Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: MystOfTheStars    27/12/2011    3 recensioni
[[Fanfiction scritta per il prompt-athon 2011 su hetafic_it @ LJ. Ho giocato liberamente con l'ambientazione Gakuen e con i personaggi in versione Nyotalia, soprattutto per cimentarmi in una delle versioni che preferisco della GerIta, ovvero ItaliaXfem!Germania~ Altri pairing: het!Spamano, triangolo fem!Prussia/male!Ungheria/fem!Austria]]
Luise è un'adolescente decisa, ma un po' insicura del suo aspetto, timida ed impacciata soprattutto nei confronti dell'altro sesso. Questo è il suo primo giorno di scuola nel liceo frequentato anche dalla sorella più grande, che, al contrario di lei, è l'apoteosi della sicurezza di sé e dell'estroversione. Al di sotto dell'apparenza impeccabile della sua divisa inamidata, Luise spera di non fare figuracce, e, soprattutto, che nessun ragazzo le si avvicini troppo. Ma poi... arriva Feliciano!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

[[Ed eccoci al secondo capitolo~
Volevo postarlo più in là per non lasciare buchi tra gli aggiornamenti, ma siccome sono già alle prese con la scrittura del sesto capitolo e la storia è vicina al suo finale, direi che non rischio di farvi aspettare troppo tra un aggiornamento e l'altro :)

Vi ringrazio per i commenti, so che l'accoppiata Italua/fem!Germania non è una delle più popolari, forse - in generale, le coppie etero di Hetalia non sono quelle che vanno per la maggiore, a quanto capisco - ma sono felice di trovare altri fan! :D

Spero abbiate passato un buon Natale :) ci vediamo presto con il terzo capitolo, e buona lettura~]]


Prompt di questo capitolo: pacchetto sogni, il Paese delle meraviglie.
Personaggi  in questo capitolo: Luise, Julchen, Sophia, Gary, Francis, Antonio, Lavinia, Feliciano, con fugaci apparizioni di Olanda, fem!Inghilterra, Russia e Bielorussia.
Beta: sempre la mia piazientissima Yuki Delleran






“Tu... non hai idea di dove siamo, vero?” la voce di Luise quasi riecheggiò nel corridoio in cui si trovavano, da tanto questo era vuoto.
Sophia si voltò verso di lei con sguardo vacuo. “...temo di dover confermare la tua ipotesi.”
La fronte di Luise impattò con il palmo della sua mano. E dire che se l'era pure stampata, una piantina dell'edificio! Ma naturalmente, visto che si ritrovava in compagnia di una compagna più grande ed apparentemente così giudiziosa ed ordinata, si era detta che non le sarebbe servita a niente... insomma, dopo due anni lì dentro, avrebbe detto che Sophia conoscesse la strada a memoria!
Luise si tirò su la manica della giacca, per poter guardare l'ora. Maledizione, mancavano appena cinque minuti alle undici ed all'inizio di discorso di inizio anno! Possibile che fossero riuscite a perdersi in maniera così clamorosa? E poi... era comprensibile che la maggior parte degli studenti fosse già andata a prendere posto in aula magna, ma possibile che non ci fosse nessun altro in tutto l'istituto? Quanto era grande, l'accademia?!

“Beh, non abbiamo scelta... dobbiamo tornare indietro.”
Il corridoio proseguiva, male illuminato da grigiastre luci al neon, sia davanti che dietro di loro. Le porte che vi si affacciavano erano tutte ben chiuse ed un paio di queste recavano l'arida scritta “archivio”.

Luise non aveva fatto obiezioni, quando aveva visto l'altra scendere qualche rampa di scale di troppo – che l'aula magna si trovasse in un piano interrato? O forse, era semplicemente una scorciatoia per raggiungerla? Da studentessa più giovane e fiduciosa, aveva diligentemente seguito Sophia, contando sulla sua esperienza, come un'Alice dai capelli corti ed in divisa scolastica, si era tuffata dietro al coniglio bianco, curiosa e poco avveduta.

“...ed anche in fretta, possibilmente. Siamo in ritardo.” fece notare con voce solo vagamente seccata. Poteva anche aver ricoperto il ruolo di Alice, ma adesso toccava a lei fare il Bianconiglio e continuare a ripetere “è tardi, è tardi!”.
In realtà, detestava mettere in discussione l'autorità di figure a cui, al contrario, avrebbe dovuto portare solo rispetto, ma quello era il suo primo giorno di scuola, e detestava molto di più l'idea di arrivare in ritardo – lei, che era la puntualità fatta persona!
Sophia si sistemò gli occhiali sul naso, imperturbabile ma silenziosa. Luise si chiese se il fatto di essere ripresa da una compagna più giovane le desse fastidio, ma riuscire a decifrare il suo viso impassibile era davvero difficile.
Mentre ritornavano indietro, Luise era tentata di mettersi a correre ma era frenata dal fatto che, uno, non si corre nei corridoi della scuola, e, due, scommetteva che quella dannata gonnella a coste si sarebbe messa a svolazzarle attorno ai fianchi in maniera ben poco consona. E poi, Sophia la seguiva a passo tranquillo, quasi non si rendesse conto del loro enorme ritardo.
Solo il fatto che si trattasse di una studentessa più vecchia preveniva Luise dallo sgridarla – ma, verdammt, l'altra avrebbe fatto meglio a darsi una mossa o...

Prima che potesse definitivamente perdere la pazienza, comunque, all'eco dei loro passi se ne aggiunse un'altra. Proveniva dalle scale che le due ragazze avevano ormai raggiunto e, insieme ai tonfi delle scarpe di qualcuno che sembrava scendere i gradini a salti, si udivano anche delle voci concitate.
Qualche istante ancora, e sul pianerottolo emerse Julchen, seguita da un ragazzo dai capelli castani legati in un codino che gli ricadeva con noncuranza su una spalla.
"Mein Gott, per fortuna che ti ho trovato! Dove vi eravate cacciate, eh?! Non dirmi che quella strega ti ha portato in questi oscuri anfratti per farti qualcosa di strano!!!" esordì Julchen, con malcelata cattiveria, mentre squadrava le due ragazze.
"E smettila, Julchen." fece il ragazzo con un moto di stizza verso la tedesca "Si sono perse, su. Lo sapevo che sarebbe successo. Per questo sono venuto a cercarti." aggiunse poi il giovane, rivolgendo un caldo sorriso nei confronti di Sophia.
Questa abbassò lo sguardo e Luise, un po' stupita, pensò che sembrava quasi essere in imbarazzo.
"La signorina sangue blu può perdersi e riperdersi tutte le volte che vuole, per quanto mi riguarda... Anzi, sarebbe meglio che si perdesse una volta per tutte! Ma non vedo perché mai debba trascinare con sé anche la mia sorellina!" sibilò Julchen, raggiungendo Luise e prendendola per mano, trascinandosela su per le scale.
"Beh... abbiamo solo sbagliato strada, immagino. Non è successo nulla." disse Luise, cercando di placare la sorella. Non capiva che comportarsi in quel modo davanti alla sua nuova compagna di stanza la metteva in imbarazzo?
"Tsk! Credi che saresti mai arrivata all'aula magna, seguendo questa?! Due anni in questa scuola, ed è già tanto se riesce ad arrivare dal suo letto al bagno senza perdersi! Per fortuna che, magnifica come sono, lo avevo previsto e sono venuta a cercarti in tempo!"
Luise si voltò verso Sophia, a cui nel frattempo si era affiancato il ragazzo e le aveva porto un braccio, che la giovane aveva preso senza esitazione. Che stessero insieme...? A giudicare dallo sguardo di Sophia, era difficile capire se quelle attenzioni le dessero fastidio oppure le facessero piacere.
Il ragazzo, dal canto suo, sembrava piuttosto seccato dal comportamento di Julchen, ma anche intenzionato a non far degenerare la situazione.
"Oh, e così hai una sorella? Beh, piacere, Gary." fece, allungando una mano verso Luise. La ragazza gliela strinse dopo un attimo di tentennamento.
"Uhm, Luise. Piacere."
"Spero vivamente che tu non sia stronza come tua sorella!" fece lui tutto giulivo, e Luise sollevò un sopracciglio, non esattamente felice che a Julchen si appioppassero tali epiteti.
"E' una ragazza a modo, lei." rispose quietamente Sophia. "E' la mia compagna di stanza."
"Oh." Gary guardò le tre ragazze attorno a lui, e comprese la difficoltà della situazione. "...oh." aggiunse, a metà tra il perplesso e il divertito.
"Oh beh. Si prospetta un anno difficile, allora. Julchen, vedi di limare un po' tutte quelle spine che hai sulla lingua, eh?"
Julchen, in tutta risposta, gli fece una smorfia ed un gestaccio con il dito medio.
"Fottiti. Fottetevi tutti e due. Oh, e ti consiglio di fare le scale lentamente, o sua signoria potrebbe slogarsi una caviglia. Non ti ci vedo a portare in braccio il suo dolce peso per tutta la strada."
Detto questo, strinse la presa sul polso di Luise e se la trascinò di corsa su per le scale.

Troppo impegnata a non inciampare nei gradini per protestare o liberarsi, si ritrovò a correre per pianerottoli e corridoi. Davanti a lei, i capelli candidi di Julchen le ondeggiavano attorno alla vita allo stesso ritmo delle balze della gonna, e Luise si ritrovò di nuovo nel ruolo di Alice, tirata a forza in un mondo dove gli eventi si susseguivano senza che lei potesse fermasi un momento a respirare.
S-Schwester! Non sta bene correre così!”
“E' tardi! Non dirmi che vuoi arrivare a discorso già iniziato?! Kesesesese!”
Le finestre tornarono ad inondare il pavimento di luce naturale, e le due ragazze si mischiarono ad altri studenti che si stavano affrettando nella loro direzione.
Luise era rossa come un peperone: il primo giorno di scuola, e tutti dovevano vederla correre come una dannata per i corridoi? In un'accademia così prestigiosa, dove...
In un lampo, passarono accanto ad uno spilungone magro magro, i cui capelli biondo cenere pettinati all'insù contribuivano soltanto ad innalzarne la statura: stava bellamente poggiato vicino ad una finestra, fumando un pipa. A vedere passare le due sorelle così di corsa, inarcò un sopracciglio e rilasciò una piccola nuvoletta di fumo a forma di ciambella.
Fumo! Nei corridoi della scuola! Ma questo era sicuramente verboten nel regolamento!!!
Prima che Luise potesse dar voce alle sue proteste, svoltarono di volata un angolo del corridoio e quasi investirono una ragazza con i capelli legati in due lunghi codini, che in mano reggeva un bicchiere di plastica.
Bloody he- ...state un po' attente! Mi rovesciate il tè addosso! Queste matricole...” la sentirono borbottare infuriata. Luise tentò di voltarsi per chiederle scusa, ma svoltarono di nuovo e la ragazza con i codini era già fuori vista.

“Julchen!!!” protestò Luise, che non vedeva l'ora di fermarsi. Bene, avevano incontrato anche il Brucaliffo e la Lepre Marzolina, ja? Ora ne aveva abbastanza del tour del paese delle meraviglie, grazie, pensò, ma la sorella non accennava a rallentare.
Almeno era sicura di dove stavano andando... Luise, invece, non lo era più. Aveva ascoltato i racconti delle prodezze della sorella per due anni, si era studiata il sito dell'accademia con dedizione, preso nota degli alti posti che questa aveva nelle classifiche nazionali. Ma di fatto, non sapeva nulla: non conosceva nessuno dei suoi compagni, non sapeva che rapporti li legavano alla sorella, e si era anche dimenticata in stanza la cartina dell'edificio! Sarebbe sopravvissuta?

Incredibilmente, si fermarono – giusto in tempo per non spalmarsi contro il grande portone il legno alla fine del corridoio. Julchen si concesse un paio di secondi per riprendere fiato e lasciare che un paio di studenti, arrivati in quel momento, lo aprissero per loro.
“Osserva, sorellina: l'aula magna.” disse, passando con noncuranza davanti ai due studenti che avevano aperto la porta, che furono costretti a lasciarla passare, anche se le rivolsero un paio di occhiate poco amichevoli.

Le ante del portone di legno si erano spalancate su di un'aula semicircolare, vasta, dal soffitto alto e dalle pareti chiare. Erano intervallate da dipinti e da ampi finestroni oltre cui si potevano intravedere gli alberi del giardino, le cui chiome dai caldi colori autunnali non erano che fulve e dorate macchie di colore semicelate dalle tende sottili.
Naturalmente, l'aula traboccava di studenti, ma per fortuna sembrava almeno che sul podio fossero ancora intenti a finire di provare i microfoni: avevano fatto una corsa ben poco educata e dignitosa, ma almeno non erano arrivate in ritardo.

"Schwester, posso sapere cosa diamine è successo tra te e la mia compagna di stanza?" fece la minore, mentre camminavano alla ricerca di un posto.
"Niente." fu la secca risposta.
Luise la guardò storto, sicura che la sorella si stesse semplicemente rifiutando di rispondere.
Julchen si strinse nelle spalle. "Sophia è una con la puzza sotto il naso, tutta delicatina e imbranata, e quel Gary non fa altro che farle da scendiletto, come se quella non ne avesse abbastanza, di maggiordomi e servi, a casa sua!"
Quindi Sophia era di famiglia nobile? Non credeva che questo giustificasse tanta antipatia da parte di Julchen, comunque... Sempre dubbiosa, Luise seguì la sorella mentre questa si faceva largo tra le gambe dei compagni che occupavano una delle file in fondo. Mentre si scusava, imbarazzatissima, per i piedi calpestati da Julchen, si ritrovò davanti ad un posto vuoto.
Sitz, sitz!” le stava facendo l'altra, dando dei colpetti sulla poltroncina dal posto che aveva occupato.
Un po' impacciata, Luise si sedette, girandosi indietro per controllare di non essersi messa davanti a qualcuno di troppo basso e di non ostacolare la visuale a nessuno: ogni tanto, si chiedeva se per caso da piccola non avesse finito per ingoiare uno di quei biscotti dalla scritta “mangiami” che ad Alice avevano fatto combinare tanti guai.
Fortunatamente, il ragazzo che occupava il posto dietro al suo – uno coi capelli chiari chiari, un grosso naso e uno sciarpone attorno al collo – sembrava alto abbastanza per vederci più che bene. Un momento dopo, Luise si accorse che la ragazza che gli stava avvinghiata al braccio la stava osservando con sguardo omicida. Imbarazzata, tornò a voltarsi in tutta fretta.

“Lieschen!” la sorella la riportò alla realtà con una gomitata nelle costole “Devo presentarti della gente fica come tua sorella!” sghignazzò, indicando i due ragazzi seduti vicino a lei. Il biondo con i capelli lunghi e la barbetta stava allungato sulla poltroncina con una fare vagamente lascivo, mentre il moro, nel posto a fianco, si sporse verso di lei a salutarla con la mano, con un sorrisone felice.
“Questi sono i miei magnifici amici! Antonio e Francis! Conosciuti loro non hai bisogno di conoscere più nessuno, verstanden? Kesesese!”
“Ma è la tua sorellina?! Che carina!!!” fece il moro, il sorriso che si allargava agli occhioni verdi e spensierati. Luise si chiese se per caso non stesse per offrirle un lecca-lecca.
Enchanté~” disse il biondo, facendole l'occhiolino.
Luise si irrigidì tutta, rispondendo ai due con un vago cenno del capo.
“Piacere. Luise.”
Quindi erano loro, i famosi Antonio e Francis. I due studenti i cui nomi erano spesso menzionati insieme a quello della sorella quando la scuola chiamava a casa per parlare con loro padre, o mandava il conto dei danni. Aveva sempre pensato che la sorella avrebbe dovuto smettere di frequentarli, ma a vederli così sembravano... a posto, supponeva.
“Kesesesesese, la mia sorellina è un po' timida! Datele il tempo di ambientarsi, prima di distruggerla con il vostro fascino, ragazzi!”
Luise si scostò un attimo prima che potesse arrivarle un'altra pacca sulla spalla e, in tutta risposta, scoccò un'occhiata severa alla sorella.
“Ora basta. Sta per iniziare il discorso!”
Julchen fece spallucce. Esattamente quello che c'era da aspettarsi da Luise.
Antonio e Francis si scambiarono un'occhiata significativa. Nessuno studente né nessuna studentessa avrebbero mai avuto successo nell'azzittire Julchen così! Vedere l'amica alle prese con la “sorellina timida” sarebbe stato interessante...
Con un mezzo sorriso, si apprestarono anche loro a seguire il discorso.


Parlarono il preside ed alcuni dei professori, ci furono degli applausi, qualche chiacchiera e battutina qua e là da parte degli studenti ma, in generale, Luise si sentì rassicurata. Fu come se il discorso l'avesse riportata in quella scuola ideale a cui lei si era scritta.
Sì, tutti gli alunni che iniziavano questo anno scolastico erano lì per studiare ed impegnarsi. Certo, sapevano che il semestre sarebbe stato duro, ma ce l'avrebbero messa tutta. Sì, tutti loro amavano il buon nome della scuola e delle loro famiglie e si sarebbero impegnati a tenerlo alto.
Impegno, studio, ordine, disciplina. E non si correva per i corridoi.
Luise si sentiva come tornata a casa, ora.

Quando finalmente il discorso finì, ed agli studenti fu concesso di alzarsi per raggiungere la mensa, tornò il boato di disordine. I ragazzi si accalcavano nelle file per riuscire ad uscire prima, con l'unico risultato di rimanere schiacciati nella calca. Luise sospirò; si ritrovavano nel mezzo della fila, e da qualsiasi parte fosse andata avrebbe trovato solo una massa di ragazzi che tentavano di lasciare l'aula in fretta e furia. Rimase seduta ad aspettare che la situazione si decongestionasse, e nel frattempo venne scavalcata da Antonio e da una ragazza che lo seguiva tenendolo per mano, una bruna dall'aria arrabbiata e con una fascia rossa tra i capelli lunghi e mossi.
“Muoviti, idiota! Sto morendo di fame!”
“Ma Lavinia, non posso, non vedi che c'è troppa ressa?”
“Kesesesese! Siete indietro, gente!” annunciò Julchen, montando sulla poltrona e scavalcandone lo schienale, decisa ad attraversare l'aula in questo modo. Luise la osservò con disappunto – ma che modi erano? E poi, con quella minigonna?
Si alzò in piedi di scatto, decisa a richiamare la sorella, ma nel farlo andò a sbattere contro qualcuno che, apparentemente, le era caduto addosso. Quando abbassò gli occhi per scusarsi col malcapitato – si era mossa troppo d'impulso! - però, non riuscì a vederlo. O meglio, l'unica cosa che vide fu una folta capigliatura fulvo-castana, che apparteneva indubbiamente a quella che doveva essere una testa – una testa incastrata con matematica perfezione tra i suoi seni.
Luise si sentì avvampare. “S-Scusa, potresti...?!” fece con voce stridula, tentando di trattenersi dal dargli del maniaco urlando e dal toglierselo di dosso in maniera poco gentile.
L'altro si mosse ma, nel malaugurato tentativo di recuperare l'equilibrio, mise una mano avanti per cercare appoggio. Appoggio che venne prontamente fornito dal petto di Luise.
Le dita del ragazzo vi affondarono per qualche istante, mentre il ragazzo si raddrizzava e si guardava intorno con un sorriso ebete. Sembrava non aver compreso appieno la gravità della situazione.
“Ve... scusa, sono inciampa-”
Il sorriso e le scuse vennero interrotti bruscamente dallo schiaffo di Luise, la cui mano impattò sonoramente contro la guancia del moretto di fronte a lei.
“Maiale!” gracchiò lei, furente e paonazza.
“Ehi tu! Che cacchio credi di fare al mio fratellino?!” esclamò la ragazza con la fascia rossa tra i capelli stava dietro di lei, mani piantate sui fianchi e sguardo assassino negli occhi ridotti a due fessure. Tuttavia, quando Luise si voltò verso di lei, arretrò di un passo.
La bionda gesticolò furiosa verso il ragazzo al suo fianco. “Ma se è stato lui! Mi ha messo le mani addosso senza...!”
“...senza volerlo! Mi dispiace!!! Mi dispiace, davvero, è stato uno sbaglio, non picchiarmi più!!!” l'altro, lì vicino, aveva la guancia arrossata e le lacrime agli occhi.
Luise si zittì. Improvvisamente, le parve che tutti gli studenti lì attorno avessero gli occhi puntati sulla scena, e si sentì avvampare anche di più.
Aveva fatto una cosa terribile, vero? Si era appena resa un mostro agli occhi di quello studente, di sua sorella, degli amici di Julchen e del resto della scuola... ma come si poteva pretendere che rimanesse calma se un ragazzo le toccava le...
“Oh, così questo è il tuo fratellino, Lavinia? Kesesesese!”
Luise sollevò gli occhi su Julchen, che non sembrava particolarmente toccata dalla situazione. Attorno, Francis stava osservando con sorriso divertito, mentre Antonio sembrava più preoccupato di calmare Lavinia che non del resto.
Quest'ultima rivolse a Julchen uno sguardo accusatore.
“Sì! Ed è appena stato violato dalla tua, di sorellina!” ringhiò.
Julchen scoppiò in una risata sguaiata. “Veramente, a me è parso il contrario!”
Sporgendosi sopra lo schienale di una poltroncina, allungò una mano ad arruffare i capelli del malcapitato brunetto.
“La mia sorellina picchia duro, se la prendi per il verso sbagliato. Brutto inizio scolastico, kesesese! Come ti chiami, figliolo?” fece in tono materno, ignorando Luise che protestava: sicuramente, l'inizio scolastico peggiore era toccato a lei, non certo a quel pervertito!
Il brunetto guardò Julchen con occhioni luccicanti di lacrime represse.
“Feliciano.”
“Ah, Feliciano, che carino!” Julchen gli regalò un'occhiata dolce, e poi gli diede un pizzicotto che fece squittire il ragazzo di paura. “Ti sconsiglio di toccare di nuovo la mia sorellina... per il tuo bene, kesesesese! Però se hai carenze affettive, e non mi sorprenderebbe con la sorella che ti ritrovi, vieni da me, ja?”
“Ehi! Che cosa cavolo vuoi dire, si può sapere?!” sbraitò Lavinia, punta sul vivo.
“Kesesesese! Ho fame, andiamo a mangiare!” dato un altro affettuoso pizzicotto a Feliciano, Julchen volteggiò sopra le poltroncine, afferrò a braccetto Luise e Lavinia e le trascinò verso la porta dell'aula magna.

Una volta che la componente femminile del gruppo fu sparita alla vista, Francis si avvicinò a Feliciano, dandogli una pacca di incoraggiamento sulla spalla.
“Apprezzo il tuo entusiasmo, mon petit~ Ma certe ragazze bisogna lavorarsele, sai?”
Feliciano alzò lo sguardo verso di lui. Sul viso, ancora un po' rosso per i vari maltrattamenti subiti, gli era tornato il sorriso ebete di poco prima.
“Ve, è stato lo schiaffo meglio guadagnato della mia vita.” affermò, spensierato.
Francis lo osservò incamminarsi verso la porta (“Che fame, ve!”), e scambiò un'altra occhiata significativa con Antonio.
“Pare che qualcuno, qui, abbia trovato la sua regina di cuori.” disse con un sospiro teatralmente romantico.
“I primini promettono di essere interessanti, quest'anno!” rispose l'altro, divertito.
Con calma, seguirono gli altri verso la mensa.





Verdammt: dannazione
Sitz! : siediti
Verstanden?: capito?
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: MystOfTheStars