anche da vampiri non si smette mai di soffrire Valerie. La sofferenza verrà a cercarti sempre, ti prenderà alle spalle e ti ucciderà. Lentamente. Facendoti soffrire e facendoti desiderare il momento in cui arriva la morte. Credo di aver sbagliato tutto. Forse sarei potuta essere felice già con Filippo, forse avrei dovuto lasciare che la morte mi portasse via insieme a Francesco. Forse non dovevo più avere a che fare con nessun essere umano. Riescono ad influenzarti sempre. Con dei piccoli ma inaspettati gesti. Ti senti amata, senti che sei importante di nuovo per qualcuno e poi fanno come tutti…vanno via.
Questa sarà l’ultima lettera di Charlotte, lei è morta infondo, insieme a te. So come spegnere ogni sentimento umano, come cancellare la sofferenza ed il dolore. Probabilmente farò del male a qualche umano, rischierò la vita perché prima o poi i cacciatori si accorgeranno di me, ma non soffrirò. Le altre pergamene stanno già bruciando, ogni biglietto, ogni lettera del mio passato è nel camino, questa la spedirò, a tutti e a nessuno, dovrà essere un monito questa lettera. Une lettre d'excuses à vous, mon ami, et sans égard pour moi.
Au revoir Valérie, ne pas promettre que nous allons nous rencontrer, pour moi il n'y a rien après cette vite, mais au moins jusqu'au moment où je vais avoir une vie digne de ce nom.
Une vie digne de Katherine Lausiers.
Avec une affection sans bornes, Votre Charlotte.
  
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