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Autore: Swichi_Matiux    26/12/2011    11 recensioni
Albus Severus Potter e Rose Weasley sono stati invitati dal loro migliore amico, alias Scorpius Hyperion Malfoy, a passare il Natale a casa sua. Come si comporteranno i nostri eroi nella enorme e tetra Villa Malfoy? L'atmosfera sarà lugubre e deprimente o questi Purosangue bacchettoni ci riserveranno delle sorprese?
Una lunghissima one-shot natalizia con protagonista la nostra amata coppia Rose/Scorpius!
Buon Natale a tutti! (anche se in ritardo!)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Christmas at Malfoy Manor!





23 Dicembre 2022
Stazione di Hogsmeade; ore 10:10
 
Caro Diario,
sono Albus Severus Potter.  Ebbene si, ho sedici anni e ho un diario segreto come una ragazzina ma... ehi, che ci vuoi fare? Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno e questo non posso proprio raccontarlo neanche alla mia cuginetta preferita Rose Weasley... mi prenderebbe in giro fino alla fine dei tempi, sa essere una vera serpe quando vuole nonostante sia una Grifondoro modello. Beh ecco, questo è il punto: quest’anno il mio migliore amico Scorpius Hyperion Malfoy ha invitato me e Rosie al Malfoy Manor per Natale e me la sto facendo letteralmente addosso! Caspita, quel posto non ha una buona fama e non ho nessuna intenzione di incontrare il padre di Scorp. Lo zio Ron ha detto che sembra un vampiro e che la villa è tetra, piena di passaggi segreti e con anche una sala delle torture... forse dovrei lasciare un testamento prima di andare. Aiuto! Perché ho accettato?  Gli zii (vedi: lo zio Ron) non volevano neanche mandare Rose perché non si fidano, ma io e lei siamo amici di Scorpius dal primo anno nonostante Rosie non sia nella nostra stessa Casa (Serpeverde, ovvio), siamo passati sopra a ogni divergenza e ora siamo inseparabili. Penso che tra loro sia stato amore a prima vista... anche se ancora non lo sanno! Mi raccomando perciò, non divulgare informazioni in giro! Oddio, sto letteralmente impazzendo. Siamo a pochi minuti dalla partenza del treno che ci riporterà alla Tan- ops, forza dell’abitudine, che ci porterà a casa di Scorp. Povero me, ci saranno tutti quei suoi parenti stramboidi e già mi sento osservato dagli occhi freddi di Draco; ovviamente non ho la più pallida idea di come in realtà sia maaa... secondo te dovrei portarmi qualche collana d’aglio tanto per precauzione? Uhmm, si. Oh, il fischio del treno! Ora devo proprio andare. Fammi gli auguri, e non solo di Natale... Sperando di sopravvivere per poter raccontare le varie, prossime vicissitudini,

Al
 
 
23 Dicembre 2022
Stazione Centrale di King’s Cross; ore 17:47

«Oh, Draco! Sono così emozionata!»
«Non si notava, sai?»
«Ma Draco!» esclamò la donna, in un misto di esaltazione e indignazione, «Tu non sei contento di incontrare – finalmente – gli amici di tuo figlio?»
«La verità? ... No.»
Astoria Greengrass in Malfoy, peperina quarantenne con l’entusiasmo di un bambino per ogni cosa che destasse la sua curiosità da Corvonero, adorava suo marito. Insomma, era biondo, attraente, un po’ cupo, certo, ma... fascinoso, a modo suo. Ma quando faceva il padre geloso e straviziato, beh, in quei momenti Astoria non lo sopportava!
«DRACO LUCIUS MALFOY! Voglio che ti stampi immediatamente un bel sorrisone in faccia per accogliere i primi veri amici di tuo figlio – e guai se cerchi di raccontar loro aneddoti terrificanti sul Manor!» strillò inviperita, scoccando un’occhiata di fuoco all’uomo.
«Oh, per Salazar, tesoro... ma ci pensi? Una Weasley e un... Potter a casa m – i – a.»
Lei agitò la mano con aria noncurante, come se stesse scacciando una mosca. «Un cognome non identifica una persona! Sei veramente out, fattelo dire!»
Draco fece una smorfia schifata/confusa: cosa diamine significava che era diventato out?! Da quando Astoria si era fissata con tutto ciò che concerneva i Babbani e le loro sciocche usanze – probabilmente per adeguarsi a quella plebaglia che avrebbero ospitato in quegli infernali giorni natalizi – se ne usciva con quelle frasi assurde e senza senso!
«Inoltre» continuò infervorata sua moglie, del tutto dimentica che qualche istante prima era platealmente scocciata con lui per essere così radicalista, «hai sentito come parla Scorpius di Rose? Oh, insomma, sempre là a dire “e Rose è così intelligente”, “il fidanzato di Rose non se la merita”, “è così simpatica”... Oh, Merlino, si vede lontano un miglio che il nostro piccolo ometto si è preso una cotta
Draco strabuzzò gli occhi; nonostante non avesse capito cosa fosse una cotta o quel che era, il messaggio era più che chiaro: suo figlio era innamorato della Weasley. Maledizione! Tanto fiato sprecato per inculcargli tutte le regole da Purosangue e quel traditore andava a fare comunella con Potter e sperava di costruire un’allegra famigliola felice con la Weasley.. Oh, ma se solo avesse osato cercare di procreare un erede con quell’aborto di ragazza, lo avrebbe sentito!
«E, Draco... » lo chiamò Astoria, sventolandogli davanti alla faccia una mano, «Caro, ti prego, chiudi la bocca: stanno per arrivare i ragazzi, non vorrei che ti prendessero per un handicappato!»
L’ultima cosa che Draco riuscì a pensare, prima che l’enorme Espresso di Hogwarts facesse la sua comparsa alla Stazione con un rumoroso fischio e uno sbuffo di fumo biancastro, fu: handica-che?
 
«Albus? Ehi, amico, ci sei?»
«Ehm, si, si...» borbottò il ragazzo, confuso.
Scorpius lo guardò stranito; poi, con un gesto complice che provocò l’arrostimento delle guance di sua cugina, si avvicinò a Rose e le sussurrò: «Meglio che scarichiamo anche le sue valigie. Non mi sembra molto... presente
Albus era presente. Oh, se lo era! L’unico problema era il terrore. Tanto terrore... Da quando erano partiti era diventato via via sempre più teso, tanto che i muscoli li si erano intorpiditi e la schiena gli era diventata di marmo sullo schienale morbido del sedile. Scorpius e Rose avevano provato invano a coinvolgerlo nelle loro chiacchiere, ma guardare il suo biondissimo amico gli aveva solo provocato delle ulteriori crisi di panico che lo avevano costretto a rifugiarsi per ben tre volte in bagno per un minimo di un quarto d’ora. Rose, anche se cercava di mantenere un autocontrollo più dignitoso del suo, era agitata come o peggio di lui: essendo innamorata persa di Scorpius dai tempi dei tempi aveva sviluppato una bravura particolare nel mascherare i propri sentimenti in sua presenza, ma temeva di fare una brutta impressione al papà del suo quasi-promesso.
Il treno fischiò.
Albus sobbalzò dallo spavento e diventò frenetico: si guardava intorno, respirava come se stesse rischiando l’attacco cardiaco, muoveva del tutto inutilmente bagagli e borse, camminava per i corridoi e strillava improperi quando ne aveva l’occasione.
Scorpius e Rose si guardarono per qualche secondo con gli occhi sgranati prima di inseguirlo cercando di placcarlo.
«Al, Al calmati!» strillò il biondo afferrando l’amico per le spalle e scrollandolo con forza, «Lo so che i miei ti spaventano, ma non sono mostri sanguinari!»
«Dai, Albus» si intromise Rose, con la faccia contratta in una smorfia di nervosismo, «andrà tutto bene. In fondo, stiamo solo andando in una casa che è sette volte le nostre due messe insieme, dovremo solamente comportarci come se a cena ingoiassimo il Libro del Galateo e cercare di non farci ammazzare nel sonno da quello che è stato il peggior nemico dei nostri genitori, ma cosa vuoi che sia?» iniziò a dire, parlando a macchinetta e con il respiro sempre più accelerato.
«Rose, Rose! Calmati, stai impazzendo anche tu! STATE CALMI!» ruggì Scorpius, mettendosi le mani tra i capelli e assumendo un colorito piuttosto preoccupante dato il suo normale incarnato niveo.
Proprio in quel momento il Prefetto Tassorosso pensò di fare la sua comparsa, ficcando la testa nello scompartimento, con un sorriso giovale che, alla vista delle condizioni pietose dei tre ragazzi, scemò. «Io, beh... vedete di scendere subito. E vivi, preferibilmente... ora, vi lascio soli» concluse frettoloso.
Quando se ne fu andato i tre presero contemporaneamente un respiro profondo per calmarsi e Scorpius prese parola: «Allora... vorrei farvi notare, siamo una famiglia come le altre. Ok, non proprio come le altre, ma ci si avvicina... Eddai, non vi ho invitato solo per farvi essere vittima di un attentato di mio padre!»
Mentre il treno si assestava, i tre ragazzi cercarono di calmarsi e continuarono a chiacchierare, anche se era palpabile l’agitazione generale: il giovane Malfoy temeva che i suoi amici si pentissero di aver accettato il suo invito – e conoscendo suo padre, non era affatto improbabile che scappassero nel cuore della notte -, Albus aveva un attacco di panico al pensiero di fare brutta figura con i parenti del suo amico più caro e Rose era terrorizzata dal fatto che stava per conoscere i genitori del ragazzo che amava da più di tre anni.
Quando scesero, con le valigie al seguito, le statuarie figure di Draco e Astoria Malfoy si stagliarono tra la folla per eleganza e compostezza. Albus e Rose inghiottirono a vuoto.
«Ehm, salve Egregio Signor Malfoy» cominciò subito Albus, tendendogli la mano con aria molto nevrotica, «Lietissimo di conoscerla! La trovo in forma, Signore.»
Draco alzò elegantemente un aristocratico sopracciglio biondo e guardò dall’alto in basso il minuto ragazzo, che ansava come se avesse appena corso da Hogwarts a lì ininterrottamente. «Uhm,piacere» disse, con la sua pronuncia strascicata, sfiorando qualche istante la mano del ragazzo con aria disgustata e poi pulendosela sulla palandrana nera, «Ehm... è un’usanza Potter presentarsi agli Egregi Signori con una collana d’aglio?»
Il ragazzo arrossì impietosamente, sentendo lo sguardo carico di rimprovero di Rose – che si stava vergognando al posto suo – sulla nuca.
«Oh, Al – posso chiamarti Al vero? – lascia perdere mio marito!» si intromise Astoria con un sorriso birichino, strizzando l’occhio al ragazzo.
«C-c-certo Signora» balbettò Albus, andando ancora più in panico: possibile che stesse cercando di manipolarlo?!
«Oh, chiamami pure Astoria, non voglio sentirmi vecchia come Draco» esclamò lei allegra, meritandosi un’occhiataccia da parte del coniuge, «Oh, tesoro, ma come sei carino. Lo sapevo che Scorpius aveva scelto degli amici simpatici, ma tu sei davvero adorabile! E sei così basso! Hai preso tutto da quel simpaticone di Harry, amore.» Altra occhiataccia, stavolta più intensa, da parte di Draco.
Scorpius si schiarì la voce, dando un paio di gomitate di incoraggiamento a Rose, che tremava come una foglia.
Astoria si girò e si accorse della sua presenza, rimanendo allibita.
Prima che Rose potesse dire o fare qualsiasi cosa, la donna ritornò all’attacco: in poche falcate raggiunse lei e il figlio e la guardò stupefatta, come se stesse ammirando un dipinto in una famosa galleria d’arte. «T-tu sei Rose? Quella Rose?»
La ragazza annuì frettolosamente, spaventata.
Astoria scoppiò in una risata allegra. «Oh, per Merlino, ma guardati: sei un amore! Scorpius aveva detto che eri bellissima, ma pensavo stesse esagerando... Sai, questi maschioni... Mi capisci, no? E invece guarda che splendore! Draco, vieni qui vicino, dai, avvicinati!»
L’uomo, con una smorfia dubbiosa, fece qualche passo, osservando come sua moglie si muovesse frenetica intorno alla giovane Weasley esaltandone i pregi e le qualità come se volesse fargliela piacere.
«Allora, Draco, allora?» lo interpellò Astoria, tutta esaltata.
«Beh, Weasley si deve essere impegnato molto perché sia così...» si bloccò, cercando in tutti i modi un aggettivo che non facesse capire che anche lui si era accorto che la ragazza era... niente male e che suo figlio pendeva dalle sue labbra come un povero demente, «diversa da lui.»
«Hai visto cara? Ti ha fatto un complimento!» saltò su la donna, mentre Rose stirava un sorriso falso.
Scorpius fece qualche colpo di tosse imbarazzato, muovendosi sul posto a disagio, temendo che sua mamma potesse dire qualcosa di estremamente vergognoso sulla sua spensierata infanzia, e disse: «Io credo che... potremmo andare, no?»
Albus sembrò sollevato. «Oh, beh, prima potremmo andare a salutare i nostri genitori, in fondo sono qua vicin- Ok, forse non è stata proprio un’uscita felice...»
Draco assunse un’aria arcigna e maleficamente compiaciuta. «Oh, no, giovane Albus, au contraire. Andiamo pure a salutarli, dato che vi devo rapire per qualche giorno.»
Albus e Rose si scambiarono un’occhiata terrorizzata, irrigidendosi, mentre Scorpius si spalmava una mano sulla faccia: sarebbe stato un luuuungo Natale.
 
23 Dicembre 2022
Stazione Centrale di King’s Cross; qualche minuto dopo...

Quell’anno, alla stazione magica, si svolse la scena più improbabile dell’intero Mondo Magico: Draco Malfoy che si fronteggiava con Harry Potter e Ron Weasley cercando di mantenere toni e maniere civili, mentre i relativi figli cercavano di prepararsi psicologicamente a superare quelle infernali vacanze.
«Sfregiato; Lenticchia. Da quanto tempo. Il tempo non passa mai, eh?»
«Disse lo stempiato» commentò acidamente Ron, adocchiando possessivamente la figlia, che stava salutando i cugini, e ricevendo un’occhiata assassina da Draco.
«Ron, Draco, siamo adulti: conteniamoci. Dopotutto, siamo qui per augurarci un felice Natale e salutare i nostri figli» si intromise Harry con fare conciliante.
«Sai, Potter, credo che la tua progenie abbia ereditato le tue stesse stranezze. Tuo figlio si è presentato con una simpatica collana d’aglio, forse per qualche leggenda che gli avrà raccontato Zietto Ron.»
Prima che Harry potesse ribattere qualcosa di molto sgradevole, la voce acuta ed eccitata di Astoria si fece largo nella loro conversazione. «Oh, voi siete i magnifici Harry Potter e Ronald Weasley! Per Merlino, lo sapevo che avrei dovuto portarmi qualche figurina delle Cioccorane da farmi autografare! Draco, lo so che hai la memoria di un vecchio rimbambito, ma potevi anche ricordarmelo!», e prima che uno dei tre potesse dire qualcosa la donna era già sparita a elargire complimenti al resto dell’allargata famiglia Weasley con annessi e connessi.
«Come hai fatto a trovarti una moglie cosi, Malfoy?»
«Poverina, si merita di meglio!»
Draco sbuffò. «Beh, sarà meglio che io e la vostra adorabile progenie andiamo. Buon Natale» concesse con aria sdegnosa, e senza che i due potessero sentirlo borbottò anche un “strozzatevi con il brindisi di Capodanno, Sfregiato e Lenticchia” e poi si diresse con studiata lentezza verso la carrozza che li attendeva poco distante da lì.
Astoria, dopo un saluto generale a tutti, che l’avevano già presa in simpatia e meditavano di invitarla – DA SOLA – a Capodanno insieme al figlio, raggiunse il marito, trascinandosi via Albus e Scorpius con aria gioviale.
Prima che Rose potesse cercare di raggiungerli, Ron la agguantò e le mise le mani sulle spalle, guardandola fisso negli occhi, con aria mortalmente seria. «Figlia mia, sangue del mio sangue, mi raccomando: non dare troppa confidenza a nessuno dei Malfoy – neanche a quella simpatica donna, potrebbe essere diventata così strana dopo aver sposato quel tinto di un Furetto! E se ti succede qualcosa sappi che sono pronto ad ogni momento a venirti a prendere, non c’è nessun problema; se ti maltrattano o altro, tu chiama e papà ti viene a prendere, poco ma sicuro. Ti manderò un gufo ogni tre ore, vedi di rispondere. Se non lo farai, penserò che tu sia torturata, schiavizzata o, peggio del peggio, morta e farò irruzione con uno squadrone di Auror in casa di quel viscido verme del padre del tuo amichetto biondo e non ci sarà niente e nessuno in grado di fermarmi e-»
«Ronald, per la miseria, lasciala andare!» strepitò Hermione che, nonostante l’iniziale diffidenza per l’invito dei Malfoy, conoscendo Astoria e il suo carattere allegro era stata rassicurata da qualsiasi eventuale dubbio: una donna così non avrebbe mai permesso che qualcuno facesse male agli amici di suo figli, che fossero o meno i peggiori nemici di quel misantropo del marito!
Ron abbracciò la figlia commosso e poi la lasciò andare: guardò con aria via via più sconsolata le guance rosse dall’emozione della ragazza e la sua aria allegra e rilassata – da quando aveva visto come Astoria trattava tutti era molto più distesa nel pensare al suo breve soggiorno a Malfoy Manor – mentre salutava sventolando una mano in aria dalla carrozza.
«È stata corrotta da quel Malfoy di nuova generazione, miseriaccia!» riuscì solo a borbottare, prima che Hermione e Hugo, nel tentativo di distrarlo,  non iniziassero a richiedere a gran voce una scorpacciata di gelato invernale da Florian Fortebraccio.
 
23 Dicembre 2022
Malfoy Manor; ore 19:23

Dopo un’ora di viaggio su una carrozza per delle viuzze sterrate il Malfoy Manor si stagliò all’orizzonte, arroccato su una collina e illuminato in maniera lugubre da innumerevoli fiaccole sparse per tutto il giardino.
Albus deglutì un paio di volte cercando di nascondere l’ansia che gli attanagliava le viscere. La vista dell’enorme villa non lo aiutò di certo a tranquillizzarsi: era troppo grande e lussuosa per i suoi gusti, di certo avrebbe fatto la figura del barbaro incivile data l’educazione che aveva ricevuto dal fratello maggiore, James.
La carrozza si arrestò di colpo davanti a un mastodontico cancello di ferro battuto, quasi facendolo sbalzare avanti, poi la porta gli fu aperta da un elfo domestico. Solo quando Scorpius gli diede una spinta da dietro si accorse di essersi pietrificato davanti all’uscita del mezzo, impedendo così il passaggio agli altri due amici.
Quando tutti e tre furono scesi furono superati da Draco a braccetto con Astoria che camminava rigido, con il mento in su con fare molto aristocratico. «Forza, sbrigatevi che siamo già in ritardo! E cercate di camminare solo sul sentiero di ghiaia, non vorrei che mi rovinaste il prato» disse atono, guadagnandosi una gomitata dalla moglie che gli sussurrò qualcosa all’orecchio con voce concitata.
Scorpius sospirò prendendo per mano Rose e guardandola come se volesse dire “ti prego non scappare solo perché ho un padre insolente”. Poi seguì i genitori tirandosi dietro i due compagni recalcitranti.
Per arrivare al portone del Manor ci volle circa un altro quarto d’ora di cammino nel quale non volò una mosca. In compenso Albus sentì strani rumori provenire dal boschetto circostante, e non erano esattamente rassicuranti. Così il moro si aggrappò all’amico che però, nonostante vivesse lì, sembrava spaventato quanto lui.
Arrivato davanti all’ingresso il giovane Potter non poté però negare di essere diviso da sentimenti contrastanti: la curiosità di vedere l’interno di quella casa e la strizza colossale di farlo. Draco, però, si bloccò all’improvviso di fronte all’uscio – e Albus, che non si era accorto che l’uomo si era fermato, gli finì brutalmente addossò saltando poi all’indietro neanche si fosse scottato – assumendo un’aria interrogativa e girandosi vero Astoria. Una gigantesca ghirlanda di agrifoglio faceva bella mostra di sé appena sopra i battenti, che per l’occasione erano stati ricoperti da un nostro di raso rosso, e uno sconfinato tappetino bordeaux con la scritta “Merry Christmas” in corsivo svolazzante addobbava il pavimento di marmo. In risposta alla faccia del marito la donna ridacchiò divertita facendogli poi cenno di entrare. I tre ragazzi si guardarono dubbiosi.
In seguito Albus avrebbe descritto questa scena come la più incredibile, strabiliante e assurda alla quale io abbia mai assistito! Infatti quando superò la soglia della casa sgranò gli occhi in maniera inverosimile e non poté trattenersi dal sussurrare un ooh meravigliato: ogni centimetro della villa era illuminato da candele rosse, bianche e oro che facevano sembrare l’immensa sala da pranzo ancora più grande e dal soffitto scendevano pigramente candidi fiocchi di neve che scomparivano subito prima di toccare la moquette. Ovunque erano sparse ghirlande, rametti di bacche rosse e chilometrici festoni, ma quello che più sbalordì i presenti fu l’albero di Natale: semplicemente enorme.
Draco era senza parole, immobile e con gli occhi dilatati. «Cosa è successo alla mia casa?» riuscì solo ad articolare dopo qualche minuto di mutismo assoluto. A quella domanda Astoria si mise a battere le mani e saltellare in giro come una bambina «Hai visto? Hai visto, amore, come sono stata brava? Ti piace, eh, ti piace?! E a voi, cari? Non è meraviglioso?!» cominciò a schiamazzare con gli occhi che le brillavano.

Richiamati da tutto quel trambusto, comparvero Lucius e Narcissa Malfoy. 
«No-nonno?» rantolò Scorpius senza fiato – probabilmente, dall’aria sconvolta che esibiva Draco, aveva preceduto il padre di pochi istanti.
Lucius Malfoy, ignorando con consumata abilità lo stupore generale, si esibì in un ghigno soddisfatto, proclamando orgoglioso: «Astoria ha detto che questo... coso si usa in festività simili e non volevo certo sfigurare», e detto ciò si aggiustò sulla chioma argentea di capelli un simpatico capellino rosso fuoco da Babbo Natale. 
Dato che Draco stava per dire qualcosa di irripetibile a dire dalla smorfia che aveva assunto, Albus, che non voleva che la prima giornata iniziasse con una lite in pieno stile Malfoy, si affrettò a dire: «Le sta molto bene quel cappello, Signor Malfoy.»
«Oh, lo so!» L’uomo si avvicinò con aria incuriosita ai due cugini. «Voi siete... Albus e Rose, vero?»
«Sì, lieti di conoscerla» disse in fretta Rose, tendendo la mano nella maniera più aristocratica che riuscisse a modulare. 
«Beh, Scorpius mi parla molto bene di voi due. Immagino che, per quanto imparentati con Babbani, siate bravi ragazzi» commentò Lucius, stringendo tranquillamente entrambe le mani dei cugini.
A Draco sono stati inculcati princìpi Purosangue da quand’era un bambino, ma Lucius avrà avuto tempo di riflettere sulla loro giustizia in carcere e dubito che abbia voglia di rifarsi mettere in cella, ponderò Rose, felice di aver avuto almeno la pacata approvazione del nonno di Scorpius. 
«Oh, che Salazar riposi in pace, che visione!»
Astoria sorrise vittoriosa mentre Draco rivolgeva l’ennesimo sguardo alienato della giornata, stavolta alla madre, che aveva pronunciato quella frase apparentemente senza senso.
Narcissa si avvicinò lentamente sui vertiginosi tacchi che il suo rango le imponeva di indossare, facendo frusciare l’elegante vestito di seta che indossava. «Tesoro, ma tu sei veramente magnifica!» esclamò, sbalordita, all’indirizzo di Rose, «I tuoi genitori sono... beh, sono quel che sono, ma... Merlino, sei un fiore! Oh, Scorpius, per quanto ancora volevo tenercela nascosta?»
Le guance di entrambi i ragazzi presero fuoco sotto l’occhiata ammiccante dell’elegante nonna, che sembrava piuttosto divertita dalla reazione dei due.
«Nonna...»sibilò Scorpius tentando di frenare il fiume di complimenti che l’anziana stava per riversare sull’amica.
«Su, su Scorpius fai silenzio! Sto ammirando la bellissima ragazza che ci hai portato! Ma guarda un po’ qua, proprio niente male» gongolò la signora in risposta all’ammonimento del nipote. «Eh, che ne dici Lucius caro, non è un vera signorina?»
«Si, cara, proprio niente male» fece il coniuge di rimando squadrando Rose con occhio critico.
Scorpius tossicchiò un paio di volte nel tentativo di distogliere l’attenzione dei nonni dalla rossa che ormai era paonazza e sembrava stare per svenire. Così facendo però, mise Albus sotto la luce di riflettori.
«Oh, e chi abbiamo qui? Una versione ringiovanita di Harry Potter? Per Salazar, siete proprio identici, due gocce d’acqua!» esclamò Narcissa, poi gli si avvicinò un poco aggiustandosi gli occhiali sul naso «No, aspetta, lasciatelo dire: ora che ti vedo meglio sei molto più carino di tuo padre! Guarda guarda, non hai neanche quei ridicoli occhialetti tondi!»gli disse allora con fare cospiratorio «comunque vederti mi fa ripescare tanti di quei ricordi...»
«Scorpius,» la interruppe allora Draco, vedendo il dolore negli occhi della madre «non è forse l’ora che tu faccia vedere ai tuoi amici le loro stanze?»
Il ragazzo prese la palla al balzo e si affrettò a rispondere «Oh, si giusto! Rosie, Al, venite con me!» lanciando poi un’occhiata riconoscente al padre che gli rispose con un impercettibile movimento della testa. «Ci vediamo dopo ragazzi! Ricordatevi che si cena alle otto e trenta in punto!» trillò Astoria ai ragazzi che, nel frattempo, si erano già dileguati al piano superiore.
                                                                  
                                                                                                    ***

«Scusami Rosie, non sapevo più che pesci pigliare!» sentenziò mortificato Scorpius quando furono finalmente al sicuro dalle orecchie degli adulti «È la prima volta che porto a casa degli amici per Natale, beh... la prima volta che porto degli amici a casa e basta... e quindi, penso che anche loro siano... come dire... eccitati all’idea?»
«No, Scorp, non ti preoccupare! Non è stato così male... in fondo. Dopotutto ci hanno accettato bene no?» disse Rose tentando di sembrare rassicurante posandogli una mano sul braccio. «I tuoi sono strani, ok, ma tutto sommato mi aspettavo mooolto peggio» gli sorrise facendolo ridacchiare di rimando. «Si, in effetti mia mamma sorprende sempre tutti. Non ti aspetti che Draco Malfoy possa aver sposato una pazzoide del genere!» sospirò Scorpius con affetto. Quindi alzo la testa e incatenò i suoi occhi a quelli della ragazza. Le guance di lei si imporporarono mentre lui lei si avvicinava lentamente. «Grazie» sussurrò il biondo chiudendo gli occhi, ormai i loro visi erano vicinissimi. Poi...

Un colpo di tosse.

«Ehm, scusate l’interruzione del bel momento ragazzi ma ero andato in bagno e ho incontrato Astoria che mi ha detto che è pronto in tavola e... » la voce di Albus andò via via affievolendosi fino a scomparire quando vide le facce paonazze dei due amici e lo sguardo pieno di odio di Scorpius.
«Ehm, si... noi stavamo solo... arriviamo!» saltò su Rose imbarazzatissima. Si lisciò le pieghe della gonna e poi seguì il cugino in sala da pranzo, mentre il giovane Malfoy meditava di schiantare l’amico.

Sempre 23 Dicembre 2011
Sempre Malfoy Manor; ore 12:45 p.m.

Albus sbadigliò sonoramente, cercando di ignorare il silenzioso chiacchiericcio indemoniato di Scorpius, che continuava a sbraitare sottovoce insulti della peggior specie. 
Albus si era pienamente reso conto che, qualche ora prima, aveva rovinato un momento epico e che avrebbe potuto decretare finalmente la fine di quella situazione di stallo che si era andata a creare tra il suo migliore amico e Rose, che si amavano ma erano troppo impacciati per confessarselo a vicenda, ma sul più bello, quando Scorpius era stato li lì per baciare Rose (e sapeva che entrambi non aspettavano altro che quello!), qualcosa in lui, forse la parte del cugino–protettivo, era scattata e si era trovato quasi costretto a interrompere quella scenetta da romanzetto rosa di quart'ordine. Ovviamente questo particolare non l'aveva raccontato all'amico, che sarebbe stato capace di mangiarselo vivo dopo quell'affermazione.
«... e quindi hai interrotto un momento topico, proprio quando stavo per–»
«Senti, Scorpius,» sussurrò, bloccando la sequela di imprecazioni colorite del biondo, «lo so di aver rovinato il vostro momento idilliaco e che Rose era troppo imbarazzata per rivolgerti la parola e tutte le assurdità che hai blaterati finora–»
«Io non blatero!» protestò Scorpius, imbronciandosi appena.
«...ma avete ancora tempo. L'unica cosa che devi fare è prendere un po' di sano coraggio e farti avanti; te l'ho già detto mille volte che Rose è cotta di te da un sacco e quando incontra Dominique e Roxanne dovessi sentire che discorsi fanno su di te e sulla tua tartaruga e–»
Il ragazzo si rianimò improvvisamente. «Fanno discorsi sulla mia tartaruga?» chiese, improvvisamente interessato al discorso solenne di Albus, massaggiandosi inconsciamente la pancia marmorea con un sorrisetto orgoglioso. 
«Non è questo che stavo dicendo!» commentò secco Albus – non lo avrebbe mai ammesso, non in pubblico, ma gli dava parecchio fastidio il fisico scolpito dell'amico in confronto al suo, che era bassino e magrolino. «Quello che volevo dire è che– Oddio! Scorpius, devi accompagnarmi in bagno!» continuò, piegandosi sullo stomaco ed emettendo un gemito strozzato degno di un animale in procinto di morire dissanguato. 
Scorpius strabuzzò gli occhi inorridito e si fiondò al fianco dell'amico, che si rotolava tra le coperte con le mani sullo stomaco dolorante.
«Santo Merlino, Al, cosa ti prende? Stai male? Ti serve qualc–»
«Sta zitto, idiota!» sbottò Albus, cercando di alzarsi. «Accompagnami in bagno e non fare quella faccia da "ommidio sta morendo" che mi deprimo.»
Scorpius ubbidì e iniziò a trascinare il dolorante amico verso il bagno. La loro camera era in fondo al corridoio – abbastanza corto, rispetto a quelli lungi chilometri che c'erano a un angolo no e due si nel Manor – e il bagno dalla parte opposta; la camera di Rose era esattamente attaccata alla toilette, favore che i ragazzi le avevano concesso essendo una ragazza e, per loro fortuna, una di quelle che non stavano ore rinchiuse dentro a truccarsi, ma che necessitavano comunque del loro momento privato davanti allo specchio. 
«Quello che ti – ouch! – stavo dicendo,» continuò Albus, parlando smozzicando imprecazioni di dolore al resto delle frasi di senso compiuto, «è che – ahi! maledizione! – devi farti avanti con – porco Godric, che male! – insomma, ti serve un'occasione...»
«Non ti sforzare, Al, siamo quasi arrivati» commentò frettoloso il biondo, che non vedeva l'ora di scaricare l'amico dentro il bagno per evitare che rimettesse l'intera cena sul tappeto persiano di papà. 
«... proprio questa» sibilò maligno Albus, improvvisamente molto meno malaticcio di quanto non forse apparso prima. Si drizzò in piedi con un ghigno vittorioso e con una pacca che non sapeva proprio "mi sto contorcendo dal male per un corridoio sconosciuto con il mio migliore amico schizzinoso con problemi di cuore" spinse Scorpius per terra; poi corse come un razzo in camera e si chiuse fulmineamente dentro, con un secco "clang" della serratura arrugginita. 
«No. No. Tu non l'hai fatto, vero, Al?» 
Scorpius era letteralmente spiazzato, ancora sdraiato per terra sul costosissimo tappeto, con gli occhi allargati in maniera innaturale. 
«ALBUS, APRI IMMEDIATAMENTE QUELLA PORTA, PER MERLINO!» sbraitò, tempestando di pugni il battente di legno, coprendo così le risatine del moro dall'altra parte del muro. 
«COSA. STA. SUCCEDENDO. QUA?»
Scorpius, essendo la loro camera parecchio distante da quella dei genitori e ancora più lontana da quella del nonno e della nonna, non aveva minimamente pensato che, urlando come un'idiota a una porta chiusa nel cuore della notte, avrebbe potuto svegliare qualcuno. Ma aveva dimenticato che aveva ospiti e che l'ospite in questione era nientemeno che Rose Weasley, la ragazza che occupava i suoi pensieri da un anno a quella parte e che era decisamente la meno indicata da svegliare a quell'ora.
«Ehm, ciao Rosie,» tentò, alzando le mani in segno di resa, «Al mi ha chiuso fuori e, sai... mi è venuto naturale. Insomma, non volevo svegliarti, è solo che...» 
La ragazza impallidì e arrossì violentemente in pochi istanti, cominciando ad ansimare come se avesse corso una maratona. Scorpius si spaventò: cosa significava? Aveva detto qualcosa di sbagliato? Forse non era stata poi questa gran idea iniziare a urlare a quell'ora, proprio no...
«Io... tu... perché sei in mutande?» balbettò alla fine la Weasley, con le guance in fiamme (cosa che, agli occhi innamorati di Scorpius, parvero le guance più belle del mondo).
Avvampò anche lui. «Dormo sempre così...»
«Io...» Rose si guardò freneticamente intorno, come se ci fosse qualcuno che li stesse spiando, poi lo fissò negli occhi mordicchiandosi indecisa il labbro inferiore (gesto che istigò in Scorpius la voglia di saltarle addosso). «Vuoi dormire qua, se proprio Al non ti apre?»
Porte del Paradiso, apritevi...
Scorpius annuì concitatamente, con gli occhi che brillavano dall'eccitazione: oddio, forse era davvero quella l'occasione di cui tanto andava parlando Al! 
«Se non ti disturbo..» sussurrò, con le orecchie che minacciavano di fondersi dall'imbarazzo.
Lei negò velocemente, scuotendo la chioma di ricci rossi. «Il letto è gigantesco, abbastanza per dormirci insieme.»
Scorpius si trattenne, facendo appello a tutta la sua educazione rigorosamente Purosangue e composta, dal saltare e urlare come uno scemo un molto sentito "Urrà!", e approfittò dell'occasione per sgattaiolare nella stanza di Rose, seguito dalla ragazza, che si chiuse la porta alle spalle con un'occhiata guardinga.
Si stesero imbarazzati, cercando di non sfiorarsi nemmeno, guardando il soffitto come due poveri ebeti. Il biondo, che aveva pensato fino all'ultimo che sarebbe stata l'occasione irripetibile per dire tutto a Rose e farla finita con quelle stupide inibizioni, era paralizzato dal terrore di fare la mossa sbagliata e spaventare la ragazza, che, dal canto suo, era semplicemente in ansia dal fatto di aver il più bel ragazzo nel raggio di chilometri a pochi centimetri, steso nel suo letto, e che non stava cercando di approfittarsi impunemente di lei – anche perché se no ne avrebbe prese così tante da ricordarsele per una vita!
«Scorpius» la chiamò sottovoce alla fine lei. 
«Sì?»
«Puoi.. se ti chiedo una cosa, prometti che non mi prendi in giro a vita?» borbottò lei, premendosi le mani in faccia dalla vergogna.
Scorpius si rigirò sul fianco, sorreggendo la testa con una mano, puntellata sul gomito sul materasso morbido, e la guardò sorridendo: ecco la sua Rose, quella vera e che aveva imparato lentamente ad amare. Fece un lieve cenno di assenso, incoraggiandola con lo sguardo.
«Sto morendo di freddo. Po–posso stringermi a te?» mormorò.
Scorpius la guardò sbalordito. Era bellissima. Aveva le guance che stavano per dare in escandescenze e i capelli che ricadevano morbidamente sul viso delicato e gli occhi talmente sinceri e azzurri che temette di perdercisi dentro.
Era sincera. Era Rose. 
In quel momento, Scorpius sentì di amarla come non aveva mai amato nessuno e annuì, emozionato.
Lei si sfregò le mani sulle braccia, si sistemò meglio la camicia da notte azzurra e si avvicinò lentamente a lui, facendo frusciare le coperte; lo toccò cautamente e si accoccolò rinfrancata contro il suo torace caldo, sfregando la guancia contro l'incavo della sua spalla. 
«Grazie» sussurrò.
Scorpius rimase immobile, rilassato contro il corpo infreddolito ma tiepido di Rose, finché il respiro della ragazza non si fece regolare sul suo petto. Poi, con la bellissima sensazione delle mani affusolate di Rose immerse tra i capelli biondi, si addormentò anche lui, con la consapevolezza che sarebbe potuto morire anche così, in quel preciso istante, e sarebbe morto felice.

24 Dicembre 2022 
Giardino di Malfoy Manor; ore 17:35

La Vigilia di Natale stava volgendo al termine e tutto si era svolto nel migliore dei modi. Astoria, che aveva organizzato nei minimi dettagli il programma delle giornate festive, poteva dirsi più che soddisfatta: Draco non aveva sbranato nessuno dei due ospiti, che iniziavano via via a farsi più tranquilli e rilassati, e tutti insieme avevano finito per addobbare l'immenso albero che troneggiava al centro del salotto e il resto del Manor sotto lo sguardo inorridito del padrone di casa. 
Albus e Rose, checché se ne potesse dire, si erano rivelati due ragazzi simpatici e allegri e anche Draco, nonostante lo negasse persino a sé stesso con tutte le forse, li trovava simpatici e "degni della compagnia di Scorpius". Narcissa, poi, al pari di Astoria, aveva subito sviluppato una sorta di simpatia maliziosa verso Rose, riempiendola di complimenti spesso inutili e quasi inopportuni e sfruttando ogni occasioni per fare qualche battutina maliziosa all'indirizzo dell'evidente cotta che Scorpius e la giovane Weasley avevano l'uno per l'altra. Lucius si limitava ad approvare silenziosamente la ragazza, tenendo costantemente sotto controllo la situazione da bravo nonno apprensivo – anche perché Draco era troppo stranito e schifato dalla situazione per poterlo fare.
Comunque, dopo un'estenuante mattinata all'insegna delle decorazioni natalizie e un pranzo in pieno stile Malfoy (alias: lussuoso e ricco come i due cugini non se l'erano neanche immaginato), i tre amici avevano deciso di passare un pomeriggio tra loro e si erano catapultati in giardino, imbottiti di strati e strati di giacche e giubbotti. 
«Non trovi che siano adorabili?» commentò Astoria sognante, osservando il figlio tirare una palla di neve dritta dritta sulla faccia spiazzata di Albus.
«Astoria, si stanno riempendo di neve senza alcun motivo logico. Il miglior aggettivo che mi viene in mente è "stupidi".»
La donna sbuffò seccata. «Draco, sei sempre così fiscale!» borbottò irritata. «È un gioco che i Babbani fanno durante il Natale e io trovo che sia molto creativo.»
L'uomo si limitò ad annuire seccamente, continuando ad osservare il paesaggio innevato in cui si stagliavano le figure in movimento dei tre ragazzi, ancora impegnati a scagliarsi con furia palle di neve addosso, nel tentativo di bagnarsi – e forse ammalarsi – il più possibile. Sembravano felici e continuavano a ridere e schiamazzare, nonostante a lui sembrasse un passatempo da idioti.
«Sai, tesoro,» continuò Astoria, con fare cospiratorio, avvicinandoglisi di più, «mi sembra che Rose e Scorpius si siano molto più avvicinati dall'altra sera - e credo anche di sapere il perché», e fece un sogghigno poco rassicurante.
Se c'era una cosa che atterriva Draco Lucius Malfoy più dell'idea di un Weasley a casa sua, era il fatto che suo figlio, il suo unico, amatissimo erede fosse innamorato cotto di un Weasley. Una Weasley, per la precisione. Non poteva nemmeno immaginare che aborto di figlio sarebbe potuto nascere da una cosa del genere e il solo pensiero che quella creatura - chiamarlo bambino era quasi un insulto, per lui! - avrebbe potuto chiamarlo "nonno" insieme a Ron Lenticchia Weasley e Hermione Denti da Castoro Granger lo schifava in maniera tale che non voleva neanche pensarci.
«Cosa hai combinato?» domandò, fulminando la moglie con lo sguardo: conoscendola, sarebbe stata in grado di organizzare un matrimonio a sorpresa per quei due!
Lei sorrise ancora più apertamente, in una maniera talmente Serpeverde – lei che era stata una bizzarra Corvonero – che a Draco vennero i brividi. 
«L'altra sera tuo figlio e quell'adorabile ragazza hanno dormito insieme. Dormito. Ma insieme.» 
Astoria sospirò, diede un'ultima occhiata fuori dalla finestra, dove Rose Weasley stava immobilizzando, con aria truce e un'enorme palla di neve in mano, suo figlio per una merita vendetta, e iniziò a scendere le scale, lasciando il coniuge a fissare sconvolto la vetrata senza realmente vederla.
«Oh, Draco,» esclamò, prima di scomparire nel girone delle scale, «vedi di non farti venire un infarto, sarebbe disdicevole fare un salto al San Mungo con degli ospiti.»

24 Dicembre 2022
Malfoy Manor; ore 22:04

Dopo un'imbarazzante cena, dove Rose era stata spesso e volentieri squadrata dalle occhiatine venefiche di Draco Malfoy senza nessuna apparente ragione, i tre ragazzi si erano ritirati nelle stanze della rossa per fare qualche gioco da tavola - diavolerie babbane che Draco non voleva nemmeno vedere in casa sua. 
Improvvisamente suonò il campanello. 
«Vado io, cara.»
Astoria annuì perplessa, ritornando alla cucina dell'immenso dolce che stava preparando per l'indomani, non accortasi della luce che aveva illuminato per qualche istante una chioma rosso pel–di–carota fuori dalla finestra del Manor. 
Draco camminò tranquillamente fino alla porta, godendosi la bellezza di altri sette impazienti squilli, e poi aprì la porta con un gesto di consumata noncuranza. 
«Ti aspettavo, Weasley.»
Ron, davanti a lui, aveva l'aria più da Auror–cattivo che il Malfoy gli avesse mai visto in faccia. Era tutto corrucciato e aveva le sopracciglia talmente aggrottate che quasi non si capiva dove cominciava una e dove finiva l'altra. 
«Malfoy, dov'è mia figlia?»
Lui ridacchiò altezzosamente.
«Non hai ancora ricevuto una delle tue patetiche letterine di rimando, Weasley?»
Il rosso ringhiò qualcosa di estremamente offensivo in risposta, masticando qualche insulto.
«Sta' bene, non ti preoccupare. Lei e quel marmocchietto di un Potter sono in camera con mio figlio e a dire da quanto ridono sguaiatamente devono starsi divertendo molto» spiegò, incrociando le braccia al petto e scrutando la vegetazione, illuminata appena dal fioco bagliore della Luna, attorno. Non era da escludere che Weasley avesse portato con sé uno squadrone di Auror a fargli da palo e Draco Malfoy non aveva la minima intenzione di lasciarli entrare nella sua casa la Vigilia di quell'insulsa festività babbana che sua moglie pareva apprezzare così tanto. 
«Fai qualcosa a mia figlia e ti sbriciolo le ossa, Malfoy dei miei stivali!» sibilò Ron, agitando un pugno contratto in maniera molto minacciosa. Anche se non l'avrebbe mai ammesso in pubblico, Draco dovette riconoscere che sapeva essere molto terrificante quando ci si metteva e che non avrebbe mai voluto averlo davanti in un interrogatorio, poco ma sicuro – soprattutto perché Weasley si sarebbe premurato di spremerlo ben bene, se si fosse mai presentata quell'occasione. 
Quando rientrò in casa, Astoria lo guardò con espressione confusa, asciugandosi le mani in uno strofinaccio. Draco si limitò a fare un gesto vago con la mano, cercando di eliminare la strana sensazione di felicità al pensiero che quella buffa ragazza targato Weasley che faceva battere il cuore di Scorpius veloce come le ali di un colibrì – a quanto diceva Astoria, che di queste cose, in genere, se ne intendeva – sarebbe rimasta ancora un po' di giorni.

Finalmente 25 Dicembre 2022
Ancora Malfoy Manor; ore 10:56

Quella notte, Rose era stata praticamente costretta a passarla con i ragazzi. Con l'aiuto di Astoria, i tre avevano fatto spuntare nella stanza un letto in più dove l'avevano fatta dormire e alla fine erano riusciti a passare l'intera nottata insieme, chiacchierando e ridendo fino a notte fonda, quand'erano crollati dal sonno. 
La mattina, quando scesero, sotto l'albero di Natale c'erano un mucchio di regali, e Astoria e Draco sorridevano (sì, anche Draco sorrideva!) alle loro facce sbalordite. Rose e Albus aprirono parecchi regali che la loro famiglia era riuscita a inviare al Manor, ma con la consapevolezza che quando sarebbe tornati a casa sarebbero stati ugualmente sommersi di carezza, saluti e altri pacchetti di varie dimensioni. Scorpius scartò una bellissima scopa da corsa e un'altra serie di regali costosissimi che lo fecero sorridere come un bambinetto davanti a un pacchetto di caramelle.
E alla fine...
«Ecco, noi avevamo pensato che sarebbe stato un pensiero carino...» borbottò Rose imbarazzata, avvicinandosi ai due coniugi che la fissavano sorpresi. Velocemente, con le guance arrossate in maniera inequivocabilmente impacciata, la ragazza tese loro un piccolo pacchetto incartato con cura e si ritirò indietro, accanto a Albus.
Draco, sotto lo sguardo allegro della moglie, scartò il pacchetto, che conteneva una foto bellissima di Scorpius in cima alla scopa, che sorrideva felice all'orizzonte, i capelli scompigliati dal vento e la divisa che svolazzava di qua e di là, perdendosi nei caldi colori del tramonto. 
«Ragazzi... è... è stupenda!» singhiozzò la donna, commossa, regalando ad entrambi un caloroso abbraccio, prontamente ricambiato.
«Già. È stato un pensiero davvero... gentile» concordò Draco, facendo il primo, vero sorriso aperto ai due, che gli mostrarono di rimando l'intera arcata di denti in uno scintillante sorriso gioioso.
Dopo la colazione, che si svolse nel clima allegro e rilassato che porta il Natale, i tre ragazzi fuggirono in camera. Albus mollò di fretta e furia due pacchetti incartati alla meno peggio sul tavolo e si fiondò nella doccia della sua camera, insistendo sul fatto che, dopo una nottata del genere, necessitava sul serio di un bagno rilassante. Scorpius e Rose scartarono i relativi regali e ringraziarono mentalmente Albus, che probabilmente in quel momento stava canticchiando sotto il getto bollente della doccia. 
«Ehm, Scorpius?»
«Dimmi.»
«Io... ecco, ero un po' imbarazzata, prima, ma... tieni» sbottò la ragazza, lanciandogli un pacchetto abbastanza voluminoso da procurargli un livido addosso.
Lui la guardò stupito e lo aprì sotto il suo sguardo inquisitore.
«Ro–Rose, è bellissimo!» rantolò, quasi commosso. Il regalo di Rose era un album tutto colorato e pieno della sua grafia scomposta ma chiara, con miliardi di foto loro – solo loro due, anche con Albus, solo lui e Al... tutte le combinazioni esistenti! 
«Speravo sul serio ti piacesse.»
«Anch'io ho qualcosa per te» replicò prontamente lui, afferrando un pacchetto che aveva tenuto nascosto fino a quel momento. Glielo tese, esitante, e la ragazza lo afferrò, incuriosita e al contempo stupita, forse perché non si aspettava un regalo singolo.
«Oh, Scorpius, è magnifico!» 
Il regalo era un libro, bellissimo, dalle pagine giallastre che sapevano di biblioteca e la copertina rilegata di un bel rosso antico, di uno dei suoi autori babbani preferiti, che peraltro anche il ragazzo conosceva e – stranamente – aveva apprezzato. Dentro c'era una bellissima dedica, insaporita con qualche citazione che Scorpius aveva tratto, con immensa fatica, illegalmente da uno dei tomi preferiti dell'amica quando lei era troppo presa dai compiti per farci caso. 
«Buon Natale, Rosie.»
La ragazza gli corse incontro in uno svolazzo di capelli e lo abbracciò. Quando si staccò, alzò la testa - Scorpius era più alto di lei di molto centimetri - e incrociò i suoi occhi azzurrissimi con quelli del ragazzo. Lui iniziò ad abbassarsi, con il respiro che cominciava a mescolarsi con quello lievemente affrettato di Rose e...
«Oh, scusatemi ragazzi!» trillò gioviale Narcissa, la cui testa bionda faceva capolino con un sogghigno malizioso dalla porta, che non si erano premurati di chiudere. L'anziana donna non sembrava affatto dispiaciuta, comunque, di aver interrotto qualcosa, qualsiasi cosa fosse stata, anzi... «Volevo avvertirvi che il pranzo è quasi pronto», e detto ciò si defilò per le scale con una mossa fulminea e quanto mai assurda per una donna della sua età e con certi tacchi.
I due si guardarono, in un misto di imbarazzo e di tristezza per il momento sprecato, poi Rose balbettò qualche scusa e si chiuse in camera, mentre Scorpius optò per un'attività meno felice: sbattere la testa contro il muro chiedendosi "Perché?!"

Qualche ora dopo...

Il tavolo di Natale era assolutamente diverso da come se l'erano immaginato Rose e Albus: era una lunga tavolata piena di addobbi con molte sedie, anche se ancora non si capiva chi le avrebbe occupate.
DLIN DLON!
Draco Malfoy, con il passo appena più baldanzoso del normale, si alzò dal tavolo imbandito e andò ad aprire la porta con aria soddisfatta. 
Fece la sua comparsa Theodore Nott, con i capelli spruzzati di grigio per l'età e sua moglie, Pansy ormai–non–più–Parkinson, con qualche ruga appena accennata sotto gli occhi e coperta con maestria da strati di fondotinta. 
«Auguri!»
«Buon Natale!»
«Astoria, come stai? Ti vedo bene...»
«Oh, cara, auguroni! Stai che è un incanto, stasera.»
Prima che i quattro adulti, visibilmente eccitati, potessero ricordarsi della presenza di Scorpius e i suoi fantomatici amici e iniziare una sequela di altre imbarazzanti presentazioni, il campanello trillò un'altra volta e fecero la loro comparsa i soggetti più strani della compagnia: Marcus Flitt, ex Capitano della Squadra di Quidditch di Serpeverde, con le sue due figlie: una era una ragazza di sedici anni, con i lunghi capelli mossi e gli occhi di un azzurro acquoso ma intelligente; l'altra era una bimbetta di pressapoco dieci anni, con gli occhi neri come il carbone e la faccia pallida come quella di un cadavere, infagottata in un vestito rosa che le cadeva addosso come un sacco della spazzatura. 
«Marcus!»
«Eloise! Drusilla! Bambine, come state?»
E partirono altri schiamazzi. 

«Piacere, sono Eloise» si presentò la maggiore delle due sorelle, con un'aria cordiale che faceva a pugni con quella disgustata della sorellina, al suo fianco. 
«Ciao Eloise» la salutò tranquillamente Scorpius, dopo le presentazioni iniziali, stringendola in un caloroso abbraccio, «e Buon Natale anche a te, Drusilla.»
«Sì, come ti pare» borbottò la ragazzina, prima di lanciare un'occhiata mefitica a chiunque la circondasse e raggiungere in quattro lunghe falcate il padre. 
Rose e Albus scoccarono un'occhiata confusa agli due, che alzarono le spalle con aria dimessa. La bambina era conosciuta per il suo caratteraccio e il suo più totale disprezzo per qualunque essere non fosse lei o suo padre – Scorpius pensava che un giorno quella bamboccia sarebbe diventata il futuro Lord Voldemort dell'epoca. 
Tutti i convitati stavano giusto per sedersi a tavola, quando il DLIN DLON del campanello si fece ancora sentire; Draco, con l'aria lievemente scocciata ma ancora raggiante di gioia (sempre contando la Malfoytudine compostezza), andò ad aprire.
«DRAACOOOOOO!»
Ad emettere quell'urlo belluino era stato Blaise Zabini, che negli anni non aveva certo perso punti in bellezza ma in cambio ne aveva guadagnati in simpatia: era un uomo allegro e gioviale, un padre premuroso e attento. 
Dietro di lui, aggravata dalla gravidanza quasi al termine, c'era Daphne Greengrass in Zabini, sorella della pazza Astoria, che abbracciò di slancio la sorella con un sorrisone tale e quale a lei. 
E dietro ai due genitori c'erano sei bambini: uno di undici, un orgoglioso Serpeverde dagli occhi azzurri; un bambino di otto anni che si guardava attorno allegro; due gemelli di sei, che si rivolgevano occhiatine malefiche, esplorando con lo sguardo il territorio circostante alla ricerca di eventuali regali nascosti; una bambina di cinque anni, che sbadigliava ferocemente; e l'ultima, di quattro anni, che smaniava per salire tra le braccia dello zio Draco, piuttosto accondiscendente nei confronti dei nipotini – stranamente
Partirono un sacco di «Buon Natale!» alla fine dei quali tutti erano finalmente seduti al tavolo, anche Lucius e Narcissa, che erano entrati silenziosamente dal retro e avevano causato uno spavento generale quand'erano entrati gridando «Auguri!» come due pazzi.
Questo sì che è un pranzo di Natale, pensò Rose, mente divorava (compostamente, si intende) la sua porzione di tacchino, lanciando un'occhiata colma di gratitudine a Scorpius, che le sorrise di rimando con le guance stranamente rosse.

Malfoy Manor; Cenone di Natale http://static.ak.fbcdn.net/images/blank.gif

Rose, per l'occasione, era stata costretta a mettere un vestito molto carino di Astoria: era turchese, lungo e molto appropriato, dovette convenire la ragazza, quando vide tutti quanti infagottati in vestiti eleganti.
«Questa sera si svolgerà il solito ballo di Natale alla Malfoy. Avevo chiesto a Draco di preparare una discoteca per voi ragazzi» spiegò Astoria, stringendo appena il corpetto e dando al vestito gli ultimi ritocchi in modo che si adattasse al corpo della ragazza, «ma ha insistito così tanto che abbiamo fatto questo, come ogni anno. Ma sono sicura che ti divertirai, Scorpius ti inviterà di certo a ballare.»
Rose arrossì impietosamente ma si guardò bene dal replicare, anche perché qualunque cosa avesse detto sarebbe stata travisata dall'euforica donna. 

In qualsiasi caso, Astoria non si sbagliava: dopo una serie di aneddoti divertenti a discapito di Scorpius, i quali cominciavano generalmente con un poco promettente «quando era piccolo così e ancora correva nudo per la casa...», il ragazzo si arrese, si alzò dal divanetto e invitò la sua amica a ballare con lui con un gesto elegante del braccio. 
«Allora, ti stai divertendo?» domandò lui, mentre cominciavano a volteggiare nell'enorme salotto dal soffitto a volta. 
«Certo! È la cena di Natale più strana della mia vita, ma la tua famiglia non è niente male, anzi...»
Lui sorrise. «Ne sono contento.»
«Ehi, guarda là!» esclamò a un certo punto Rose, facendo un gesto eloquente con la testa.
Nella direzione che aveva indicato c'erano un impacciato ma contento Albus che cercava di ballare senza pestare i piedi alla sua dama, nient'altro che Eloise con le guance rosse per qualcosa che il ragazzo le stava sussurrando. 
«Oh-oh! Stasera io e Albie avremmo qualche pettegolezzo piccante di cui parlare» scherzò il biondo, facendo ridere di gusto Rose. «Dai, finalmente si è deciso a trovarsi una ragazza... Domani cercherò di prendergli qualche decina di appuntamenti con El, se no quello da solo rischia di fare qualche guaio.»
«E tu, Scorpius?» domandò improvvisamente la ragazza, ostentando un sorriso falso ma abbastanza credibile. 
«Io cosa?»
«Come va con le ragazze? Non ti sento più parlare di quella Tassorosso da url–»
«Andiamo.»
Con poca galanteria e molto fervore, Scorpius trascinò la ragazza fuori, sulla terrazza che dava sul giardino del Manor, tutto innevato. Lei, rabbrividendo, lo guardò, come a chiedergli perché erano andati fin là.
«Rose, io... io ti devo dire una cosa, a–a proposito di questo» cominciò lui, in imbarazzo. 
«Anche io dovrei dirti una cosa..» sussurrò lei, ma vedendo di avergli fornito una scappatoia, si affrettò ad aggiungere: «ma continua pure, ti dico dopo.»
«Ok. Ehm, ecco... io... non mi interessa quella Tassorosso.»
Silenzio.
«E... perché?»
«Perché c'è un'altra ragazza nel mio cuore, una ragazza così bella che non posso pensare ad altre» mormorò. 
A Rose, un po' per il timore di scoprire il nome di questa ragazza, un po' per l'emozione, un po' per il sentimento confuso ma fortissimo che provava nei confronti di Scorpius, vennero le lacrime agli occhi e sussurrò: «E chi è?»
Scorpius la guardò intensamente, poi le sfiorò la guancia con una mano e cominciò a chinarsi lentamente, lentamente, ancora più lentamente...
«Fate cheese
«MAMMA!»
Astoria, dietro l'imponente macchina fotografica babbana, sorrise radiosa, mentre il manipolo di invitati dietro di lei si scambiava gomitate allusive. 
«COSA STATE COMBINANDO QUA? PERCHÈ NON SIETE ALLA FESTA?!» strepitò il ragazzo, terribilmente imbarazzato.
«Oh tesoro, pensavi che mi sarei persa il momento in cui il mio bambino bacia la sua prima ragazza?»
«Non è la prima...» tentò di protestare lui, ma la donna lo ignorò.
«Quindi... forza, in posa! Fate finta di essere soli.»
«GRRRR!» ruggì il ragazzo e, afferrata rudemente Rose per un polso, se la trascinò dietro fino al terrazzo opposto, che chiuse a chiave, con il rischio di rimanere fuori per tutta la notte, e coprì con le spesse tende. 
«Scusa Rose, io..»
«Shhh! Non importa» mormorò lei, mettendogli dolcemente un dito sulla bocca. 
La ragazza alzò brevemente lo sguardo e poi lo riabbassò sull'amico, risoluta; anche Scorpius guardò quello che aveva notato Rose e quando vide il ramoscello di vischio avvampò nella notte. Quando riabbassò la testa, Rose lo baciò. 
Scorpius si sentì bruciare dentro e la strinse delicatamente, approfondendo il bacio. Quando la ragazza si staccò, guardandolo con gli occhi brillanti di felicità, le sussurrò contento: «Sei tu, quella ragazza sei tu.»
«Buon Natale, Scorpius.»



A casa Weasley.

Tutti erano seduti nella grande tavolata addobbata, ma nessuno osava parlare per non interrompere il lutto di Ron e Harry, che continuavano a lanciare occhiate traboccanti di tristezza (e qualche lacrimuccia) alle due sedie vuote che avevano sempre occupato Rose e Albus.
«Non è Natale senza di loro» borbottò Ron e Harry gli batté un'amichevole pacca sulla spalla. 
«Chissà se stanno bene...»
I due Auror, salvatori del Mondo Magico, non sapevano che i loro figli stavano più che bene, una tra le braccia solide di un Malfoy e l'altro teneramente abbracciato a una Flitt. Ma lo avrebbero scoperto, oh, se lo avrebbero scoperto...








N / A
Eccoci qui, imbarcate in una nuova avventura!
In questa One-Shot abbiamo immaginato Albus, Rose e Scorpius come un bel trio unito da un’amicizia nata nel primo anno, e gli ultimi due uniti, beh, anche da qualcosa di più... XD
E poi l’idea di Scorpius con una big happy family chiassosa e invadente tipo Weasley ci piaceva troppo per essere scartata! ^o^
Dunque... ecco qui la fic di Natale promessa, anche se leggermente in ritardo :D (Perdonateci il computer non funzionava! =o=)
Buon Natale (chiaramente in ritardo) a tutti e un bacione speciale alla nostra amica Puffa che oggi compie gli anni: BUON COMPLEANNO!! *o* 

Swichi_Matiux
  
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