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Autore: Reghina    24/12/2011    4 recensioni
Dedicata ad Elen per Natale.
“Neh, Ace? Sabo amava tanto entrambi, vero?”.
“Sì, e noi amavamo tanto lui. Questo devi ricordarlo sempre”.
“Lo ricorderò sempre”.
AceLuffySabo
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Per Natale.'
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Remember.

“Insomma, Ace! Smettila di essere così duro con Rufy!”.
Il minore tirò su con il naso, stringendosi alla schiena di Sabo, di poco dietro il nobile che lo teneva abbracciato guardando il più grande dei tre.
Ace incrociò le braccia al petto, grugnì sonoramente, la spranga che stringeva strusciò a terra.
“Sei troppo buono con quel piagnucolone, Sabo!”.

Rufy aprì gli occhi di scatto.
Guardò fuori dalla finestra, la pioggia ticchettava contro il legno della casa che divideva con Ace.
Sbuffò, si nascose maggiormente sotto le coperte, guardò accanto a sé.
< È già andato via > pensò.
Non era una novità.
Ace con gli anni aveva imparato ad aspettarlo, di solito, ma quel giorno particolare non lo faceva mai.
< Sono quattro anni, eh? >.
Non gli andava di uscire.
Voleva soltanto rimanere sotto le coperte ad aspettare che quella giornata volgesse al termine, senza muoversi minimamente da lì.
Makino però si sarebbe preoccupata, se proprio uno come lui non si fosse presentato a colazione.
Visto che la giovane dava ad Ace lezioni di buone maniere, i due bambini potevano andare a mangiare da lei ogni volta che volevano.
Ovviamente evitavano di farlo troppo spesso, anche solo perché altrimenti Garp li avrebbe riempiti di pugni amorevoli.
Sbuffò di nuovo, si toccò il capo, la paglia del cappello sotto le dita lo rassicurava, lo faceva sentire protetto anche quando Ace non c'era.

“Sabo”.
Il biondo aprì gli occhi, sbadigliò, si passò le dita sulle palpebre, abbassò lo sguardo.
“Rufy, che fai sveglio?” sussurrò.
Un tuono squarciò il cielo, tutto divenne bianco, un prepotente rumore rimbombò per la foresta, la casetta di legno tremò.
Il bambino si strinse al maggiore, chiuse gli occhi e soffocò un urlo spaventato.
Quando il frastuono terminò alzò lo sguardo, tirò su con il naso.
“Ahh, non dirmi che hai paura?”.
Rufy strinse più forte la maglia del nobile, tirò su con il naso, gli occhi pieni di lacrime.
Sabo sorrise.
Ace tirò un pugno sul capo di Rufy.
“Smettila di fare il fifone piagnucolone e dormi, idiota!”.

Rufy si sollevò seduto, guardò fuori dalla finestra, i primi raggi del sole cominciavano a filtrare anche nella boscaglia.
< Ace mi sgriderebbe se sapesse che mi sto di nuovo lamentando > pensò.
Si guardò intorno, sul tavolino notò la colazione già pronta, con un fogliettino.
Lo stomaco brontolò, Rufy si portò le mani sul ventre, guardò le coperte, il tavolino, sentì nuovamente un brontolio e decise di alzarsi.
Arrivò al tavolo, si mise seduto, iniziò a mangiare ignorando il bigliettino.

“Ehy! Sta volta cosa ho fatto?!”.
Rufy si massaggiò il bernoccolo sul capo, tenendosi la testa con entrambe le mani.
“Sabo!” si lamentò.
Il biondo sospirò, si massaggiò la fronte, si sistemò il cilindro sul capo, guardò Ace.
“E ora perché l'hai picchiato?”.
Ace incrociò le braccia, alzò il mento stizzito, la spranga stretta in pugno.
“Cosa?! Smettila di difenderlo sempre, Sabo!”.
Agirò la spranga, divaricò leggermente le gambe, con l'oggetto di metallo indicò la direzione della casa di Dadan.
“Gli avevo detto di rimanere a casa e l'idiota ci ha seguiti lo stesso!”.
Rufy gonfiò le guance.
“Non è vero! Non mi hai detto niente!”.
Sabo batté gli occhi azzurri.
“È vero Ace, non hai detto nulla ieri”.
Il maggiore ringhiò, batté la spranga a terra.
“Gliel'ho scritto! Quest'idiota dovrebbe imparare a leggere di tanto in tanto!”.
“Ahia! Sabo!”.

Rufy deglutì, si portò una mano sul cappello di paglia, ridacchiò.
< Certo che potrei evitare di pensare sempre ad Ace che mi picchia > si disse.
Guardò il bigliettino.
Raggiungimi alla scogliera. Ace –.
Il nipote di Garp sbuffò, guardò fuori dalla finestra, il sole era ormai alto.
< Si arrabbierà > pensò.
Doveva raggiungere la scogliera in fretta, altrimenti il fratello si sarebbe certamente arrabbiato con lui.
E anche se Ace ormai non lo picchiava più per qualsiasi cosa, Rufy non ci teneva a sfidare la sorte.
< Ma tanto un giorno diventerò più forte di lui > pensò.
Uscì dalla casetta, le mani dietro la testa.
Non aveva problemi ad orientarsi nella foresta, soprattutto se si trattava di raggiungere la scogliera, lì dove Ace gli aveva promesso di non morire mai.
Rufy sorrise, il solo pensiero di quella promessa gli toglieva di dosso tutta l'amarezza per la morte di Sabo.
< Noi riusciremo a realizzare il sogno di Sabo, così sarà come se l'avesse fatto lui perché siamo fratelli > decise.

“Ecco! Ora siamo fratelli!”.
Rufy sorrise raggiante.
“Significa che posso venire con voi?” chiese.
Il biondo gli sorrise, annuì.
“Certo! Tranne che nei posti pericolosi!”.
Il minore gonfiò le guance.
“E perché scusa?”.
Ace sbuffò, incrociò le braccia.
“È ovvio, scemo! Perché i fratelli maggiori devono impedire ai più piccoli di farsi male!”.
Rufy divaricò le gambe, strinse i pugnetti.
“Io non sono piccolo!”.
Il maggiore gli tirò un pugno in testa.
“Ahia! Così mi fai male tu però! Sabo!!”.

Rufy aumentò il passo, si fermò di scatto, sorrise, sollevò le mani.
“Ooohi! Ace!”.
Il maggiore si voltò, sorrise appena.
“Sei in ritardo, Rufy!”.
Il nipote di Garp gli si mise seduto di fianco, osservò il mare a sua volta, sporto dalla scogliera.
“Stavo ricordando!”.
Ace inarcò un sopracciglio.
“Ricordando?”.
“Sì, stavo pensando a Sabo!”.
Il maggiore annuì, baciò lievemente la guancia del fratellino.
Rufy gli poggiò il capo sulla spalla.
“Neh, Ace? Sabo amava tanto entrambi, vero?”.
Ace annuì.
“Sì, e noi amavamo tanto lui. Questo devi ricordarlo sempre”.
Rufy alzò appena lo sguardo, annuì.
“Lo ricorderò sempre”.

 

Dedicata ad Elen per Natale ^^

Ecco qui la quarta shot. È quella che mi ha preso più tempo, e non è venuta nemmeno una cosa troppo allegra o decente. Spero sia di vostro gradimento ^^

 

   
 
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