Alegrìa…
Al
centro del grande palco rotondo il clown
bianco sussurrò
“Se
non hai voce…
GRIDA”
Al
centro del grande palco rotondo il clown
bianco inclinando il corpo in una posa buffa mormorò
“Se
non hai gambe…
CORRI”
Al
centro del grande palco rotondo il clown
bianco muovendo il braccio in aria gridò
“Se
non hai speranza…
INVENTA!”
Che
lo spettacolo abbia inizio
“Allegria…”
“Piantala.”
“Allegria…”
“Smettila
idiota!”
“Ahi,
mi hai fatto male! Ecco, ora mi hai
fatto piangere!” disse fingendo di essere triste.
“Si
capisce perfettamente che stai fingendo
e ti prometto che se non stai in silenzio senza dire scemenze ti faccio
piangere sul serio.”
“Ohhh,
che paura! Ahi! Basta picchiarmi,
che ti ho fatto?”
“Continui
al prendermi in giro e mi sto
arrabbiando parecchio.”
“Noooooo!
Non devi arrabbiarti! Su dai, sii
felice, un
po’ di allegria! Dai, canta
con me! Allegria…”
“Come
se potessi provare allegria! Non so
nemmeno cosa sia!”
“Ma
come? Davvero non hai mai provato un
po’ di allegria?”
“Secondo
te? Nella mia vita ho avuto ben
poco per essere allegri… Tu come fai a sorridere sempre, a
provare tutta questa
gioia? Non è difficile anche la tua, di vita?”
“E
allora? Oltre al fatto che è il mio
lavoro, non si può fermare l’allegria con qualche
semplice difficoltà!”
“Certo
certo… su allora, illuminami! Come
faccio ad essere sempre felice come te?”
“Facciamo
così: la canzone che cantavo
prima è perfetta per spiegarlo, che ne dici di ascoltare
qualche verso?”
“Oddio,
no! Sarebbe come uno di quei
spettacoli pessimi dove per dire una cosa si mettono tutti a
cantare!”
“Eddai,
così è più divertente!”
“Fai
come vuoi, basta che la smetti di
lamentarti e che non canti!”
“Ok
ok! Allora…”
Come un lampo di vita
Alegrìa
Come un pazzo gridar
Alegrìa
Del dilettuoso grido
Bella ruggente pena
Serena
Come la rabbia di amar
Alegrìa
Come un assalto di gioia"”
“Perché
dici allegria in modo strano? E scusa se te lo dico, non vorrei
offenderti, ma
non ho capito un ca-!”
“Ehi
ehi, niente parolacce! Cos’è che ti ho
insegnato? Per fare carriera in Inghilterra devi diventare un Gentleman!“
“Ma se sono-!
Mhhhhhh!”
“Niente
polemiche! Allora, vuoi che ti spieghi o
preferisci continuare a lamentarti?”
“Mhhhhhh!
E leva ‘sta mano! Ok ok, ho capito!
Basta che ti muovi perché mi sto già
stufando.”
“Perfetto!
Allora, in sintesi dice che l’allegria
arriva quando trovi qualcosa, o per meglio dire qualcuno, che ti
illumina la
vita, come un lampo che illumina il cielo in tempesta! è come un pazzo
che gridando in mezzo ad una
piazza attira tutte le persone attorno a sé facendole
divertire per la sua pazzia!
Eppure un pazzo è tale perché qualcosa di
orribile gli è accaduto, ma sono
tutti felici a vedere la pena e la rabbia che un pazzo prova! Le
persone sono
allegre di fronte a tutto ciò perché non capita a
loro e quindi sono assalite dalla
gioia!”
“La
tua spiegazione non sta mica in piedi…”
“Dici
così solo perché non conosci niente di
tutto ciò. Fidati, prima o poi capirai che intendo."
“Se
lo dici tu…”
«Alegrìa…»
un altro grido.
«Alegrìa…»
un po’ di sangue macchiò il suo abito bianco.
Pazienza, tanto erano sempre sparite. Almeno quelle degli akuma, o il
suo
stesso sangue. Quello degli altri non lo sapeva. Poteva essere che
essendo
sangue umano, sangue esorcista, non
andassero via, come segno del suo peccato… Pazienza.
«No,
no! Cosa stai
facendo, fermati! Lo dicevo io che non dovevamo fidarci di te, mostro!»
«Taci!
Se devi aprire
quella bocca è solo per ringraziarmi della gioia che ti
faccio provare! Se devi
aprire quella bocca è solo per dirmi “Grazie, mi
hai reso allegro!” capito? Oh,
è morto… Vabbeh, passiamo a qualcun
altro…»
«Ehi
ragazzo, ti
diverti?»
«Un
pazzo secondo te si
diverte?»
«Secondo
me sì.»
«Allora
sì, mi sto
divertendo.»
«E
bravo il mio ragazzo!»
«Se
ti sente te le prendi, poi non lamentarti.»
«Tanto
adesso è che si diverte a torturare quel tipo con i
braccialetti.»
«Tipo
con i braccialetti?»
«Ma
sì, quello che è diventato esorcista quando siete
venuti a
trovarci nell’arca.»
«Aspetta…
braccialetti… Ah sì, Chaoji! L’ho
sempre considerato
inutile, non vale niente come esorcista! Perché sta perdendo
tempo con lui?»
«Dice
che vuole farti un favore. E poi fra tutti è quello che
spreca di più il fiato per maledirti ed
insultarti.»
«Ihih,
ora capisco perché non l’ha ucciso subito e che
ora si stia
divertendo a torturarlo!»
«Appunto!
Beh, è ora di tornare a lavoro, basta perdere
tempo!»
«Aspetta
un attimo! Ti
ricordi cosa vi ho detto, vero?»
«Sì
sì, tranquillo!
“Uccidete chi vi pare ma non lei” giusto? Stiamo
facendo esattamente come hai
chiesto.»
«La
mia non era una
richiesta, era un ordine.»
«Sì
sì, capo!»
disse sorridendo leggermente mentre si
allontanava per continuare il massacro.
«Dopo
te la faccio
pagare! Guarda che ho capito che mi pigliavi per il culo! Da
“sì sì, ragazzo”
sei passato a “sì sì, capo”?
Altro che in mezzo al petto, la prossima volta in
testa te la pianto la spada! Voglio vedere se sopravvivi con una
semplice
cicatrice e uno sdoppiamento di personalità!»
gridò per farsi sentire sopra alle altre urla.
«Guarda
che quello con
la doppia personalità sei tu, mica io!»
gli arrivò come risposta da un punto imprecisato
della zona circostante.
«E
quello che è
diventato uno strano mostro e che fa il filosofo della vita bianca e
nera chi
è?!?»
«Ahahah!»
fu la risposta che il Noah del desiderio Tiki si
degnò si degno di dargli.
«Stupido
fondi di
bottiglia, me la paghi, altro che batterti a poker, sta volta ti uccido
sul
serio…»
mormorò parecchio alterato. Continuò a vagare
alla ricerca del suo obiettivo principale, uccidendo di tanto in tanto
qualche
esorcista. Da quando se n’era andato l’Ordine aveva
arruolato una marea di
nuovi esorcisti, probabilmente rendendo dei semplici umani dalla vita
normale
dei discepoli compatibili con l’Innocence con qualche strano
trucco, data la scarsità
e pietosità che dei suoi nemici.
Non
aveva ancora incontrato nessuno dei suoi
vecchi compagni, dei suoi vecchi amici.
Non sapeva come sentirsi: sollevato per non aver dovuto uccidere
nessuno che
gli stava a cuore o arrabbiato perché si stavano nascondendo
da lui, perché
avevano paura di lui…
Nah, era
arrabbiato. Il fatto che non avesse ancora incontrato nessuno dei suoi
compagni
esorcisti significava che, come detto prima, i più forti si
stavano divertendo
con qualcun altro e che a lui toccavano gli scarti, cosa che non gli
andava
affatto bene.
Finalmente,
dopo aver ucciso l’ennesimo scarto da
laboratorio, trovò qualcuno che conosceva, più
precisamente un esorcista che
conosceva: il suo caro amico Lavi Bookman Junior.
«Lavi!
Finalmente
qualcuno di decente! Da quanto non ci vediamo! Come stai? Spero che tu
sia
diventato più forte in questi ultimi tempi!»
«…
non è possibile…»
«Che
c’è Lavi? Non mi
vorrai deludere pure tu vero? Sono già abbastanza inca- no,
giusto, devo essere
un Gentleman, un Gentleman! Dicevo, sono già abbastanza arrabbiato perché non ho
incontrato altro che pietosi esseri
inferiori senza un briciolo di umorismo… tu non sei
così, vero? Tu non mi
deluderai, vero, Lavi? Il grande Bookman deve essere forte, e poi sei
sempre
allegro, perciò sicuramente lo sarai anche adesso! In fondo,
ho creato la
situazione perfetta no? Ehi! Calmati, io stavo ancora parlando!»
«Mi
hanno insegnato a
non parlare con gli sconosciuti.»
disse
con voce incerta
Lavi dopo aver tentato inutilmente di colpirlo.
«Visto,
visto? Che
dicevo io, di certo non potevi deludermi, non tu! Sai essere sempre
umoristico,
anche in questa situazione, esattamente come desideravo! Bravo Lavi,
quasi
quasi mi è passata la voglia di ucciderti… No,
ok, scherzavo! Ora che ho
trovato qualcuno di cui vale la pena versare sangue di certo non mi
tiro
indietro!»
«Si
può sapere di che
parli?»
«Ma
come? Proprio tu
che sei così intelligente? Non dovresti farmi certe domande!
Mi pare ovvio no?
Sto parlando dello scontro mortale che avremo tra poco! È da
troppo tempo che
non mi confronto con un esorcista serio, spero di non essermi
arrugginito…»
disse fingendo di sgranchirsi le spalle.
«Allen,
smettila di
fare il deficiente! Riprenditi! Non mi dirai che ti sei fatto davvero
impossessare da Neah?!? Dov’è finita la tua
volontà?!?»
«Finalmente
qualcuno
che mi chiama per nome! Non hanno fatto altro che gridarmi contro
“mostro”,
“traditore”, “Noah”! Mi ero
davvero stufato di sentire quella roba! Anche se in
realtà hai sbagliato nome, è Neah, non Allen!
Anche Road si sbaglia sempre,
ormai è fissata con il
nome Allen!
Comunque basta farglielo notare e chiederle di correggersi e lei fa
subito
quello che voglio! Certo che farebbe di tutto per me… Altro che qualcuno di mia
conoscenza…»
disse
guardando di storto Lavi.
«Tu
sei pazzo…»
«Appunto
per questo
dovete essere allegri! Gli esseri umani, in quanto tali, ridono delle
disgrazie
altrui perché non sono loro stessi a subirle. Io ormai sono
pazzo, folle! Voi
dovete essere allegri in mia presenza!»
gridò Allen con in viso una smorfia di pura
follia.
«Allen,
riprenditi! Ma
ti stai ascoltando? Stai dicendo cose senza senso! Solo un malato di
mente
potrebbe dire certe cose!»
provò a ribattere
Lavi in preda alla rabbia.
«Non
osare.»
«Non
osare cosa?»
«Chiamami
pazzo, malato
di mente, folle, traditore, mostro, demone, insultami quanto vuoi,
qualunque
cosa, ma non dire una parola su di lui.»
«Lui
chi?»
«Ti
piacerebbe saperlo
vero? Ma io non te lo dirò. Anche se tra poco morirai, non
ho intenzione di
rivelare la mia storia ad un ratto di biblioteca come sei tu. Tanto ti
conosco
ormai. Voi Bookman non fate altro che raccogliere informazioni sul
conto della
vita di chiunque così da scrivere la vostra bella storiella!
Ma non avrete il
privilegio di scrivere la mia storia.»
«Credi
veramente che io
sia preoccupato solo delle informazioni che mi dai? Non ti passa
minimamente
per la testa che io possa essere preoccupato per te?»
«Ahahah!
Molto
divertente, davvero! Credi sul serio che io sia ancora così
ingenuo da credere
che qualcuno voglia davvero proteggermi? D’accordo che sono
più piccolo di te,
ma non sono mica un idiota come pensi! E in ogni caso dubito che ti
interessi
sapere come sta un Noah!»
«Non
ho mai
pensato che tu fossi un’idiota! In ogni caso mi riferisco ad
Allen perché so
che lui c’è ancora, non posso credere che sia
sparito! E comunque io, come
tutti gli altri, vogliamo proteggerti! Perché stai facendo
tutto questo, eh,
Allen?!? Non eravamo compagni? Non eri tu che dicevi sempre di restare
uniti e
che tutto andrà bene?»
«Ma
allora sei
proprio deficiente! Il vostro amico è scomparso, ormai
è sparito dalla faccia
della terra! Mi ha ceduto volentieri il posto quando ha capito che
ormai
l’avevate completamente abbandonato! La sua
“famiglia”, di cui era tanto fiero
e di cui si fidava tanto non voleva più saperne niente di
lui, è ovvio che si
sia stancato di vivere!»
«Noi
non
l’abbiamo abbandonato! Abbiamo sempre tentato di aiutarlo, in
tutti i modi! Sei
tu che l’hai completamente plagiato! Tu e quella famiglia di
pazzi gli avete
fatto il lavaggio del cervello! Ma ora farò tornare tutto
come prima, ci
penserò io a te!» gridò con tutto il
coraggio che aveva in corpo, pur
consapevole delle poche speranze che aveva.
«Tu?
Ma se non
sei nemmeno in grado di badare a te stesso, pretendi davvero di poter
fare
qualcosa per me? Ormai devi perdere le tue speranze, Lavi. Non
andrà tutto bene,
come non è successo mai. Non credevo che tu fossi
così stupido da credere
davvero a quella stupida frase fatta che ripeteva di continuo come una
litania.»
«Allora
anche
Johnny era uno stupido? Lui credeva in te, Allen, si fidava di te, e
come
ringraziamento l’hai ucciso senza pensarci due volte quando
è venuto a cercarti
con Kanda! Ti lamenti tanto che nessuno voleva aiutarti, ma proprio
quando
arriva qualcuno lo uccidi come se niente fosse?»
«Ora
mi fai pure
la morale! Johnny si stava facendo troppe speranze! Era convinto che
tornando
all’Ordine sarebbe tutto tornato normale. Pensava di salvare
il mondo, lui, uno
stupido scienziato! Credeva di potersi fidare, quando si è
trovato circondato
dai Third non sapeva più che fare! A quel punto sono
intervenuto io, altrimenti
sarebbe stato un bel casino, non ero ancora nel pieno delle mie forze,
sarebbe
stato difficile distruggere l’Ordine intero da
solo.»
«Quindi
sei tu
ad aver ucciso Johnny! Lo sapevo, Allen non avrebbe mai fatto una cosa
del
genere! Hai approfittato del suo momento di debolezza per rubargli il
corpo
condannandolo definitivamente! Dici tanto di noi, ma alla fine sei
proprio tu
ad aver tradito Allen! Eri l’unico che gli era vicino, sono
certo che di te si
fidava, e tu l’hai solo usato!»
«Ahahahahah!
Oddio, cosa sono costretto a sentire!» era in preda ad una
risata isterica,
folle. Si copriva il volto con la mano, quasi a voler nascondere
l’espressione
di pura ilarità che vi era dipinta. Quando smise di ridere e
tornò a guardare
Lavi il suo sguardo lo fece tremare come non mai. Sembrava che tutto il
male
esistente al mondo fosse dentro di lui.
«Ora
mi sono
proprio stancato. Ormai mi hai parecchio irritato, e se speravi di
farmi
tornare come un tempo sbagliavi. È giunta la tua fine, ho
sprecato già troppo
tempo. La principessa mi aspetta.»
«Non
vorrai
dire… No! Lei lasciala stare! Non azzardarti a
toccarla!»
«Povero
piccolo
innamorato» mormorò con voce dolce ma al contempo
con un sorriso diabolico sul
viso prima di affondare la propria arma nel petto di Lavi. Un
po’ di sangue gli
schizzò la parte sinistra del viso e trovando irritante
quell’insulsa macchia
di sangue sul suo volto la cancellò con un gesto veloce
della mano.
Lavi
ormai era
fin di vita per quell’unico colpo. Si sentiva
un’idiota, non era nemmeno
riuscito a vedere che si avvicinava, figurarsi colpirlo. Credeva
davvero di
poter salvare qualcuno? Che stupido che era. Però
c’era qualcosa che non
andava, qualcosa di sbagliato…
«Ne…
ah?»
«Uhm,
che c’è?
Riesci ancora a parlare? Vuoi esprimere un ultimo desiderio?»
«Non…
può…
essere…»
«Mi
dici che ti
prende? Sembra che tu abbia visto un fantas-?
Cos’è sta roba?» disse
guardandosi la mano guantata di bianco. «Oh, merd-! Eppure
Road me l’aveva
detto di fare attenzione! Vabbeh, tanto i morti non parlano, giusto? Ti
è piaciuto
lo spettacolo?» sibilò in faccia a Lavi prima di
farlo cadere a terra con un
rantolo.
«A-
Neah! Non
dovevi andare? Guarda che vado io ad ucciderla! Ma che hai fatto?!? Ti
avevo
detto di stare attento! Ora devo rifare tutto! Sei uno
stupido!» trillò Road avvicinandosi
al volto del “traditore”.
«Scuuusa
Road, è
che ero distratto! Comunque…» le disse cingendole
la vita con un braccio e
avvicinando il suo volto a quello di lei «.. i patti sono
patti, e anche se sei
la mia ragazza mi arrabbio comunque se la tocchi. Se vuoi ti lascio
giocare con
Lavi, tanto non è ancora morto.»
«Okok,
non
faccio niente, però giocherò parecchio con
Bookman! L’ultima volta siamo stati
interrotti.» disse divincolandosi dall’abbraccio
del suo amato. Si avvicinò a
Lavi e dopo aver inclinato il capo con un’espressione
interrogativa in volto
disse «Ehi Neah, vuole parlarti! Continua a mormorare
“Allen, Allen”! che
faccio? Lo uccido subito?»
Lui
si avvicino
a Lavi e gli sussurò «Spero ti sia piaciuto lo
spettacolo, ora vado dalla
principessa, e mi divertirò parecchio con lei! Bye bye, Lavi
Bookman Junior.» e
dopo aver salutato la piccola Road con un lieve bacio si
allontanò alla ricerca
di lei.
“Eddaih,
basta
un po’ di fantasia!”
“Altro
che
fantasia, qui ci vuole una casa di matti disposta ad
accettarti!”
“Credi
che io ne
abbia bisogno?”
“Ovvio.”
“Allora
forse un
giorno ci andrò.”
“Tu
non stai
mica bene! Ti dicono di andare in una casa per matti e tu sei
felice?”
“Hai
ascoltato
quello che ho detto no? I pazzi rendono allegre le persone.”
“Ma
i pazzi non
sono felici della propria situazione… Credo che non sia
bello ridere dei pazzi…”
“Hai
ragione, ma
la vita è fatta così, possono succederti le cose
peggiori quando meno te
l’aspetti, anche dalle persone che più ritieni
care.”
“Anche
da te
quindi?”
“Può
essere.”
“Preferirei
che
non succedesse… Ho già passato troppo tempo in
solitudine…”
“Ohhh,
che dolce
che sei! Vieni qui che ti devo stritolare!”
“Mhhh,
e
mollami! Non sono mica un peluche! Mi soffochi
così!”
“Quante
lamentele! Ti va di sentire un’altra parte della
canzone?”
“Fai
come vuoi,
tanto non ci capisco niente lo stesso.”
“Fidati,
un
giorno capirai…”
“"Alegrìa
Vedo un lampo di vita
Alegrìa
Ascolto il canto di un
giovane menestrello
Alegrìa
Bellissimo urlo
Di gioia e dolore
Così estremo
C'è amore nel
mio cuore
Alegrìa
Una gioiosa, magica
sensazione”
“Allora,
hai
capito sta volta?”
“Più
o meno…”
“Dai
dimmi,
vediamo cosa riesci a dirmi.»
“E
va bene…
Allora… Bisogna essere allegri quando nasce qualcuno,
“un lampo di vita”,
giusto? Poi… alla gente piace anche sentire i cantanti
dilettanti che si
esibiscono per le strade, urlando la loro gioia e dolore…
Però loro sono
felici, perché possono esprimere appieno le loro emozioni
con quello che più
gli piace. Per questo sono tutti allegri di fronte ad un cantante e ai
musicisti, perché possono trasmettere una magica
sensazione… Ho indovinato?”
“Non
si tratta
di indovinare, ma di quello che credi sia davvero, di quello che tu hai
capito.
Ognuno ha un concetto diverso di allegria e di come trasmetterla.
Magari in
futuro riuscirai a rendere felici le persone con frasi
d’incoraggiamento e
d’affetto, con sorrisi fiduciosi, oppure con la tua musica e
il tuo coraggio.”
“Ma
io non so
mica suonare e di certo non ci vuole molto coraggio a fare il nostro
mestiere.
È più probabile che io impazzisca e che finisca
in un manicomio.”
“Può
darsi, non
si sa mai cosa ti riserva la vita.”
“Sei
davvero
molto incoraggiante.”
“Ti
preparo solo
al futuro e alla vita vera.”
«Principessaaaaa!
Dove seiiii???» la stava cercando da parecchio ormai,
inutilmente. Iniziava a
pensare che l’avessero già uccisa e la rabbia
saliva. Aveva dato ordini
precisi, non tollerava che gli disobbedissero. Era anche vero che non
gli
piaceva fare il capo, però quelle poche volte che si
comportava come tale
pretendeva rispetto. Mentre borbottava l’insoddisfazione per
la situazione
Timcampi tornò svolazzando da lui mostrandogli sempre le
solite immagini di
cadaveri akuma e umani. Era felice che fossero ancora insieme: era un
ricordo ed
era anche parecchio utile e per qualche motivo aveva scelto liberamente
di
stare con lui, pur essendo con i Noah. Sospettava che la colpa fosse di
Cross,
credeva che fosse un metodo per tenerlo d’occhio.
Però non aveva molto senso,
aveva ucciso lui stesso il generale, quindi non si spiegava il
perché. Non che
gli interessasse molto. Stava ancora pensando quando senti una voce,
anzi un
insulto diretto a lui, famigliare, che lo fece sorridere.
«Ohhh,
ma guarda
un po’ chi si vede. Come stai, Bakanda?»
«Muori.»
gli
rispose semplicemente sferrando un colpo di katana che venne
prontamente
evitato.
«Sempre
così
irascibile eh? Perché non te ne vai così posso
raggiungere la principessa?
Tanto lo so che è qui, altrimenti tu non ci saresti. Gli fai
da cane da guardia
vero?» Nessuna risposta, Kanda rimaneva impassibile davanti
alle sue
provocazioni.
«Uffa
quanto sei
noioso. Vabbeh, allora combattiamo.» partì
immediatamente per sferrare subito il
colpo di grazia che però non andò a segno, e non
perché non fosse stato abbastanza
veloce, ma perché un’ idiota lo stava fermando.
«Ma
allora te le
cerchi proprio. Ti dispiacerebbe lasciarmi? Volevo divertirmi un
po’.»
«Niente
da fare
capo. Ci stavo pensando io a lui e visto che mi sto divertendo vorrei
continuare, e poi la principessa ti sta aspettando, non si fanno
aspettare le
signore.»
«Evita
Tiki,
sono già abbastanza nervoso. Non ho fatto ancora un
combattimento decente e di
certo con lei non sarà diverso.»
«Però
è la prede
più prelibata, l’hai detto tu. Ora vai, il signor
Kanda si sta irritando.»
«Tanto
è sempre
irritato quello lì. Comunque ok, lo lascio a te, anche
perché sarebbe morto
subito altrimenti»
«Avete
finito di
parlare voi due? Ehi Mammoletta, te ne vai già? Troppa
paura? Eppure pensavo
che i Noah non ci temessero.»
«Ho
altro da
fare al momento, ma stai tranquillo che se quando torno sei ancora vivo
ti
concederò una chance.»
«Perché
tu credi
che ti lasci andare da lei?»
«Ovvio,
c’è Tiki
che ti farà giocare.»
«Ma
allora sei
proprio deficiente. Tu non la toccherai né mi volterai le
spalle.»
«Uffa
che palle.
Tim, pensaci tu, mi sto stancando di discutere.» Timcampi,
che nel frattempo
era sparito, ricomparve in dimensioni extra con la bocca spalancata
sotto Kanda
e Tiki, inghiottendoli, per poi tornare a dimensioni normali.
«Quando
hanno
finito sputali fuori, ok? E vedi di essere meno delicato possibile,
quel
barbone me la deve ancora pagare.» Dopo aver ricevuto un
segno di assenso dal
piccolo golem si diresse verso l’interno di un piccolo
rifugio. All’interno non
c’era nessuno, oltre alla sua preda e ad altre due persone.
Non aveva dubbi
riguardo all’identità di uno di loro, ma
l’altro proprio non sapeva chi fosse.
Quando fece la sua entrata nella stanza in fondo al corridoio rimase un
attimo
sorpreso prima di sfoderare un bel sorriso.
«Ma
dai, allora
sei già arrivato? Credevo di essere in anticipo! Beh, sono
felice di vederti!»
disse tutto allegro al terzo individuo nella stanza. La sua preda lo
guardava
con occhi pieni di angoscia, paura e disperazione, l’altro
invece con rabbia.
«Sparisci!
Cos’è
successo a Kanda?»
«Che
accoglienza
calorosa! Capisco che non ti sono simpatico però non merito
un trattamento del
genere! Comunque non ho idea di che cosa sia successo al vostro cane da
guardia, ora sta combattendo con Tiki, non so come finirà.
Ma ora veniamo a
noi!» disse avvicinandosi alla ragazza sdraiata
sull’unica brandina presente
nella stanza. «Come stai mia dolce principessa?»
«Non
toccarla!»
«Ehi
ehi, stai
calmo! Ormai siamo una famiglia a tutti gli effetti no? Non trattarmi
così
male, mi fai sentire triste! Se vuoi suono la mia ninna nanna per
calmare un
po’ la situazione! Magari vi rallegro anche un
po’!» e così dicendo si mise a
suonare su un pianoforte inesistente, nell’aria, producendo
comunque la musica
ormai così tanto nostalgica e odiata.
«Smettila!
Nessuno qui ha intenzione di ascoltare la tua stupida canzone,
Neah!»
«Eppure
è così
bella! Eh vabbeh, tanto c’è altro per cui stare
allegri, vero, piccolino?»
Questa volta era riuscito ad avvicinarsi completamente al letto e a
prendere il
piccolo fagotto accanto alla ragazza tra le braccia.
«No…
lascialo…
stare…» sussurò la ragazza.
«Ma
come
Linalee, non vuoi che nostro figlio veda il suo
papà?»
«Lascialo
andare! Non hai nemmeno il diritto di guardarlo!»
gridò Komui, che da bravo
fratellone con il complesso della sorella qual’era
tentò invano di proteggere
il bambino e Linalee.
«Su
su Komui,
ogni padre ha diritto di tenere tra le braccia il proprio figlio! E poi
scusa
ma è la prima volta che vedo il mio piccolo, un
po’ di rispetto.» disse con un
finto broncio dipinto in volto mentre si sedeva accanto a Linalee.
«Lui
non è… tuo…
figlio… Allen è suo padre… e tu non
hai il diritto di prendere… il suo
posto…»
riuscì a dire a stento Linalee, stremata proprio a causa di
quel piccolino.
«Ma
come, anche
tu? Ok che era quello che volevo, ma da te non me
l’aspettavo. Vabbeh, me ne
farò una ragione. Comunque mi hai semplificato la vita
facendo nascere questo
tipetto già adesso, altrimenti avrei dovuto sprecare altro
tempo a rapirti ed
ad aspettare che nascesse, davvero una scocciatura! Comunque grazie,
ora posso
anche andare, e rallegrati! Tu e Komui sopravvivrete al massacro! Non
ho
nessuna ragione per uccidervi, è andato tutto liscio anche
se in modo diverso
dai miei piani. Speravo di potermi battere con te principessa, eri
così forte
quando il piccolo era ancora nel tuo grembo! Immagino che sia sua la
colpa se
sei ridotta in questo stato. L’essere la madre del Cuore a
quanto pare comporta
questo, forse ha bisogno della tua energia per sopravvivere con un
corpo così
piccolo»
«Lui
non c’entra…
è solo un bambino… lascialo, ti
prego…» Linalee stava piangendo, non voleva che
suo figlio finisse tra le mani dei Noah. Era l’unico ricordo
tangibile di
Allen, non poteva lasciare che venisse rapito.
«Su
dai, non
piangere! “Alegrìa, come la luce di
vita”, giusto? Non credi che lui
rappresenti appieno la luce della vita?»
«Lasciali
stare
schifoso Noah! Se non fosse stato per te Lina non sarebbe in queste
condizioni,
è solo colpa tua se rischia di morire! Fosse stato per me
quel giorno saresti
morto solo per averla guardata! Se siete ancora vivi, tu e quel
bambino, lo
dovete all’amore che Lina prova per Allen!»
«Silenzio,
rischi di svegliare il piccolo» e con un gesto della mano
Komui fu trafitto
dritto al cuore.
«Li…na…
Non…
posso… morire… Devo…
pro…te…gger-» non riuscì
nemmeno a terminare la frase che
cadde a terra, morto. «Finalmente un po’ di
silenzio! Scusa Lina, non volevo
ucciderlo, ma mi aveva irritato! Ma che-? Che stai
facendo?!?» Linalee si era
alzata dal letto e con la poca energia rimastagli riuscì a
riprendersi suo
figlio e a fare qualche passo verso l’uscita della stanza per
fuggire,
ovviamente senza successo. Venne immediatamente bloccata in un
abbraccio che
non aveva niente di dolce e riportata sul letto. Si ritrovò
di nuovo sdraiata
con il bambino lasciato in un angolo della stanza.
«Ti
supplico…
non fargli del male…»
«Ma
io non
voglio fargli niente! La mia intenzione è quello di
crescerlo sano e forte come
membro della famiglia Noah! Perché dovrei uccidere nostro
figlio? Non avrebbe
senso!»
«Non
è tuo
figlio, Allen lo è… Non ti permetterò
di portarlo via…» pur sapendo di non
poter fare molto tentò di alzarsi di nuovo, ma lui la
bloccò sul letto
distendendosi su di lei. Linalee fu percorsa da un brivido e
cominciò a
tremare. Pur tentando di trattenersi non riuscì a nascondere
la sua paura.
«Su
su, non fare
così! L’altra volta non avevi tutta questa paura
ed era la tua prima volta! Non
dirmi che non ti è piaciuto!»
«L’altra
volta…
non eri.. tu. Non avrei mai fatto niente con te… Io
l’ho fatto con Allen… non
eri tu, ne sono certa… anche se tutti si ostinano a credere
che sia stato Neah,
che sia stato tu… io lo so che era Allen… Come so
che quel bambino è figlio mio
e di Allen…» Linalee lo disse con estrema
convinzione e determinazione, perché
sapeva che era così. Sapeva che mesi prima, nove per la
precisione, era stato
Allen ad entrare nella sua camera di nascosto. Era lui che lei aveva
abbracciato e baciato con tutta la passione di cui era capace appena
l’aveva
visto, ed era sempre lui il ragazzo con cui aveva fatto
l’amore per la prima
volta. Ed era lui, Allen, il ragazzo che amava e che era il padre del
bambino.
Quando Komui, il mattino dopo, li aveva scoperti insieme Allen non era
più se
stesso, ormai Neah aveva preso il suo posto, per questo tutti gli
esorcisti in
nell’Ordine erano partiti al suo inseguimento. Ma lei sapeva
che quella notte
era Allen e che Neah era arrivato dopo, per questo aveva rifiutato
ostinatamente di abortire e aveva impedito che inseguissero Neah
più del
dovuto, perché sperava che in lui ci fosse ancora Allen, e
con esso la speranza
che tutto tornasse come prima. Speranza vana purtroppo.
«Ok,
ora basta, mi sono stancato! Speravo davvero che lo capissi
da sola, ma a quanto pare ci vuole un piccolo suggerimento. Ora ti
rivelerò un
piccolo segreto» disse sorridendo malizioso.
«Quale…
segreto?» mormorò Linalee prima di ricevere un
dolcissimo bacio. In quel
momento le sembrò di tornare indietro nel tempo, a quella
notte, la più bella
della sua vita. Sarebbe rimasta in quella posizione per sempre, avrebbe
volentieri fermato il tempo se avesse potuto. Sapeva che era un
desiderio
egoistico, ma voleva che tutto restasse così, solo quel
bacio, solo loro, solo
lei e…
«Allen…»
mormorò
con gli occhi pieni di lacrime.
«Esatto!
Sei la
prima ad averlo capito! Però hai imbrogliato, solo grazie a
me l’hai capito»
disse Allen con il suo solito sorriso allegro, strofinandosi la parte
sinistra
del viso con la mano cancellando il trucco che copriva la sua
cicatrice. «Ok
che Road è stata brava a nascondere la cicatrice,
però speravo che almeno tu lo
capissi senza bisogno di nessun indizio! Mi sento offeso,
principessa.» le
mormorò lasciandole un altro dolce bacio.
«Perché
Allen?
Se sei stato tu tutto questo tempo, perché?
Perché hai ucciso tutti? Johnny,
Cross, Komui, gli scienziati, i finder, gli esorcisti, i tuoi amici! Ti
prego,
dimmi perché hai fatto una cosa simile!
Perché… tutti…» Linalee era
sfinita.
Era senza forze perché il bambino, come aveva detto Allen,
le prendeva tutte le
energie. E in più era completamente scioccata, non poteva
credere che Allen
avesse davvero commesso tutto quello.
«Perché?
PERCHÉ?!?
E hai pure il coraggio di chiederlo?!?» Allen prese Linalee
per il collo e la
scagliò contro la parete della stanza, sfondandola. Lei si
accasciò al suolo
come una bambola senza neanche la forza di sollevare il viso da terra.
«Voi
mi avete
tradito, tutti! Quando l’Ordine mi dava la caccia nessuno
è venuto ad aiutarmi!
No anzi, ora dirai che erano venuti Johnny e Kanda, ma
cos’è che hanno fatto
per me? Dimmelo! Per colpa loro i Third mi hanno trovato e stavo per
essere
ucciso! E secondo te cosa avrei dovuto fare? Non c’era
nessuno che potesse
aiutarmi, figurarsi poi quell’inutile scienziato!
L’unico a cui mi sono potuto
affidare è stato Neah! Ammetto che quando ho ucciso Johnny
ero un po’ deviato
da lui, ma ero comunque cosciente, sapevo cosa stava succedendo, e non
ho fatto
niente per fermarlo, perché sapevo che se lo meritava! Solo
i Noah mi hanno
salvato ed aiutato! Voi siete solo dei bugiardi traditori!»
Allen aveva gridato
tutta la sua rabbia in faccia a Linalee. Nessuno lo aveva aiutato a
quel tempo,
e lei lo sapeva. Come poteva pensare che lui li considerasse amici?
Ormai per
lui erano solo traditori a cui non interessava niente di lui.
«Non
è vero che
ti abbiamo tradito… e lo sai perfettamente! Ti siamo sempre
stati accanto, come
osi dire che non ti abbiamo aiutato?!? Ti abbiamo difeso come potevamo,
io ho
fatto di tutto purché tu non venissi ucciso, soprattutto
dopo che sono rimasta
incinta! Cosa pensi che potevamo fare, non potevamo ribellarci
all’Ordine,
altrimenti avrebbe ucciso tutti noi e allora sì che non ci
sarebbe stato più
nessuno a proteggerti!» Linalee aveva recuperato il vigore di
sempre e aveva
finalmente detto tutto quello che pensava ad Allen. Non accettava che
lui li
trattasse in quel modo, come se non avessero mai fatto niente, come se
non
fossero stati la sua famiglia.
«Gli
unici che
mi sono stati accanto sono stati i Noah, la mia vera famiglia!
È bastato che
uccidessi il Conte per ottenere la loro fiducia, per voi invece
è bastato
sapere che le memorie di Neah erano in me per ripudiarmi!»
«Perché,
non
credi che loro faranno lo stesso? Gli servivi solo per creare il Cuore!
Sapevano che tra noi sarebbe nato il bambino che sarebbe stato il Cuore
dell’Innocence e ne hanno approfittato! Hanno approfittato
della tua debolezza,
della tua paura, anche Neah ne ha approfittato per rubarti il corpo!
Sei solo
un idiota e un pazzo se credi che siano la tua vera famiglia!»
Allen
non diceva
niente. Restava muto a guardare Linalee distesa a terra, più
precisamente
distesa su dei cadaveri. Erano finiti in mezzo alla battaglia e le loro
urla
avevano richiamato tutti i sopravvissuti e i Noah. Allen si
guardò un attimo
attorno e dopo aver alzato il volto al cielo gridò
«
Alegrìa, come
un pagliaccio che
grida, alegrìa, del
grido stupendo, della
tristezza pazza, serena! Come
la rabbia d'amare, alegrìa! Come
un assalto alla
felicità!»
Tutto attorno a lui si fece
silenzioso lasciando spazio solo per la risata folle che
scoppiò da parte di
Allen subito dopo aver pronunciato quelle parole.
«Allora,
che ne
dici?»
“Allora,
che ne
dici?”
“Dico
che
continua a non avere senso. Non capisco come tutto questo possa portare
alla
felicità! Cioè, posso capire la musica e la vita,
ma proprio non capisco il
resto! La canzone non fa altro che ripetere cose come rabbia, tristezza
e
pazzia! Come può tutto ciò rendere le
persona allegre?”
“È
perché sei ancora
ingenuo che la pensi così, Allen. Quando sarai grande e
avrai degli amici, una
famiglia e avrai conosciuto la realtà del mondo capirai
anche tu.”
“Non
credo
proprio. Tanto siamo pagliacci, no? Siamo destinati a vivere nel circo
o in
mezzo ad una strada, non credo proprio di poter realizzare tutto quello
che
dici, Mana”
«Cosa
stai
dicendo, Allen?» Linalee era completamente stordita. Che
senso aveva quello che
aveva detto Allen? Sembrava una canzone, ma perché cantarla
in quel momento?
«Non
puoi
capire, nessuno può. Solo io e lui possiamo
sapere… Comunque, ora mi hai
stancato, perciò…» disse dando un altro
colpo a Linalee facendola cadere
nuovamente a terra dopo che si era faticosamente rimessa in piedi
«…per te è
ora di morire» Si mise sopra di lei, punto la propria arma
sopra il suo petto e
dopo averla guardata con occhi sereni ed aver mormorato con voce dolce:
«Ti
amo, Lina»
le diede il colpo di grazia.
Prima
di morire
Linalee gli sorrise e, mentre una piccola lacrima le rigava la guancia,
gli
disse con un filo di voce:
«Ti
amo anch’io,
Allen… Abbia cura del piccolo Marian…»
prima di esalare il suo ultimo respiro.
Nel
frattempo
Road era andata a prendere il bambino che era rimasto nella stanza del
rifugio,
il bambino che possedeva il Cuore, nato dall’unione tra i due
esorcisti più
forti e meno fedeli a Dio dell’Ordine: Allen e Linalee. Road
lo portò ad Allen,
e dopo che lui guardò un attimo i suoi occhi grigi e i pochi
capelli neri con
riflessi verdi guardò il cielo, da dove una lieve neve stava
cadendo
imbiancando il paesaggio.
«Buon
compleanno, Allen.» mormorò Road dietro di lui
prima di raggiungere gli altri
Noah.
«Già,
oggi è Natale…»
“Papà,
ti ho
detto di chiamarmi papà! Comunque buon compleanno,
Allen”
“Guarda
che è
natale, mica il mio compleanno! Non so nemmeno io quando
sia…”
“Ma
un anno fa
ti ho trovato, perciò per me quello è il giorno
del tuo compleanno, ovvero a Natale,
ovvero oggi.”
“…
grazie…”
«… papà…» mormorò Allen con una piccola lacrima che gli rigava il volto, stringendo forte a se il piccolo Marian, che lo guardava con occhi pieni di dolcezza e tristezza.
Nota
d’Autrice:
se siete arrivati fin qui allora vi amo J.
D.Gray-man è il mio manga preferito, e amo Allen alla
follia, Tiki
è Tiki, adoro Lavi, vorrei un fratello come Komui e
un’amica come Linalee,
quindi tutto ciò che ho scritto spero che non
capiterà mai (per il resto, tipo
che considero Chaoji inutile, è vero. Non riesco proprio a
sopportarlo.).Spero
vi sia piaciuta, ma comunque mi sento soddisfatta, mi piace, altrimenti
non l’avrei
pubblicata. Spero di ricevere qualche commento, anche solo per gli
auguri di
Natale o per gli insulti, sono pronta a tutto J.
Ovviamente se c’è qualcosa di poco chiaro
chiedete, alla
prossima
ElPsyCongroo