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Autore: pallina90    25/12/2011    9 recensioni
Il desiderio di una donna di diventare madre.
La tragedia che la colpisce quando il suo desiderio è così vicino ma nello stesso tempo ancora lontano.
La magia del Natale riuscirà a compiere il miracolo?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Emmett/Rosalie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buonasera ragazze! Ecco la prima delle shot che vi avevo promesso in questo periodo di feste ;)
Vi siete riprese da questi due giorni di abbuffate?
Con questa shot colgo l'occasione per farvi i miei migliori auguri di Natale e ci risentiamo intorno a Capodanno con una shot bella rossa ;)
Il racconto non è betato, per cui perdonate eventuali errori o sviste, l'ho riletta mille volte ma si sa che possono sfuggire. C'è un intreccio tra passato e presente che spero non vi mandi in confusione!
Ancora auguri e buona lettura :)


MIRACOLO SULLA 34° STRADA

 

Rosalie era poggiata con la fronte sul vetro della finestra del soggiorno; osservava con occhi tristi la tradizionale parata natalizia che si stava svolgendo in strada. Le musiche che un tempo adorava ascoltare e canticchiava pure quando non era periodo, adesso le arrivavano ovattate  e quasi la infastidivano. Era incredibile come il sentimento nei confronti di quella festa fosse mutato.

Da piccola adorava quella festività; la mattina di Natale si svegliava all’alba, nonostante la sera prima non volesse andare a letto presto per poter aspettare babbo natale, e correva in camera dei suoi, saltando sul letto e gridando “ Ci sono i regali. ” Non aspettava neppure di vedere se i genitori si fossero svegliati o meno, scappava subito in salotto e si sedeva sul grande tappeto, accanto all’albero, pronta per aprire i suoi doni.

Crescendo il suo sentimento nei confronti di quella festa non si era modificato, ma anzi si era rafforzato. Ricordando quanto faceva da piccola, la Rosalie adolescente pensava che probabilmente anche i suoi figli avrebbero fatto così. I suoi sogni ad occhi aperti per il futuro si erano fatti ancora più vividi da quando nella sua vita era entrato Emmett. Dalla prima volta che si erano conosciuti, lei aveva capito che quel ragazzone, all’apparenza superficiale e attento solo ai suoi muscoli, era una persona particolarmente sensibile, capace di leggere dentro come solo pochi ragazzi erano in grado di fare.

 Emmett non avrebbe creduto possibile che una ragazza bella e intelligente come Rosalie potesse essere affascinata da lui; le aveva fatto un corteggiamento serrato nonostante lei gli avesse fatto capire che era già sua, ma lui era fatto così, voleva fare tutto per bene.

Quando, tre anni fa, le aveva chiesto di diventare sua moglie, Rosalie aveva creduto di morire per la felicità. Ricordava perfettamente quel giorno: Emmett l’aveva portata da Mac Donald’s, come facevano spesso la domenica, e mentre lei spizzicava le sue patatine, aveva trovato dentro un anello. Pensando che fosse caduto a qualcuna delle lavoranti stava per alzarsi per riportarlo al bancone delle informazioni, quando Emmett l’aveva afferrata per il polso, invitandola a sedersi nuovamente. Lei, stranita, aveva acconsentito;  lui, quindi, si era alzato e inginocchiato davanti a lei e aveva iniziato a parlare: “ Rose, dalla prima volta che ti ho visto, ho capito che tu dovevi essere mia. Non so quale angelo ti ha messo sul mio cammino, e non so per quale miracolo tu hai da subito ricambiato i miei sentimenti, ma quell’anello che hai trovato non è caduto lì per sbaglio. Sono stato io a mettercelo perché è arrivato il momento di fare qualcosa che avrei voluto fare già dalla prima volta che ti ho incontrato, perché ero certo del fatto che tu saresti stata la donna della mia vita. Rosalie vuoi diventare mia moglie? ”

Rosalie non era riuscita a trattenere le lacrime, e gettandosi tra le sue braccia, aveva risposto “ Ora e per sempre. ”  suggellando quel momento con un bacio, mentre i presenti avevano fatto partire un applauso come nelle migliori commedie romantiche.

 

 Ripensando a quei momenti, non era riuscita a trattenere una lacrima, che prontamente scacciò per evitare altre discussioni con Emmett, che sicuramente l’avrebbe attribuita ad altri pensieri, e forse un po’ era vero. Quello per lei non era un giorno felice, o almeno non più.  

Circa due anni fa si era accorta di avere un ritardo; al solo pensiero che lei, proprio lei, potesse essere incinta, le tremarono le gambe.

Per non illudere Emmett all’inizio non gli disse nulla, voleva essere sicura.

Fece un test di gravidanza, di quelli che si comprano in farmacia, e il tempo che dovette aspettare perché quello spazietto si colorasse di blu, le  sembrò non passare mai, mentre seduta sulle piastrelle del bagno attendeva che la lancetta dei secondi tornasse per la terza volta sul numero 2 dell’orologio. Quando aveva avuto la conferma era scoppiata in lacrime, e Emmett l’aveva trovata così, seduta in bagno e con il viso bagnato dalle lacrime che non accennavano a diminuire. Si era spaventato a morte per quella scena, ma lei gli aveva messo a forza nelle mani la barretta che avrebbe cambiato per sempre le loro vite.

Emmett l’aveva guardata incredulo, senza capire bene quello che stava succedendo. O meglio, il suo cuore lo aveva capito, ma il suo cervello faceva ancora fatica ad accettare quella verità che gli si era parata davanti agli occhi.

“ Oddio, avremo un bambino? ” chiese incredulo, e Rosalie per via dei singhiozzi riuscì solo ad annuire e ad abbracciarlo stretto. Emmett ricambiò l’abbracciò, stringendola forte a sé, per poi prendere il suo viso tra le mani e baciarla con amore, mentre le lacrime di entrambi si fondevano sui loro visi.

“ Sarò padre, ancora non ci credo. Ti amo amore mio. ”

“ Ti amo anch’io Emmett, da morire. ”

Quella sera stessa erano usciti per festeggiare, e quando si trovarono a passare davanti un negozio per bambini, Emmett riuscì a convincere la commessa a riaprire un attimo il negozio, che stava per chiudere, e una volta dentro acquistò un paio di scarpine piccolissime, gialle, così sarebbero potute andar bene sia se fosse stato maschio che femmina.

“ Queste sono per il nostro miracolo. ” aveva detto a Rose una volta tornato fuori. Lei lo aveva guardato a lungo negli occhi, senza parlare, perché in quel momento le parole sarebbero state superflue, bastavano i loro sguardi a comunicare tutta la felicità e l’amore che provavano in quel momento.

 

Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, ecco che ci pensava il destino a mischiare le carte in tavola. Un giorno, durante il periodo natalizio, al quarto mese di gravidanza, Rose aveva avuto delle forti fitte alla parte bassa dell’addome e perdite di sangue. Terrorizzati lei e Emmett erano subito corsi in ospedale, ma la diagnosi del medico era stata lapidaria: distacco della placenta e per il bambino non c’era nulla da fare.

Per loro quella notizia era stata una botta incredibile.

Rosalie si era sentita morire insieme al suo bambino, si sentiva colpevole per non essere riuscita a proteggerlo, responsabile del fatto che il suo fisico non fosse stato in grado di sopportare una gravidanza. Da quel momento tutto era cambiato e Rosalie aveva perso la gioia per quella festa, ma anche per la vita in generale.

Erano stati tempi bui per loro.

Emmett cercava in tutti i modi di farsi forza, di non crollare per spronare Rosalie a fare altrettanto, visto che lei sembrava essere caduta in uno stato catatonico. Mangiava appena, aveva difficoltà a dormire, non usciva più di casa e parlava a monosillabi. In quel periodo tutti cercavano di convincerla che non era colpa sua; per un periodo anche la sua migliore amica Bella si era trasferita a casa loro, per starle più vicina, ma a poco erano servite le sue parole.

Una sera Emmett, rientrato stanco dal lavoro, aveva trovato Rosalie in lacrime che si rifiutava di mangiare ciò che Bella le aveva preparato: quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Velocemente si avvicinò a sua moglie e l’afferrò per le spalle, costringendola a sollevarsi dal divano dove ormai passava la maggior parte del tempo.

“ Rosalie adesso basta! ” le urlò contro “ Sono stanco di vederti in questo stato da mesi. Cosa credi, che a me non faccia male quello che ci è successo, che non mi senta il cuore lacerare ogni volta che vedo quelle scarpette che avevo comprato, o la copertina che stavi facendo per il nostro bambino? Io adesso ho bisogno di mia moglie più di ogni altra cosa, ho bisogno di sentire che lei mi è vicina, che insieme riusciremo a superare questo dolore, perché io da solo non potrò riuscirci.”

Le lacrime presero a scorrere anche sul suo volto, e la vista del suo uomo distrutto, che piangeva, fu per Rosalie una sveglia. Si buttò sul suo petto e stringendo tra i pugni la sua maglietta, aspirò il suo odore come non faceva da tempo, per poi guardarlo in volto “ Hai ragione amore mio, sono stata una stupida. Scusami, potrai mai perdonarmi? ”

“ Rose, tesoro, io non ti devo perdonare nulla. Ma se vogliamo andare avanti dobbiamo farlo insieme. Solo noi due sappiamo veramente quanto male ci faccia tutto ciò, e per te è pure peggio visto che portavi nostro figlio dentro, però dobbiamo superarlo e sperare nel futuro; abbiamo una vita davanti e vedrai che alla fine avremo tanti bambini che sarai costretta a fermarmi per non averne altri. ” Le parole di Emmett fecero comparire un pallido sorriso sul volto della moglie, come non accadeva da mesi, ma bastò quello a scaldargli il cuore e a dargli la speranza che presto le cose sarebbero cambiate.

 

Purtroppo però, le parole di Emmett non avevano rispecchiato i fatti. Da un anno avevano tentato nuovamente di avere un bambino, ma tutti i tentativi erano andati a vuoto. Lui era più fiducioso, diceva di non arrendersi, ma Rose stava iniziando a farsi prendere dallo sconforto, soprattutto da quando anche Bella era diventata mamma di una bellissima bambina: Reneesme. Era felice per la sua amica, ma una punta di invidia mista a dolore le colpiva il cuore ogni volta che vedeva Bella con la sua bambina, perché per lei era convinta che quelle gioie fossero precluse.

Si allontanò dalla finestra per evitare che i brutti pensieri l’assalissero ulteriormente: Emmett sarebbe tornato di lì a poco e non voleva farsi trovare triste, avrebbero dovuto allestire l’albero di natale e quello non era l’umore adatto.

Poco dopo il suo uomo fece ritorno, e con in sottofondo le canzoni natalizie cantate da Michael Bublè, i due sposi fecero l’albero e quando fu il momento di mettere su il puntale, come tutti gli anni, Emmett la prese in braccio e lo fece mettere a lei, che rideva come una bimba per via del fatto che lui le solleticava i fianchi nel frattempo.

Decisero di cenare sul divano per ammirare quello che avevano creato e poi si amarono lì, proprio su quel divano che un tempo aveva visto i loro momenti più bui e adesso era rischiarato da una luce nuova, fatta d’amore e di speranza, una luce flebile ma sempre accesa, come quella delle lucine dell’albero di natale.

 

 

**********************************

 

“ Amore sveglia, sai cosa succederà tra poco ” Emmett cercò di svegliare Rosalie, ma lei per tutta risposta si voltò dall’altra parte, non aveva intenzione di mettere fine al sogno che stava facendo, né tantomeno abbandonare le coperte calde sotto cui era sepolta. Lui rinunciò a svegliarla, tanto presto ci avrebbe pensato qualcun altro.

Non passarono neppure cinque minuti che un piccolo uragano biondo dagli occhi blu, fece invasione nella camera da letto di mamma e papà, e arrampicandosi sul lettone iniziò a saltarci sopra urlando: “ E’ natale e ci sono tanti legali, evviva. ”

Rosalie, oramai del tutto sveglia,prese tra le braccia quello scricciolo e se lo strinse forte al petto.

“ Peste, fatti fare gli auguri. ” Le diede due grossi baci sulle guance e poi prendendole il volto tra le mani, la guardò in quegli occhioni così simili ai suoi. “ Buon natale amore di mamma. ”

La piccolina si strinse forte al suo petto, immergendo il volto nel suo collo e le sussurrò sulla pelle “ Buon natale anche a te mami. ”

Emmett si stese accanto a loro e cingendole entrambe nel suo abbraccio, disse “ Buon natale alle donne della mia vita. ” lasciando un bacio sulla testolina della piccola Hope e scambiandosi poi un bacio carico d’amore con Rose.

Dopo tanta sofferenza, quella notte di Natale di quasi tre anni prima, in cui Rose aveva oramai perso le speranze di diventare madre, le aveva fatto il dono più bello, dopo essersi portata via il suo primo bimbo: era rimasta nuovamente incinta.

Non poteva crederci Rose quando si accorse di esserlo, finalmente il suo sogno più grande si sarebbe avverato. Con Emmett cercavano di non farsi prendere troppo dall’euforia, specie i primi mesi, e lei si era sottoposta a numerosi controlli per tenere tutto sotto osservazione, ma alla fine si erano goduti quella gravidanza.

E quando la piccolina, nove mesi dopo, venne al mondo, mamma e papà decisero di chiamarla Hope, perché la speranza era l’unica cosa che li aveva sostenuti negli anni passati e finalmente adesso era diventata qualcosa di concreto.

Da quella volta Rosalie e Emmett non mancavano mai di essere grati a chiunque ci fosse sopra di loro per avergli fatto il più bel dono che avessero mai potuto chiedere: un miracolo.

   
 
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