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Autore: ZetaElle    24/12/2011    5 recensioni
Fiction scritta principalmente contro il consumismo che ha occultato il vero significato del Natale.
Ecco come Revy e Rock festeggiavano il 25 dicembre prima di ritrovarsi a Roanapur.
Buona lettura, e buon Natale a tutti!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                         This is christmas
Quando ancora vivevo in Giappone, ricordo che trascorrevo il natale con la mia famiglia al completo.
Zii, cugini, e parenti lontani che vedevo solo durante le festività natalizie.
Eravamo trenta persone intorno ad un enorme tavolo, e ci abbuffavamo di pietanze squisite, per poi scartare montagne di regali sotto un bellissimo albero luminoso, e decorato fino ai minimi particolari con oggetti di ogni tipo. Angeli di cartapesta, luci colorate e brillanti, palle di vetro finemente lavorato, fiocchi di varie forme e tonalità.
Spendavamo una fortuna ogni anno soltanto per addobbare il nostro albero.
Una volta scartati i regali, passavamo il resto della serata a ridere e scherzare, ammassati attorno a un piccolo caminetto nel quale la legna scoppiettava allegramente, riscaldando l'intero abitacolo.
Adoravo il natale e l'atmosfera che si creava attorno a me.
Eppure, ogni anno, sentivo sempre più pesante sul cuore la sensazione che mancasse qualcosa di veramente importante.
Ma poi accadde che finii in questa compagnia di pirati da strapazzo, a festeggiare il natale in un piccolo appartamento, senza un accenno di decorazione, mangiando pizza e bevendo birra, rum, e chi più ne ha più ne metta. Io, Benny, Duch e Revy, quattro persone attorno a un piccolo tavolino.
Quello fu il natale più misero e migliore di tutta la mia vita perché, per una volta, non dovetti fingere di essere felice.
*
New York a natale è stupenda.
Pare che tutti i morti di sonno che abitano qui si risveglino e inizino a lavorare per rendere meravigliosa questa fogna di città.
Dovunque ti giri vedi vetrine addobbate, alberi alti quattro metri e coi rami carichi di cianfrusaglie talmente costose che, con i soldi usati per comperarle, si sarebbero potute sfamare due intere famiglie dei bassifondi.
La gente se ne va in giro augurando buon natale a chiunque passi sotto il loro naso, tra poco anche ai cani.
Persone che si odiano a morte si stringono la mano, con in faccia sorrisi talmente falsi che mi facevano venire il voltastomaco ogni volta.
Io il natale l'ho sempre passato per strada.
Ricordo che ogni anno quel bastardo di mio padre, la notte del 25 dicembre alle sei in punto, mi cacciava a pedate e si portava a casa qualche prostituta.
Questo accadeva da quando avevo sei anni.
Faceva freddo, la notte di natale, e nevicava a più non posso.
Per tutta la serata non facevo altro che scorrazzare con ragazzini straccioni, alcuni dei quali erano addirittura più poveri di me.
Gironzolavamo per le strade, a rubare cibo dalle bancarelle e combinare macelli.
Non avevamo niente da mangiare, né una casa dove stare, né dei regali da scartare.
Eppure eravamo molto più felici di coloro che avevano tutto, poiché il semplice fatto di stare insieme per noi rappresentava la felicità.
  
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