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Autore: Shampoo    26/12/2011    2 recensioni
Cercherò di rendere la storia non banale anche se è difficile vista la quantità di racconti su questa coppia ma giuro che farò del mio meglio! Siamo al settimo anno, la guerra magica si è conclusa e molti studenti han deciso di riprendere la scuola per finire il loro percorso di studi. I personaggi morti sono gli stessi dei libri.
Spero abbiate letto tutta la presentazione, spero anche che le mie idee possano piacervi, Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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The winner takes it all?

 










 
 

Quando finsce una guerra è difficile capire chi in realtà abbia vinto.
Certo, una volta eliminato il cattivo e sopravvissuto il buono non ci dovrebbero essere dubbi, il bene ha trionfato ancora una volta e tutti possono vivere tranquilli e felici fino alla prossima disgrazia. Ma il prezzo di una vittoria quanto può essere alto?
Quanti figli, padri e madri ci hanno rimesso?
Loro possono davvero considerarsi vincitori o forse sarebbe più corretto definirli “meno perdenti degli altri”?
La famiglia Weasley era sicuramente l’esempio perfetto di famiglia pronta a sacrificare la propria felicità per un bene superiore.
Ma non era proprio contro questo “bene superiore” che avevano combattuto?

La morte di Fred aveva lasciato un enorme solco nel petto di tutti.
Molly, come ogni madre, aveva pregato tutta la vita di non dover mai seppellire un figlio ma le sue preghiere non erano state ascoltate. Pensava di aver già pagato il prezzo della guerra, un figlio sfigurato però non era abbastanza. La così tanto voluta vittoria aveva richiesto un ulteriore sacrificio.
Tornare a casa era stata la cosa più difficile, nessuno aveva voglia di parlare ma il silenzio portava con sé troppi pensieri sgraditi. Le conversazioni erano ridotte al minimo, Arthur aveva ripreso il suo lavoro e sembrava completamente assorbito, quasi estraniato dal resto del mondo: si alzava, si lavava, prendeva meccanicamente il solito caffè, lavorara e quando tornava i suoi discorsi ruotavano intorno a ciò che aveva fatto o visto durante la giornata.
Molly per non pensare cucinava, a qualsiasi ora della giornata la si poteva trovare in cucina così presa da una qualche ricetta da non rendersi nemmeno conto di quello che le accadeva intorno.
Ron e Ginny eran quelli che avevano reagito nel modo migliore: Ginny passava ogni secondo con Harry e aveva deciso che a Settembre avrebbe ripreso gli studi (avrebbe dovuto ripetere il sesto anno ma la McGranitt aveva dato la possibilità di fare due anni in uno a tutti coloro che avevano perso l’anno per cause maggiori ) per poi provare a diventare una medimaga, Ron invece aveva svolto vari provini per molte squadre di quidditch e alla fine era stato preso nelle vespe di Winbourn, squadra inglese molto affermata anche se non la prima scelta del ragazzo.

Chi sicuramente aveva subito maggiormente la perdita di Fred era stato suo fratello George.
Era ormai l’unico a non avere qualcuno con cui sfogarsi, non aveva una moglie e neppure una fidanzata e anche l’avesse avuta non sarebbe stato da lui dire cosa provava.  
Stoicamente aveva deciso di riaprire il negozio, -in questi tempi erano proprio le risate ciò di cui aveva bisogno la gente, e poi Fred avrebbe fatto lo stesso- pensava George. Ron lo aveva aiutato a rimettere tutto a posto e si era offerto di aiutarlo finchè non fossero cominciati gli allenamenti: puliva, serviva i clienti anche se risultava ancora un po’ impacciato e cercava in tutti i modi di essere utile. Un episodio in particolare lo aveva spinto a stare vicino al fratello: George stava riordinando e improvvisamente lo chiamò Fred anizchè Ron. Entrambi erano rimasti in silenzio finchè all’unico sopravvissuto dei due gemelli non erano scese calde lacrime asciugate prontamente dal fratello.

Non c’era stato bisogno di parole, un abbraccio molte volte esprime meglio ciò che non si riesce a dire.
Dopo quel momento di “debolezza” e sfogo le cose erano andate meglio: George aveva iniziato a lavorare più tranquillamente e non aveva più solo l’espressione triste che lo aveva accompagnato da quel terribile giorno. Molti dei loro ex compagni erano venuti a salutarlo e fu solo con loro che riuscì ad aprirsi completamente e a ricordare ridendo i momenti più buffi della vita di Fred.
Il pomeriggio del 15 Agosto una vecchia conoscenza, Angelina, ex compagna di entrambi i fratelli aveva deciso di andare a trovare George in negozio. Ci aveva messo molto anche lei ad ammortizzare la perdita e solo quel giorno aveva trovato il coraggio per affrontare il dolore.
“Arrivo subito, finisco qui dietro e sono subito da lei” la voce proveniva dal retro bottega e ad Angelina mancò un battito quando sentì quella voce tanto familiare ma anche tanto simile a quella di Fred.
“Eccomi, in cosa posso aiu.. Angelina! Da quanto tempo!” Un abbraccio, sincero e carico di ricordi basì come saluto ad entrambi.
“Ciao George, come stai?”
Avesse potuto, avrebbe eliminato quella domanda dalla faccia della terra. Non ne poteva più di sentirsi chiedere sempre la stessa cosa, rispondere con un sorriso forzato e far finta andasse tutto bene. Questa volta no.
“Male, non penso si potrebbe stare peggio ma vado avanti perché è giusto così.” E si sedette appoggiando i gomiti sulla scrivania.
“Lo immaginavo, posso in parte capirti. Non sono venuta fino ad adesso perché non sarei stata di nessun aiuto, non riuscivo ad affrontare il mio dolore figuriamoci quello degli altri. Ma ora sono qui!”
“Lo apprezzo tanto davvero. Ma parliamo d’altro, non ci vediamo da talmente tanto tempo.. Sei sempre impegnatissima con le tue Arpie del quidditch?”
“No, ho abbandonato quando è scoppiata la guerra.. Non riesco più a volare diciamo. Sono una simpatica disoccupata in cerca di lavoro!”
“So che non è il tuo genere, ma da quando non c’è più Fred io sono solo qui, e per quanto gli voglia bene Ron è un incapace e per di più fra poco dovrà iniziare gli allenamenti,  comunque in parole povere avrei davvero bisogno di altre due mani..”
“Sei sicuro? Sono una pasticciona e non ho mai capito i vostri scherzi, ci cascavo sempre..”
“Sei stata la nostra ispirazione, nessuno abboccava quanto te quindi mi sembra il minimo offrirti questo lavoro.”
“Allora in questo caso signor Weasley accetto più che volentieri! Posso iniziare subito se vuole!”
“Facciamo da domani signorina, ora il signor Weasley sarebbe molto contento di portarla fuori a cena e chiudere questo modesto negozio fino a domattina.”
“Accetto molto volentieri l’invito ma solo se mi permette di offrire!”
“Farai meglio a tenerti i soldi, mi han detto che il capo qui paga poco..”
“Una pazzia si può fare visto che da domani mi toccherò lavorare per un’altra arpia.. Forza andiamo che conosco un bellissimo posto.” E senza indugi, dopo aver preso l’amico ritrovato sotto braccio sentì di aver abbattuto il muro contro cui si stava scontrando da settimane.
 
La cena era andata bene, avevano trascorso il tempo a parlare degli anni passati ad Hogwarts, del mancato diploma di George e degli innumerevoli scherzi inflitti a Gazza e alla Umbridge. Verso mezzanotte George decise di riaccompagnarla a casa, il giorno dopo in fondo avrebbero dovuto lavorare dalle nove e mezza!
Non sapeva se per il vino bevuto o per l’atmosfera di ricordi creatasi nelle ore precedenti ma il bacio che le diede fu così spontaneo da non fargli pensare troppo ad eventuali conseguenze. Era partito tutto innocentemente, si stavano salutando con i due soliti baci sulle guance quando lei aveva esitato un attimo di troppo fra il primo e il secondo e lui aveva trovato naturale fermarsi a metà strada e poggiare le labbra sulle sue. Dopo qualche secondo aveva sentito la risposta di Angelina, le sue labbra avevano iniziato a muoversi e  le loro lingue si erano già incontrate. Fu un bacio da film, sulla soglia di casa con il buio e solo qualche lampione lì pronto ad illuminare qualche magico momento. Dopo alcuni minuti, George si staccò e dopo averle preso la mano ed averci posato un bacio la salutò con un inchino e con la promessa di rivederla l’indomani.


Non va tutto male in fondo.


 
 
30 Agosto
Ronald aveva già preparato tutto. Il giorno dopo sarebbe partito e avrebbe iniziato i duri allentamenti che precedono un campionato. Molte emozioni lo attraversavano, era eccitato all’idea di far parte di una squadra di professionisti soprattutto sapendo di essere il più giovane portiere mai avuto ma allo stesso tempo era molto preoccupato. Il suo primo motivo di preoccupazione era di non essere all’altezza: certo, aveva passato il provino e tutti si erano complimentati con lui ma nel suo caso non bisognava mai sottovalutare il fattore ansia.
E se avesse fallito?
Se avesse deluso tutti e si fosse ritrovato a non sapere cosa fare della sua vita?

La seconda preoccupazione era rivolta alla sua famiglia.
Stava per andarsene di casa, forse per mesi addirittura e aveva il terrore che sua madre ripiombasse nella spirale della cucina.
Dopo quasi un mese era riuscito a farla parlare e a farla riprendere e ora rischiava di rovinare tutto. Come si sarebbe sentita Molly a vedere un altro dei suoi figli andarsene?
Avrebbe capito che anche lui aveva bisogno di staccare?

La terza ed ultima preoccupazione era rivolta al suo rapporto con Hermione.
Tacitamente avevano deciso di fidanzarsi anche se ormai non si vedevano da più di un mese.
Giustamente lei era andata a cercare i suoi genitori e si stava godendo quel tempo che pensava avrebbe perso per sempre.
Si sentivano spesso ma una relazione può essere solo lettere e cartoline? Ora che stava per partire non l’avrebbe rivista fino a Natale, avrebbe avuto la forza di portare avanti il suo fidanzamento o il detto “lontano dagli occhi lontano dal cuore” si sarebbe riconfermato come veritiero?
Provava un grande affetto per Hermione, pensarla fra le braccia di un altro lo faceva impazzire e sicuramente era attratto da lei.
Era un’attrazione diversa da quella che aveva provato per Lavanda, quest’ultima era sensuale, lo cercava sempre e risvegliava nel ragazzo tutti gli istinti primitivi che poteva avere e forse anche per questo era stato così naturale per lui farlo per la prima volta con lei.
Se ne era pentito? Da una parte sì perché aveva capito di non averla mai amata, dall’altra no perché se in quel momento si sentiva pronto evidentemente non era così sbagliato. Non aveva mai detto niente ad Hermione, sapeva che non avrebbe capito e se possibile si sarebbe allontanata ancora di più.
Ecco, Hermione non era sensuale, non era provocante, non lo aveva conquistato per il fisico né per le movenze ma per la sua testa. Era sveglia, scaltra, furba e c’era sempre stata per lui. Dopo l’attrazione mentale era nata quella fisica. Aveva provato ad andare oltre nel loro rapporto ma lei si era opposta fermamente. Non si sentiva pronta e lui non poteva farci niente, avrebbe aspettato e aspettato quanto lei aveva aspettato lui durante gli anni ad Hogwarts.

Ma chi ha provato la passione può farne poi a meno? Avrebbe avuto molto tempo per pensarci, valutare pro e contro.
Quella sera andò a dormire ma fu un sonno senza sogni. La mattina, dopo aver salutato tutti con la promessa di tornare presto e di impegnarsi a fondo.


Questa potrebbe essere la svolta, non fallire.



 
2 Settembre
Ginny era pronta. Aveva preparato i libri, il suo nuovo gufo, Charlie, e tutte le sue cose erano state impacchettate accuratamente. Sua madre aveva insistito per accompagnarla, non voleva perdersi l’ultimo primo giorno di scuola di sua figlia. Da quella volta lì in poi avrebbe al massimo potuto accompagnare i suoi nipoti.
Durante l’estate aveva deciso di tagliare i capelli, quando una donna è in vena di cambiamenti parte sempre dai capelli! I suoi lunghi capelli erano diventati un caschetto sbarazzino con frangetta che la faceva sembrare almeno due anni più piccola.

Avrebbe dovuto impegnarsi molto, seguire le materie di due anni sicuramente avrebbe richiesto sforzi maggiori di quelli a cui era stata abituata negli anni precedenti.
Voleva però riuscirci, doveva riuscirci.
Per se stessa, per la sua famiglia, per dimostrare per l’ennesima volta la sua forza d’animo.
C’erano volute tante lacrime e tante crisi isteriche per raggiungere lo stato d’animo che aveva ora: era tranquilla, le mancavano i caduti ma aveva capito che tutto sarebbe potuto finire peggio e in fondo aveva ancora vicini a sé la sua migliore amica, Hermione, e il suo Harry.
Non aveva avuto tutto dalla vita ma sapeva sicuramente trarne il meglio.
Salita sull’espresso si era subito sentita a casa. La tana era troppo fredda, non riusciva più ad immaginarla come casa sua mentre quel treno sapeva di tutto ciò che le era mancato.


Un nuovo vero inizio.



 
Hermione era seduta accanto alla sua amica di sempre: Ginevra. Non la vedeva da parecchio tempo, aveva passato le ultime settimane a farsi coccolare dai suoi  genitori e a vivere quei momento da adolescente che la guerra e Voldemort avevano cercato di strapparle via. Eran stati giorni di biscotti, vecchi film e album di foto sfogliati con tranquillità.
Ora però era tempo di impegnarsi e concludere il percorso che aveva iniziato 7 anni prima.

Salire sul treno le aveva provocato un’emozione fortissima: stava tornando nella sua seconda casa, questa volta senza paura, senza preoccupazioni.
O meglio, una preoccupazione l’aveva ancora: Ron. Lui aveva deciso di non finire gli studi ed era partito due giorni prima, l’aveva salutato via gufo ma niente di più.
Avrebbe pensato a lei? Ora che aveva ottenuto ciò che voleva avrebbe dovuto sentirsi felice e completa ma non era così che erano andate le cose.
Nel momento giusto per dimostrare quanto tenesse alla loro relazione lei si era tirata indietro per paura e forse poca convinzione. Avrebbe avuto molto tempo, forse fin troppo per pensare alla sua relazione e al, finalmente, suo Ron.
Per il viaggio si era portata da leggere pur sapendo che sarebbe stato impossibile. Anche altri suoi vecchi amici avevano deciso di continuare gli studi, fra questi c’erano Dean, Seamus, Luna, Neville e purtroppo anche Lavanda e Calì. Non le erano mai andate a genio quelle due, troppo diverse da lei e una di loro troppo ex del suo fidanzato. Purtroppo Ginny non la pensava così, si era avvicinata molto a Lavanda durante l’estate e aveva deciso di invitarla nel loro scompartimento.
Ora erano lei, Ginny, Lavanda accompagnata come sempre da Calì.
Hermione decise che era il momento giusto per aprire il libro che si era portata. Dopo cinque minuti non ne poteva già più di sentir parlare solo di stupidaggini. Va bene non rivangare episodi tristi ma nemmeno parlare di trucchi, capelli e ragazzi tutto il tempo.
Quando il discorso cadde su Harry e Ginny, decise di ascoltare pur facendo finta di niente.
Lavanda le aveva chiesto se avesse già fatto il grande passo con Harry e nel caso come fosse stato. Stupida pettegola.
Ginny aveva risposto tranquillamente che non avrebbe detto i particolari ma che lei ed Harry avevano raggiunto l’intimità qualche settimana prima e che non poteva essere più felice. Lavanda e Calì avevano sbuffato molto deluse dalla troppa riservatezza della loro amica accorgendosì poi della presenza di un’altra persona nello scompartimento.
“E tu Hermione, hai già fatto quel passo importante?O  i libri te lo hanno impedito?”
“Non penso siano affari tuoi quello che io e il mio fidanzato facciamo.” Fece attenzione a marcare bene la parola “mio”.
“Non che mi interessi in fondo, è tutta roba già provata.”
“In che senso?”
“Ah non te l’ha detto?” disse con un sorriso enorme “Io e Ron lo abbiamo fatto per la prima volta insieme, il sesto anno.”
Hermione non seppe cosa la fece di più imbestialire: le bugie di Ron o la faccia da schiaffi di quell’oca petulante? Forse Ron.
Come aveva potuto mentirle tutto quel tempo?
Quando le diceva che voleva che lei fosse la prima per lui come faceva a non vergognarsi?
E lei che si era pure sentita in colpa per non essersi concessa subito a quello che credeva essere l’amore della sua vita.
Cosa fare adesso?
Dirglielo?
Ucciderlo?
Far finta di niente per vedere quanto questa farsa sarebbe andata avanti?


Prima di tutto, per evitare di spaccare un certo visino, decise di uscire dallo scompartimento con la scusa del bagno. Iniziò a correre senza guardare e come spesso accade a chi corre senza controllo si scontrò con un altro corpo finendogli addosso e cadendo rovinosamente a terra sempre sul suddetto corpo.
Per lo spavento aveva chiuso gli occhi, appena li riaprì e alzò lo sguardo incontrò due occhi color tempesta.
“Malfoy!”
“Buongiorno Granger, anche a me fa piacere rivederti ma mi fa ancora più piacere respirare quindi potresti gentilmente toglierti di dosso?”
Hermione in quel momento notò la sua posizione, era completamente sdraiata sul ragazzo.
Rossa per la figuraccia appena fatta si rialzò frettolosamente e dopo aver biascicato un “Scusa Malfoy.” se ne andò nella direzione opposta.

Draco era rimasto piacevolmente colpito.
La Granger non lo aveva insultato né maledetto nonostante il suo tono arrogante. Pesava talmente poco che la battuta sul respiro era davvero fuori luogo, neanche se la sentiva addosso.
Era stato travolto da un’ondata di vaniglia e fragole e anche se se n’era andata via riusciva ancora a sentirsi quell’odore.

“Dra, vuoi una mano ad alzarti o pensi di stare per terra tutto il giorno?”
“Blaise non dire ovvietà e tirami su per favore.”
“Si è fatta carina la Granger..”
“Mah a me sembra sempre uguale.” Mentì Draco.
Lo aveva notato anche lui che aveva qualcosa di diverso. Si era fatta donna, ecco cos’era. Mentre ancora pensava ad un certo profumo sentì qualcosa, o meglio qualcuno avvinghiargli il braccio.

“Amore dove eri finito? Ti aspettavo nello scompartimento!” miagolò una molto ammiccante Pansy.
“Sono qui no? Dai Blaise torniamo dagli altri, dobbiamo iniziare a prepararci.”
E con la sua fidanzata sotto braccio e il suo migliore amico affianco si sentì decisamente tornato ai vecchi tempi, quando era solo un ragazzo e non un servitore di Voldemort.
Qualcosa stonava ma non valeva la pena rovinare quel momento tanto agognato con pensieri inutili. Una volta seduto catturò le labbra della sua fidanzata con un lungo bacio che non riuscì comunque a cancellare il profumo che aveva su di sé.

Un nuovo inizio, speriamo sia così.














Note dell'autrice:

Spero vi sia piaciuto questo inizio, non so se continuerò evolvendo i pensieri di tutti o se dedicherò un capitolo ad ogni personaggio ( mi piacerebbe sapere cosa preferireste voi!). Naturalmente le critiche sono sempre bene accette, non sono una scrittrice e ho tanto da imparare e sicuramente voi lettori siete il metodo migliore per farlo! Vi auguro un felice Santa Stefano e anche un buon Natale in ritardo, spero diriuscire ad aggiornare presto. Un bacione a tutti quelli che sprecheranno un po' del loro tempo per me!
 

  
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