Anime & Manga > Loveless
Ricorda la storia  |      
Autore: Rota    24/12/2011    1 recensioni
Ritsuka l'aveva capito, l'aveva capito anche senza che Soubi glielo dicesse a voce – e forse non aveva pensato a quanto potesse essere difficile per l'altro farlo perché, in effetti, era una cosa tanto normale da risultare pesante, nel momento in cui le si doveva dare una ragione specifica e una valenza che andava oltre la mera abitudine.
Ritsuka l'aveva capito e per questo glielo aveva chiesto, senza mezzi termini, come se fosse un ordine perché solo di fronte a un ordine Soubi si dimostrava davvero sé stesso: o invincibile o estremamente fragile.
-Hai mai passato il Natale con qualcuno?-
La domanda era molto semplice, poteva trovare risposta in un semplice e singolo monosillabo.
Il giovane uomo non aveva smesso di sorridere, nel rispondergli, ma era chiara nella sua espressione la consapevolezza di star dicendo qualcosa di triste e quasi sbagliato. Non si fermò più di due secondi, a riflettere, e mentre accarezzava le orecchie scure di Ritsuka con le dita guardava lontano per non vedere la delusione che gli contriva i lineamenti del viso fino a fargli fare una smorfia desolata.
Non era proprio quello che un Combattente avrebbe dovuto fare per il proprio Sacrificio.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ritsuka Aoyagi, Soubi Agatsuma
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
*Autore: Rota
*Titolo: Passare Natale con qualcuno
*Fandom: Loveless
*Personaggi: Aoyagi Ritsuka, Agatsuma Soubi
*Genere: Fluff, Introspettivo
*Avvertimenti: What if…?, Flash fic, Missing Moment, Shonen ai
*Rating: Verde
*Challange: Questa fanfic partecipa alla Challange Natalizia indetta da Fan World
*Pacco regalo/Prompt: Pacco azzurro/ Pandoro, "Ti piace l'uvetta?"
*Note autore: Questo manga mi piace da impazzire. E mi piacciono da impazzire loro due (L)

 

 

 

Ritsuka l'aveva capito, l'aveva capito anche senza che Soubi glielo dicesse a voce – e forse non aveva pensato a quanto potesse essere difficile per l'altro farlo perché, in effetti, era una cosa tanto normale da risultare pesante, nel momento in cui le si doveva dare una ragione specifica e una valenza che andava oltre la mera abitudine.
Ritsuka l'aveva capito e per questo glielo aveva chiesto, senza mezzi termini, come se fosse un ordine perché solo di fronte a un ordine Soubi si dimostrava davvero sé stesso: o invincibile o estremamente fragile.
-Hai mai passato il Natale con qualcuno?-
La domanda era molto semplice, poteva trovare risposta in un semplice e singolo monosillabo.
Il giovane uomo non aveva smesso di sorridere, nel rispondergli, ma era chiara nella sua espressione la consapevolezza di star dicendo qualcosa di triste e quasi sbagliato. Non si fermò più di due secondi, a riflettere, e mentre accarezzava le orecchie scure di Ritsuka con le dita guardava lontano per non vedere la delusione che gli contriva i lineamenti del viso fino a fargli fare una smorfia desolata.
Non era proprio quello che un Combattente avrebbe dovuto fare per il proprio Sacrificio.
-No, mai.-
Infatti lo sentì tendersi tra le sue braccia, mentre allentava un poco la stretta che lo cingeva alla vita - i suoi capelli contro il petto, anche se da sopra la maglia pesante, erano morbidi e vellutati, caldi. Lo sguardo di Ritsuka non vacillava mai quando ricercava la verità, specialmente sul suo viso. Soubi non sapeva bene se amare anche quello, di lui, oppure averne timore, come un cane il bastone del proprio padrone: la verità di Ritsuka non coincideva con la sua, e quella era la cosa più dolorosa e allo stesso tempo dolce che potesse esserci.
Strinse le gambe attorno al suo corpo, per sentirlo più vicino di quanto già non fosse. Gli sarebbe piaciuto anche baciarlo, perché sapeva perfettamente che l'imbarazzo annebbia la coscienza e la mente, e se magari il ragazzo gli avesse lasciato un poco di spazio entro il quale defilarsi lui l'avrebbe fatto molto volentieri. Le sue orecchie erano piatte contro la testa, non lo rifuggivano - non lo rifiutavano, come mai avrebbero fatto.
Sorrideva ancora quando Ritsuka abbandonò il suo abbraccio - per guardarlo bene, con l'espressione per attenta e sveglia, piena di iniziativa.
-Ti piace l'uvetta?-
L'altro non comprese quali strani pensieri avevano indotto il ragazzo a fare una domanda del genere, ma gli rispose come chiesto senza farsi troppi problemi.
-No, non mi piace.-
Lo vide titubante: non era esattamente la risposta che voleva ricevere, glielo lesse chiaramente in viso. Però il ragazzo non si lasciò sconfiggere così facilmente, e fu molto bello vederlo combattere così, contro la sua tristezza e contro la sua abnegazione.
Lui continuava a considerarlo un essere umano come ogni altro, questo faceva la differenza con tutti gli altri con cui si era fin lì rapportato.
Ritsuka si alzò da terra e si diresse veloce verso l'uscita della stanza. Biascicò qualcosa mentre andava via - verso il piano di sotto.
-Allora dalla a me. Io la mangio: mi piace!-
Tornò con un dolce, qualcosa che era stato comprato tra le altre mille ma non consumato. Anche in una casa come quella si poteva vivere una parvenza d'allegria, e la malattia che stringeva la mente di sua madre si abbandonava con facilità all'illusione di star convivendo un momento familiare di vita serena e felice.
Lasciando però tutto quello fuori dalla porta che chiuse dietro di sé, Ritsuka portò a Soubi un pandoro ancora nella sua confezione. Lo aprì sulla propria scrivania, lo ricoprì di zuccherò e tagliò come meglio poteva - con le mani - due fette, per sé e per lui.
Mangiarono sul letto, perché Ritsuka non voleva sporcare troppo e Soubi voleva abbracciarlo comunque. E quando trovava qualche grumo colorato di candito, Soubi lo prendeva tra le dita e imboccava direttamente il ragazzo tra le sue braccia. L'altro sbuffò e si irritò a ogni volta, ma non diceva di no e non andava via.
Soubi continuò a sorridere con un'espressione serena, tanto che volle concedersi il lusso di una domanda.
-Ritsuka, questo si chiama "passare il Natale con qualcuno"?-
Il ragazzo mangiò l'ennesimo pezzo di dolce, con le labbra bianche di zucchero.
Era carino, in quel momento. E forte, assoluto come sempre.
-Sì, è esatto. E' proprio così!-
Sorrise di nuovo e si portò la mano alla bocca.
Comprese poco a poco che quello che stava provando poteva essere chiamato, semplicemente, gratitudine.
-Allora è una bella cosa.-

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Loveless / Vai alla pagina dell'autore: Rota