Lacrime amare
mi rigano il volto,
il tempo mi sfugge,
lo sfioro soltanto
con le mie sottili dita.
Dietro la maschera d'ipocrisia
si cela una donna stanca,
col viso deturpato dalla tristezza,
dalla cattiveria della gente,
non dagli anni.
Una rosa. Le spine.
Mi pungo.
La vita č avvolta dai rovi,
ogni mio movimento
potrebbe feririmi
il corpo,
il cuore,
l'anima.
Questa m'implora di lasciarla andare,
non riesce a reggere
le fredde mani del dolore
che si tendono verso di lei.
Le allontana,
con gesto stizzoso,
e loro instintivamente,
cercano qualcos'altro.
Trovano il mio fragile cuore
e nelle sue crepe
s'insinuano.
Dietro la maschera d'ipocrisia,
io morii lentamente
assopendomi in un urlo muto.