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Autore: lacrimedidinosauro    25/12/2011    6 recensioni
- Lo ami tanto? – Mi chiese John senza smettere di sorridermi.
- Più della mia stessa vita… - Disse cominciando naturalmente a piangere di nuovo.
John mi accolse in un bellissimo abbraccio, ed avvicinò la sua bocca al mio orecchio dicendomi:
- Come dice Macca…..Let it Be Veronica. – Sussurrò dolcemente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Across the Beatles universe.'
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Anche se ormai sono passati 14 giorni dal concerto di Paul nella mia città, io sto male lo stesso, pensavo che prima o poi me ne sarei fatta una ragione per cui io purtroppo
non sono potuta andarci, invece ogni giorno che passa io sto sempre peggio, non posso fare a meno di pensare a quella gelida sera del 26 Novembre.
 
Io ero là fuori però….
Fuori dall’Unipol Arena….
Con le mani congelate….
Ma con il cuore bollente riscaldato dalla sua voce.
 
Di questo ne sono felice, sono riuscita a sentire la sua angelica voce ed è questo che conta,
ma non è la stessa cosa.
 
La notte del 7 Dicembre andai a dormire presto, talmente presto che non era nemmeno iniziato “Striscia la Notizia”  il  mio programma preferito, non avevo fame e non avevo
voglia di parlare con nessuno, così mi infilai sotto il piumone e feci partire una canzone a caso nel mio Mp3,
fra tutte le altre e bellissime canzoni che avevo dei miei amatissimi ragazzi di Liverpool, partì proprio “And i love her” che chi mi conosce bene sa che per farmi sciogliere
come cioccolata al sole basta farmela ascoltare….
 
 
 
 

  I give her all my love,
That’s all I do,
And if you saw my love,
You love her too…
And I love her.

 
 
 

  She gives me everything,
And tenderly,
The kiss my lover brings,
She brings to me,
And I love her.

 
 
 
 
 
Ascoltando quella meravigliosa canzone, il mio cuscino diventò ben presto una spugna,
da una parte volevo premere il pulsante “pausa” ma la voce di Paul mi faceva un tale effetto che non ebbi nemmeno la minima fora di muovere il pollice,
così rimasi con lo sguardo perso nel vuoto per tutta la durata della canzone….
 
 
 

A love like ours,
could never die,
as long as I,
have you near me,
 
Bright are the stars that shine,
Dark is the sky,
I know this love of mine,
Will never die,
And I love her.

 
 
 
Finché mi addormentai serena dopo che un’ultima lacrima mi scivolò giù per la guancia facendosi assorbire dall’ormai zuppo cuscino.
 
 
 
Mi ritrovai improvvisamente sui bellissimi colli Bolognesi, un posto adatto per pensare e per trovare un po’ di pace per se stessi, ero in piedi su una collina a fissare
Bologna che si intravedeva fra gli alberi del paesaggio, era una giornata bellissima e nonostante ci trovavamo nel periodo invernale il cielo era azzurro e limpido,
l’aria profumava di fiori e i raggi del sole che mi colpivano in viso mi davano una piacevole sensazione di calore.
 
Dopo pochi minuti che rimasi in piedi a fissare la città, mi sedetti sul prato appoggiando la schiena contro il tronco di un albero e cominciai a giocherellare con i fili d’erba
umidicci sotto alle mie mani, chiusi gli occhi e respirai a fondo quell’aria benefica, tutto a un tratto però, cominciai a sentire un voce molto familiare che
proveniva da un boschetto ai piedi della collina….
 
 
 

And in my hour of darkness
She is standing right in front of me
Speaking words of wisdom, Let it be.
Let it be, Let it be.

 
 
 
 
 Riconobbi la canzone come la bellissima “Let it Be” dei Beatles,
ma la voce non era quella di Paul.
 
- John? – Sussurai.
 
Mi alzai da terra per avvicinarmi al bosco e per cercare di riconoscere meglio la voce ma appena mi avvicinai la voce si arrestò di colpo e l’unico suono udibile era
il canto degli uccellini e il rumore del traffico di Bologna in lontananza.
 
Mi guardai attorno e appena mi girai riconobbi subito lo straordinario John Winston Lennon, che adesso era seduto dove un attimo fa c’ero io, era proprio come
cercavo di immaginarmelo sempre:
25 anni, capelli a caschetto e con il classico vestito da Beatle.
 
- Ciao Veronica – Disse sorridendo John mentre giocherellava con una margherita.
 
Io non ebbi la forza di replicare talmente ero stupita e anche in imbarazzo, così mi limitai ad osservarlo meglio e notai che potevo benissimo vedere attraverso il suo corpo.
 
- Sei….sei un…sei un fantasma John? – Dissi balbettando.
 
In quel preciso istante mi sentii un’idiota, sapevo che stavo sognando e tutto quello che ero riuscita a dire a John è chiedere se era un fantasma?
 
- Scusami…è una domanda del cazzo lo so – Dissi pensando a voce alta reclinando leggermente la testa di lato.
 
John sorrise radioso poi si alzò da terra e si avvicinò a me, io arrossii di colpo mentre lui mi prese il mento con le mani e lo guardai dritto nei suoi occhi color nocciola.
 
- Ce ne sono poche di ragazze come te tesorino – Mi disse John facendomi arrossire ancora di più.
 
Tesorino?? Mi aveva chiamata tesorino?, ma chi ero io per meritarmi queste bellissime parole dette da John poi.
Mi limitai a sorridere e ad abbassare lo sguardo imbarazzata, John strinse le sue mani fra le mie e contro mia ogni aspettativa si avvicinò cauto alle mie labbra,
lasciò dapprima che si sfiorassero appena poi unì dolcemente le nostre bocche in casto bacio    che mi trasmetteva sicurezza e pace, io chiusi gli occhi per assaporare
meglio quel momento poi dischiusi leggermente le mie labbra come per poter afferrare quelle morbide di John.
 
Non mi spiego perché John abbia deciso di baciarmi, io che poi non sono una ragazza bellissima, non merito assolutamente nulla di tutto questo, non sapevo perché
stavo provando questa nuova emozione….ma adesso non era il momento di pensarci, ora avevo John Lennon attaccato alla mia bocca.
 
Restammo così ancora per pochi istanti e quando ci staccammo un triste ricordo fece capolino nella mia mente.
 
- John….domani è ….l’8 dicembre. – Dissi fissando John con espressione malinconica.
 
- Lo so, ma non sono qui per parlare di questo tesoro mio. – Mi disse John ritornando a sorridere.
 
- So che sei molto triste perché non sei riuscita ad andare al concerto di Paul vero? – Mi chiese.
 
 
Io non dissi una parola ed annui con la testa quando mi accorsi che i miei occhi erano già coperti da uno strato di lacrime, no eh? ….
Veronica non fare la cretina non metterti a piangere davanti a John!
 
- Lo ami tanto? – Mi chiese John senza smettere di sorridermi.
 
- Più della mia stessa vita… - Disse cominciando naturalmente a piangere di nuovo.
 
John mi accolse in un bellissimo abbraccio, ed avvicinò la sua bocca al mio orecchio dicendomi:
 
- Come dice Macca…..Let it Be Veronica. – Sussurrò dolcemente.
 
Prese ad accarezzarmi i capelli mentre riprese a cantare la canzone di Paul, mi vennero i brividi per le emozioni che stavo provando, stavo benissimo,
volevo che quel momento non finisse mai più, finché quel fottutissimo rumore della sveglia mi arrivò alle orecchie come una secchiata gelida di Realtà,
quella realtà che odio con tutta me stessa.
 
Ma grazie a John adesso….Lascio che sia. 







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*Angolo Autrice*

Salve carissimi lettori, intanto ne approfitto ad augurare a tutti un felice Natale!
Poi vi chiedo scusa se ho pubblicato così in ritardo questa….non chiamiamola storia
Perché mi rendo conto che è più uno sfogo personale, ma riprende esattamente i fatti realmente accaduti la sera del 26 novembre e il vero sogno
che ho fatto il 7 dicembre (non perché io creda alla cose paranormali), John mi è veramente apparso in sogno e in questa fiction
lo descrivo in ogni minimo particolare.
 
Spero vi sia piaciuta, auguroni a tutti di buon Natale e un felice anno nuovo!! (sperando sia migliore XD)

ps: chiedi perdono a Diami se il mio sogno potrebbe sembrare un pò scopiazzato, in effetti è molto simile il modo in cui
ci sognamo il nostro John!! *-* perdonami ancora ;)
   
 
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