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Autore: Shizuru117    01/04/2004    6 recensioni
La mia prima one-shot...direttamente dal suo diario, il motivo per cui Keanu Revees ha accettato il ruolo di Neo, perchè c'è sempre un motivo...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra le pagine di un diario

Disclaimer: Io non conosco Keanu Revees e ogni cosa, o fatto, scritto su di lui è puro frutto della mia fantasia. Il riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.

 

Nota dell'autrice: Come potete aver visto, è una storia su Keanu Revees. Purtroppo, visto che non era sulla lista degli attori, ho dovuto segnalare Orlando Bloom. In questa fic, quindi, Orlando Bloom non comparirà, sorry^^. Ho scritto questa storia perché pensavo di mandarla al concorso delle one shot ma, visto che il termine era già scaduto da un pezzo, non ho potuto. Come sempre, vi prego di non essere cattivi!^^ Bacini, Shi*

 

 

 

~Tra le pagine di un diario~

 

 

 

Non ricordo esattamente quanto tempo fa accadde ma...di una cosa sono sicuro, è tutto merito suo. Se lei non ci fosse stata, non avrei mai accettato la parte di Neo, per principio. Vorrei raccontarti, mio diario, tutto quello che accadde...perchè mi ricordi sempre di Liou Ha, della sua allegria, della sua purezza, della sua vivacità, del suo dolore, del suo vestito azzurro.

 

 

Circa cinque anni fa, all'inizio del 1999, la salute di mia madre diventò ancora più cagionevole. La sua inspiegabile malattia non la lasciava vivere, me la portava via man mano che passava il tempo e io la guardavo, inerme, stesa sul letto, in attesa di una nuova operazione. Le giornate mi sembravano sempre uguali, che ci fosse il sole oppure no...io non cambiavo mai il mio pessimo umore. Da un paio di giorni avevo ricevuto una proposta per partecipare ad un film ma non potevo, mia madre...l'unica cosa che mi era rimasta, se ne stava lentamente andando.

 

Non sono mai stato fortunato, certo, sono un attore, però il destino non mi ha riservato una bella sorte. Prima si era portato via mio padre, in seguito mio fratello e ora mia madre. In quel momento, potevo pensare a tutto meno che al mio lavoro.

 

Quella mattina sembrava come le altre, all'insegna della paura e della sofferenza, in un asettico ospedale, nella speranza di un responso positivo. Tuttavia, fu la prima volta che incontrai Liou Ha. Era una bambina, di non più di dieci anni, visibilmente orientale. Correva da una parte all'altra del corridoio, facendo svolazzare il suo lungo e grazioso vestito azzurro, tenendo in mano un nastro rosso. Aveva i capelli corti, a caschetto, e un sorriso allegro e birichino. Parlava con le infermiere e loro ridevano, divertite. Non saprei dire cosa mi colpì, forse la sua innocenza.

 

Cominciai a ridere, senza motivo. Era buffo pensare che, in un luogo triste come quello, ci fosse una bambina che correva. Con questi pensieri per la testa, entrai nella stanza di mia madre. Non era cambiato nulla. Aveva ancora i tubi al naso ed era in coma, i dottori avevano quasi perso le speranze. Eppure, spinto dalla forza del mio amore per lei, l'andavo sempre a trovare, per raccontarle cosa mi era successo. Mi sentivo uno sciocco, ma era un modo per evadere da quella realtà così crudele, che mi lacerava il petto e mi spezzava il cuore.

 

Per molti giorni ancora tornai là, e ogni volta vedevo quella bambina che, inconsciamente, mi dava un senso di...sollievo. Lei lo sapeva, si accorgeva che io la guardavo sempre...e mi faceva 'ciao' con la mano, come se mi conoscesse.

 

Una calda mattina, come al solito, salii in macchina e mi diressi all'ospedale. Camminai a lungo nei corridoi ma, arrivato nel reparto di rianimazione, mi trovai quella bimba davanti, con un'espressione un po' sfrontata.

 

"Ciao piccola." Le dissi, accovacciandomi di fronte a lei.

 

"Io non sono piccola, ho quasi undici anni!" Mi rispose, un po' offesa.

 

"Davvero? E come ti chiami?"

 

"Liou Ha, e tu signore?"

 

"Keanu Revees. Come mai, quando ti vedo, sei sempre qui in questo corridoio?"

 

"Perché qui ci stanno le infermiere più simpatiche! E poi, è qui che la mamma mi verrà a prendere." Mi disse. Poi alzò le sue piccole manine, mi scompigliò i capelli e se ne andò ridendo.

 

Era veramente molto carina. Aveva fatto un gesto dolcissimo con la massima disinvoltura. Quando si girò per salutarmi, alzai la mano e le feci l'occhiolino. Incredibile...era proprio incredibile.

 

Ogni giorno, alla stessa ora, lei era lì. Mi diceva qualche parola, mi scompigliava i capelli e poi se ne andava ridendo. Però c’era qualcosa di strano…alcune cose non mi tornavano. Parlava sempre di sua madre ma, in tutti quei giorni, non la vidi neppure una volta. Così, spinto dalla curiosità, chiesi ad un’infermiera di quel reparto.

 

“Mi scusi, potrebbe dirmi chi è la madre di quella bambina?” Le dissi, con la massima riservatezza.

 

“Sta parlando di Liou Ha?”

 

“Esatto, proprio lei.” Vidi che il suo volto si rabbuiò, strinse ancora di più la sua cartellina.

 

“Non mi ricordo più chi sia. Ha abbandonato Liou Ha molto tempo fa, quando aveva ancora sei anni. Era stato diagnosticato un tumore ai polmoni di sua figlia. Prima veniva molto spesso, quando doveva fare la chemioterapia, poi è venuta sempre più di rado, finché non si è più rivista. La cosa che mi fa più soffrire, è vedere Liou con quel nastro rosso in mano…” Non ci potevo credere, come si poteva abbandonare una bambina cosi?

 

“Perché, cosa significa quel nastro?”

 

“L’ultima volta che sua madre venne a trovarla, glielo diede. Visto che Liou faceva la chemio molto spesso, aveva perso tutti i suoi bei capelli neri. Gli disse che, quando sarebbe uscita, le avrebbe legato i capelli con quello.”

 

Non sapevo cosa dire. Ogni volta che provavo a formulare qualche frase, mi sembrava sempre troppo scontata o falsa…non c’era niente da fare, nulla avrebbe cambiato quella situazione.

 

“Liou Ha come sta ora? Voglio dire, la vedo sempre correre per i corridoi…” Dissi io, molto frustrato. Vidi che il volto dell’infermiera era rigato da una lacrima lucente.

 

“Sa come si dice…il benessere prima della morte. E’ una strana cosa, accade molte volte. Prima di morire, sembra che la persona stia molto meglio ma…”

 

“Vorrebbe dirmi che morirà?” chiesi, al colmo dello stupore.

 

“Sì…le resta più o meno un mese…”

 

Non so cosa mi indusse a farlo ma, preso da un’accecante disperazione, corsi a cercare quella bambina. Poteva sembrare strano agli sconosciuti ma…lei era diventata il mio punto di riferimento, l’unica cosa buona che mi era capitata in quei giorni così terribili. La vidi, accanto ad un dottore, che mangiava tutta contenta un bel gelato. Sembrò stupita di vedermi.

 

“Ciao signor Keanu.” Disse, semplicemente.

 

“Ciao Liou Ha. Senti, ti va di venire a fare un giro con me?” Lei mi guardò molto stupita, poi si voltò verso il dottore.

 

“Posso andare? Lui è un signore molto bravo…mi saluta sempre quando mi vede!” L’uomo acconsentì, con un cenno della testa, e io la presi per mano.

 

Era così bello passeggiare con lei, così rilassante. Tanta purezza era veramente disarmante. Mi chiedeva ogni giorno cosa facevo, dove ero andato, perché ero sempre all’ospedale. Mi chiese persino che lavoro facevo.

 

“Dimmi signor Keanu, come lavori?”

 

“Beh, lavorando, io posso diventare tante persone. Posso essere un bravo ragazzo, un dottore, un angelo, un supereroe…”

 

“Che bello!! Lo sai signor Keanu, mi piacerebbe tanto poterti vedere mentre voli! Come Superman, hai presente. Pensa quanto sarebbe bello vedere tutto il mondo dall’alto!” Mi venne in mente Neo, la parte che avevo rifiutato tempo prima. Non sapevo bene di cosa si trattasse ma, sapevo che avrei dovuto interpretare un uomo con dei superpoteri.

 

“Allora, uno di questi giorni, vado a sentire se posso fare Superman per te. Va bene?”

 

“Sììì!! Liou Ha vuole vederti volare! Vuole vederti volare signor Keanu!!!”

 

Per un attimo rivalutai quell’offerta di lavoro. Ero molto impegnato, avevo molti problemi però…era un modo per far felice quella bambina, per darle un motivo in più per cui rallegrarsi. Qualche giorno dopo, mi decisi finalmente ad accettare. Prima, però, dovevo dirlo a Liou Ha…per vedere sul suo volto quell’espressione curiosa che tanto mi piaceva.

 

Salii le scale al culmine della contentezza, come un bambino. Soltanto che non la vidi, non era allo stesso posto di sempre. La chiamai un po’, ma non ricevetti risposta. Alla fine, preso dallo sconforto, chiesi all’infermiera. Mi disse che era stata ricoverata d’urgenza. Il momento della fine, probabilmente, era arrivato. Non riuscivo a credere alle mie orecchie, come poteva Dio portarsi via una creatura come lei? Aveva tutta la vita davanti…entrai nella stanza senza nemmeno bussare e la vidi. Era piena di tubi e di sensori, aveva una flebo attaccata al braccio, indossava il suo solito vestito azzurro.

 

“Liou Ha!” Urlai, noncurante delle persone che c’erano intorno. Lei si girò e parlò a fatica.

 

“Signor…Keanu…sei venuto anche…oggi…”

 

“Liou Ha! Come stai?” Le presi le mani. Notai che il nastro rosso era sempre lì.

 

“Bene, i dottori mi hanno detto che tra un po’ dormirò. Poi, quando mi sveglio, mi compreranno un bel gelato per essere stata brava.”

 

“Oh…Liou Ha…” Dopo non so quanto tempo, piansi.

 

“Signor Keanu, perché piangi? Non ti faranno diventare un supereroe?”

 

“…sì…diventerò un supereroe…e volerò per te! Soltanto per te!” Diventava più fredda man mano che il tempo passava.

 

“Liou Ha è molto contenta. Lo sai, il dottore ha detto che, quando mi sveglio, avrò i superpoteri anche io! Volerò sopra la città e poi ti saluterò con la mano…”

 

“Liou…”

 

“Lo sai signor Keanu? Adesso ho sonno…io…sto per addormentarmi.”

 

Non riuscì a finire la frase che chiuse gli occhi…per sempre. Se ne era andata lì, davanti ai miei occhi. Tenevo ancora strette le sue mani…notai quel bel nastro rosso. Con delicatezza, gli legai i capelli. Se solo non fosse morta così giovane…sarebbe diventata di sicuro una bella ragazza, una bella donna. Le vie del Signore sono misteriose…lui solo sa il perché di avvenimenti come questi. Piansi ancora a lungo, fuori dalla stanza, affondando il volto tra le ginocchia. Di nuovo…il fato mi aveva portato via una persona cara…di nuovo.

 

 

Molti anni sono passati. Alla fine accettai il ruolo di Neo…ma l’ho fatto solo perché era ciò che voleva lei. Ogni tanto, quando mi capita, vado a trovarla al cimitero. Io e i dottori le abbiamo donato una bella lapide di marmo rosa, con una sua foto…dove indossa il suo bel vestito azzurro.

 

Non so se qualcuno leggerà mai questo diario ma, se accadrà, tutti si dovranno ricordare di Liou Ha. Perché in molte altre parti del mondo, delle bambine vengono abbandonate al loro destino. Perché il suo ricordo sia sempre vivo…perché a lei non è stato concesso il dono di vivere. Perché dobbiamo ritenerci fortunati di avere una famiglia che ci ama.

 

 

 

~Fine~

  
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