Non riesce a ricordare perché la bambola è lì in terra, rotta, ma il suo occhio azzurro di vetro la fissa dal pavimento.
Era stata una bambola di porcellana, la sua preferita di quando era bambina, e non aveva occhi veri con i quali guardarla - ma la guardò lo stesso.
I trucchi sono sparsi sul comodino, la specchiera riflette un'immagine davvero diversa rispetto a quella solita. E l'occhio di vetro della bambola la fissa ancora dal pavimento.
Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?
Raccogliere i cocci può essere pericoloso, ma lei allunga lo stesso la mano per afferrarne almeno uno, almeno uno, tra tutti i frammenti sparsi sul pavimento e sul tappeto. Ma sembrano tanto lontani, passati, e l'occhio di vetro la fissa ancora, ammonitore.
-" Cosa c'è? Prima o poi sarebbe successo, succede a tutti, sempre."-
Ma ha senso farlo succedere così in fretta? Ne vale la pena?
L'occhio di vetro la guarda dal pavimento e non risponde altro. Ha già parlato, senza pronunciare una sola sillaba.
La bambina-donna, con un trucco sul viso inesperto e ancora sgraziato, volta le spalle ai cocci di un’infanzia ripudiuata ed esce dalla stanza.
Le lancette cliccano debolemente, ferme sul nove e sul dodici. E' la prima volta che vedono uscire la donna-bambina a quell'ora. E' la prima volta che lei esce a quell'ora, di sera, come un adolescente che ancora non è.
Specchio specchio di vetro azzurro, se puoi, rinuncia a spiegare il bizzarro.
La lancetta supera il dodici. L'infanzia scompare con l'ultimo luccichio degli occhi di vetro della bambola abbandonata.
Specchio specchio ormai spento, rassegnati: eri tu ad andare a rilento.
Fin
Grazie per aver letto.
E.