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Autore: Jumanji_    27/12/2011    5 recensioni
Usagi-san ai fornelli è l'incubo peggiore di Misaki, ma cosa succederebbe se il famoso scrittore annunciasse di voler pensare lui al pranzo? E se contro ogni logica, al ritorno di Misaki la cicuna è ancora tutta intera e il pranzo è pronto? Dove sta il trucco?
Una gag sbucata dalle reminescenze non troppo chiare di un mio sogno piuttosto confuso.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Pasticcio di Usagi-san


Intorno alle 12 e mezza, Misaki stava tornando a casa da scuola.
Camminava velocemente, aveva una strana fretta di raggiungere la sua meta. Anzi, a dire la verità, era molto preoccupato.
La sera prima, infatti, Usagi-san gli aveva detto che non trovava giusto che fosse sempre lui ad occuparsi del pranzo e della cena, e dal momento che aveva già consegnato il manoscritto del suo ultimo romanzo ad Aikawa-san, avrebbe preparato lui un pasticcio.
Misaki rabbrividì pensando ad Usagi-san in cucina: probabilmente, come minimo, l'avrebbe fatta saltare in aria. Accelerò il passo sperando e pregando di trovare intatti almeno i muri della casa.
Quando arrivò al palazzo guardò immediatamente verso le finestre dell’ultimo piano e si rilassò un po’ constatando che sembrava tutto a posto. Forse un po’ di speranza c’era ancora.
Si fiondò verso l’ascensore e premette febbrilmente il pulsante che indicava l’attico.
Come si trovò davanti alla porta d’ingresso, la spalancò e con voce tesa annunciò: «Sono a casa!» lanciando un’occhiata preoccupata alla cucina, certo di trovare solo un cumolo di macerie fumanti.
Quello che gli si presentò davanti, invece, fu tutt’altro spettacolo.
La cucina era perfettamente pulita, ordinata e intatta, proprio come l’aveva lasciata quella mattina. Sul bancone era appoggiata una pirofila con un coperchio di vetro striato da gocce d’acqua condensata. E davanti a lui, sorridente, Aikawa-san lo stava salutando.
«Bentornato, Misaki-kun. Usami-sensei sta finendo di correggere alcune cose del manoscritto, sarà presto da te».
Misaki la fissò spiazzato per un momento, poi in fretta si riprese rendendosi conto che avrebbe dovuto almeno provare a rispondere qualcosa.
«Oh... va bene.. non importa», disse esitante. Poi si tolse la giacca e continuò: «Buongiorno anche a te, Aikawa-san. Come mai sei qui?».
Lei sorrise e facendo l’occhiolino esclamò: «Supervisiono!»
«Ah, ok...»
Con sospetto, Misaki concentrò la sua attenzione sulla pirofila sul bancone avvicinandosi adagio di qualche passo.
«Ma... lì dentro, precisamente... cosa c’è?»
«Il pasticcio di Usami-sensei», rispose lei semplicemente.
Gli occhi di Misaki si illuminarono estasiati. Usagi-san aveva imparato a cucinare! E aveva anche pulito la cucina! Sollevò il coperchio e annusò il profumo commuovendosi: era il pasticcio che Usagi-san aveva preparato per lui!
«L’ha preparato Usagi-san?», chiese sognante senza riuscire a staccare gli occhi da quel miracolo.
Aikawa-san si avvicinò. «Certo che no! L’ha comprato lungo la strada mentre tornavamo dalla redazione... mi ha chiesto di metterlo in microonde mentre lui finiva... Misaki-kun, stai bene?»
Misaki era crollato a terra sotto il peso delle aspettative disilluse. Mai la parola “microonde” gli era piaciuta così poco.
«Misaki, cosa ci fai lì a terra?».
La voce di Usagi-san arrivò rilassata dalle scale che collegavano il piano terra al primo piano.
Misaki si rialzò e tremando di rabbia gli puntò un dito contro. «TU!», gridò. «Bugiardo che non sei altro!».
Usagi lo guardò confuso. «Io?», chiese.
«BAAAAAAAAAAAAAKA!», esplose l’altro diventando tutto rosso per la rabbia.
«Misaki, perché stai urlando?». Usagi non sembrava minimamente toccato.
Il tremore rabbioso aumentò ancora.
«Il pranzo! Avevi detto che ci avresti pensato tu!».
Sulle labbra dello scrittore si distese un sorriso. «Tenero Misaki», disse abbracciandolo. Misaki immediatamente smise di tremare e non trovò più validi motivi per essere arrabbiato con il suo coinquilino. «Credevi che avessi preparato io il pasticcio? Vorrà dire che la prossima volta lo farò con le mie mani, se questo ti rende felice...»
Misaki si irrigidì terrorizzato. «No no... meglio di no... tu in cucina... no».
Usagi, il viso serio, prese il mento del ragazzo con una mano e lo alzò portandolo parallelo al suo. «Non ti fidi di me, Misaki?».
Le guance di Misaki si colorarono di rosso e in quel momento la voce di Aikawa-san ruppe il silenzio.
«Che cariiiiiiini!», esclamò con gli occhi che brillavano di una luce che spaventò Misaki.
Usagi-san la guardò serafico. «Aikawa-san, questo non è uno dei miei romanzi...», le disse.
Il sorriso della donna diventò pericoloso. «Certo che no.. questo è meglio dei tuoi romanzi!»

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Angolino me.
Due piccole paroline veloci veloci. Ho scritto questa storia a scuola sul retro del quaderno degli appunti di Latino, non mi aspetto perciò che sia perfetta, anche perchè l'ho scritta - o meglio, si è scritta da sola - circa un paio di anni fa dopo un sogno delirante per colpa della stanchezza estrema, e non l'ho riguardata come si deve. Chiedo perdono, quindi, per eventuali errori o ripetizioni (ce ne sono tantissime D: - perdono perdono perdono!!)



 

  
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