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Autore: NoceAlVento    24/12/2011    2 recensioni
In quel periodo la S.S. Anne approdava al porto di Vermilion City. Non bisogna concepirla come una S.S. Aqua meno avanzata, per niente: erano due navi su livelli agli antipodi e, nell'eventualità di un confronto diretto, l'Anne ne sarebbe uscita ovviamente vincitrice. Ogni anno Vermilion si riempiva di gente desiderosa di salire, di salutare i propri familiari o di accoglierli nuovamente a casa, oppure semplicemente di vedere quel monumento al mare partire verso mete sconosciute e scomparire nell'immensità dell'oceano. Quello che tuttavia non sapevano, nell'oscurità in cui spesso il passato è celato, era che l'Anne pochi giorni dopo sarebbe realmente scomparsa nell'immensità dell'oceano.
 
Rivista e ripubblicata in data 10.07.2013.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo del Conflitto Globale'
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Aequor

Aequor

 
 
Esulta grandemente, o figlia di Sion,
manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme!
Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e porta salvezza,
umile e montato sopra un asino,
sopra un puledro d'asina.
(Zaccaria 9:9)
 



							

Premessa alla Nuova Edizione

 


* * *


Aequor è con ogni probabilità uno dei miei racconti più riusciti. Per quanto mi riguarda la vedo come un connubio di quanto può piacere maggiormente ad ambedue le fasce di pubblico in cui tendo a suddividere i lettori di fan fictions.

Da un lato non presenta una struttura eccessivamente complessa oppure una trama oltremodo contorta, e in buona misura funziona anche come storia autosufficiente – tanto più che al tempo del suo concepimento non vi era niente di nemmeno lontanamente simile al Ciclo del Conflitto Globale che avrebbe poi assorbito ogni mia energia in campo letterario nei successivi, ad oggi, quattro anni. Non è nemmeno lunga se raffrontata a quanto lo sono invece le altre componenti del Ciclo, che al momento in cui preparo la presente riedizione sono Triduum e Vox, entrambe estese due volte tanto, fatto che contribuiva a non trattenere i più indolenti.

Dall'altro lato però Aequor, come tutte le novelle della saga ma a un livello superiore, è densa di dialoghi profondi e digressioni al limite del poetico che appagano chi non sia interessato alla sola azione, che pure in minima parte è trattata nella sezione finale.

Come risultato finale Aequor da questo amalgama ha tratto ciò che era necessario per entrare a pieno diritto nei miei componimenti autografi che preferisco – unica opera derivata a farne parte, visto che le restanti sono originali. Ciononostante essa era ancora acerba in quanto a stile di scrittura, ed è per questo che ho deciso di revisionarla per poi pubblicarne la seconda versione – anzi, a essere precisi la terza, dal momento che ne esisteva una preliminare di nome James. Così, sospinto anche dal desiderio di rendere giustizia sul piano grafico al mio primo esperimento su EFP in HTML comprensibilmente vicino al disastroso, nasce in questo malinconico epilogo dell'agosto 2012 la Global Conflict Version di Aequor.

Rapida appendice: pur essendo questa pubblicazione suddivisa in quattro capitoli, è opportuno menzionare che in origine essa si trattava di una one shot, e di conseguenza chi desiderasse lasciare un commento è pregato di farlo in calce all'ultima parte, per attenersi all'intenzione originaria. Si tenga inoltre a mente che in Aequor i luoghi dell'universo pokémon sono citati con i nomi americani: a tale scopo è apposta a partire dal secondo capitolo una Legenda volta a tradurre tali nomenclature al lettore meno informato.


Con l'augurio di non annoiarvi,

Novecento

 

 

 

I

“La scalata”


* * *


Freddo.

L'uomo aprì gli occhi. Era sdraiato, scendeva una pioggia estiva e pesante e i suoi vestiti erano completamente fradici. Si mise a sedere sul fango, mentre continui rimbombi di tuono lo assordavano. Era in una qualche cittadina di campagna di notte, smarrito, senza alcuna idea su come ci fosse arrivato e con una strana sensazione di epilogo che lo intristiva.

Si guardò attorno. Era molto difficile distinguere qualcosa nell'oscurità, salvo per una singola luce. L'uomo si concentrò su di essa, cercando di ignorare le tenebre che lo circondavano e i rumori che lo stordivano. Il bagliore pallido si espanse: proveniva dall'interno di una caverna, e sembrava invitarlo ad entrare.

Non c'era alcuna ragione per farlo. D'altronde, non c'era nemmeno alcuna ragione per non farlo, e l'uomo seguì il suo istinto. A occhi più attenti, più che una grotta, quella roccia che aveva identificato era una sorta di tempio perso nei campi, quasi posto lì apposta per salvarlo.

All'interno non c'era illuminazione se non quel singolo baleno sferico, quell'unica ancora che pareva intenzionata a guidarlo. Il rumore della pioggia era del tutto scomparso, come se una porta virtuale si fosse richiusa dietro di lui; in compenso dei versi orribili echeggiavano nella grotta, e questo faceva tremare di terrore l'uomo. A ben porre attenzione a quel che dicevano, sembravano pronunciare parole in una lingua sconosciuta, che tuttavia suonavano al suo orecchio di una crudeltà infinita.

Si udì a un tratto una voce che sovrastava tutte le altre, quasi stesse parlando direttamente al cuore dell'uomo « Non temere. Non può uscire ».

« Non… può uscire? ». I terrificanti suoni si accentuarono.

« Seguimi » la luce proseguì poi lungo il corridoio fino a rischiarare quattro scale differenti. Lei scelse la via in fondo sulla destra, e la stanza tornò rapidamente immersa nell'oscurità. Temendo di trovarsi da solo con la bestia che viveva tra quelle mura, l'uomo si affrettò al piani inferiori.

I due, dopo quello che era a tutti gli effetti un labirinto, giunsero in un'ultima stanza: quadrata, con quattro pareti umide, e numerose gocce che piovevano dal soffitto. Il fulgore si accostò a uno dei tramezzi « Vieni al centro ».

L'uomo obbedì con rispetto, rischiando di scivolare sulla strada, ma infine completò il suo compito. Le urla del mostro che lo perseguitava erano alla loro massima intensità, fino a quasi togliergli l'udito. Con orrore, egli dovette constatare che dalle mura stava fuoriuscendo un demoniaco liquido scuro, e la stessa sala stava tremando come sotto effetto di un terremoto.

« Adesso basta! » ordinò la luce iniziando ad ingigantirsi fino a inondare l'intero ambiente in un magnifico lampo. Le voci emisero un ultimo, straziante grido di dolore mentre le ventate fulgide investivano la stanza, dopodiché si acquietarono in un silenzio sovrannaturale. Il tutto era durato non più di pochi secondi.

« Che cos'era? » l'uomo si sentì incomprensibilmente tranquillo e protetto. Avrebbe persino potuto addormentarsi senza problemi, cullato da quella dolce sensazione.

« Dà Hàak Loi'i » una silhouette nera compariva ora stagliata contro il chiarore che l'aveva salvato « Non hai nulla di cui aver paura. La luce vince sempre sulle tenebre ».

« Chi sei? ».

« Io sono il Guardiano del Tempo. Vivo qua da ere lontane per mantenere Dà Hàak Loi'i rinchiuso nel Santuario ».

« Nel Santuario… Dove siamo ora? ».

« Sei nel Santuario del Tempo, nell'Ardecia del nord ».

« Ardecia del nord… Mai sentita ».

« Probabilmente a voi è nota come Sinnoh. Io non sono della vostra epoca » spiegò il Guardiano « Ti trovi in un luogo che non subisce il defluire temporale da ormai quelli che per voi devono essere stati secoli, se ciò può avere un qualche valore ».

« E io come ci sono finito, qui? ».

« Sei qui per assolvere il tuo dovere ».

« Il mio… dovere? Non capisco ».

« Dà Hàak Loi'i è destinato a risvegliarsi ».

« Credevo che tu dovessi contenerlo ».

« Dà Hàak Loi'i è fuori dalle mie possibilità. Posso respingerlo, ma non posso condannarlo alla prigionia. Il suo potere è pareggiato solo dalle tre Entità Supreme che governano il mondo ».

« E io che cosa dovrei fare? » l'uomo si chinò sulle ginocchia, stremato e ansimante.

« Dovrai seguirmi in un viaggio ».

« Un viaggio? Io… Io sono sfinito ».

« Non un viaggio nello spazio. Mi seguirai attraverso le epoche ».

« Le epoche… Ma perché… Vuoi eliminare questo… mostro prima che fosse rinchiuso? ».

« Dà Hàak Loi'i è fuori dalle mie possibilità, come ho già spiegato. Ma non fuori dalle possibilità di altri. È destino che Egli venga sconfitto ».

Il silenzio si ruppe con una serie di otto accordi che parevano suonati da un carillon. Il terreno iniziò a tremare e la parete di fronte alla quale si trovava la luce che gli stava parlando iniziò a sollevarsi, lasciando filtrare a livello del pavimento quelli che a tutti gli effetti parevano raggi solari.

« Avremo dieci cicli a disposizione in istanti che non siano quello in cui il viaggio comincia. Dopodiché torneremo qui » il Guardiano iniziò a brillare con energia incredibile, abbagliando del tutto l'uomo « Il fato si realizzerà attraverso me e te. Dà Hàak Loi'i sarà vinto ».

 

   
 
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