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Autore: Melchan    27/12/2011    0 recensioni
"E' sempre la solita storia. Lui ama lei, che ama l'altro. E l'altro è quasi sempre il tuo migliore amico."
Invertendo l'ordine degli addendi il risultato non cambia.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Scorpius dimostrava un’età imbarazzante. Rose guardò il suo completo scuro, i capelli pettinati all’indietro e la mascella fine e granitica nella sua serietà.

 

“Sei pronta?” le chiese Albus, dando una tiratina al suo cravattino nero. Rose annuì e gli disse di lasciare in pace quel povero pezzo di stoffa, se non voleva strapparlo prima di arrivare ai quartieri di Lumacorno.

Lui rispose incupendosi (più del solito, cioè), e mentre Scorpius li seguiva come se facesse la guardia, strisciò i piedi per seguirla lungo il corridoio illuminato da fiaccole che lo facevano sembrare la sala d’attesa per lo studio di Satana.

Rose sentiva il nervosismo crepitargli attorno come piccole scosse di energia elettrica. 

“Calmati”.

“Non sono agitato.” Mentì lui “Solo che come ben sapete odio questo piano.” Okay, era ancora arrabbiato. Nel caso avessero potuto commettere l’imperdonabile errore di dubitarne.

Parlare con Lumacorno non gli era mai piaciuto, e secondo lui la cosa giusta sarebbe stata lasciare che ci pensasse Scorpius. Col particolare che le parole “papà sarebbe così felice di saperlo”, dove papà era Harry Potter, avrebbero persuaso Lumacorno a permettere un’infrazione abbastanza spinosa con molta più facilità di qualsiasi altra cosa.

Adesso bastava che se ne convincesse anche lui.

 

La verità era che Albus non era abituato a fare niente che non volesse, o anche solo non gli andasse.

Era sempre stato il cocco di papà, cosa che gli aveva evitato un’infanzia infelice a prescindere, ma un fratellone con la tempra di James e una madre certa che gli scherzi di un maggiore fossero insopportabili quanto le zanzare in confronto alle scemenze di sei fratelli marca Weasley, lo avevano abituato alla sopportazione.

Gli anni di allenamento al fastidio si erano disgregati, ridotti in polvere e brandelli adatti al cassonetto appena arrivati a Hogwarts.

Rose non c’era, quando Albus e Scorpius erano diventati amici. Era persa nei meandri della sua mente depressa, e aveva ripreso contatto con la loro realtà quando aveva incontrato Scorpius Malfoy sulle scale. Del prima, sapeva solo stralci e aneddoti provenienti dalle bocche degli interessati e da quelle dei pochissimi altri Grifondoro con cui aveva rapporti, parenti compresi.

 

Fatto sta che Scorpius aveva fatto a pezzi con tenacia invidiabile tutta la capacità di sopportazione di suo cugino. Lo aveva viziato fino al vomito, in poche parole.

Aveva preso ogni briciolo di male che poteva essere rivolto ad Albus e lo aveva polverizzato. Aveva tenuto lontani i pettegoli e le malelingue, che a Grifondoro erano molto meno attenti alle apparenze e molto più disponibili alle cattiverie faccia a faccia, e affatturato abbastanza bulli da mettere paura quantomeno a quelli del proprio anno e del secondo. Dopo il Natale del primo anno, a nessun giovane studente di Hogwarts sarebbe passato per la testa di andare a infastidire Malfoy e il suo amichetto del cuore.

Rose non sapeva che cosa gli fosse preso quando aveva conosciuto il suo cugino preferito, ma era dell’opinione che qualcosa che porta un undicenne a fare quello che aveva fatto Scorpius non fosse da sottovalutare.

 

Rose non aveva avuto bisogno di un angelo custode, passate le prime tragiche due settimane, visto che grazie alla famosa P nessuno della sua Casa aveva seriamente provato a sfotterla o infastidirla. A dirle cattiverie nei corridoi erano tuttora solo le Grifondoro del suo anno. Stavano attente a farlo lontane da Scorpius, mentre avevano meno problemi a lasciarsi sentire da Albus, che scatenava la stessa tema di un cucciolo di koala e aveva l’acrimonia di un cucchiaio di Nutella. Il dubbio che riferisse comunque commenti e amenità a lei e Scorpius doveva averle sfiorate, ma vedendo l’assenza di serie ripercussioni non si erano fatte problemi a continuare.

Rose aveva maturato con gli anni la convinzione, no, la certezza che il loro comportamento non fosse dovuto alla pura e onorevole indifferenza nei confronti del prestigio che esserle amiche, o quantomeno non ostili, avrebbe potuto procurar loro.

Era una visione quasi piacevole della realtà, delle coraggiose ragazzacce sfrontate con cui avrebbe anche potuto fare amicizia, ma tristemente improbabile.

 

Secondo lei la realtà era molto meno affascinante: troppo stupide per preoccuparsi delle conseguenze, le bruciava dentro il non essere riuscite a entrare nelle grazie del tranquillo Albus Severus Potter e l’essere ignorate da Scorpius Malfoy. James come Mr. Popolarità amico di tutti  faceva per dieci, certo, ma questo mitigava solo uno smacco che nessuno si aspettava.

Rose avrebbe sempre potuto sbagliarsi, ma meno una cosa accade tanto più si fa fatica a crederci.

 

Fatto sta che a forza di strada spianata ora Albus le camminava accanto mogio mogio. Cercò di immaginarlo con la barba, per curiosità, e non ci riuscì. L’espressione ingrugnata peggiorava la sua situazione, ma anche a cose normali pareva un dodicenne piccolino, delicato e con un viso adorabile e sempre un po’ triste.

- Ti ricordi come attaccare il discorso? – gli chiese, per liberarsi da elucubrazioni più o meno deprimenti.

- Me lo ricordo per forza, con tutte le volte che l’ho ripetuto. – sbottò in risposta. Erano poche battute da recitare a memoria, ma da come ne parlava Albus sembrava che avesse dovuto imparare tutte le battute dell’Otello in un pomeriggio. Non aveva paura, ma era nervoso.

La paura era una cosa diversa, che da quando frequentavano Hogwarts Rose aveva visto in faccia ad Albus molto di rado.

I loro piani comprendevano sempre una buona dose di rischio, ma a correrlo di solito era Scorpius, e lei si prendeva gli avanzi. Non che Albus non partecipasse in prima persona o facesse sempre il palo. Solo, Scorpius ogni volta faceva in modo di essere insieme a lui nei momenti rischiosi. E avere paura con Scoprius vicino, era molto, molto difficile.

Faceva in modo di essere anche con Rose, certo, ma c’era la differenza che di lei e della sua furbizia si fidava: di quella di Albus, invece, no.

 

Scorpius era un ragazzo estremamente intelligente. Aveva accennato al fatto che il Cappello gli avesse parlato anche di Corvonero, durante lo smistamento, ma a Rose era sembrata un’ovvietà, non una conferma. Lui per certi versi le ricordava sua madre.

Non c’era nient’altro che li accomunasse, ma il modo freddo di ragionare, la mente agile e sempre un passo o un campo da Quidditch più in là del suo interlocutore, era la stessa.

Anche lei era molto intelligente, altrimenti non avrebbe avuto ragione così spesso, ma Scorpius aveva qualcosa di diverso, ciò che fa la differenza tra un forte acume e un'agilità mentale che si avvicina molto al genio.

Li interruppe prima che Rose cominciasse a rispondere male al suo cugino.

 

- Sorridi mentre parli di tuo padre. – disse – Se vedi che ti dà corda aggiungi che ha scritto di voler passare dal villaggio questo o il prossimo weekend. –

Albus annuì, le sopracciglia sempre aggrottate, stavolta per la ritrovata determinazione. – Okay. – rispose, serio come se fosse stato messo al corrente di un nuovo particolare di importanza stratosferica.

A Rose venne voglia di chiedergli se la sera si faceva anche cantare la ninnananna, da Scorpius. Decise che avrebbe dovuto chiedere a suo fratello, e sorrise senza accorgersene immaginando la scena.

 

Guardandoli camminare, uno serissimo e l’altro con la sua espressione da sono-figo-e-niente-mi-tange, Rose trovò ancora più ironica del solito la certezza che Albus non avesse idea della portata dell’opera di bonificazione da pericoli, cattiverie, scherzi idioti che Scorpius aveva compiuto per, e intorno, a lui.

Era partito zuppo di preoccupazioni per lo Smistamento, poi si era visto assegnare a Grifondoro, e aveva trovato Scorpius.

Scorpius.

Uno che era diventato il suo amico del cuore nell’arco di un mese, che gli si sedeva accanto all’ora di pranzo dopo nemmeno una settimana dall’inizio delle lezioni, e aveva risolto l’ultimo grosso problema di Albus e della sua vita scolastica, quello chiamato Rose.

Un ragazzo che tutta la sua allargatissima famiglia conosceva di nome e con cui nessuno aveva mai parlato nemmeno per sbaglio, e si era rivelato la botta di fortuna più grande della sua vita.

 

Albus sembrava convinto che per una sorta di miracolo a Hogwarts la vita avesse cominciato a girare dalla sua parte, dopo avergli dato una famiglia incredibile e un fratello tremendo: Scorpius faceva semplicemente parte dei grandi doni della sorte.

Rose avrebbe scommesso praticamente tutto sul fatto che Al avesse mai anche solo pensato che a far andare le cose sempre per il verso giusto fosse stato proprio quel dono biondo e grifondoro.

 

Vedeva i binari lindi e puliti della propria vita scolastica, ma non Scorpius che li ripuliva volandoci sopra in sella alla sua scopa sempre un secondo prima che lui inciampasse in un sassolino bastardo.

 

-*-

 

Quando arrivarono davanti alla porta degli appartamenti di Lumacorno, Rose sentì Albus fare un sospiro profondo per calmarsi. D’istinto gli prese la mano e diede una strizzatina. Albus ricambiò subito.

Lo facevano da quando erano piccoli e volevano farsi coraggio tra loro.

 

“Pensa a Mielandia.” Gli bisbigliò, senza dubitare nemmeno per un secondo che Scorpius sentisse tutto quello che dicevano “La Burrobirra. Andremo dove ci pare.”

Al sorrise. Ci stava pensando.

 

“Ragazzi!”

Lumacorno spalancò la porta e mise subito le braccia grassocce sulle spalle di Albus e Scorpius. Al sprofondò un poco sotto la pressione del suo braccio; Scorpius si sforzò di restare immobile, come se non sentisse niente. A Rose venne da ridere vedendo quanto teneva le spalle rigide per resistere, dritto come un fuso alla sua sinistra.

Lumacorno, felice come una Pasqua, la osservò con lo sguardo benevolo di un vecchio zio.

“Signorina Weasley, è un incanto! I suoi due cavalieri dovranno stare attenti, o stasera farà strage di cuori”.

Rose fece il suo speciale sorriso-da-brava-ragazza, si passò un ciuffetto di capelli dietro un orecchio e disse che avrebbe tenuto gli occhi aperti lei per prima.

Lumacorno rise ancora, e li fece entrare.

 

Si potevano dire molte cose di lui, pensò Rose, ma non che fosse un cattivo organizzatore.

C’erano dozzine di dolci adagiati su tovaglie colorate, succhi di frutta che riposavano nelle caraffe di vetro trasparente e scintillante, e centinaia di piccole luci che illuminavano la stanza a giorno come piccoli fuochi.

Lumacorno aveva lasciato un angolo per permettere di ballare, vicino alle finestre della saletta, e un giradischi che sembrava nuovo stava già diffondendo una musica allegra che Rose non conosceva.

 

Non erano i primi: un paio di Corvonero dell’ultimo anno sedeva già sui divanetti vicini al camino, una coppia si teneva per mano con aria un po’ ingessata vicino alla finestra più grande e Parkinson (che era e rimaneva uno dei più portati pozionisti di Hogwarts) la salutò festante dal tavolo del buffet.

 Rose gli rispose con un sorriso minuscolo, sussurrò ad Al “Datti da fare” e prima che lui la guardasse male si voltò per raggiungere William. Immaginava che le avrebbe chiesto un ballo, e avrebbe anche potuto farlo contento.

Si rifiutava di ammettere che gli importasse qualcosa di uno qualsiasi dei suoi compagni di Casa, ma la scomoda verità era che un angolo demente del suo cervello tendeva a rallegrarsi quando parlava con William. Rose sapeva che succedeva solo perché era stato il primo compagno a essere carino con lei, P o non P, ma questo non le impediva di provare un sentimento non richiesto nei suoi confronti. Sarebbe stato tutto più semplice, se Parkinson non avesse avuto la fastidiosa caratteristica di essere un ottimo attore.

Così bravo che a volte Rose vacillava davanti al suo viso, perché le sembrava di vedere dell’orribile, impossibile e non previsto affetto sincero, nei suoi occhioni neri come la morte.

E Rose non ammetteva che qualcosa la facesse vacillare.

 

Stava andando verso di lui, che aveva già cominciato a versare un secondo bicchiere di succo di zucca con entusiasmo che a chiunque fosse stato un po’ più ingenuo sarebbe sembrato sincero, quando sentì Scorpius tirarle una mano.

Si voltò a guardarlo, e lui la strinse più forte. Si lasciò portare verso la zona di parquet dove la coppia aveva già cominciato a dondolarsi a tempo.

 

Rose alzò gli occhi al cielo.

Lo fece perché era più facile ingoiare quello che le era rimasto impigliato in gola, così.

 

Mentre lui le appoggiava una mano sul fianco e faceva il primo passo non disse niente.

Riaprì bocca solo dopo un paio di minuti buoni. “E questa?” gli chiese, sorridendo.

“Penso tu preferisca ballare con me che con il tuo spasimante preferito.” Rispose lui, serio come solo Scorpius Malfoy sapeva essere mentre parlava per scherzo.

“Non lo so”, Rose increspò le labbra come se stesse riflettendo “non è che come al solito sei troppo sicuro di te?”

“Non ce n’è bisogno.” Rispose Scorpius, e la fece girare in una piroetta perfetta.

 

Rose rise, senza preoccuparsi di nascondere il rumore. Non era la prima volta che ballavano insieme, era già successo anche a un’altra festa di Lumacorno. Si sentiva a suo agio, e una delle molteplici qualità di Scorpius era saper ballare qualsiasi tipo di ballo di società.

Girandosi vide Lumacorno e Albus, che li guardava dal suo fianco con aria stanca, e fece un sorriso a tutti e due.

Ballare con Scorpius la metteva sempre di umore stupidamente allegro. Le piaceva ballare con un bravo ballerino, ecco.

Pensò che al primo anno sarebbe morta d’imbarazzo, ma da quando aveva deciso che sembrare una stronzetta era più divertente che piangere e chiedersi sempre cosa avrebbero pensato tutti gli altri, aveva scoperto che fare cose imbarazzanti poteva essere assurdamente piacevole.

 

Quando la canzone finì Scorpius disse di aver sete, e si diresse subito verso Al. Non le lasciò mai la mano.

Lumacorno fece un sorriso ancora più largo dei precedenti.

 

“Signorina Weasley, che dire? Siete degli splendidi ballerini! Signor Malfoy, per caso prende lezioni?” Scorpius guardò il vecchio professore come se fosse la domanda più insignificante sulla faccia della Terra e rispose “Sì, mia madre ci ha sempre tenuto.”

Lumacorno annuì con aria saputa: “Non mi stupisce. La signorina Asteria ha sempre avuto un portamento elegantissimo, è splendido che abbia voluto cercare di trasmetterne la bellezza anche a suo figlio.”

“Mh, è vero. Comunque ho parlato con il professore.” Attaccò Albus, guardando l’uomo di sbieco con uno sguardo che diceva “parli di argomenti che non piacciono al mio amico e ce l’ho a morte con te”.  Poi storse un po’ il naso e continuò: “Ha detto che potrebbe organizzare qualcosa per Hogsmeade già sabato pomeriggio, sapete?”

 

Lumacorno fece uno sguardo sornione e annuì. Rose guardò il volto funereo di Albus e si chiese quanto quell’uomo fosse accecato dalle sue personali idee su di lui, per non riuscire a interpretare il tono della sua voce come quello che era: sembrava un bambino pessimo a raccontare balle che ne dice una. E il bello era che si stava impegnando, Rose non ne dubitava. Albus poteva essere viziato, ma non avrebbe mai preso la sua parte in uno dei loro piani con leggerezza solo per ripicca. Questo mai, e Rose non si sarebbe permessa di dubitarne nemmeno un secondo.

 

 

 

 

 

 

You'd think that people would have had enough of silly love songs.

But I look around me and I see it isn't so.

                                                                                                                    

(Paul McCartney)

 

 

 

 

Note di Melchan:

Okay, palesemente erano eoni (traducibili, in tempo reale, in un anno) che non pubblicavo niente di HP, e l'esperienza mi ha lasciata abbastanza °_° Nel senso che ho pubblicato la storia e qualcosa come venti minuti dopo era a pagina due XD Non è esattamente una cosa che gioia, ma bon, ovviamente ho iniziato e arrivo in fondo a postare i capitoli, al diavolo l'amarezza :3 Solo, vedere dei riscontri, positivi o negativi (dico davvero, non m'incacchio se dite che non vi piace, quello che vorrei sarebbe scoprire che l'avete letta ^^), sarebbe un po' incoraggiante in questo oceano di roba, ecco ''XDDD

Thank you :*

 

  
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