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Autore: darkroxas92    24/12/2011    2 recensioni
Special natalizio della mia fan fiction "Equilibrio".
Questa volta il nostro gruppo di custodi dovrà affrontare una situazione piuttosto... fredda! Infatti si ritroveranno, assieme a due gruppi imprevedibili, a dover salvare il Natale!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun gioco
- Questa storia fa parte della serie 'Equilibrio'
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Jingle bells, jingle bells, Jingle all the way...

BUON NATALE A TUTTI!

ed eccomi qui con un piccolo special natalizio di Equilibrio!

Ebbene sì, ispirato da un film, ho deciso di scrivere questo breve special, anche per non farvi aspettare troppo tra i vari capitoli XD.

Beh, stavolta non ci sono recensioni a cui rispondere (risponderò alle eventuali tramite il servizio di efp), perciò ringrazio infinitivamente Fly89 per avermi fatto da betareader anche per questo special! Tuttavia, alla fine di questo special, finalmente potrette ammirare l'oggetto chiave di Equilibrio! Ebbene sì, il famoso ciondolo finalmente è visibile!

E ora, ancora auguri e buona lettura!

 

Special 03: Una ciurma al polo nord! Missione: salvare Santa Claus!

“Etciù!”

Asuka starnutì sonoramente, chiudendosi in un abbraccio per scaldarsi.

“D-Di chi è stata la brillante idea di farci sbucare in questa landa desolata di ghiaccio?!” urlò, girandosi verso Marco e Inuyasha, che si voltarono dalla parte opposta.

“Senti, neanch’io sono tanto a mio agio qui...” fece l’Animorph. “E poi lo sai che la prima volta i varchi si aprono in un posto a caso.”

“Sì, ma perché proprio in mezzo ai ghiacci?!” sbraitò la custode.

“E sta zitta! Non fa poi così tanto freddo.” disse Inuyasha.

“Sei tu che non senti il freddo!!!” urlarono insieme gli altri due.

“Maledizione… se solo sapessimo usare l’alchimia, potremmo crearci dei piumoni…” si lamentò Marco, sfregandosi le mani per scaldarle.

“Meglio se ci muoviamo. Magari troveremo qualche villaggio…” fece Asuka, alzandosi in volo.

“Buona idea.” Concordarono gli altri due, seguendola.

Proseguirono per diversi minuti, fino a quando non furono costretti a fermarsi per il freddo.

“Accidenti…” disse Asuka, creando una sfera di fuoco che tenne sollevata di fronte a sé. “Di questo passo dovremmo ritirarci per non morire congelati.”

“Però se siamo usciti qui, un motivo dev’esserci…” fece Inuyasha.

“Sì, magari per incontrare Babbo Natale…” rispose Marco, zittendosi quando gli altri due si misero a fissarlo.

“Chi?!” chiesero insieme.

L’Animorph sgranò gli occhi.

“Che cosa? Posso capire Inuyasha, ma tu Asuka? Non l’hai mai sentito nominare? A Natale chi è che ti portava i regali?”

“Scusa, ma nel mio mondo, dopo la quasi apocalisse, quella festa ha perso gran parte del suo significato…”

“Comunque chi sarebbe?”

“Beh… A dir la verità non c’è la certezza che esista realmente, ma da quel che ho potuto verificare, su gran parte dei mondi lo conoscono. In una notte precisa dell’anno, il 25 dicembre, si dice che porti regali a tutti i bambini che hanno fatto i bravi.”

“E per qualche motivo lo farebbe?”

Marco alzò le spalle.

“Non ne ho idea. Si sa solo che lo fa ogni anno, portando i regali a tutti i bambini del mondo in una sola notte.”

“È un custode?” domandò Inuyasha. “Per potersi muovere così velocemente, deve usare i varchi…”

“No, no, nulla del genere. Viaggia su una slitta trainata da renne volanti.” Spiegò il ragazzo.

“Come scusa? Non sa che esistono gli aerei?”

Marco si mise a ridere.

“Beh, lui lavora da molto prima che venissero inventati, e poi, è in grado di manipolare il tempo, anche se solo a Natale.”

“E perché dici che potremmo incontrarlo qui?”

“Perché secondo la storia, abita al polo nord, ovvero un posto straordinariamente simile a questo.”

“Però… tu hai detto che arriva con una slitta, vero?” chiese Asuka, alzando lo sguardo.

“Così dicono. Nessuno l’ha mai visto.”

“Quindi potrebbe avere anche una nave?”

Marco la guardò sorpreso.

“No, nessuna nave. Perché?”

“Perché c’è una nave che sta cadendo giù dal cielo…” rispose la custode.

L’Animorph si girò, vedendo così una nave che stava per schiantarsi su di loro. Questa aveva la testa di un leone come polena che spiccava sulla prua, la cui cresta ricordava di più i petali di un girasole, e dietro di lui c’era una coppia di ossa incrociate della sua stessa grandezza.

Un particolare che notarono subito tutti fu la bandiera nera che sventolava sull’albero maestro, che raffigurava un teschio che indossava un capello di paglia.

“Una nave pirata… in mezzo ai ghiacci?!” esclamò sorpreso, per poi volare via assieme agli altri due, evitando giusto in tempo di venire presi in pieno.

La nave spaccò leggermente il ghiaccio, arrestando la sua corsa una ventina di metri più in là.

I tre custodi si avvicinarono lentamente, pronti ad evocare i Keyblade.

“Dite che c’è qualcuno?” chiese Inuyasha.

“Non saprei, ma dubito che anche se ci fosse stato qualcuno, sarebbe uscito illes-”

“Idiota!” urlò un’arrabbiata voce femminile, proveniente dalla nave.

I custodi alzarono lo sguardo, giusto in tempo per vedere la sagoma di una persona venire scaraventata in cielo.

Tale figura cadde proprio di fronte a loro, rimbalzando sul ghiaccio come se fosse una pallina e rotolando fino ai loro piedi, guadagnandosi i loro sguardi increduli.

Si trattava di un ragazzo che indossava uno smanicato rosso e dei jeans corti, con una cicatrice sotto l’occhio sinistro e un cappello di paglia poggiato sulla testa.

“Come ti viene in mente di far saltare la nave dentro un varco che si è aperto dal nulla?! Che razza di capitano sei?!” continuò la voce, mentre una ragazza dai capelli arancioni si sporgeva dal ponte.

“Avevo sentito dire che i pirati erano rudi… ma non credevo che facessero volare i propri capitani…” fece Marco, guardando prima il ragazzo e poi la ragazza, che restituì loro uno sguardo curioso.

“E voi chi siete?” domandò.

“A dir la verità siamo noi a doverlo chiedere. Ci siete quasi caduti addosso poco fa!” sbraitò Asuka.

“Scusateci, non era nostra intenzione. Ci siamo ritrovati senza alcun preavviso a cadere nel vuoto, e la nostra nave non è attrezzata per queste situazioni.”

“Sciocchezze!” Disse un’altra voce. “Questa nave l’ho costruita io, perciò è in grado di resistere a tutto!”

Poco dopo, un uomo dai capelli azzurri che indossava solo una camicia hawaiana e un paio di slip blu affiancò la ragazza, guardando i custodi e il ragazzo ai loro piedi.

“Cavoli Nami, mi chiedo sempre come tu riesca a fargli del male. Sicura di non aver mangiato qualche frutto o sostituito qualche arto?”

“Non sono mica un mostro come voi, sai Franky?!” gli urlò contro l’altra.

“Ahi, ahi…” fece il ragazzo svenuto, riaprendo gli occhi. “Che cos’è successo?”

Ma si fermò vedendo lo sguardo dei tre custodi sopra di lui.

“Salve! Anche voi siete finiti qui perché avete attraversato un varco che si è aperto a caso vicino a voi?” chiese il ragazzo col cappello, mostrando un sorriso a trentadue denti.

“A dir la verità noi saremmo in missione...” intervenne Marco.

“Missione?” ripeté l'altro, cercando un ricordo particolare da associare alla parola. “Ah! Voi dovete essere dei custodi!” esclamò, allargando ulteriormente il suo già enorme sorriso.

Gli altri cinque sgranarono subito gli occhi.

“Che cosa?” fece sorpresa Nami. “Loro sarebbero dei custodi?!”

“E tu come fai ad esserne certo?” chiese Franky.

“Ve l’ho detto che ne ho già incontrato un gruppo, no?” rispose lui come se niente fosse, saltando in piedi. “Ho sentito che parlavano di missioni per salvare i mondi!”

“E chi avresti incontrato?” chiese Inuyasha. “Noi non ti abbiamo mai visto prima!”

“Ho combattuto contro uno di loro per una specie di esame… Com’è che si chiamava? Creava dal nulla qualsiasi cosa volesse…”

“Aspetta, di che colore erano i capelli?” chiese Marco.

“Biondi, perché lo conoscete?”

“Allora deve aver incontrato quell’Edward.” Rispose Asuka.

“Insomma, si può sapere che cosa sta succedendo?” chiese un uomo dai corti capelli verdi, uscendo sul ponte, seguito da un biondo e da un altro ragazzo coi capelli neri chiusi dentro un casco, sopra il quale erano appoggiati degli occhiali da aviatore.

“Pare che abbiamo quasi investito dei custodi.” Rispose Nami.

“Chi?” chiese l’uomo dai capelli verdi, poco prima di ricevere un calcio sulla schiena da parte del biondo.

“Quelli che dovrebbero salvare l’universo, imbecille di uno spadaccino!” fece.

“Di’ un po’, cuoco da strapazzo, vuoi che ti faccia a fette adesso o aspetto dopo l’ora di pranzo?”

“Provaci!”

Ignorando i due, il terzo si affacciò dal ponte.

“Sono loro? Credevo che in quel gruppo ci fosse qualcuno di più… forte…”

Non appena lo ebbe detto, Asuka schizzò in volo verso di lui, creando una sfera di fuoco che gli puntò contro.

“Scusa, temo di non aver sentito bene la tua frase… Potresti ripetere per piacere?”

“T-Tu stai volando… E stai usando il fuoco come se niente fosse!”

“Se preferisci, posso colpirti con dei fulmini o delle raffiche di vento. Di ghiaccio mi sembra che ce ne sia fin troppo, no?”

“Mai un po’ di pazienza, eh?” chiese Marco, raggiungendola assieme a Inuyasha.

“Ehi, ora che lo vedo meglio, cosa sono quelle cose sulla testa?” chiese Franky, indicando il mezzo demone.

“Sono orecchie, idiota. Che cosa dovrebbe essere?”

“Orecchie?” ripeté una donna dai capelli neri, uscendo da una porta, seguita da una piccola renna che camminava su due zampe. “Non ne ho mai viste del genere… Tu, Chopper?”

“No.” Rispose la renna. “Ma se è per questo, non ho mai visto nessuno con simili poteri…”

I tre custodi atterrarono sul ponte, per poi girarsi verso il ragazzo che era rimasto a terra.

“Ehi, vuoi una mano per risalire?” chiese Marco.

“Grazie, ma non ce n’è bisogno!”

Senza che i custodi potessero dire altro, il ragazzo tirò indietro il braccio, come per sferrare un pugno, per poi portarlo avanti.

Con pura incredulità dei custodi, esso si allungò fino a raggiungere l’albero, per poi trascinare dietro di sé il resto del corpo.

“Eccomi!” esclamò sorridendo il capitano.

Ma i tre custodi non lo sentirono nemmeno.

“Sì è… allungato!” esclamò Inuyasha, evocando il Keyblade. “Che razza di demone è?!”

“Demone? Oh, no, nulla del genere. È solo Rufy, il nostro capitano.” Disse un'altra voce, mentre una nuova figura usciva sul ponte.

Di fronte ai custodi apparve uno scheletro vestito con eleganti abiti neri dall’ampia e scura pettinatura afro, con in mano un violino.

“U-Uno scheletro parlante!!!” urlò Asuka.

“Yohohoho! Non si preoccupi, bella signorina, non sono pericoloso. Tuttavia, per farsi perdonare la sua mancanza di tatto, potrebbe mostrarmi le sue-”

“Non ci pensare nemmeno!” urlò Nami, colpendolo con un pugno e rispedendolo dentro la nave.

“Ma cos’è questa storia che tutte le donne sono manesche?” chiese Inuyasha. “Kagome, Asuka, Pan, questa qui…”

“Ehm… Inuyasha, non per dire, ma credo che non ti convenga fare simili commenti… almeno, gli sguardi omicidi che ti stanno lanciando farebbero tremare chiunque…”

“Bah, da quel che ho visto, Dark non si fa tanti problemi a dire ciò che pensa… sbaglio, o a Hikari ha detto chiaro e tondo che è tutta colpa sua?”

“Un conto è parlare con uno che può distruggere un mondo con un dito, un conto è parlare con qualcuno che ti può riempire di botte…”

“Distruggere il mondo?!” ripeté la renna. “Come sarebbe a dire?!”

“Niente, solo un nostro amico che ha poteri incredibilmente devastanti…”

“Umpf. Però io non l’ho mai visto usare un potere simile…”

“E per fortuna! Ho sentito che ne ha distrutto uno solo, ovviamente disabitato, però sempre un mondo era…”

“Bah. Per me è uno che si fa troppi problemi, arrivare ad affrontare sé stesso… Che esagerazione…” fece Asuka, sbadigliando. “Comunque non ho capito che cosa voleva lo scheletro.”

“Credimi, meglio che tu non lo sappia. È una sua stupida fissa… E parlando schiettamente, non ho intenzione di far irritare una custode! Soprattutto se siete veramente potenti… e a questo proposito…” disse Nami, abbassando la voce. “Immagino abbiate trovato innumerevoli tesori, non è vero?”

“Tesori? Spiacente, ma noi lavoriamo gratis.” Rispose l’ex pilota. “Nemmeno quando pilotavo l’EVA venivo pagata, ora che ci penso…”

“Non ho ancora sentito parlare di eroi a pagamento, sinceramente parlando…” replicò Marco.

“Io invece ho in mente un certo monaco che non si faceva troppi scrupoli nel chiedere ricompense anche salate…” fece Inuyasha.

“Comunque, che cosa ci fa una nave pirata in mezzo ai ghiacci?” domandò l’Animorph.

“È una lunga storia… Diciamo solo che un certo capitano, dopo essere sparito nel nulla per qualche ora, ha visto uno strano varco luminoso nel mezzo dell’oceano e ci ha fatto finire dentro la nave.” rispose il biondo, interrompendo il suo litigio con lo spadaccino. “Ad ogni modo, non ci siamo ancora presentati.”

Dicendo ciò, si diresse verso Asuka, prendendole la mano per posarvi un bacio sul dorso.

“Piacere di conoscerla, bella signorina. Io mi chiamo Sanji. E lei?”

Asuka rimase ferma per qualche secondo.

Poi, cogliendolo di sorpresa, gli diede un calcio, allontanandolo di qualche metro.

“Io sono Asuka Sōryū Langley, e per tua informazione, sono già fidanzata!”

“Davvero?” chiese Marco. “E con chi? Shinji?”

La ragazza si voltò verso di lui, fissandolo per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.

“Io… fidanzata con StupiShinji? Non farmi ridere, per carità! Parlo del signor Kaji ovviamente!”

“Quel tipo vecchio che usciva con Misato? Almeno, così mi è parso di capire…” replicò Marco.

“Non è vecchio!”

“Io non dovrei parlare, visto che Kagome ha solo sedici anni…” fece Inuyasha, grattandosi la guancia.

“E perché, tu quanti ne hai?” chiese Rufy.

“Più di cinquanta.” Rispose tranquillamente.

“Davvero?!” esclamò Usop, guardandolo assieme a Chopper con gli occhi luccicanti. “Cavolo, li porti benissimo! Hai mangiato qualche frutto del diavolo?”

“Frutto di che?! Sono un mezzo demone, ecco perché invecchio più lentamente.”

Asuka voltò lo sguardo verso il cielo, vedendo il sole tramontare.

“Presto farà buio…” fece, girandosi nuovamente verso gli altri.

“Già…” rispose Marco, girandosi verso Inuyasha. “Ehi, tutto bene?”

Ma il mezzo demone non rispose, osservando il sole sparire, lasciando spazio ad una notte scura, illuminata solo dalle stelle.

“Cavoli… non ci voleva…” disse lui.

Sotto gli occhi sorpresi di tutti, le sue orecchie cominciarono a diventare più piccole, fino a scomparire tra i capelli, che nel frattempo stavano diventando sempre più scuri, fino a essere completamente neri.

Anche i suoi artigli si accorciarono, lasciando spazio a delle normali unghie da uomo.

“Che cosa ti è successo?!” esclamò Asuka.

“Sono diventato umano…” sbuffò il custode, spostandosi i capelli e mostrando due orecchie normali. “Nelle notti di luna nuova, perdo tutti i miei poteri da demone e divento un umano… Etciù! E ora comincio a sentire freddo anch’io…”

“F-Fantastico! Un uomo mannaro!” esclamò Chopper, rifugiandosi subito dietro a Robin quando Inuyasha lo congelò con uno sguardo.

“Usop, vai a vedere se vedi qualcosa!” ordinò Nami. “E tu, Zoro, vedi di andare a tagliare il ghiaccio che blocca la nave.”

Lo spadaccino sbuffò, per poi saltare giù dal ponte.

“Okay, direi che i nomi li abbiamo sentiti quasi tutti…” fece Marco. “Mancano solo quello scheletro e quella donna.”

“Io mi chiamo Nico Robin.” Rispose la diretta interessata.

“Mentre io sono Brook. Il mio cuore batterebbe di gioia per questo fortuito incontro… solo che io un cuore non ce l’ho! Yohohoho!!”

“E credo che intenda dire fisicamente… Non come un Nessuno…” disse sottovoce Asuka.

“Ehi, vedo qualcosa!” urlò Usop dalla cima dell’albero.

“Che cos’è?”

“Direi… una voragine! Una voragine di ghiaccio!”

“Tutto qui? E perché ci hai avvertito? Devi vedere di trovare qualcuno di vivo!”

“Beh… So che non ci credete, ma mi è sembrato di vedere una specie di slitta volarci dentro!”

Immediatamente, Asuka e Inuyasha si girarono verso Marco.

“Scusa… com’era la storia di questo Babbo Natale?” chiese il neo moro.

“Io l’avevo detto tanto per dire… Nessuno prima d’ora aveva mai trovato dove abitasse…”

“Quindi tu sai di chi si tratta?” chiese Sanji.

“Non ne sono sicuro, ma se è chi penso, non dovrebbe assolutamente essere pericoloso.”

“Allora ci conviene andare a chiedere aiuto.” Disse Zoro, risalendo sulla nave. “Questo ghiaccio non ha la minima intenzione di rompersi.”

“Ora che ci penso… Quando prima abbiamo accesso il fuoco, il ghiaccio non ha dato nessun segno di scioglimento e il calore qualcosa doveva fare…”

“Che cosa aspettiamo?” chiese Rufy. “Andiamo a parlare con questo Babbo quel che è!”

“Perché ho l’impressione che finirà male?” si domandò l’Animorph.

“Beh, a questo punto ci conviene andare a controllare, no?”

“Già…”

“Allora sarà meglio che indossiate questi!” disse Nami, lanciando tre piumoni ai custodi, che li presero al volo. “Per vostra fortuna, ne avevamo qualcuno in più.”

“Grazie mille! Temevo di morire congelata.”

Pochi minuti dopo, tutti erano pronti a partire.

“Però se poi ci perdiamo? Rischiamo di non trovare più la Sunny…” fece Franky.

“Tranquillo. Ora che l’abbiamo vista, possiamo tornarci in qualsiasi momento. Noi custodi possiamo aprire varchi per andare ovunque vogliamo, ma è meglio se conosciamo il posto.”

“Perfetto! Allora forza ciurma, avanti tutta!”

“Quand’è che siamo diventati parte della ciurma?” mormorò Inuyasha.

 

Il gruppo impiegò circa un’ora per raggiungere il punto indicato da Usop.

Si trovavano di fronte ad un’enorme lastra di ghiaccio, che terminava con una specie di cerchio, che dava sul vuoto.

“Non rischiamo di romperlo se ci saliamo tutti sopra?” chiese Sanji, accedendosi una sigaretta.

“Non credo…” rispose Marco. “Mi sembra decisamente spesso. Direi che non corriamo pericoli e alla peggio, noi possiamo volare, perciò dovremmo riuscire per lo meno ad attutirvi la caduta.”

“Ma che bella consolazione.”

“Posso usare il mio potere in quel caso.” Fece Robin.

“Giusto!” esclamò Nami. “Allora direi che non corriamo alcun pericolo!”

Il gruppo si avvicinò alla voragine, fermandosi al suo limitare.

Lentamente, tutti sposero la testa, per poi spalancare gli occhi sorpresi.

Sotto di loro, a diverse centinaia di metri di profondità, c’era un villaggio, i cui abitanti sembravano decisamente di fretta.

“Un villaggio sotto il ghiaccio?!” esclamò sorpreso Zoro. “E che cosa ci fa?!”

“Il villaggio di Babbo Natale.” Rispose Marco. “Non pensavo l’avrei mai visto, nemmeno dopo essere diventato un custode!”

“Sicuramente avranno da mangiare!” urlò Rufy, buttandosi giù.

“Fermo!!!” urlarono tutti inutilmente.

“Ma non ha un briciolo di giudizio quello lì?!” esclamò Inuyasha.

“Rufy… giudizio? Credo sia più facile che un assassino cominci ad andare in giro a salvare le persone… O magari, che diventi custode.”

“Conoscendo altri custodi, io non lo darei troppo per scontato… Non ho ancora ben chiaro come li scelgano…”

“Però come facciamo? Non possiamo portarli giù tutti…” fece Asuka.

“Usiamo il varco, no? Basterà che uno di noi scenda e…”

Ma Marco fu interrotto da una serie di urla provenienti dal villaggio, seguite dal suono di una sirena d’allarme.

“No, non voglio sapere che cos’ha combinato Rufy cadendo giù…” sospirò Nami, poco prima che una voce risuonasse dentro la concavità.

“Attenzione, intrusi! Preparare le difese! Attenzione, intrusi!”

“Da quando Babbo Natale ha un impianto anti intrusione?!” esclamò Marco.

“Non doveva essere innocuo?” domandò Asuka.

“Finora ho sentito così! Sentite, voi come siete messi con le barriere?”

“Bah, non ne trovo l’utilità, però so crearle… Perché?”

“Perché trascineremo giù tutti tramite una barriera.” Spiegò l’Animorph.

“Scusate se mi intrometto…” fece Usop. “Ma non credo di aver ben capito che cosa volete fare…”

“Detto in parole semplici…” rispose il mezzo demone, dando un calcio al pirata e facendolo cadere giù. “Si scende!”

Senza dire altro, si buttò anche lui, evocando il Keyblade e circondando Usop con una barriera, che lo fece rimanere sospeso in aria.

“Fantastico! Usop sta volando!” esclamò Chopper.

“Voi cosa fate?” chiese Asuka.

“Ci garantite che non ci sono pericoli?”

“La barriera svanirà solo se chi l’ha evocata lo desidera o viene sconfitto.” Spiegò Marco, per poi avvolgere tutti i pirati in un'unica barriera, per poi farla volare attraverso la voragine.

 

Quando atterrarono, si nascosero subito dietro una delle case.

“Bene, ora che facciamo, esperto del Natale?” chiese Inuyasha.

“Beh, prima di tutto, cerchiamo di ritrovare Rufy e poi spiegheremo la nostra situazione. Babbo Natale dovrebbe essere la bontà fatta persona, non credo ci negherà il suo aiuto…”

“Perché dici ‘dovrebbe’?” domandò Asuka.

“Per il fatto che non mi risultava che fosse in possesso di un impianto di sicurezza…”

“Ehi, finalmente siete arrivati!” disse una voce dietro di loro.

Tutti si girarono, ritrovandosi di fronte a Rufy, che li guardava sorridendo.

“Rufy! Come hai fatto a scappare?!” esclamò sorpresa Nami. “Intendo, senza devastare nulla...”

“Scappare? E da chi? Non mi ha visto nessuno.”

Tutti lo guardarono per qualche secondo.

“Allora… per colpa di chi è suonato quell’allarme?” chiese Zoro.

“Non sarà arrivato qualche sgherro di Xehanort, vero?” azzardò Marco.

“Non credo. Prima di diventare umano, non ho avvertito nessun odore strano.” Replicò Inuyasha.

“Sarebbe semplice scoprirlo: basterebbe entrare nel palazzo più grande, no?” propose Rufy.

“Sì, così se ci sono più nemici, siamo belli che fregati…” disse l’Animorph. “Se solo Dark o Edward fossero qui… potremmo scoprirlo subito…”

“Di’ un po’ Marco…” cominciò Asuka. “Quand’è che sei diventato stupido?”

Il custode si girò verso di lei.

“Che cosa vuoi dire?”

“Chi di noi può tranquillamente intrufolarsi in quel palazzo passando inosservato come un insetto?”

“E chi si è dimenticato il fatto che gli insetti con questo freddo resistono sì e no qualche minuto? E purtroppo non ho il DNA di un pinguino, senza considerare che se siamo al polo nord, sarebbe un tantinello strano.”

“DNA? È qualcosa che si mangia?” chiese Rufy.

“No, non proprio…”

“Potresti trasformarti in me, no?” propose Inuyasha.

Marco scosse la testa.

“Diventerei uguale a te. Quindi anch’io verrei influenzato dalla luna nuova.”

“Ma si può sapere di cosa state parlando?!” esclamò Sanji.

Marco sospirò.

“È il mio potere: posso trasformarmi in chiunque tocco.”

“Davvero?! Fantastico!” urlò il capitano.

“In chiunque?” chiese Robin.

“Animali, esseri umani, demoni, mostri, alieni… Quello che preferite…”

“E puoi parlare quando ti trasformi?” chiese Chopper.

“Beh, posso comunicare con la mente.”

“Non ho mai sentito parlare di un frutto del genere…”

“Frutto? L’avete già nominato altre volte, ma non ho ancora capito di cosa parlate.” Disse Asuka.

“Volete dire che non avete mai sentito parlare dei frutti del diavolo?”

I tre custodi scossero la testa.

“Ok, allora credo che sia più facile mostrarvelo.” disse Robin, per poi incrociare le braccia di fronte a sé.

Con grande stupore dei tre, dalla neve spuntarono decine di braccia, identiche a quelle della donna di fronte a loro.

“Chi ha mangiato uno di quei frutti, acquisisce poteri particolari. Rufy, come avete visto prima, è diventato di gomma. Io posso far apparire qualsiasi parte del mio corpo dove voglio e nelle quantità che voglio. Chopper, che è una renna, come potete vedere può comportarsi e agire come un umano. E Brook… beh, era morto ed è tornato indietro.”

“Purtroppo un anno troppo tardi! Yohohoho!!!!” disse lo scheletro.

“Cavoli… Immagino che questi frutti non si trovino di certo al mercato.”

“Infatti ne esiste uno solo per potere.”

Ma prima che potessero continuare, un’esplosione proveniente dal palazzo indicato prima da Rufy li costrinse a voltarsi.

“E ora che diamine…” cominciò Inuyasha, poco prima di essere interrotto da una seconda esplosione, che scaraventò fuori dal palazzo qualcosa, che atterrò proprio di fronte a loro.

Tutti quanti si sporsero per vedere di cosa si trattasse.

“Corpo di mille balene…” disse una voce da sotto la neve, anticipando la comparsa di un pinguino. “Devo dire a Rico di controllarsi di più quando gli ordino di scatenarsi…”

“Un pinguino… parlante…?” fece Marco, guardandolo sorpreso.

Skipper si girò verso di loro.

“E voi chi siete?”

“Questo lo dovremmo chiedere noi… Che ci fa qui un pinguino?”

“Top secret, mi dispiace.”

“Skipper!!!” urlò una voce, mentre tre piccole figure nere si avvicinavano scivolando sulla neve, per poi saltare e atterrare in piedi di fronte al pinguino, mostrando di essere anche loro dei pinguini.

“Skipper, siamo nei guai. Si è dimostrato immune a tutte le nostre tecniche, e Rico ha quasi finito le munizioni!” fece uno dei nuovi giunti. “E ho finito le opzioni a disposizione!”

“Calmatevi soldati! La situazione è disperata, senza ombra di dubbio. Abbiamo seguito quell’essere viaggiando di mondo in mondo, e ora che si è fermato, non possiamo arrenderci!”

“Aspetta aspetta aspetta!” lo interruppe Marco. “Hai parlato di mondi?!”

“Certo! Veniamo da un altro mondo!”

“Com’è possibile? Solo i custodi possono…”

“Oh, ma noi conosciamo dei custodi. Come che si chiamavano, Kowalsky?”

Il pinguino interpellato tirò fuori un block notes.

“Se ben mi ricordo, qualcosa come Sota, Risu e Kailu… ma erano diversi…”

“Sora, Riku e Kairi?!” esclamarono insieme i tre custodi.

“Esatto! Proprio loro!”

“Beh, questo gioca a vostro favore, però ancora non ho capito contro chi state combattendo…”

“Cretini!” urlò una voce alle loro spalle.

Tutti si girarono, ritrovandosi di fronte ad uno strano essere bianco con un cilindro e un bastone da passeggio tra le mani.

“Osare interrompermi mentre narro le mie gesta eroiche! Nessun cretino aveva mai osato tanto!”

“Oh, no, ci ha raggiunto!” esclamò un altro pinguino.

“Soldato, non farti prendere dal panico! Ricordati che siamo i pinguini più forti dell’universo! Rico, armi!”

Il quarto pinguino annuì, per poi sputare fuori tre mini mitra e una serie di candelotti di dinamite.

“Fantastico! Aveva tutte quelle armi dentro di sé!” esclamarono insieme Rufy, Chopper e Usop, con gli occhi che brillavano.

“Pinguini… con mitra? E io che consideravo Pen Pen strano…” commentò Asuka.

“Pen Pen?” ripeté Inuyasha.

“Il pinguino di Misato.”

“Oh, quindi sei un’alleata dei pinguini!” disse Soldato.

“Tralasciando l’istinto omicida quando mi ha fatto fare quella figuraccia…” mormorò l’ex pilota sotto voce.

“Comunque non capisco… cos’ha di così pericoloso quel tipo?” domandò Inuyasha.

“Ha fuso tutti i miei apparecchi tecnologici con le sue chiacchere inutili e noiose!” esclamò Kowalsky.

“E Rico, disperato, l’ha colpito con una bomba mentre parlava …”

“Cretini! Vi mostrerò il potere di Excalibur!” disse l’essere, puntandogli contro il bastone. “Proprio come feci nel lontano 1892, quando mi ritrovai contro quella banda di bulli. Poi quando arrivarono Holmes e Watson, di fronte a quell’orribile omicidio, scoprii subito che il colpevole era sempre l’assistente. Quando mi proposero di ballare al teatro, inizialmente rifiutai, ma dopo le continue insistenze, accettai con piacere. Come quando Artù mi propose di attaccare l’esercito nemico che stava per circondarci.”

“Fatelo stare zitto! Mi sta fondendo i circuiti!” urlò Franky, puntandogli contro il braccio, dal quale il polso si aprì come una porta, rimanendo attaccato solo per un pezzo, mostrando così un cannone.

“Adesso!” urlò Skipper, cominciando a fare fuoco, assieme al pirata e agli altri pinguini.

Excalibur fu colpito in pieno, mentre attorno a lui si alzava il fumo delle esplosioni.

“Franky!” urlò Nami.

“Era troppo pericoloso per risparmiarlo! Non dirmi che tu riuscivi ad ascoltarlo, vero?!”

“Beh, certo che no, però…”

“Maledizione, mi ha anticipato…” fece Zoro, mettendo via le spade.

“Io non ho capito molto di quel che ha detto. So solo che mi è venuto il mal di testa…” disse Rufy.

“Concordo.” commentò Inuyasha. “E per una volta, ringrazio di essermi trasformato. Non so se l’avrei retto con un udito più fino…”

“Cretini!” esclamò Excalibur attraverso il fumo.

“Che cosa?! È ancora vivo?!” urlarono tutti.

“Ci vuole ben altro per sconfiggermi, cretini!”

“Kowalsky, nuove opzioni!” ordinò Skipper.

“Vediamo… potremo scappare e non farci più vedere, oppure potremmo rimuovere totalmente il blocco di Rico, scagliandolo contro di lui a nostro rischio e pericolo, oppure potremmo immolarci e usare tutte le nostre tecniche per sconfiggerlo.”

“Opzioni drastiche, eh? Mi ricorda quella volta che mi ritrovai da solo, prima di essere costretto a scappare dalla-”

“Quindi siete voi gli intrusi, eh?” lo interruppe una voce.

Tutti i presenti si congelarono sul posto, Excalibur escluso.

Di fronte a loro si trovava un uomo apparentemente anziano, dalla lunga barba bianca e vestito di rosso.

Dietro di lui c’erano decine di essere simili a uomini, ma più piccoli e con le orecchie a punta, tutti vestiti di verde, che guardavano curiosi il gruppo.

Skipper si girò verso di lui.

“B-B-Babbo Natale?!” esclamò sorpreso.

“Babbo Natale!” esclamò contento Soldato, saltando dalla gioia.

“Santa Claus, Babbo Natale, San Nicola… ho svariati nomi ma sì, sono io.”

“Scusa Marco, fammi capire bene, il tizio di cui parlavi prima sarebbe quel vecchio ciccione?” chiese Asuka.

“Ehi tu, come osi chiamarlo vecchio ciccione?!” fece una bambina alle spalle di Babbo Natale.

“Su su, calmatevi tutti quanti.” Disse lui. “In fondo, per una che fino a poche ore fa non sapeva nemmeno della mia esistenza, è normale che le faccia quest’impressione.”

“Ma Santa Claus, questo fenomeno non era previsto! Non era mai entrato nessun intruso prima d’ora!” disse un altro dei piccoli uomini.

“Suvvia Curtis, sono sicuro che hanno una valida spiegazione. In fondo, non è proprio facile da raggiungere questo posto.”

“In effetti, ci siamo capitati per caso…” fece Marco. “E poi abbiamo incontrato loro.” Continuò, indicando la ciurma di pirati.

“Ehilà vecchio!” lo salutò Rufy, beccandosi subito un pugno in testa da Nami.

“Rufy! Non essere maleducato! Quei bambini hanno già guardato male Asuka, speri che ti evitino lo stesso trattamento?!”

“Ehi, noi non siamo bambini!” replicò uno di loro.

“Ah no? E allora cosa siete?” domandò Zoro.

“Siamo elfi!” risposero tutti loro in coro.

“Skipper, che cosa facciamo?” mormorò Kowalsky.

“Non ne ho la più pallida idea, ma non mi ero accorto che fossimo finiti nel villaggio di Babbo Natale… Okay uomini! Rico, look natalizio!”

Il pinguino annuì, per poi sputare quattro capelli natalizi, che i quattro animali indossarono subito.

“Okay… A parte i pinguini che sembrano essere in tema… Potreste spiegarmi chi siete e come mai siete qui?” chiese Santa Claus.

“È una lunga, lunga storia… Sapete dei custodi, vero?”

Non appena Marco pronunciò quella parola, tutti gli elfi si irrigidirono.

“Custodi? QUEI custodi?!” esclamò sorpreso Curtis.

“Non credo ce ne siano molti, piccoletto…” replicò Inuyasha.

“E per la seconda domanda, possiamo dire che siamo capitati qui quasi per caso, come ho detto prima.”

“Capisco, e loro?” chiese Babbo Natale, indicando la ciurma.

“Io sono Rufy, il futuro re dei pirati! E loro sono i componenti della mia ciurma!”

“Pirati? È da tempo che non ne sento più parlare.”

“Santa Claus, ora che abbiamo scoperto chi sono, dobbiamo tornare al lavoro! Manca pochissimo a Natale, e per colpa di quei quattro pinguini e di quella… cosa… siamo in ritardo sulla tabella di marcia!”

“Ti preoccupi troppo. In fondo, non hanno danneggiato nessun regalo, e come puoi vedere, i danni non sono troppo gravi. Basterà schioccare le dita.” Rispose la festività del Natale, facendo come aveva appena detto.

Come se nulla fosse, tutti i danni scomparvero nel nulla, riportando gli edifici a com’erano in origine.

“Wow! Fantastico!” esclamò Chopper, attirando l’attenzione degli elfi su di sé.

“Una renna… parlante e che cammina su due zampe?!” disse sorpreso uno di loro.

“Beh, certo che siete un gruppo veramente sorprendente.” Fece Santa Claus, sorridendo. “Suvvia, venite dentro. Potrete dire di aver avuto l’onore di passare la notte di Natale a casa di Santa Claus!”

Ma prima che qualcuno potesse dire qualcosa, l’edificio più grande esplose, disseminando ovunque macerie.

“Attenzione!” urlò Marco, creando attorno a tutti una barriera, che li protesse dai detriti.

“Che cos’è successo?!” esclamò Sanji.

“I regali!” esclamarono gli elfi.

“Chi è stato?” tuonò Babbo Natale, mostrando per la prima volta un po’ d’ira.

“Così è questo il famoso villaggio di Babbo Natale…” fece una voce, mentre una figura non distinta apparve in mezzo al fumo dell’esplosione.

“Mi aspettavo qualcosa di più…” continuò. “Ma se penso a quanta oscurità provocherà la fine del Natale, posso sorvolare sulla delusione…”

“Questa voce…” mormorò Marco, per poi evocare il Keyblade. “Maledizione… proprio lei?”

Di fronte allo sguardo stupito di tutti, Jyassmie uscì dal nuvolone, fermandosi di fronte a loro.

“Ehilà, custodi della Luce! È da un po’ che non ci vediamo!”

“Tu! Che cosa ci fai qui?!” esclamò Asuka, imitando Marco assieme a Inuyasha

“Che maleducata. Non sai che a Natale si dev’essere più buoni?”

“Proprio tu parli!” esclamò Soldato. “Hai visto cos’hai combinato?!”

“Oh, ma io non sono una dei buoni, perciò non mi preoccupo.”

“Rico, fuoco!” ordinò Skipper.

Il suo sottoposto si mise a sorridere sadicamente, per poi sputare contro la custode una serie di candelotti di dinamite, che le esplosero contro.

“Ottimo lavoro, Ri-” cominciò il capo, poco prima che una folata di vento oscuro lo facesse volare contro una casa, facendogli sfondare il muro.

“Skipper!” urlarono i tre pinguini, girandosi verso la custode, che uscì dal fumo dell’esplosione completamente incolume.

“Sciocco. Come se bastasse così poco per mettermi fuori gioco.”

“All’attacco!” urlò Soldato, saltandole addosso, seguito da Kowalsky e Rico, tutti e tre in posa di karate.

Ma prima ancora di raggiungerla, vennero tutti allontanati dalla sua energia.

“Che cosa vuoi?” chiese Inuyasha, aprendo la mano libera, pronto ad attaccarla. “Parla, o ti farò a fette!”

“Purtroppo per te, temo che per qualche altra ora sarai sprovvisto di artigli e super forza.” Disse ridendo la custode oscura. “Ad ogni modo, mi sembra ovvio ciò che voglio: la stessa cosa che Malefica cercò di fare tempo fa con uno degli altri Ciccioni Natale! Trasformare lui e tutti gli altri qui presenti in Heartless.”

“Che cosa? Un altro Santa Claus?” domandò il diretto interessato.

“Già… ci sono diverse persone come te. Anche se tu sei quello che si occupa di più bambini.” Rispose Jyassmie. “Ed è per questo che la tua scomparsa porterà sconforto in questo mondo. E in breve, quello sconforto si tramuterà in disperazione e odio, e l’oscurità comincerà a nascere nei cuori! Così tutti finiranno come suoi schiavi!”

“Immagino che tu non sia sulla lista dei buoni…” fece uno degli elfi, prima di mettersi di fronte a Babbo Natale, imitato da tutti gli altri, facendogli da scudo. “Ma non alzerai un dito contro Santa Claus!”

“Oh, ma che carini. Sperate forse di fermarmi?”

“Forse loro non potranno… ma noi sì!” risposero i tre custodi, mettendosi davanti a tutti, affiancati dalla ciurma di Capello di Paglia.

“E anche noi gli daremo una mano! Mi stai piuttosto antipatica. Perché vuoi rovinare una festa per un motivo così insulso?” domandò Rufy.

“Perché? Vediamo… ah, sì. Sono pura malvagità!”

Senza lasciare tempo a nessuno di reagire, creò una sfera d’oscurità tra le mani, che scagliò contro i suoi avversari.

Colti di sorpresa, nessuno riuscì a difendersi, e volarono tutti via per il contraccolpo, lasciando libero il passaggio che conduceva verso Santa Claus.

“Ma cosa…? Non era così forte l’ultima volta!” fece Asuka, cadendo a terra.

“Anch’io mi alleno sciocca, e più tempo passa, più la mia oscurità si fortifica! E ora, dite addio al vostro amato Babbo Natale!” esclamò, lanciando una seconda sfera oscura.

Ma essa non raggiunse la sua destinazione, poiché fu fermata da una mano.

“Dunque, vorresti attaccare la persona che per molti rappresenta il Natale stesso? Purtroppo per te, pare che non sia destino che le cose vadano come vuoi tu.” Disse il proprietario della mano, prima di distruggere la sfera come se nulla fosse.

“Già. Per tua sfortuna, abbiamo avvertito la tua presenza.” Disse una seconda voce.

I custodi alzarono lo sguardo, come anche Rufy.

Davanti a Babbo Natale c’erano Dark e Hikari, entrambi con in mano il loro Keyblade.

“Dark! Hikari!” urlarono i tre custodi, assieme al capitano pirata.

“Ehilà!” li salutò la custode della luce.

“Quindi vi mettete ancora in mezzo, eh?” fece Jyassmie. “Dark, mi sorprendi! Dopo aver assaporato il gusto dell’Oscurità, ti ostini ancora a combatterla?” domandò. “So che cosa ti è successo.”

Lo sguardo del custode non fece una piega.

“Sì, l’ho assaporato… e ho avuto la conferma che è disgustoso!” replicò lui.

“Dark non cadrà più sotto l’influsso di suo padre.” Continuò Hikari.

“Siete solo dei folli. La Luce non vincerà mai!”

“Davvero?” chiese Dark, creando una sfera di luce, imitato dalla compagna. “Allora verifichiamolo subito!”

Senza perdere un secondo, i due custodi scagliarono contro l’avversaria le due sfere, che ad un certo punto di fusero, investendola in pieno.

Jyassmie cominciò a urlare per il dolore, aprendo un varco e scomparendo al suo interno.

“Umpf. Come al solito, non ha il coraggio di restare a combattere fino alla fine…” fece Dark, per poi girarsi verso Santa Claus. “Spero che non le abbia fatto nulla.”

“Tranquillo, non mi ha sfiorato.” Rispose lui, osservando Hikari che si stava dirigendo verso gli elfi, lanciandogli contro la magia curativa.

“Però il laboratorio è distrutto… E con esso tutti i regali!” disse Curtis, avvicinandosi.

“Non preoccupatevi. Credo di potervi dare una mano.” Replicò Dark, per poi battere le mani e appoggiarle a terra.

Dal terreno attorno a lui partirono una serie di fulmini, che in pochi secondi ripararono il palazzo, e con esso anche tutti i regali che si trovavano al suo interno.

“Ecco fatto.” Disse come se niente fosse, girandosi, ritrovandosi di fronte ad una ciurma e a quattro pinguini sorpresi.

“Ma come hai fatto?!” esclamarono tutti insieme.

“Sei anche tu Babbo Natale?” chiese Chopper.

“No, no, nulla del genere. Diciamo solo che non sono proprio un umano…”

“Umano o non umano, hai salvato il Natale.” Disse Santa Claus, avvicinandosi. “E come te, anche loro, che hanno comunque dimostrato di volerlo salvare. Perciò tutti voi potrete rimanere qui per stanotte e se lo desiderate, posso farvi fare un giro sulla mia slitta.”

Dark sorrise.

“Io salto, senza offesa. Credo di aver volato abbastanza per sapere com’è.”

“Davvero?!” esclamarono invece Rufy, Chopper e Usop.

“Ma Santa Claus, questo va contro il regolamento e-”

“Ci hanno aiutato, e questo è il mio ringraziamento.” Rispose Babbo Natale.

Mentre loro due parlavano, Excalibur si allontanò.

“Credo sia meglio tornare dagli altri cretini.” Disse, per poi sparire nel nulla senza farsi notare.

Nel frattempo, Nami si avvicinò a Dark.

“Ecco… scusa se ti disturbo, ma visti i tuoi poteri… potrei chiederti una favore? Gratuito ovviamente.”

Il custode si girò verso di lei.

“Ovvero?”

“La nostra nave è rimasta bloccata nel ghiaccio… tu credi di poterla liberare e poi rimandarci nel nostro mondo? Non sappiamo nemmeno come abbiamo fatto a finire qui…”

“Certo, non c’è problema, ma se non ti spiace, ci penserò domani…”

“Uh? E perché?”

“Beh, mi pare ovvio…” rispose, mentre si sentiva una canzone partire da degli altoparlanti. “Perché questa è una notte speciale… Perciò…”

Mentre diceva ciò, lui e tutti gli altri si girarono.

Happy Xmas

Buon Natale!

 

   
 
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