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Autore: Zomi    23/12/2011    6 recensioni
24 Dicembre, da qualche parte lungo la Rotta Maggiore.
-È Natale! È Natale! È NATALE!!!!!!!!!-
Il pluri-ricercato Rufy Cappello di Paglia saltellava per tutta la cucina della Sunny, facendo tremare la tavola con sopra la colazione. Era eccitatissimo per l’arrivo della festività più attesa da tutti al mondo...
Piccola FF per augurare a tutti un felice e gioioso S.Natale
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO DELL’AUTORE:
Merry Christmas… Frohe Weihnachter… Joyeux Noel… Feliz Navidad… BUON NATALE!!!!!!!!!!!!!!!!!
Buno Natale a Zonami84, Angle, Annak95, Jemanuele8891,Mars PR_Black Rose,Mikan93,MiticaRosa_pessima94,Robinchan07,SpitFireScar,Yakemi, _Micky_ONDPDeYL che mi hanno fatto l’immenso dono di inserirmi tra i loro Autori Preferiti: vi adoro guys, mi riempite di gioia infinita!!!!!!
Buon Natale a tutti quelli che leggeranno questa FF, a tutti quelli che la commenteranno e a tutti quelli che anche solo la guarderanno sulla pagina principale.
Buon Natale all’immensa Famiglia di Fan di One Piece e naturalmente Buon Natale a Efp… AUGURI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Zomi
 

P.S.: è un po’ lunghetta come FF, spero comunque che vi piaccia e di leggere i vostri commenti. Bye bye and a X-mas kiss.
 
 

 

X-mas kiss
 

 

24 Dicembre, da qualche parte lungo la Rotta Maggiore.
-È Natale! È Natale! È NATALE!!!!!!!!!-
Il pluri-ricercato Rufy Cappello di Paglia saltellava per tutta la cucina della Sunny, facendo tremare la tavola con sopra la colazione. Era eccitatissimo per l’arrivo della festività più attesa da tutti al mondo.
Il suo entusiasmo, però, causava un qual certo nervosismo nel cuoco di bordo.
-Vuoi stare fermo, razza di deficiente gommoso?!? Come faranno le mie Dee a mangiare se continui a far ballonzolare tutti i miei manicaretti? E LA VUOI PIANTARE CON STA CANTILENA, SI O NO?!?-
Il capitano si fermò di colpo, quando un poderoso calcio gli si impiantò sul suo capo.
Si rialzò dal pavimento, lasciando una profonda impronta della sua figura, e si rivolse al biondo.
-Ma Sanji, oggi è Natale e io…-

-ZITTO!!! Oh giuro che ti lascio a digiuno per il resto dei tuoi giorni…-
Al ragazzo si formarono due grossi lacrimoni sui lati del viso e si accovacciò per terra. –Cattivo…-
-Su, su ragazzi… non litigate. Sanji, mantieni la calma e tu, capitano, oggi non è Natale e solo la vigilia. Domani sarà il gran giorno…- intervenne l’archeologa di bordo, voltandosi verso di loro e interrompendo l’addobbamento dell’immenso albero che si ergeva nel centro della sala comune.
-Già… domani sarà una giornata SUPERRRRR!!!!- aggiunse Franky, spuntando improvvisamente da sotto qualche ramo dell’abete con indosso un enorme cappello da Babbo Natale.
Chopper che passava di lì, ebbe un infarto e stramazzò al suolo inerme.
Robin tornò alla decorazione dell’arbusto sorridendo serafica, mentre il carpentiere punzecchiava con un dito la renna priva di sensi.
Lo spirito natalizio aveva contagiato tutti i membri della ciurma, che fin dalle prime luci del mattino avevano iniziato a decorare ed abbellire la loro nave con diademi, festoni e lucine colorate.
Il ponte ora era completamente illuminato ai lati da lunghe ghirlande intermittenti di luci gialle e rosse, e sul pennone, vicino alla bandiera con teschio e cappello, era stato aggiunto un simpatico Babbo Natale che salutava arrampicato sull’asta. A occuparsi delle decorazioni esterne, erano stati Usop, Brooke e Nami, mentre il resto dei Mucigawara si occupava della zona interna.
-Brrr… che gelo!!! Di certo nevicherà…- commentò la navigatrice, rientrando nella cucina seguita dal cecchino e dallo scheletro gentiluomo.
-Etciù… Yohohoho-ho, ho preso perfino il raffreddore dal vento freddo che soffia fuori…-.
–Poi ti darò un occhiata Brooke…- disse Chopper, porgendo una tisana calda all’amico per riscaldarlo
-Grazie Dottore…-
Franky appese ancora qualche piccolo ramoscello di vischio nella sala per poi dirigersi verso la cucina, dove ormai erano tutti riuniti, ognuno seduto al proprio posto al grande tavolo da pranzo.
Tutti?
No, proprio tutti No.
Infatti, il verde spadaccino della ciurmaglia, sonnecchiava alla grande sul divano centrale della sala con l’acquario, sperando di essere diventato invisibile e che quindi, una certa strega di sua conoscenza, non lo disturbasse per assurdità del tipo: aiutaci ad addobbare la Sunny, prendi quegli addobbi, sposta quel scatolone, raddrizza il puntale dell’albero, fissa meglio quel mazzetto di vischio ed eccetera, eccetera, eccetera…
Speranza vana, comunque…
-BUZZURRO DI UN GHIRO!!!!!!!!!! SVEGLIA!!!!!!!!!!!-
Un devastante pugno si scaraventò sul suo verde cranio, uccidendo un miliardo e mezzo di quei suoi mal funzionati neuroni.
-BRUTTA STEGA!!!!!!!!! MA CHE CAVOLO VUOI?!?-
La rossa, che era in piedi dietro lo schienale del divano, si sistemò la chioma ramata, sfoggiando un sorrisetto sadico.
-Su vieni in cucina che devo dire una cosa molto importante…-
-E a me che me ne importa?!?-
-Il mio non era un invito, sai carino… ERA UN ORDINE!!!- e prendendolo per il suo padiglione auricolare con gli orecchini, lo trascinò fino al tavolo da pranzo.
Il samurai si sedette al suo posto, massaggiandosi l’orecchio e inveendo contro la cartografa che sedeva di fronte a lui.
-Allora ragazzi… Oggi pomeriggio arriveremo a Rojale, una piccola isola che ci permetterà di rifornire la cambusa e di acquistare i regali di Natale. L’isola purtroppo non è molto grande e non ha molti negozi, ma ciò vuol dire la totale assenza della marina e quindi di guai… sempre che Rufy non si impegni troppo a crearne…-.
-Io non creo guai… sono loro a venirmi a cercare…- si rabbuiò il capitano.
-Certo certo…- fu la risposta dei suoi Nakama.
Sanji si era già alzato per scrivere la lista del necessario per il cenone, mentre gli altri si organizzavano in gruppi per esplorare l’isola al loro arrivo.
Zoro però, rimaneva seduto sulla sedia in disparte, perso nei suoi pensieri.
“Domani è Natale…” rimuginava, “… è usanza trascorrere questa festa con le persone a cui si vuol bene…”. Inevitabilmente i suoi profondi occhi si posarono sulla sua compagna ramata. Ne fissò i contorni del delicato viso. La mandibola contratta in una risata provocata da Usop, le sue labbra carnose e rosee, gli occhi nocciola che catturavano attenti ogni dettaglio della stanza, le dita della mano sinistra intrecciate nei suoi setosi e vermigli capelli…
Da tempo lo spadaccino si era reso conto di provare molto più che semplice affetto per Nami. Aveva provato a negarlo a se stesso, alla sua coscienza, ma davanti al suo cuore palpitante negli attimi di solitudine con la navigatrice, era stato inutile mentire: era follemente innamorato di lei.
Sospirò, incrociando le braccia sul tavolo e posandoci sopra la testa.
L’ammirò ancora, inebriandosi della sua immagine angelica. Voleva vederla felice sempre, in ogni attimo della giornata, in ogni secondo della sua vita e voleva che fosse felice con lui. Voleva che fossero felici insieme. Arrossì immaginandosi teneramente abbracciati, mentre si scambiavano gli auguri di Natale e magari un tenero bacio.
Scosse fortemente la testa. Un’utopia. Ecco cos’era il suo sentimento: una fantasia irrealizzabile. Come poteva una donna bella e intelligente come Nami, innamorarsi di uno squattrinato e buzzurro spadaccino come lui?
Non poteva, ecco. Sbuffò e si alzò, andandosene dalla stanza imprecando a mezza voce.
Una coppia di densi occhi marroni lo seguirono fino alla soglia della porta.
-Zoro dove vai?- gli domandò Nami, ma questi non gli rispose lasciando la cucina.
Tentò di seguirlo, ma Robin la trattenne lì.
-Devo parlarti…- le sussurrò piano sorridendo gioiosa.
La rossa alzò un sopracciglio e si risedette a tavola. Che aveva in mente la sorellona?
 
 
Le due ragazze sedevano sole nella sala ricreativa.
Mancava poco all’attracco della Sunny a Rojale e i loro compagni erano su di giri per l’emozione.
Robin prese le mani di Nami tra le sue e sorridendole le spiegò ciò che aveva in mente.
-Vorrei regalare qualcosa di speciale a Rufy… e pensavo che…-
-Carne…- tagliò corto l’altra, sospirando per l’in capibile innamoramento dell’amica per quel citrullo di Cappello di Paglia. Ma che aveva mai di speciale Rufy? Volgiamo metterlo in confronto a Zoro?
Certo sul piano di onore e morale erano molto simili, ma lo spadaccino era molto più maturo e saggio di lui. Sul piano fisico poi, c’era un abisso fra i due: l’aitante e muscoloso samurai accendeva in Nami sentimenti e passioni che lei stessa stentava ancora a credere di provare.
Ma non era solo il fisico di Zoro a far battere il cuore a Nami. Era anche il loro tipo di rapporto.
Mai nessun altro l’aveva mai fatta sentire così al sicuro e protetta, se non tra quelle forti braccia di spadaccino. Nessun altro uomo l’aveva mai trattata a suo pari come lui, nessun altro l’aveva fatta arrossire con un sorriso. Indubitabile litigavano parecchio, ma era una dimostrazione d’affetto, l’unico modo in cui la rossa riusciva a esprimere quella sensazione che provava solo per lui.
La navigatrice si perdeva nei profondi e caldi occhi del compagno. Si lasciava cullare dal timbro della sua sensuale voce e perdeva volentieri il senno, assaporando rapita il suo profumo. Si, Nami lo sapeva bene, lo amava e si sarebbe gettata nel fuoco se lui glielo avesse chiesto, pur di renderlo felice. Aveva impiegato parecchio tempo, e speso molte forze pur di ammettere anche solo con se stessa, quel stravolgente sentimento e accettarlo nonostante il suo smisurato orgoglio glielo impedisse per paura di soffrire ancora per amore. Non le era forse bastato il dolore di aver perso la prima persona che aveva amato, Bellmer? Voleva soffrire ancora?
A tutto ciò non voleva pensare. Sentirsi innamorata la faceva sentire bene, più leggera e forte. Certo, era cosciente che difficilmente un uomo come Zoro avrebbe potuto ricambiare i suoi sentimenti da mocciosa, ma soffocava questa verità. Al dolore, al rifiuto dello spadaccino, alla tristezza e alla disperazione non voleva dare spazio per ora.
-Nami… ehi, mi stai ascoltando?-
La rossa si ridestò dai suoi pensieri e tornò al presente e alla sua sorellona.
-Ti stavo dicendo che vorrei proporre alla ciurma un’estrazione delle persone a cui fare i regali, ma che mi serve il tuo aiuto per convincerli…-
-Una specie di pesca…-
La mora annuì.
-Si può fare, ma a una condizione…-
 
 
-…allora avete capito?- chiese nuovamente l’archeologa ai suoi compagni, dopo la spiegazione di Nami.
-Certamente mia serafica Dea: su questi meravigliosi foglietti di carta che la mia angelica Nami ci ha consegnato, scriveremo il nostro nome e cosa desideriamo come regalo, per poi metterlo piegato a metà nel cilindro di Brooke…-
-… da cui poi ognuno di noi estrarrà un bigliettino su cui ci sarà scritto cosa e a chi fare il dono. Siamo stati attenti vero, yohohoho-ho. Meritiamo si o no un bacio io e il cuoco…?!?-
I due, stretti a braccetto, si lanciarono contro le due ragazze che, però, si scansarono evitandoli.
-Forse dopo…- li illuse Nami, prendendo carta e penna e iniziando a scrivere sul suo biglietto.
Tutti si misero a scribacchiare.
Nami gli osservava curiosa: Usop mangiucchiava la matita fissando il soffitto, Chopper scriveva cercando di non far copiare Franky, Brooke ridacchiava insieme a Sanji posati l’unaltro sulle schiene. Il capitano sembrava in difficoltà e ogni tanto cancellava frenetico col piccolo gommino a capo del pastello. Zoro scribacchiava sovra pensiero. Su quest’ultimo, Nami posò lo sguardo più a lungo finché non incrociò i suoi neri occhi e per l’imbarazzo chinò i suoi sul tavolo.
-Finito!!!- gridò Rufy, gettando il suo cartoncino nel cilindro dello scheletro.
Una volta che il cappello fu colmo, a turno tutti pescarono un foglietto. Quando toccò a Nami, la navigatrice immerse sicura la mano nel copricapo e non appena sentì un pezzetto di carta volargli nel palmo, grazie alle abilità di Robin, la ritirò soddisfatta.
-Bene…- concluse, -… buon shopping natalizio a tutti!!!-  dicendo questo si eclissò nella sua stanza a recuperare borsa e giacca di lana per scendere al porto dell’isola in cui avevano appena attraccato.
Le furbe ladies si erano accordate per far si di poter azzeccare il regalo giusto per i membri della ciurma di cui si erano invaghite.
-Allora…?- chiese curiosa Nami a Robin, incrociandola nel corridoio mentre usciva vero il ponte.
-Avevi ragione tu: carne- rispose la mora, mostrandole un buffo disegnino del capitano sorridente con in mano un enorme prosciutto. -Spero che vi sia una macelleria in paese. E tu?-
-Non so. Devo ancora leggerlo...- ridacchiò la rossa correndo sulla passerella e sparendo per il piccolo villaggio.
Arrivata in centro aprì il biglietto e continuando a camminare, lo esaminò. Riconobbe subito la scrittura grossolana e marcata di Zoro, e sorrise felice di poterlo rendere felice regalandogli ciò che lui desiderava. Lesse con attenzione:

ZORO
UN SET DI PULIZIA PER KATANE

 

 

    Un luminoso sorriso le nacque sulle labbra. Fece una leggera giravolta nella via in cui camminava, per poi avviarsi spedita verso un negozio specializzato in armi. Lo avrebbe visto sorridere. Uno di quei suoi caldi e radiosi sorrisi che le rallegravano la giornata. Un bellissimo sorriso alla Roronoa solo per lei. Un semplice sorriso.
In tanto sulla Sunny, Zoro fissava frustato il suo biglietto.

     

SANJI
UN BACIO DA UNA DELLE MIE DEE

 

         Mille cuoricini arricchivano il pezzo di carta. Ma guarda te se proprio a lui doveva capiate una schifezza del genere. E che cavolo!!
Eppure aveva creduto che la sua buona stella lo aiutasse a pescare il biglietto di Nami e non di quel depravato col ciuffo. Sbuffò e andò in cucina in cerca del cuoco, con l’intenzione di chiedergli un regalo di riserva dato che quello gli era impossibile da fare. Entrato in cucina però, gli si presentò davanti una scena macabra.
Sanji era chino in ginocchio sul pavimento. Un’aura nera e tetra gli aleggiava intorno, mentre migliaia di spiritelli lo circondavano in uno strano balletto depressivo. In pugno il suo bigliettino.
-Me misero… me tapino… me triste… me inconsolabile…-
-Ehi cuoco... che hai?-
Il biondo si alzò da terra, rivelando il suo volto distrutto dalla disperazione e dal pianto.
-Tra tutti i bigliettini che c’erano… io… oh sorte avversa… ho pescato quello di Brooke…-
Zoro si grattò il capo. –E con ciò…?-
Una fiamma demoniaca si impossessò di Mr. Prince, che si scagliò inferocito sul compagno verde, prendendolo per il colletto.
-QUEL DEPRAVATO HA CHEISTO UN BACIO DA UNA DELLE MIE DEE… COME OSA!!! E IO DOVERI REGALARGLI UN TALE PREZIOSO DONO!!!!!!!!!!!!! MAI!!!!!!!!!!!!!!!-
Un enorme goccia di disperazione si materializzò dietro allo spadaccino, -Come se tu fossi da meno…-
-Cosa hai detto Morimo?!?-
-Niente… niente… bhè potresti chiedergli un regalo di riserva… e a tal proposito…-
Ma le sue parole si persero nella stanza, dato che il cuoco aveva ripreso a piangere.
-Idiota…- lo ammonì il verde.
In quel momento entrò in cucina Chopper. –Ciao ragazzi. Senti Sanji potrei chiedrt… Ma cos’ha?-
-Crisi di mezza età…- sghignazzò Roronoa, approfittando della disattenzione del compagno.
-Oh… sembra grave… e io che avevo bisogno del suo aiuto…- mugugnò rattristato il dottore.
-Per cosa?- chiese incuriosito il samurai.
-Bhè vedi, ho pescato il biglietto di Nami, ma il suo è un regalo un po’ complicato…-
Un raggio di sole illuminò la stanza, o meglio, solo Zoro. La sua buona stella era tornata in azione. Si avvicinò alla renna e gli circondò le spalle.
-Ah si…?!? Mostra un po’…-
L’innocente Chopper aprì davanti agli occhi del giovane il foglietto su cui una delicata e curvilinea scrittura si allungava:

 

          NAMI
UNA SERENA GIORNATA DI

NATALE IN FAMILGIA
SENZA LITIGI  E GUAI

 
 

Zoro sorrise intenerito.
La sua mocciosa. Solo lei poteva essere così venale tutti i giorni dell’anno, per poi chieder un così tenero desiderio a Natale. Lo spadaccino prese dalle pelose zampe del dottore il pezzetto di carta e lo osservò ammaliato.
-Chopper…- lo richiamò all’attenzione, dato che stava cercato di dare soccorso a Sanji.
-Scambiamoci i biglietti. Io ho Sanji ma credo che accetterebbe più volentieri un pensiero da te che quello che ha scritto qui da me. E poi un Natale senza litigi riguarda proprio me e Nami, no?-
La renna sorrise e acconsentì.
-Credo che a Sanji piacerebbe un bel set nuovo di coltelli…- ipotizzò leggendo sconsolato il suo desiderio. Ma Zoro non c’era già più nella cucina. Camminava spensierato nella sala, ma era come se fosse stato praticamente in paradiso.
Nami tornò alla nave con un piccolo pacchettino in carta arancione sotto il braccio. Entrando sotto coperta osservò ben bene il cielo: era completamente ricoperto da nuvole omogenee di color grigio. Il freddo era terribile e il vento costante e tagliente.
Avrebbe nevicato presto. Infilò il naso in cucina, assicurandosi che non vi fosse nessuno. Via libera.
Entrò felina e silenziosa come da buona ladra che si rispetti, e depositò il regalo per il suo buzzurro sotto l’albero di Natale. Vi erano già qualche altro pacchetto, ma il suo era l’unico con la carta arancione. Sorrise compiaciuta dell’operato e si voltò di scatto verso la sua cabina.
Sobbalzò quando si ritrovò Zoro dietro le spalle. Non aveva ne visto ne sentito la sua presenza nella sala.
-E quello per chi è?- domandò ironico.
-Per un bravo bambino…quindi non per te, ominide pestifero…- rispose facendogli la linguaccia. Si aspettava una risposta per le rime, come nelle loro solite litigate usate per sentire vicino la presenza dell'altro. Ma questa non arrivò.
-Peccato…- rispose il samurai sdraiandosi sul divano della sala e dandole le spalle.
Come peccato? Tutto qui? Nessuna rinfacciata? Nessuna frecciatina? Che stava male?
La rossa gli si avvicinò.
-Tutto ok?-
L’altro annuì.
-Sicuro…?-
Un altro segno positivo con la testa. La rossa si ritrovò spiazzata. Ma che cavolo…?
-Nami… sei tu? Verresti a darmi una mano?-
La voce d Robin la spinse, e ancora shockata, la navigatrice si avviò verso l’amica. Non appena voltò le spalle, Zoro si alzò dal divano e le corse dietro silenzioso per non farsi scoprire. Un sadico sorrisetto bastardo sul viso.
Nami voleva un Natale senza litigi? L’avrebbe avuto con sua somma sorpresa. L’avrebbe controllata con attenzione per tutto il giorno, evitando di litigare ma non di farle prendere spaventi inutili, sbucando improvvisamente da ogni dove. Era Natale vero, e a Natale si deve essere più buoni. O almeno provarci. Sempre se non vi chiamate Roronoa Zoro e siete sadici e perversi…
Il verde arrivò alla cabina delle ragazze e si mise ad origliare sulla soglia dell’uscio.
-Sai mica se Zoro sta male per caso?- chiese una voce squillante e solare.
-No... perché?- una più matura e calma le rispose.
-Mah… non mi ha risposto a tono prima…-
-Forse sta esaudendo il tuo desiderio…-
-Quello del foglietto dici? Ho scritto un desiderio semplice… generico…non è proprio quello che vorrei io…-
Zoro si avvicinò ancor di più alle assi di legno della porta. Se non era quello che la sua mocciosa voleva, allora cosa?
-E allora perché l’hai scritto?- le chiese l’archeologa.
-Perché ciò che voglio veramente è impossibile da ottenere…-. Il tono malinconico della rosso fece impensierire il verde.
-E cioè?-
Un sospiro. Leggero e breve, ma allo stesso tempo pesante e rassegnato.
-Un bacio da Zoro, ecco cosa voglio. Ma non un bacio di quelli pro forma e dati perché si deve, ma un bel bacio d’amore, appassionato e travolgente…-.
Un tonfo seguì la frase, segno che Nami si era buttata sul suo letto. Passi leggeri la seguirono.
-Forza…- la incoraggiò la sorella.
-Prepariamoci per stasera…-
 
 
Sanji aveva superato se stesso con il cenone di Natale. Mille e mille pietanze profumavano l’aria, imbandendo la tavola e facendo nascere l’acquolina in tutti i suoi amici.
-FAMEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!- urlò Rufy cercando di buttarsi a capo fitto sui piatti.
-Fermo… dobbiamo aspettare Nami e Robin- lo trattenne con un braccio Zoro. Controllava ogni dieci secondi l’entrata della cucina in attesa dell’arrivo della navigatrice, pregustando di già il suo piano.
La prima a fare la sua apparizione fu Robin, con indosso un bellissimo abito nero con gonna lunga fino ai piedi. L’addome ricoperto solo da un esile top a maniche lunghe e larghe sui polsi,  il suo centro era composto solamente da un ricamo fine in filo nero e la pancia era lasciata nuda. I capelli raccolti in uno scignon. Al capitano apparì un enorme sorriso sul volto e corse in contro alla sua compagna, porgendole il suo braccio come appoggio.
Zoro non degnò di molto l’entrata dell’archeologa, lasciando che Sanji la elogiasse anche a nome suo. I suoi occhi erano sempre puntati sull’uscio.
E l’attesa fu ben premiata.
Nami entrò nella sala nel suo abito che più le donava giustizia per la sua bellezza: un corpetto rosso le circondava il seno e la vita, le spalle nude, mentre una liscia e delicata gonna lunga le circondava le affusolate gambe, rese libere da un lungo spacco che dal polpaccio le rendeva visibili fino dalla calzatura. I crini ramati sciolti, liberi e selvaggi come la proprietaria.
Zoro era senza fiato. Credeva di svenire. Deglutì a fatica e lasciò che il cuoco accompagnasse la cartografa a tavola, sedendosi con un tonfo sul divano, perché se lo avesse fatto lui, di certo sulla tavola ci sarebbero finiti a far l’amore e altro che mangiare.
Ben presto arrivò mezzanotte e tutti furono ben lieti di scambiarsi gli auguri e di aprire i proprio regali.
Tutti ricevettero ciò che avevano desiderato. Bhè, più o meno. Sanji si accontentò di un nuovo set di coltelli da cucina e Brooke di una cravatta rossa con ferma cravatte abbinato.
Zoro ammirava felice il regalo tra le sue mani. Aveva riconosciuto la carta da regalo e sapeva bene chi glielo avesse fatto. Cercò con lo sguardo la navigatrice, trovandola seduta a tavola intenta a chiacchierare con Franky.
Le si avvicinò.
-Vieni un attimo…- le chiese con starna gentilezza.
Nami lo guardò stranita. Era tutto il giorno che si comportava in modo strano… anomalo… quasi civile…
Gli si avvicinò nel centro della sala, dove tutti i loro Nakama stavano parlando, ballando e cantando allegramente.
-Dimmi? Che c’è?- chiese.
Il verde di tutta risposta, fece un cenno verso l’altro, facendo notare alla compagna la presenza di un rametto di vischio sopra le loro teste.
Nami arrossì vistosamente, puntando lo sguardo sull’amico.
-Buon Natale… Spero che il tuo regalo sia come lo desideravi…- e detto ciò la baciò davanti a tutta la loro famiglia. A Nami mancò poco che morisse lì. Sentiva perfettamente le labbra di Zoro sulle sue. Il suo respiro caldo e dolce sulla sua bocca. La punta del suo naso accarezzarle la guancia.
Non ebbe il tempo per rispondere al gesto, che il samurai mise fine al contatto. Infossò le mani nelle tasche e, ghignando crudelmente, salutò tutti quanti per poi andare a fare i suoi allenamenti serali.
Il silenzio era calato nella stanza. Nami era ferma immobile al centro di essa che vedeva andar via l’uomo che amava verso i suoi pesi e le sue flessioni. Solo quando lo schiocco della porta chiusa risuonò, tornò in se.
Sbatte gli occhi un paio di vote e cercò di rendersi conto di quanti era successo. Le urla di protesta e rabbia di Sanji non le sentì nemmeno. Il suo cervello elaborava rapido: ti ha baciato.
Ti ha baciato, dicendo che sperava che il tuo regalo fosse come lo desideravi.
Ha origliato la tua conversazione con Robin.
Ti ha baciato davanti a tutti.
Ti ha baciato ridendo.
Ti ha baciato per prenderti in giro.
Per prendersi gioco di te.
Quest’ultimo pensiero roteava vigorosamente tra le sue meningi. La rabbia iniziò a montarle dentro. Strinse i pugni lungo i fianchi. Come aveva osato? Quello stupido spadaccino da quattro soldi aveva azzardato a prenderla in giro in quel modo tanto crudele. Voleva forse morire?
Odio, ecco quello che provava ora per Zoro. Odio puro, allo stato grezzo e omicida.
-RORONOA!!!!!!!!!!!!!!- urlò a perdi fiato facendo zittire la cagnara che intorno a lei era rinata.
-COME HAI OSATO ESIMIA TESTA DI VERZA… TI AMMAZZO SPADACCINO DI MERDA…-
 
 
La nottata era fredda. Molto fredda. Freddissima.
Zoro si rimise la felpa nera che si era tolto durante l’allenamento e scese la scala a pioli della palestra. Sulle labbra, ancora il sapore di lei. Mandarino misto a quel non so che, che gli faceva perder la testa ogni volta che la vedeva.
Rise mettendo giù sul ponte il primo piede.
-Ridi…? Hai ancora il coraggio di ridere di me?-
Quella voce così stranamente glaciale e triste, gli fece alzare di scatto il volto.
Nami stava scendendo le scale che collegavano il parapetto al ponte proprio in quel momento. Le sorrise, ma appena notò il suo umore, cambiò il suo sorriso in un punto interrogativo. Che succedeva?
La osservò, in quel suo particolare pigiama: calzettoni neri fino al ginocchio e maglia bianca a maniche lunghe che le arrivava fino a metà coscia. La spallina leggermente abbassata sul braccio destro. I capelli ancora sciolti e mossi dal leggero vento freddo che soffiava in quelle ore notturne. Non sapeva perché, ma la trovava sexy da morire.
Si avvicinò a lei.
-Ti odio…- gli disse la rossa improvvisamente.
-Perché?- chiese sorpreso lui.
-Mi hai baciato…-
-Non lo desideravi forse…-
-Si… no… cioè… uff… si, ma non in quel modo…- rispose imbarazzata.
-E come allora? Ci si bacia con la bocca non con le orecchie sai…- la canzonò il verde.
-Lo so, buzzurro… e che io volevo… io…-. Si zittì.
Ma che era andata a fare lì?
Perché lo aveva aspettato in piedi fino a quell’ora poi? Per essere presa per i fondelli di nuovo?
Si girò di scatto sugli scali, pronta a fare dietro front, se non fosse stato che Zoro le aveva già preso un polso e ora la teneva ferma.
Non si voltò verso di lui. Se non capiva quanto crudele era stato il suo gesto, cavoli suoi. Lei con quel buzzurro non voleva più averci a che fare.
-Tu volevi cosa, Nami?- la interrogò il samurai.
-Io voglio andare a dormire…- cercò di liberarsi la giovane. Zoro la trattenne.
-Nami…-. Quel tono tra il dispiaciuto e l’inconsapevole, la fece voltare verso di lui. Poteva guardarlo negli occhi senza difficoltà, dato che era sopra l’ultimo scalino della scalinata e lui in piedi sul ponte ghiacciato. I suoi profondi e scuri occhi la stavano catturando ancora una volta, come in già tante altre occasioni era successo. Nami scosse la testa. No, questa volta No. Non voleva essere fatta prigioniero di nuovo in quei pozzi di petrolio. Sospirò, però sconfitta. Tanto opporsi era inutile.
-Volevo un tuo bacio… ma non in quel modo così… così…-
Schifoso? Impacciato? Nervoso? Insicuro? Umido?
Lo spadaccino le stava pensando tutte. Non era stato un bravo baciatore in passato, lo sapeva, e l’emozione di poter baciare la donna che gli faceva perder il senno non aveva certo contribuito ad aumentare tale già scarsa abilità.
-… imbarazzante…- concluse la rossa, riuscendo finalmente a liberare il polso e incrociando le braccia la petto.
-Imbarazzante?-
-Si, imbarazzante… Oh insomma Zoro!!! Io volevo un bacio tutto nostro, tenero, romantico. Non in mezzo alla cagnara dei nostri Nakama, davanti a tutti loro, e che durasse il tempo di uno starnuto. In più tu te ne sei poi andato via come se nulla fosse, come se invece di baciarmi, tu mi avessi semplicemente passato il sale…-
Zoro si avvicinò alla immusonita navigatrice. Questa teneva il viso chino, lo sguardo inchiodato ai piedi semi bagnati nelle calze nere. Abbozzò un sorriso giungendo a pochi millimetri di distanza dalle sue braccia conserte.
-Ah… capito… Avresti preferito magari che fossimo solo noi due…- cominciò.
-Sicuramente…-
-E magari in un posto appartato, come qui sul ponte…-
-Anche…- rispose sempre a capo chino Nami.
Zoro sorrise e alzò il volto al cielo, da dove una leggera polvere bianca iniziava a scendere tranquilla e candida. Nevicava, proprio come previsto dalla ramata.
-Forse, forse con un’atmosfera natalizia del tipo sotto una soffice nevicata notturna. Una candida e fredda neve… con io che ti abbraccio per scaldarti e tu che ti abbandoni tra le mie braccia…-
-Suona bene…- arrossì la giovane, alzando finalmente gli occhi verso il compagno.
Bastò quell’incontro di occhi, che i loro corpi si unirono in un caldo e morbido abbracci, e le loro labbra si riunissero come poche ore prima.
Nami finalmente aveva avuto il suo regalo di Natale. Un tenero e romantico bacio dall’uomo che amava tanto. Riconobbe con piacere il sapore virile e salmastro delle labbra di Zoro, il calore del suo corpo sul suo e le sue muscolose e protettive braccia che le circondavano la vita e le spalle. La dura e bronzea pelle dello spadaccino non le era sembrata mai così tanto morbida e soffice, ottima da accarezzare e baciare.
Una mano del verde le strinse ancora di più le spalle, approfondendo il contatto. Assaggiava goloso le labbra di Nami, insaziabile di quel sapore di mandarino. Sentire l’esile corpo della ragazza contro il suo poi, lo rendeva euforico di felicità. Mai si era sentito meglio. Mai così completo ed appagato.
Sciolsero il bacio per mancanza di aria ma non smisero di guardarsi negli occhi, appena riaperti. Avevano il fiatone e iniziavano a sentire un po’ di freddo.
-Nami…- la chiamò con la sua voce roca e ardente, -… ti amo mocciosa e voglio poterti baciare sempre, non solo a Natale…-.
La cartografa arrossì emozionata, e appoggiò le mani sulle spalle del compagno. Con una lieve spinata si mise sulle punte e baciò l’occhio cieco del samurai. Ridiscese poi sullo zigomo con le labbra umide e ritornò al punto di partenza. Posò delicatamente la bocca sulla gemella, per poi tornare a fissare il suo uomo.
-Anch’io ti amo squattrinato…-
Di nuovo un bacio. Non più tenero, ma molto più appassionato e feroce. Il freddo era scomparso, sostituito da una piacevole sensazione di calore generata dalla vicinanza l’uno dell’altro. Il verde con una leggera spinta, prese in braccio l’amante e si avviò verso la sua cabina. Di certo quel Natale, nessuno dei due l’avrebbe mai scordato. Ne il successivo, e quello dopo, e quello dopo ancora…
Tutti sarebbero stati memorabili, finché si sarebbero scambiati di baci Natalizi d’amore come quelli.

   
 
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